Se Tokyo avesse un cuore, questo si troverebbe a Shinjuku. Con i suoi più di 300.000 abitanti racchiusi in soli 18 km², con la stazione ferroviaria più frequentata al mondo, Shinjuku racchiude in pochi chilometri i diversi volti della capitale del Giappone: da un lato i grandi grattacieli, sedi dell'amministrazione e delle grandi ditte, dall'altro l’area dei divertimenti notturni.
Di notte infatti le persone sono attirate come falene dalle luci intermittenti di Kabuki-cho, il distretto a luci rosse che deve il suo nome ad un teatro kabuki che non fu mai costruito: migliaia di luci, musiche assordanti che escono da insoliti locali, ragazzi (i cosidetti host) con eccentriche capigliature bionde che offrono compagnia davanti ad un costosissimo drink, love hotel, sale di pachinko, bar per tutti gli orientamenti sessuali, karaoke, izakaya, kyabakura, cioè club cabaret dove spennare uomini e donne, locali di strip-tease e soap lands dove la prostituzione non si nasconde poi troppo. Il tutto gestito in maniera discreta dalla yakuza.
Qui sono in molti a cercare di perdere se stessi e magari perché no a ritrovarsi. In queste stradine la vita scorre più veloce e più intensa e per questo ha sempre attirato numerosi fotografi che volevano cogliere le varie anime di un paese tanto contraddittorio quanto affascinante.
Uno di questi è Yusuke Nagata che, colpito dalle foto di YANG Seung-Woo, fotografo sudcoreano autore dell'opera “Shinjuku Lost Child”, ha iniziato a frequentare il quartiere, soprattutto la Kabukicho Cinecity Square, la piazza principale conosciuta un tempo come "Koma Geki Mae (di fronte al teatro Koma)". Questo posto era un punto d'incontro per le persone che passavano per Kabukicho, ma si potevano vedere anche bambini avvolti in coperte aspettare le loro madri che lavoravano nel settore della vita notturna, assieme a senzatetto addormentati sui cartoni.
Così dal 2019 giorno dopo giorno ha cominciato ad osservare le persone che stazionavano nella piazza e dopo circa un anno ha iniziato ad osservare uno strano fenomeno: erano dimunuiti i senzatetto. Stando ad alcune indiscrezioni si trattava di una politica del governo volta a presentare il volto migliore del Giappone ai visitatori stranieri che sarebbero arrivati nel paese per le Olimpiadi di Tokyo.
Più o meno nello stesso periodo è iniziata la pandemia di Covid-19, che ha peggiorato l’ambiente domestico di molti bambini e ha portato a un aumento del numero di ragazze e ragazzi in fuga. Così ad un certo punto tra la torre turistica Tokyu Kabukicho di recente costruzione e il cinema TOHO, sono comparsi i Toyoko Kids: ragazzi senza fissa dimora, quasi sempre minorenni, della Tokyo del 21° secolo.
"Toyoko" significa appunto "accanto ai cinema TOHO" perché è lì che si radunano. All'inizio il loro punto di ritrovo era il lato est del TOHO Cinemas Shinjuku, ma a causa dei regolamenti del quartiere si sono spostati sul lato opposto.
Molte cose distinguono i Toyoko Kids dai senzatetto che storicamente hanno occupato l'area. Per prima cosa, sono molto più giovani. E poi non sono tutti senzatetto: mentre alcuni lo sono, altri provengono dalle prefetture di Tokyo, Chiba o Saitama e tornano a casa dopo essere rimasti a lungo nella zona per sfuggire al loro ambiente domestico.
Poi c'è la moda: per le ragazze c'è l'estetica "dark kawaii" fatta da camicette con volant e gonne corte o felpe oversize con trucco pesante mentre per i ragazzi il look ha influenze emo con abiti neri e larghi con catene pendenti. Lo stile generale è stato soprannominato “irai-kei ”.
