L'N7 day di ieri ha rappresentato l'occasione perfetta per annunciare in pompa magna che Mass Effect diventerà ufficialmente una serie tv prodotta da Amazon MGM Studios e Cedar Tree Productions, con Daniel Casey (Fast&Furious 9) come sceneggiatore in carica.
La popolarissima serie sci-fi di BioWare, con il suo world building enorme e certosino è tra quelle che più si prestano ad un adattamento del genere, offrendo tantissimi spunti a prescindere da se si voglia ritornare sull'epopea del Comandante Shepard o se si propenda per una storia diversa collocata nel medesimo universo (Andromeda non sarebbe una grande scelta, onestamente).
Sembra un buonissimo momento per le serie tv derivate da grandi franchise videoludici, come insegnano i recenti The Last of Us e Fallout, a patto che la scrittura sia coerente con l'opera che si intende portare a schermo e che non si vada a snaturare il contesto narrativo che ne ha fatto la fortuna. La saga di Mass Effect è entrata nei cuori dei videogiocatori grazie ad una caratterizzazione immensa tanto dei singoli personaggi, quanto delle varie razze che popolano la galassia e dei rispettivi rapporti, con una storia che non ha lesinato in dettagli ed in momenti memorabili. C'è oltretutto la certezza che un nuovo capitolo sia in produzione e chissà che la volontà non sia quella di fare in modo che entrambe le produzioni si aiutino a vicenda nel portarsi utenza.
Fonte consultata:
The Verge
La popolarissima serie sci-fi di BioWare, con il suo world building enorme e certosino è tra quelle che più si prestano ad un adattamento del genere, offrendo tantissimi spunti a prescindere da se si voglia ritornare sull'epopea del Comandante Shepard o se si propenda per una storia diversa collocata nel medesimo universo (Andromeda non sarebbe una grande scelta, onestamente).
Sembra un buonissimo momento per le serie tv derivate da grandi franchise videoludici, come insegnano i recenti The Last of Us e Fallout, a patto che la scrittura sia coerente con l'opera che si intende portare a schermo e che non si vada a snaturare il contesto narrativo che ne ha fatto la fortuna. La saga di Mass Effect è entrata nei cuori dei videogiocatori grazie ad una caratterizzazione immensa tanto dei singoli personaggi, quanto delle varie razze che popolano la galassia e dei rispettivi rapporti, con una storia che non ha lesinato in dettagli ed in momenti memorabili. C'è oltretutto la certezza che un nuovo capitolo sia in produzione e chissà che la volontà non sia quella di fare in modo che entrambe le produzioni si aiutino a vicenda nel portarsi utenza.
Fonte consultata:
The Verge
Occorre tempo per qualsiasi nazione, la società ed il mercato, per curarsi dai nefasti influssi di una dittatura culturale, come l'ideologia estremista Woke ha dimostrato essere, che ha distrutto tanti bei titoli e speranze.
Puo' darsi, come puo' darsi di no. A me il DEI non piace per niente, ma non facciamoci influenzare da bias cognitivi prima ancora che il prodotto sia uscito. Poi se sarà una porcata si criticherà, anche ferocemente se necessario.
Concordo, potenzialmente può venire fuori un’ottima cosa… e dopo anni di ciofeche tratte da vg ultimamente sono uscite varie opere degne, tipo le due citate nell’articolo, che mi fanno ben sperare…
Ormai è diventata una ossessione.
Effettivamente ci vuole molto tempo per curarsi dall'omofobia, transfobia e dalle discriminazioni delle minoranze, prima o poi ci arriveremo come società occidentale. Nel mentre sicuramente il fatto che un creativo si senta attaccato ogni qual volta che non crea una storia incentrata su un uomo bianco, etero non aiuta.
Per gli standard attuali la gran parte delle opere di intrattenimento audio visive potrebbe essere classificata come Woke (sopratutto Mass Effect). Esiste persino un utente su Steam che ha fatto una lista dei giochi considerati Woke, sarebbe da sbellicarsi dalle risate se non ci fosse gente che crede veramente a queste cose.
Fallout e Last of Us sono entrambi ottime serie, ben recensite e di successo, ma si preferisce criticare a prescindere tutto quello che non è giapponese.
E che c'entrano i giapponesi adesso? Il problema qui è la quantità immensa di adattamenti televisivi tremendamente deludenti che si accumulano da anni. The Last of Us e Fallout, in quanto serie ben accolte, rimangono eccezioni, e a parer mio se lo standard non fosse così basso non sarebbero state osannate a tal punto, in particolare la seconda.
