Un sondaggio può dare indicazioni importanti, soprattutto quando queste vanno a suffragare quanto è facile osservare dall'andamento di mercato. In una ricerca tenutasi nel 2023 (ma che segue lo stesso trend dell'anno precedente) la compagnia MIDiA Research, ha chiesto direttamente ai gamers quale fosse la tipologia di gioco preferita e, contrariamente a quello che sembrano pensare le software house, i single player l'hanno decisamente spuntata.
Guardando più attentamente c'è un livello più profondo di indagine che divide giocatori e relative preferenze per fasce di età: in pratica più sono giovani più amano il multiplayer ed il competitivo, più si cresce e più ci si sposta verso il single player. Ciò che però emerge accorpando i dati è che le storie in solitaria vengono preferite dal 53% degli utenti che hanno risposto al sondaggio.
Sebbene sia facile capire perché i più giovani preferiscano, in un momento storico in cui stanno crollando drasticamente sia i contatti sociali che le capacità di focus ed attenzione, videogames composti di partite rapide nelle quali comunicare con (o insultare) altri player, azione frenetica e giochi utilizzabili su mobile, è altrettanto facile immedesimarsi nella vecchia generazione di gamers cresciuti a pane e single player, meno avvezzi (o con meno tempo da dedicare) a titoli che richiedono alte skill, alta velocità, la necessità di masterare ogni dinamica che il gioco presenta ed il confronto costante. Ma allora perché siamo arrivati a questo?
Forse solo ultimamente i produttori, dopo aver spinto qualsiasi sviluppatore a concentrarsi soltanto su multiplayer o live service anche con risultati disastrosi (Marvel’s Avengers di Crystal Dynamics, Anthem di BioWare/EA, Babylon's Fall di Platinum Games, Redfall di Arkane/Microsoft, per non parlare di Concord di Sony) ed averne cancellati a decine già in programma (si pensi a The Last of Us Online per citarne uno), si stanno accorgendo che questo genere di titoli non rappresentano quella cascata d'oro da cannibalizzare a prescindere, senza neanche doversi neanche preoccupare della qualità della produzione.
Stiamo parlando di software house con lavoratori e know how per creare single player che nel corso degli anni hanno letteralmente "fatto il botto", ricavandone profitti enormi. L'unica possibile risposta alla domanda è che si riteneva che i multiplayer potessero, con il tempo, generare un cash flow costante e potenzialmente illimitato, andando magari a prendere ad esempio i classici Minecraft e GTA Online, cascando nel banalissimo bias del sopravvissuto, che è quella fallacia logica nella quale si prende in considerazione solo chi ce l'ha fatta, dimenticandosi delle centinaia di migliaia che non sono invece arrivati al traguardo (ed a volte neanche alla partenza).
Intendiamoci: creare un tripla A single player di livello costa milioni di dollari e se non ben programmato, rischia di essere un flop capace di condannare intere software house. Prendiamo ad esempio Final Fantasy VII Rebirth per il quale inspiegabilmente Square Enix si aspettava più vendite del primo capitolo, che però è stato completato dal 30% dei giocatori (chiediamoci cosa succederà con il capitolo conclusivo), oppure Star Wars Outlaws, un titolo senza un reale richiamo per i non fan della saga e con le classiche meccaniche di Ubisoft che hanno stancato già da diversi anni. Dall'altra parte però ci sono Baldur's Gate 3, Elden Ring e Black Mith Wukong, giochi con budget simili o anche inferiori, con una loro precisa identità, un marketing senza dubbio ben fatto ed una risposta dal mercato che si è tramutata in 20+ milioni di copie vendute.
Parlando solo dei costi però, i titoli live service possono generare un rischio ancora maggiore: oltre alla produzione hanno bisogno di importanti investimenti per essere supportati nel tempo e continuare a tenere attaccati ai titoli i fan. Lo sviluppo di Genshin Impact è costato 100 milioni di dollari, ma l'intera macchina necessita del doppio di questa cifra ogni anno per continuare ad essere operativa.