I Toyoko Kids sono diventati anche influencer e icone della moda sui social come TikTok e X, attirando così nella zona altri giovani emarginati, come ad esempio quelli che subiscono abusi a casa o sono vittime di bullismo a scuola. All’interno della comunità esistono gerarchie parzialmente legate al peso dei social media, con individui a cui vengono assegnati titoli come “Dio”, “Re” e “Imperatrice” a seconda della loro popolarità e influenza nell’area.
I Toyoko Kids sono quindi uno strano mix di fuggiaschi permanenti e persone in cerca di una comunità a cui appartenere, tutti però accomunati dall'essere degli emarginati in un modo o nell'altro. Insieme, hanno formato una sottocultura giovanile basata sull'abbandono, sulla popolarità guidata da Internet e su uno spiccato senso della moda. La maggior parte si guadagna da vivere illegalmente, grazie ai locali notturni e all'industria del sesso. L'abuso di droga e il comportamento spesso delinquenziale dei Toyoko Kids hanno attirato l'attenzione dei media, oltre che di Nagata.
Masanori Amano, capo di Nippon Kakekomidera, una delle organizzazioni di volontariato più importanti nell'area di Kabukicho che offre sostegno ai Toyoko Kids, spiega come questi giovani soli si riversino a Kabukicho per trovare una comunità in cui integrarsi. "A loro non piace essere chiamati Toyoko Kids ma "kaiwai-min" che significa, letteralmente “persone nella comunità" ha detto Amano, che ha parlato con centinaia di loro. Grazie alla facilità con cui si può interagire sui social media, alcuni ragazzi arrivano a Tokyo da città lontane come Osaka o Nagoya, sicuri di essere accolti a braccia aperte all'interno della comunità.
"Qualcuno offrirà loro un posto dove stare, spesso il trucco è che una persona prenoti una camera singola in un business hotel e poi faccia entrare di nascosto fino ad altre sei persone in una stanza", ha spiegato Amano. "Ma dopo un po', alla fine anche loro dovranno pagare la loro parte e quindi dovranno andare a "lavorare", che spesso vuol dire soprattutto per le ragazze entrare nel giro della prostituzione di strada."
Le ragazze che sono lì da più tempo insegneranno ai nuovi i dettagli di come funziona, con una procedura ormai sistematizzata, prendendo gli appuntamenti attraverso i social media e le app di chat.
Amano ha parlato con una ragazza di 10 anni che ha ammesso di dedicarsi alla prostituzione di strada. Un’altra di 19 anni gli ha detto che accetta almeno sei clienti al giorno, concedendo 20 minuti per “appuntamento”. In media, molte ragazze guadagnano da 1 milione di yen (poco meno di 6.000 euro) a 2 milioni di yen al mese.
Decine di Toyoko Kids si riuniscono ogni sabato pomeriggio presso l'ufficio Nippon Kakekomidera di Amano, dove un gruppo di volontari organizza il Kabukicho Mirai Cafe, offrendo pasti caldi come stufato di manzo, omuraisu o pollo fritto a chiunque vada. Il gruppo ha aperto il bar nell'agosto 2022 e in media ha un'affluenza di circa 30-50 persone. "È un modo per convincere i ragazzi a venire in ufficio e a conoscerli; così si sentiranno più a loro agio nel venire un altro giorno quando avranno bisogno di un consiglio per i loro problemi", ha detto Amano.
Lui e gli altri volontari si comportano come fratelli maggiori nei confronti di questi ragazzi, ascoltandoli invece di rimproverarli per comportamenti delinquenti come il fumo, l’uso di droga e la prostituzione, in modo da non allontanarli.
Il messaggio più importante, ha sottolineato Amano, è far sapere ai ragazzi che ci sono adulti disposti ad ascoltarli. Questo vale per tutti coloro che hanno delle difficoltà a casa o a scuola e potrebbero essere ad un passo dal diventare Toyoko Kids.