In questo caso specifico, a quanto sopra si aggiunge che lo showrunner ha lavorato a Fast and Furious... come si fa ad avere aspettative?
Detto questo come per Fallout e Rings of power giudicherò quando vedrò (anche solo il primo episodio)
1) non ha fatto solo Fast e Furious, ogni film di quella serie ha sempre sceneggiatori diversi, per altro sono film nati in funzione per godersi lo spettacolo visivo e non di come sono scritti.
2) lo sceneggiatore ha scritto anche Cloverfield e Kin, che sono entrambi sci-fi, di cui il secondo dimostra che riesce a lavorare su mondi fantascientifici.
Quindi si, aver scritto F&F non nega aver scritto altro.
Non mi riferivo solo ad adattamenti di videogiochi, ma adattamenti in generale. Va bene avere prodotti mediocri, ma veramente quasi tutti gli adattamenti (che siano di libri, giochi o cos'altro) sono stati deludenti, e sempre per via di scrittori non all'altezza che non hanno capito o hanno rimaneggiato il materiale come volevano con pessimi risultati. Se nemmeno avendo in partenza storie ottime riescono a fare qualcosa di decente, ma anzi a volte sono fieri di averle rovinate, vuol dire che c'è proprio qualcosa che non va a fondo.
Detto ciò se per miracolo si rivelerà di qualità ovviamente sarò il primo a gioirne, ma ora come ora ogni volta che viene annunciata una trasposizione americana di qualcosa che apprezzo provo solo terrore in previsione di come verrà maltrattato, invece di entusiasmo per rivederlo in una nuova forma.
Questo però è un modo scorretto di raccontare la cosa, lo sai bene anche tu che non è quello che viene criticato. Però te l'ho già detto, con gli strawman non si portano avanti le discussioni.
E accusare qualunque cosa di essere omofobo o transfobico non lo rende automaticamente vero: sono termini che ormai hanno perso di significato e usati solo per proteggersi dalle critiche.
Se ti riferisci alle liste dei curatori di Steam come DEI Detected e affini, nascono da una specifica esigenza: gli utenti vogliono essere informati sui contenuti e poi decidere di conseguenza. Mi sembra più che sacrosanto. Soprattutto quando si è visto l'effetto di alcune politiche all'interno di svariati prodotti.
Quello che poi viene considerato woke non è necessariamente quanto elenchi sopra: non bastano certi elementi ad essere automaticamente tali, conta anche il proposito. Se fai un buon prodotto certe cose non sono un difetto, ma si nota quando ci sono certi tipi di forzature.
Puoi creare storie con tutti i tipi di rappresentazioni che vuoi, non è quello il problema.
Il problema con Mass Effect sarà chiaramente su cosa decideranno di fare: se adattare trama e personaggi della trilogia oppure creare una nuova storia nello stesso universo. E in ogni caso quanto questo sarà coerente con il materiale già esistente.
Non lo è anzi è proprio quello che accade. Discriminare le persone online è parzialmente passato di moda (parzialmente ovviamente perché troverai sempre le persone che lo faranno), è molto più facile usare termini diventati talmente generici da aver perso ogni significato concreto.
Non è uno strawman e non è che se una argomentazione non ti piace allora lo diventa, anzi è proprio il concetto di woke che è diventato un argomento fantoccio proprio per nascondere quelle stesse dinamiche di discriminazione che prima venivano completamente fatte sotto la luce del sole.
Non lo accuso (ovviamente non lo conosco), dico che ormai è una strategia ubiqua sul web quando si parla del mondo di intrattenimento.
Sono termini sempre più concreti e reali da quando con Woke si può giustificare l'odio verso qualsiasi cosa.
Un videogioco floppa? Colpa del woke.
Un videogioco super Woke come BG3 è campione d'incassi, pubblico e critica? No no il woke non centra, facciamo finta che non esista.
Spiace dare questa brutta notizia, ma online tutto può essere considerato Woke, non è un'esagerazione
Capisco il tuo intento nel tentare di riportare la conversazione su un binario in cui si possa discutere la dinamica dell'inclusività, ma il dato di fatto (e così è) rimane quello.
Ti consiglio di leggerti proprio quelle liste che hai citato, dico solo questo.
https://store.steampowered.com/curator/44927664-Woke-Content-Detector/
Spero che ti possa ricredere su cosa venga considerato woke.