Considerando la presenza evidente di tutto un filone di videogiocatori che vogliono immergersi in una storia in quanto tale, amare o odiare personaggi ben scritti, farsi rapire da belle trame ed approfondire una lore strutturata e coerente, e soprattutto che non vogliono farsi schiavizzare da live service fatti e pensati per funzionare come delle slot machine videoludiche, probabilmente bisognerebbe tornare a produrre con maggior concentrazione e qualità giochi in grado di intrattenere, divertire in solitaria ed offrire tutte quelle qualità sopra citate. Credo sia importante soprattutto offrire una varietà importante, evitando di continuare a riciclare idee e di farsi trascinare dalle mode (come quella dell'open world), andando a saturare il mercato con prodotti che si somigliano tutti. Chi si sa distinguere, continua ad essere premiato.
Guardando più attentamente c'è un livello più profondo di indagine che divide giocatori e relative preferenze per fasce di età: in pratica più sono giovani più amano il multiplayer ed il competitivo, più si cresce e più ci si sposta verso il single player. Ciò che però emerge accorpando i dati è che le storie in solitaria vengono preferite dal 53% degli utenti che hanno risposto al sondaggio.
Sebbene sia facile capire perché i più giovani preferiscano, in un momento storico in cui stanno crollando drasticamente sia i contatti sociali che le capacità di focus ed attenzione, videogames composti di partite rapide nelle quali comunicare con (o insultare) altri player, azione frenetica e giochi utilizzabili su mobile, è altrettanto facile immedesimarsi nella vecchia generazione di gamers cresciuti a pane e single player, meno avvezzi (o con meno tempo da dedicare) a titoli che richiedono alte skill, alta velocità, la necessità di masterare ogni dinamica che il gioco presenta ed il confronto costante. Ma allora perché siamo arrivati a questo?
Forse solo ultimamente i produttori, dopo aver spinto qualsiasi sviluppatore a concentrarsi soltanto su multiplayer o live service anche con risultati disastrosi (Marvel’s Avengers di Crystal Dynamics, Anthem di BioWare/EA, Babylon's Fall di Platinum Games, Redfall di Arkane/Microsoft, per non parlare di Concord di Sony) ed averne cancellati a decine già in programma (si pensi a The Last of Us Online per citarne uno), si stanno accorgendo che questo genere di titoli non rappresentano quella cascata d'oro da cannibalizzare a prescindere, senza neanche doversi neanche preoccupare della qualità della produzione.
Stiamo parlando di software house con lavoratori e know how per creare single player che nel corso degli anni hanno letteralmente "fatto il botto", ricavandone profitti enormi. L'unica possibile risposta alla domanda è che si riteneva che i multiplayer potessero, con il tempo, generare un cash flow costante e potenzialmente illimitato, andando magari a prendere ad esempio i classici Minecraft e GTA Online, cascando nel banalissimo bias del sopravvissuto, che è quella fallacia logica nella quale si prende in considerazione solo chi ce l'ha fatta, dimenticandosi delle centinaia di migliaia che non sono invece arrivati al traguardo (ed a volte neanche alla partenza).
Intendiamoci: creare un tripla A single player di livello costa milioni di dollari e se non ben programmato, rischia di essere un flop capace di condannare intere software house. Prendiamo ad esempio Final Fantasy VII Rebirth per il quale inspiegabilmente Square Enix si aspettava più vendite del primo capitolo, che però è stato completato dal 30% dei giocatori (chiediamoci cosa succederà con il capitolo conclusivo), oppure Star Wars Outlaws, un titolo senza un reale richiamo per i non fan della saga e con le classiche meccaniche di Ubisoft che hanno stancato già da diversi anni. Dall'altra parte però ci sono Baldur's Gate 3, Elden Ring e Black Mith Wukong, giochi con budget simili o anche inferiori, con una loro precisa identità, un marketing senza dubbio ben fatto ed una risposta dal mercato che si è tramutata in 20+ milioni di copie vendute.