Comunità simili si vedono in altre parti del Giappone, come “Guri-shita” (sotto il cartello Glico) a Osaka e i “Kego” (vicino al parco Kego) nella città di Fukuoka. L'organizzazione di Amano fa parte di un progetto del governo metropolitano di Tokyo per creare ulteriori fonti di sostegno per i Toyoko Kids.
Una ragazza di 24 anni che frequenta l'ufficio di Nippon Kakekomidera da quasi due anni ha detto di essere cambiata grazie al dialogo con questi volontari.
"Torno qui perché questo mi aiuta", ha detto. "Dovrebbero esistere più spazi come questo." Anche se attualmente sbarca il lunario grazie alla prostituzione di strada, spera prima o poi di lasciarsi alle spalle questa attività. "Ho delle cose che voglio fare", ha detto, ridendo timidamente. "Uno di questi giorni voglio aprire il mio bar."
Ma non è sempre così semplice: questi ragazzi sono un terreno fertile per attività criminali e come tali possono essere arrestati dalla polizia. Alcuni hanno famiglie che li stanno cercando e quando la polizia li ritrova, l'unica cosa che può fare è restituirli ai loro tutori. Tuttavia, sarebbe importante capire e scoprire innanzitutto il motivo per cui sono finiti a piazza Kabukicho. Perché sono scappati dalle loro case? Davvero la cosa migliore è riportarceli a forza?
Spesso poi si può notare che fra i Toyoko Kids, ci sono ragazzi e ragazze con lievi disabilità intellettive. Questo può essere fonte di forte discriminazione e i genitori tendono a nascondere questa cosa.
Di conseguenza, alcuni bambini con disabilità intellettiva lieve, non riescono ad adattarsi bene alla società, sono ingannati da adulti malintenzionati e vengono coinvolti in crimini. In Giappone difficilmente ci si può imbattere in discussioni sulla violenza domestica, sugli abusi o sulle disabilità intellettive.
Lo scorso anno è sorto un nuovo grattacielo che affaccia sulla piazza di Kabukicho. Nuovi spazi commerciali quindi, nuovo turismo, nuova necessità di "ripulire" la zona.
Quindi i Toyoko Kids, gli adolescenti che non avevano un posto a casa e che cercavano solo un posto a cui appartenere dove andranno? Quale altro luogo diventerà il "loro" spazio?
Fonti consultate:
TheJapanTimes
NutsTokyo
InstagramYusukeNagata
Di notte infatti le persone sono attirate come falene dalle luci intermittenti di Kabuki-cho, il distretto a luci rosse che deve il suo nome ad un teatro kabuki che non fu mai costruito: migliaia di luci, musiche assordanti che escono da insoliti locali, ragazzi (i cosidetti host) con eccentriche capigliature bionde che offrono compagnia davanti ad un costosissimo drink, love hotel, sale di pachinko, bar per tutti gli orientamenti sessuali, karaoke, izakaya, kyabakura, cioè club cabaret dove spennare uomini e donne, locali di strip-tease e soap lands dove la prostituzione non si nasconde poi troppo. Il tutto gestito in maniera discreta dalla yakuza.
Qui sono in molti a cercare di perdere se stessi e magari perché no a ritrovarsi. In queste stradine la vita scorre più veloce e più intensa e per questo ha sempre attirato numerosi fotografi che volevano cogliere le varie anime di un paese tanto contraddittorio quanto affascinante.
Uno di questi è Yusuke Nagata che, colpito dalle foto di YANG Seung-Woo, fotografo sudcoreano autore dell'opera “Shinjuku Lost Child”, ha iniziato a frequentare il quartiere, soprattutto la Kabukicho Cinecity Square, la piazza principale conosciuta un tempo come "Koma Geki Mae (di fronte al teatro Koma)". Questo posto era un punto d'incontro per le persone che passavano per Kabukicho, ma si potevano vedere anche bambini avvolti in coperte aspettare le loro madri che lavoravano nel settore della vita notturna, assieme a senzatetto addormentati sui cartoni.