Ognuno ha le proprie opinioni. Il reato e la vera discriminazione sono altre cose.
Cosi' come non capisco chi critica questo progetto a prescindere senza che si sia visto nulla (ammesso che veda la luce perche' siamo a malapena agli inizi), dall'altro non comprendo perche' si debba discutere per forza di questa roba in qualsiasi tipo di intrattenimento.
E ribadisco, avere opinioni "sgradite" non è discriminazione di per sè.
Abitiamo in un mondo in cui certe cose vengono ancora viste come anormali, degne di essere soltanto insultate e discriminate. Siamo sull’ internet, la gente con la scusa dell’anonimato se ne frega se una cosa sia un reato, anzi sono stati creati social, pieni zeppi di alt right, che avevano come scopo principale proprio il permettere di scrivere post/thread.
Non vorrei farlo infatti, sarebbe bello parlare della serie.
La depravazione della cultura Woke e DEI propagatasi nel mondo anglosassone ed in specifico da parte delle lobbies e multinazionali statunitensi, che ha così gravemente danneggiato e continua ad ostacolare il progresso dei prodotti mediatici, videoludici, e della medesima società umana, è riassumibile nell'idea stessa fondante il tuo commento: criminalizzare all'estremo una qualsiasi forma di critica, senza alcuna possibilità di avere un pensiero che minimamente si discosti dalla dottrina del culto unificato Woke e DEI.
A causa di tale depravazione culturale ed ideologica, si giunge a chiamare omofobico o transfobico chiunque critichi l'estremizzazione ed il paternalismo con cui si presentano tali tematiche, vedasi Dustborn, Concord, Veilguad, e molti altri aspetti che da alcuni anni avvelenano la vita reale delle persone. Identicamente a come si giunge a chiamare razzista chiunque non gradisca Star Wars: Acolyte, o altri self-insert e scambi etnici privi di valore, ovvero si chiami antisemita o nazista chiunque minimamente critichi l'operato di israele. In definitiva, si finisce sempre per estremizzare, criminalizzando nei dettami della pura cancel culture statunitense, chiunque dissenta; sopprimendo qualsiasi pensiero differente. Pertanto non si tutela né valorizza la diversità, anzi annientandola sul nascere.
Solo una massa di ignoranti, sordi e ciechi alle reali sofferenze e necessità quotidiane della popolazione, come altresì ai desideri ed alle speranze dell'audience, può tentare vanamente di delegittimare le giuste critiche come razzismo, omofobia, transfobia, grassofobia, antisemitismo, ecc.. Non si delegittimi pertanto il desiderio di potersi gustare un bel prodotto mediatico, un videogioco, un film, un articolo, un libro, o una serie tv come in questo caso, quando il mercato, da anni corrotto dalla depravazione Woke e DEI, ha continuato a macinare un quantitativo infinito di putridume privo di valore.
Lo spettatore cerca unicamente un bel prodotto, non propaganda politica mascherata nel paternalismo di qualche bigotto, come abbiamo dovuto sorbirci, e continuiamo a soffrire in tanti titoli avvelenati da Woke, DEI, Sweet Baby Inc., e le multinazionali che cercano di mungere queste mode temporanee, prive di senno, prive di alcuna utilità.
Spero solo che sarà un qualcosa di piacevole e di ben riuscito, non sono cose affatto scontate in questi casi.
Inutile che cerchi di argomentare, se parti con una frase così orrendamente estremista.
Le parole della lingua italiana hanno un significato specifico fondato sul contesto della frase, che in questo caso non estremizza ma semplicemente dipinge la realtà fattuale della situazione, come altresì verificabile da chiunque.
Il tuo associare significati soggettivi ad una parola, non implica che un concetto sia quello da te inteso, ovvero che lo stesso sia errato.
Ormai meglio non rispondere
Per restare intopic poi che dovrebbe fare una ipotetica serie televisiva di Mass effect per non essere woke o definita tale? Non trattare le questioni razziali o di superamento delle barriere della diffidenza? Non discutere di temi sociali, di superare le differenze e la xenofobia? È tipo uno se non proprio l'argomento principale di tutta la serie lol Shepard può essere sia maschile che femminile e andare con chiunque gli pare praticamente...che altro ci può essere?