Parlando solo dei costi però, i titoli live service possono generare un rischio ancora maggiore: oltre alla produzione hanno bisogno di importanti investimenti per essere supportati nel tempo e continuare a tenere attaccati ai titoli i fan. Lo sviluppo di Genshin Impact è costato 100 milioni di dollari, ma l'intera macchina necessita del doppio di questa cifra ogni anno per continuare ad essere operativa.
Considerando la presenza evidente di tutto un filone di videogiocatori che vogliono immergersi in una storia in quanto tale, amare o odiare personaggi ben scritti, farsi rapire da belle trame ed approfondire una lore strutturata e coerente, e soprattutto che non vogliono farsi schiavizzare da live service fatti e pensati per funzionare come delle slot machine videoludiche, probabilmente bisognerebbe tornare a produrre con maggior concentrazione e qualità giochi in grado di intrattenere, divertire in solitaria ed offrire tutte quelle qualità sopra citate. Credo sia importante soprattutto offrire una varietà importante, evitando di continuare a riciclare idee e di farsi trascinare dalle mode (come quella dell'open world), andando a saturare il mercato con prodotti che si somigliano tutti. Chi si sa distinguere, continua ad essere premiato.
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Il sondaggio può o non può essere significativo (sono omessi troppi dati, non è scritta la domanda, al di là della fascia di età ci sono stati altri fattori considerati? I campioni come sono stati scelti? E cosi' via. Peraltro il sondaggio e' del 2023 come anche detto nell'articolo, quindi già vecchio) ma, come sempre, nel mercato c'e' chi vince e chi perde.
Chi insegue i trend a volte ce la fa, a volte no. Chi li crea si trova in vantaggio (temporeano) ma non è detto che lo mantenga in futuro. Questo a prescindere dal tipo di gioco.
Tutto questo discorso per dire che certi fallimenti, come Concord, non sono avvenuti perché "la gente si è stufata" o "è troppo inclusivo", ma perché il loro impatto è stato muto, zero. E quindi i giocatori si sono rivolti ad altro.
Stesso discorso per Assassin's Creed, che sebbene critichi per le scemenze che avevano proposto in Shadow, vende o non vende non certo perché ci sono state polemiche online (se avessero impattato sul portafogli dei potenziali acquirenti sarebbe stato un altro discorso).
ZZZ di Mihoyo, che pure ha fuori Genshin e Star Rail, per ora sta tirando a dispetto della apparente saturazione.
Per i singleplayer, anche lì dipende dal mercato. Certi titoli vanno e certi non vanno. Sui trend ci andrei con i piedi di piombo, perché prevedere in questi momenti è assai difficile.
All'epoca con gli mmorpg (fortnite e i vari streamer non c'erano ma ogni generazione ha i suoi vizi) ci ero passato anch'io. Anche se devo ammettere che ho quasi sempre preferito giocare in single player, infatti il periodo in cui ho preferito il multiplayer online è stato brevissimo (mi pare dai 14 ai 17... o roba simile).
Poi ti rendi conto che le esperienze che hanno un finale, che hanno un prezzo chiaro e facilmente comprensibile (che paghi prima di iniziare, senza ads ingame), che non hanno distrazioni, sono le migliori... e se proprio uno vuole farsi una partita in multiplayer meglio con amici e fratelli/sorelle... persone con cui si ha a che fare dal vivo, magari in split screen nella stessa stanza reale, ma più di ogni altra cosa assolutamente non competitiva.
Una partita a Mario Kart tutti insieme è molto più divertente di qualsiasi roba io abbia giocato in passato con sconosciuti in multiplayer.
E ovviamente finire un gioco in single player è ancora più divertente. Immergersi nel mondo di gioco è come leggere un libro in cui puoi intervenire in prima persona. Il mio ultimo mondo è stato Dragon's Dogma 1, quello in cui sono attualmente è Oblivion, il prossimo sarà Skyrim oppure System Shock.