Così dal 2019 giorno dopo giorno ha cominciato ad osservare le persone che stazionavano nella piazza e dopo circa un anno ha iniziato ad osservare uno strano fenomeno: erano dimunuiti i senzatetto. Stando ad alcune indiscrezioni si trattava di una politica del governo volta a presentare il volto migliore del Giappone ai visitatori stranieri che sarebbero arrivati nel paese per le Olimpiadi di Tokyo.
Più o meno nello stesso periodo è iniziata la pandemia di Covid-19, che ha peggiorato l’ambiente domestico di molti bambini e ha portato a un aumento del numero di ragazze e ragazzi in fuga. Così ad un certo punto tra la torre turistica Tokyu Kabukicho di recente costruzione e il cinema TOHO, sono comparsi i Toyoko Kids: ragazzi senza fissa dimora, quasi sempre minorenni, della Tokyo del 21° secolo.
"Toyoko" significa appunto "accanto ai cinema TOHO" perché è lì che si radunano. All'inizio il loro punto di ritrovo era il lato est del TOHO Cinemas Shinjuku, ma a causa dei regolamenti del quartiere si sono spostati sul lato opposto.
Molte cose distinguono i Toyoko Kids dai senzatetto che storicamente hanno occupato l'area. Per prima cosa, sono molto più giovani. E poi non sono tutti senzatetto: mentre alcuni lo sono, altri provengono dalle prefetture di Tokyo, Chiba o Saitama e tornano a casa dopo essere rimasti a lungo nella zona per sfuggire al loro ambiente domestico.
Poi c'è la moda: per le ragazze c'è l'estetica "dark kawaii" fatta da camicette con volant e gonne corte o felpe oversize con trucco pesante mentre per i ragazzi il look ha influenze emo con abiti neri e larghi con catene pendenti. Lo stile generale è stato soprannominato “irai-kei ”.
I Toyoko Kids sono diventati anche influencer e icone della moda sui social come TikTok e X, attirando così nella zona altri giovani emarginati, come ad esempio quelli che subiscono abusi a casa o sono vittime di bullismo a scuola. All’interno della comunità esistono gerarchie parzialmente legate al peso dei social media, con individui a cui vengono assegnati titoli come “Dio”, “Re” e “Imperatrice” a seconda della loro popolarità e influenza nell’area.
I Toyoko Kids sono quindi uno strano mix di fuggiaschi permanenti e persone in cerca di una comunità a cui appartenere, tutti però accomunati dall'essere degli emarginati in un modo o nell'altro. Insieme, hanno formato una sottocultura giovanile basata sull'abbandono, sulla popolarità guidata da Internet e su uno spiccato senso della moda. La maggior parte si guadagna da vivere illegalmente, grazie ai locali notturni e all'industria del sesso. L'abuso di droga e il comportamento spesso delinquenziale dei Toyoko Kids hanno attirato l'attenzione dei media, oltre che di Nagata.
Masanori Amano, capo di Nippon Kakekomidera, una delle organizzazioni di volontariato più importanti nell'area di Kabukicho che offre sostegno ai Toyoko Kids, spiega come questi giovani soli si riversino a Kabukicho per trovare una comunità in cui integrarsi. "A loro non piace essere chiamati Toyoko Kids ma "kaiwai-min" che significa, letteralmente “persone nella comunità" ha detto Amano, che ha parlato con centinaia di loro. Grazie alla facilità con cui si può interagire sui social media, alcuni ragazzi arrivano a Tokyo da città lontane come Osaka o Nagoya, sicuri di essere accolti a braccia aperte all'interno della comunità.
"Qualcuno offrirà loro un posto dove stare, spesso il trucco è che una persona prenoti una camera singola in un business hotel e poi faccia entrare di nascosto fino ad altre sei persone in una stanza", ha spiegato Amano. "Ma dopo un po', alla fine anche loro dovranno pagare la loro parte e quindi dovranno andare a "lavorare", che spesso vuol dire soprattutto per le ragazze entrare nel giro della prostituzione di strada."