Può essere fatto orrendamente o in modo splendido ma quello lo vedi solo a prodotto finito ma i temi (ad essere fedeli) quelli sono eh
Poi oh lo sceneggiatore puo anche adeguarsi a quello che gli chiedono di fare eh, non è che se uno scrive un film brutto vuol dire che non sia in grado di scrivere bene o per un prodotto diverso. Oltre al fatto che ovviamente alla realizzazione di un film lavorano talmente tante persone che impattano sul risultato finale che è sempre difficile riuscire a capire di chi è il merito o la colpa quando qualcosa va storto. Resta il fatto che si possa solo giudicare quando il prodotto è effettivamente uscito
No. Non è questione di complotti dei partiti e corruzione dei media, è una mera questione di incompetenza.
Spesso per scrivere delle storie vengono assunte persone non per la loro capacità , bensì perché appartenenti ad una categoria ( con questo non dico che la politica delle quote sia sbagliata ) e sappiano scrivere tematiche a loro affini. Il risultato in diversi casi è una porcata, consideriamo anche l'ingerenze della dirigenza ancora più incapace ed hai il tuo mix letale.
Dustborn non è così brutto. Ci sono punti che si potevano fare meglio, ma il suo compito come prodotto d'intrattenimento lo fa.
Concord è floppato per taaabti altri motivi, non i temi "woke".
Veilguard ha problemi di scrittura su molti fronti, mancanza di coerenza con la saga, continua ripetitività nei discorsi ( manco fosse un episodio di one piece con 10 min di riassunto, 10 di anticipazione ed il restante trama ), personaggi detestabili, scelte di design di dubbio gusto , ecc
Ormai non si riesce neanche a fare un ragionamento sensato su queste tematiche.
No, non è così. Nella stragrande maggioranza dei casi, il successo è determinato dalla pura e semplice qualità. Baldur's Gate 3 è "woke" più o meno quanto gli altri, eppure quasi nessuno se ne è lamentato. Perché? Semplice, è ben scritto, e integra quegli elementi in modo naturale nella narrazione. Stesso discorso lo si potrebbe fare con Arcane, di cui oggi anche si parlava.
Il problema è quando diventa evidente che il fine degli scrittori non è costruire una buona storia e dei bei personaggi, ma dare forzatamente messaggi e lezioni. In altre parole, quando il processo diventa "educativo" invece che artistico. E purtroppo, questo accade non raramente.
Non è un caso che ormai anche parlare semplicemente di “politica” sia diventato w... (se non mi credete invito di nuovo a leggere quello che viene scritto nella lista che ho riportato)
si ritorna al discorso che feci all’inizio, sono opere artistiche e come tali non tutte riusciranno ad essere efficaci allo stesso modo. Non tutte le ciambelle escono fuori con il buco.
L’importanza è che ci sia libertà artistica, cosa che evidentemente non è l’obiettivo di chi si lamenta h24 del woke.
Si può dire lo stesso delle pressioni che spingono a eliminare determinati elementi e forzare messaggi politici. Chi si lamenta di questa tendenza non vuole proprio che si tolga la libertà artistica per sottostare a norme politiche. Ancora peggio se poi si assume in base a quali idee si abbiano e non alla competenza, il che porta a molti dei disastri.
È la classica minoranza rumorosa che però ormai si è istituzionalizzata
ovvio
Sarebbe bello se fosse questa la critica portata avanti, ma come tutti i discorsi di pancia sul web la cosa si è ormai appiattita ed estremizzata.
Consiglio di nuovo di a darsi a leggere le “recensioni” nella lista che ho pubblicato sopra e poi venirmi a dire che la gente vuole soltanto la libertà artistica dei creativi.
Rutto questo ha un enorme problema di fondo: la libertà creativa è difficilmente misurabile.
In realtà la discriminazione online è pure aumentata proprio a causa di certe ideologie. E si è estesa.
Non girarla come se fosse una cosa soggettiva e influenzata dal mio gradimento. Se Honze critica l'imposizione idelogica che è permeata e si è uniformata in diversi prodotti di intrattenimento auspicando che se ne possa uscire e tu rispondi con il discorso delle discriminazioni delle minoranze o con l'affermazione generalmente non vera che i creativi vengono attaccati quando non creano storie incentrate sull'uomo bianco e etero, stai ribattendo ad un discorso che non è stato fatto lasciando intendere che sia lo stesso.