Penso che alla fin fine ci passino tutti e, a differenza di quel che potrebbe pensare qualcuno, non è una questione di tempo a disposizione. Il tempo libero può anche essere diminuito ma i giochi che scelgo sono spesso molto molto lunghi (ho finito recentemente entrambi i Divinity Original Sin), ci metto di più a finirli certo ma avessi più tempo non lo sprecherei di certo a giocare sempre allo stesso gioco in multiplayer come facevo dai 14 ai 17 anni... Penso sia proprio una questione di maturità mentale (che non tutti raggiungono).
PS. Comunque non penso che sia un trend o che le cose cambieranno in futuro... è sempre stato più o meno così. Ragazzini squattrinati che si affidano a pessimi giochi che sembrano slot machine in cui alcuni finiscono per sprecare fortune e persone più adulte che giocano meglio. Poi ci sono le eccezioni in entrambe le categorie.
Nei giochi multiplayer aggiungo c'è sempre stato poco spazio... pochi giochi che fanno tantissimi soldi, tanti fallimenti. Nei giochi single player spesso girano molti meno soldi ma si può contare su un flusso di cassa che continua anche per decenni senza quasi alcuna spesa (chi fallisce è solo chi cerca di pompare il quadrupla a sborone con graficone sparato che costa milioni e poi gli mette 3000 drm che al posto di impedire ai pirati di piratarlo, impediscono ai giocatori di giocarlo senza pensieri).
Con queste premesse io non avrei neanche messo nello stesso paniere giocatori online e giocatori offline (per rendere quanto siano mercati estranei faccio notare che tanti giocatori di GTA Online non hanno neanche mai avviato il single). Probabilmente al giorno d'oggi manca quel catalizzatore come in passato, oppure c'è ma qualcuno non lo vorrebbe considerare tale (Roblox), mentre nel mercato single molti publisher, dopo anni di prodotti mediocri che vendevano male, si stanno rendendo conto che qualcuno guadagna, il dubbio che resta è se questi publisher si sono resi conto del perché, oppure riproveranno con i soliti giochi mediocri di sempre.
Ammetto che da amante dei giochi singleplayer, disdegni leggermente il multi, soprattutto per la troppa competitiva che genera (che si trova anche tra quelli dei single, ma in forma più leggera), tanto che la gente, pur di stare al passo, usa cheats e compagnia bella, solo per fare bella figura e, chi come me, ha provato anche solo un FPS nella sua vita, può capire la mia repulsione verso chi fa uso di questi codici in questo tipo di giochi.
Perché finché giochi da solo va benissimo (chi non l'ha mai usati su GTA: San Andreas?), ma quando sei online, quelle cose DEVONO sparire.
Poi, se utilizzate i cheats nel multiplayer, non imparerete mai a giocare.
Una volta che hanno fatto il loro corso, non hanno un disco o una ROM da scaricare per poterci giocare di nuovo.
Bella la scarica di adrenalina e il trattenere il fiato per la troppa concentrazione senza accorgersene, ma tra un COD/Fortnite/PUGB/etc, sceglierei sempre e comunque Skyrim/Baldur's Gate 3/Resident Evil/Horizon/Crash Bandicoot/The Last of Us/Metro/Elder Ring/Dark Souls/etc.
Meglio vivere 10 esperienze diverse, rigiocate più e più volte, che l'ennesima partita in loop nelle stesse mappe. *COFF* COD non parlo di te *COFF*
certo gli utenti chiedono il single dopo spendono sul multi e lo stremmano su twich cosa impossibile da fare con solo il single player
Le persone in generale hanno sempre il solito problema, si devono schierare da una parte, devono far parte di un gruppo perdendo di vista quello che sarebbe piu' importante per un videogiocatore, divertirsi.