Le ragazze che sono lì da più tempo insegneranno ai nuovi i dettagli di come funziona, con una procedura ormai sistematizzata, prendendo gli appuntamenti attraverso i social media e le app di chat.
Amano ha parlato con una ragazza di 10 anni che ha ammesso di dedicarsi alla prostituzione di strada. Un’altra di 19 anni gli ha detto che accetta almeno sei clienti al giorno, concedendo 20 minuti per “appuntamento”. In media, molte ragazze guadagnano da 1 milione di yen (poco meno di 6.000 euro) a 2 milioni di yen al mese.
Decine di Toyoko Kids si riuniscono ogni sabato pomeriggio presso l'ufficio Nippon Kakekomidera di Amano, dove un gruppo di volontari organizza il Kabukicho Mirai Cafe, offrendo pasti caldi come stufato di manzo, omuraisu o pollo fritto a chiunque vada. Il gruppo ha aperto il bar nell'agosto 2022 e in media ha un'affluenza di circa 30-50 persone. "È un modo per convincere i ragazzi a venire in ufficio e a conoscerli; così si sentiranno più a loro agio nel venire un altro giorno quando avranno bisogno di un consiglio per i loro problemi", ha detto Amano.
Lui e gli altri volontari si comportano come fratelli maggiori nei confronti di questi ragazzi, ascoltandoli invece di rimproverarli per comportamenti delinquenti come il fumo, l’uso di droga e la prostituzione, in modo da non allontanarli.
Il messaggio più importante, ha sottolineato Amano, è far sapere ai ragazzi che ci sono adulti disposti ad ascoltarli. Questo vale per tutti coloro che hanno delle difficoltà a casa o a scuola e potrebbero essere ad un passo dal diventare Toyoko Kids.
Comunità simili si vedono in altre parti del Giappone, come “Guri-shita” (sotto il cartello Glico) a Osaka e i “Kego” (vicino al parco Kego) nella città di Fukuoka. L'organizzazione di Amano fa parte di un progetto del governo metropolitano di Tokyo per creare ulteriori fonti di sostegno per i Toyoko Kids.
Una ragazza di 24 anni che frequenta l'ufficio di Nippon Kakekomidera da quasi due anni ha detto di essere cambiata grazie al dialogo con questi volontari.
"Torno qui perché questo mi aiuta", ha detto. "Dovrebbero esistere più spazi come questo." Anche se attualmente sbarca il lunario grazie alla prostituzione di strada, spera prima o poi di lasciarsi alle spalle questa attività. "Ho delle cose che voglio fare", ha detto, ridendo timidamente. "Uno di questi giorni voglio aprire il mio bar."
Ma non è sempre così semplice: questi ragazzi sono un terreno fertile per attività criminali e come tali possono essere arrestati dalla polizia. Alcuni hanno famiglie che li stanno cercando e quando la polizia li ritrova, l'unica cosa che può fare è restituirli ai loro tutori. Tuttavia, sarebbe importante capire e scoprire innanzitutto il motivo per cui sono finiti a piazza Kabukicho. Perché sono scappati dalle loro case? Davvero la cosa migliore è riportarceli a forza?
Spesso poi si può notare che fra i Toyoko Kids, ci sono ragazzi e ragazze con lievi disabilità intellettive. Questo può essere fonte di forte discriminazione e i genitori tendono a nascondere questa cosa.
Di conseguenza, alcuni bambini con disabilità intellettiva lieve, non riescono ad adattarsi bene alla società, sono ingannati da adulti malintenzionati e vengono coinvolti in crimini. In Giappone difficilmente ci si può imbattere in discussioni sulla violenza domestica, sugli abusi o sulle disabilità intellettive.