Per altro ciò che è inteso oggi come woke, non è a tutela di queste categorie, solo una maschera per proteggersi dalle critiche. Insieme a tutte le etichette che vengono affibbiate per delegittimare: oggi di tutto quello che viene definito omofobo, transfobico o misogino (ma perché no, mettiamoci anche filoputiniani e antisemiti, tanto il gioco è quello) solo una piccola percentuale è veramente definibile in tal modo. Però serve per distruggere la possibilità di discutere e deflettere le critiche.
Riducendo le discussioni a questo però si crea una falsa prospettiva. Stai affermando che critica e odio siano la stessa cosa: falso, semmai è la critica che spesso viene spacciata per odio per difendersi proprio con gli appellativi sopra riportati. Stai affermando implicitamente che la presenza di ciò che intendiamo con woke non abbia alcuna influenza sul successo di un prodotto: falso, o almeno stabiliamo cosa si vuole intendere per woke dato che dicevamo sia un termine un po' vago.
Se mi dici che woke è la presenza di personaggi e tematiche legate alle minoranze o a genere e orientamenti sessuali, non necessariamente un videogioco floppa per questo.
Se intendiamo con woke l'atteggiamento paternalistico e politicamente corretto con cui si inseriscono e impongono certi contenuti (e questo è il senso che gli viene più comunemente dato), allora è un altro discorso. E il risultato lo vediamo concretamente.
Però concordo, penso di aver usato questa parola solo in questo thread, fa solo confusione. Però sintetizza e quindi capisco perché se ne faccia uso.
Su BG3 non so che dirti: ha sicuramente influenza "woke" nel design e in diverse scelte. La sua fortuna è che si tratta di una produzione di alto livello produttivo (c'è tanto contenuto ed è stato rifinito abbastanza) e questo ha un peso nel controbilanciare altri difetti. Inoltre quegli elementi in parte se vuoi li puoi evitare più che in altri titoli. Ma è innegabilmente "woke", anche per come è stato portato avanti il marketing. A me personalmente non piace perché è scritto maluccio e i personaggi sono poco interessanti. E l'editor è limitato (e il motivo pare evidente). Nel mio caso il resto non è sufficiente a colmare le mancanze dovute sia a scelte politicamente corrette che a mero contenuto. In sostanza senza il woke poteva essere meglio ma non è l'unico problema. Però è piaciuto a tanti, quindi pace.
No ma concordo, oggi quasi tutto è woke perché certe pratiche si sono diffuse, e spesso intralciano il prodotto, per quello ce ne si lamenta. Perché è un processo che vuole creare inclusività escludendo, che è tutto dire.
Poi sembra che inclusività sia necessariamente un obiettivo da raggiungere. Non è così. Per chi poi? Risponde davvero alle necessità delle persone a cui si indirizza? A me non sembra. Ne possiamo discutere, ma non andrebbe spacciato come valore assoluto soprattutto quando finisce per creare l'effetto opposto.
Che oggi si faccia un mischione, siamo d'accordo. Accettiamo però anche il fatto che per velocità si tenda a semplificare. Io questa in particolare non la uso, ma queste liste si leggono e poi si decide autonomamente: sempre meglio che esistano.
Però pensi seriamente che ciò di cui ci si lamenta siano la presenza di minoranze? Oppure certi elementi e forzature? Ci sarà anche chi rientra nel primo caso, ma credo che per lo più rientriamo nel secondo.
Anche perché i giochi erano più inclusivi 20 anni fa rispetto ad oggi, o comunque chi li giocava si sentiva meno escluso anche perché non c'era questa corsa forzata alla rappresentazione.
Diciamo di entrambi, esiste un discorso di incoerenza tra le due cose.
Si è visto che questi prodotto escono come escono perché l'obiettivo con cui vengono scritti non è raccontare una storia ma inserire certi elementi. Per farlo però ci si affida a "chi è lì per un altro motivo" e non ha le competenze per scrivere una buona storia. I temi "woke" sono il campanello d'allarme in genere, ma non per i contenuti ma per come vengono promossi e spinti: ti fanno capire quali siano le intenzioni e le priorità, ci riconosci un trend. Non è un caso se non escono quasi mai prodotti originali ma è sempre un franchise famoso che viene dirottato e alterato: manca la necessità di raccontare una storia nuova e la capacità di venderla senza appoggiarsi ad una fama preesistente.