(potrei benissimo rientrare in quel campione di sondaggio seguendo l'età)
Oggi la ricerca è di un angolo più tranquillo dove la sfida è personale e non è vincolata a tempo e me la gestisco come voglio. Non sento più l'esigenza di investire tempo in cooperativa, e quanto succede preferisco farlo con persone che conosco. Aggiungo anche se è secondario che Giocando Online io ho sempre beccato un sacco di gente Deludente per non dire Pessima (non parlo di Flame ma di gente malata).
Gente che riversa le frustrazione della vita nell'angolo sbagliato...e che le deve per forza condividere con qualcuno per autocommiserazione.
Sarebbe interessante sentire i Multiplayer che @Qianglei reputa migliori...
L'ho chiedo perchè oggi non ho idea quali siano, e se effettivamente lo siano. Io come ho detto ho smesso...
Per puro scopo informativo... il nome di questi "titoli pazzeschi"?
Perché se metti a confronto Fortnite e Gollum, lì potrei darti ragione.
Il commento è un po' troppo iperbolico, però per esempio per me la storia di Final Fantasy XI (XI, non XIV) è l'unica coerente e la migliore della saga, al di là delle problematiche di età e di sistema di gioco del titolo in questione.
In quale universo parallelo?
è vero il contrario piuttosto (del tipo il recente BG 3 "caga in testa" (tuo termine) a tutti i giochi multiplayer degli ultimi 10 anni).
In multiplayer sarà sempre impossibile concentrarsi sull'esperienza da un punto di vista della storia.
... persino giochi come Dark Souls dove la componente multiplayer è molto marginale in single player rendono 100 volte tanto e richiamare un fantasma per abbattere un boss o invadere/venir invasi rompe del tutto l'immersività del gioco.
Robaccia.
L'intento era quello.
Per Final Fantasy e WoW, ti giro il commento sopra di zazza.
Per Warframe, l'ho sentito solo nominare e dopo aver letto/visto qualche cosa, mah.
Altri?
A beh, se Warframe l'hai sentito solo nominare e hai "letto/visto" qualcosa sicuramente lo conosci profondamente per schifarlo!
Se solo sapessi che giochi sono non lo diresti minimamente, ma ognuno ha la propria cultura e sui videogiochi, chi piu'chi nulla.
Sono del 93... sono della generazione che ha giocato e stragiocato a quell'mmorpg immondizia che è WoW in lungo ed in largo.
Per poi scoprire che prima di trasformarsi in quella robaccia c'era Warcraft che era tutt'altra cosa (e 100 volte meglio).
Quando poi scopri i primi due Diablo, per poi vedere ciò che c'era in quel periodo su PC tra Deus Ex 1, Morrowind, Duke Nukem, Doom e System Shock... tornare agli mmo e dire che son belli è praticamente impossibile.
Ovviamente non finisce qui... tutt'oggi vengono fatti giochi stupendi tra i Divinity, Disco Elysium, Prey, Torchlight, Anima Gate of Memories e vari altri....
Ovviamente tutti giochi in cui si può giocare offline in single player, senza store interni con microtransazioni a manetta, immersivi e ben fatti.
Giochi che si mangiano a colazione quelli che hai scritto tu.
Quando ho scritto "commento sopra di zazza" intendevo quello citato nella mia risposta, cioè questo:
intendendo che i due titoli che hai citato, Final Fantasy e WoW, sono due esempi troppo "ovvi".
Con "altri?", invece, era per continuare la discussione, portando alla luce titoli che forse non tutti conoscono, come quelli citati da XBurner.
Se ti senti attaccato sul personale solo perché sto esprimendo un dubbio sul gioco che hai citato e, dai toni che usi, che ti piace particolarmente; mi dispiace per te, ma è meglio che fai una ricerca nel dizionario sul significato di "interiezione" e scoprirai che "schifarlo" non è proprio tra i significati che puoi dare al termine "mah".
Poi, non conoscendomi, non sai il livello del mio aver "letto/visto" e in questo caso è inutile approfondire, dal momento che non accetti le persone con opinioni diverse dalle tue.
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