Lo scorso anno è sorto un nuovo grattacielo che affaccia sulla piazza di Kabukicho. Nuovi spazi commerciali quindi, nuovo turismo, nuova necessità di "ripulire" la zona.
Quindi i Toyoko Kids, gli adolescenti che non avevano un posto a casa e che cercavano solo un posto a cui appartenere dove andranno? Quale altro luogo diventerà il "loro" spazio?
Fonti consultate:
TheJapanTimes
NutsTokyo
InstagramYusukeNagata
Quando i genitori sono più sconosciuti di un volto anonimo perso nella folla
Quando i legami affettivi si traducono in violenze, pregiudizi e incomprensioni
Quando si perde il significato di parole come "sorriso" o "affetto"
Fuggire diventa non un desiderio ma una soluzione.
Perdersi non dovrebbe mai essere una scelta, ma è una sconfitta, non per l'individuo ma per il popolo.
Sono persone, ragazzi e ragazze, che vogliono essere solo "salvati"
L'articolo parla di una realtà ingigantita dagli eventi, ma è sempre esistita in ogni nazione. Esistono manga che ne parlano, alcuni parlano di storie vere, altri si basano su interviste, eppure sembra sempre che esiste una realtà tanto spaventosa da non essere mai stata narrata, volutamente o meno.
Ottimo articolo..
Quando leggo "una ragazza di 10 anni che ha ammesso di dedicarsi alla prostituzione di strada"... deve essere un errore, non nostro, magari non delle fonti, ma rimane un errore insanabile per il passato ma non per il futuro.
Tocca solo sperare che le nuove generazioni si rifiutino categoricamente di alimentare quel tipo di mentalità e che col proseguire del tempo il Giappone possa diventare davvero quel “paradiso” che sembra essere agli occhi degli occidentali meno informati.
Non conoscevo il fenomeno di questi nuovi emarginati.
La cosa per certi versi però non mi sorprende. Da tempo anche in Occidente si cominciano a rivedere per le strade scene da romanzo ottocentesco. Con nuovi schiavi e nuovi "bimbi sperduti" che vagano come randagi manco fossero Apache o i ladruncoli di Fagin.
In realtà ci sono sempre stati i "ragazzi di vita" per le strade un po' ovunque nel mondo. Ci sono periodi in cui magari è più facile non vederli, ma adesso la situazione sta di nuovo degenerando come non capitava da parecchi decenni a questa parte.
Se poi ci si aggiunge questa sorta di malia per la forma, per cui si può andare avanti in eterno fra omertà e conformismo, si ottiene la tempesta perfetta.
Thank you very much
spero vivamente che quel 10 sia un errore di stampa e vada sostituito con un numero piu' alto, perche' a 10 anni non e' una ragazza, e' una bambina.
Grande articolo.
La parte più dura per chi ha dei figli (o come me dei nipoti) però è quella qui sotto:
Una bambina di 10 anni non può prostituirsi per sbarcare il lunario: il suo disagio doveva essere risolto prima che prendesse la decisione di abbandonare la sua famiglia.
Capisco che è sempre difficile intercettare queste situazioni - e in una società come quella giapponese, dove conformarsi alle consuetudini è un dogma imprescindibile, diventa ancora più complicato - ma non posso fare a meno di provare un grande dolore vedendo adulti come me, che dovevano fare da guida ed essere il punto di riferimento di questa bambina, che hanno fallito il loro compito.
Molto bello, ma anche molto triste... 10 anni, santo cielo, che orrore.
Ecco, riportarli a forza da quegli adulti che hanno generato il problema suona come una pessima idea...
Mi chiedo anche quanto si faccia contro questa yakuza che gestisce le attività criminali con grande discrezione, l'impressione è che sia più facile agire spostando ragazzini sbandati che arrestando i loro sfruttatori...
La maggior parte dei ragazzi scappati di casa (in generale), non viene da famiglie che li maltratta o che sono particolarmente disinteressati. Questi ascoltano chissà chi, coetanei o appunto criminali e li convincono.
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