Però se uno nota questi aspetti credo abbia tutto il diritto di essere cauto e prevenuto. Quindi sì, come dici in ultimo è un discorso di qualità, ma le critiche brevi andrebbero anche interpretate come risposta a questi elementi che vengono notati: penso che se poi si va in profondità si capisca di cosa ci si lamenti davvero.
Lasciando stare i discorsi di responsabilità, che sono un mix tra chi finanzia e chi produce e il criterio con cui si assume: si discute poi il risultato.
Su Mass Effect la prima cosa che ho pensato è al retcon già esistente sulla natura degli Asari. Questo è stato un cambiamento dettato dalle logiche citate sopra ed è comprensibile che non sia stato apprezzato perché va a cambiare un elemento prestabilito per motivi esterni.
Shepard non può andare con chiunque comunque.
Altri argomenti non saprei, penso che dipenda anche da come li vuoi trattare perché le tematiche di fondo di Mass Effect le puoi anche stravolgere.
Poi come dicevo, andrà visto se si vuole adattare materiale esistente o fare proprio un prodotto nuovo ambientato nello stesso universo, fa differenza proprio per cosa vai eventualmente ad alterare.
La politica delle quote è discriminatoria, quindi crea il problema che millanta di voler risolvere. Ma qui non è discorso di quota ma di rappresentazione in relazione al prodotto che si vuole produrre.
E la corruzione dei media c'è, soprattutto in quelli di settore.
Ma sul resto concordo.
Nei titoli che citi, non è che il woke non c'entri, ma si sbaglia proprio il target: si creano giochi non per le persone che li giocheranno. Perché l'intento è ideologico prima di tutto.
Concord ha floppato anche perché è woke e ha personaggi che non piacciono. Poi c'è anche tutto il resto.
Veilguard ha dialoghi molto basilari e non ben scritti e i contenuti purtroppo secondo me allontanano. E lì l'effetto di certe tematiche e soprattutto del modo di spingerle in modo paternalistico penso alieni molti (toccando vette decisamente imbarazzanti). Poi l'editor... Sono prodotti realizzati male da design.
Finché si generalizza e estremizza è difficile discutere, non trovi?
Infatti mi trovi d'accordo. Oggi c'è proprio mancanza di libertà artistica e anche una certa omologazione. Questo che venga definito così oppure lo si denunci notando il "woke" sono poi spie dello stesso problema. Non tutti però lo sanno mettere in parole come si deve ma si può capire cosa intendono.
Oggi è diventato tutto woke perchè la gente non sa creare una argomentazione per le proprie critiche, invece di approfondire un tema si preferisce fare al lupo al lupo e usare il Woke come Asso piglia tutto. Se qualcosa non piace è woke, se c'è una rappresentanza che non piace è woke. se c'è una critica sociale alla società attuale è woke.
Tu non fai così? Ottimo, ma non è quello che accade online e se si vuole analizzare il fenomeno bisogna tenerne in conto.
Accetto che se uso un termine per qualsiasi cosa prima o poi quel termine perde di significato ed è inutile tentare di ridarglielo. Si può benissimo scrivere una critica su un argomento senza ripeterlo 25 volte ed esprimendo quale sia la propria opinione.
Penso che la gente abbia tanto tempo da perdere online e si lamenti di qualsiasi cosa e quel termine ormai è diventato facile da utilizzare in certe echo chamber.
Mi ripeterà con questa storia della lista, ma leggetevi qualche recensione negativa, per la maggior parte troverei cose dal tipo: "Contains overtly pro-LGBTQ+ messaging. Uses body type in place of biological sex during character creation."
(Vediamo se qualcuno indovina di che gioco si sta parlando)
I giochi di 20 anni fa non erano più inclusivi di ora, semplicemente ricadevi nel target a cui puntavano e quindi ti sentivi maggiormente rappresentato.
Però o fai un distinguo oppure non ha senso parlare del termine senza definirlo. Ed eliminando il termine non si può comunque eliminare il motivo per cui viene utilizzato (anche se impropriamente).
Accidenti però non puoi applicare la cosa che critichi nella stessa frase. Non stai generalizzando su tutto anche tu? Magari facciamo un passo indietro tutti.
Tenerne conto vuol dire anche guardare tutti gli aspetti, non solo quello estremo.
E siamo d'accordo. Però quando la critica viene espressa poi viene subito etichettata. O magari si dice che la gente ha tanto tempo da perdere online...
Sì però non è quello che ho chiesto. La domanda era un'altra.
Poi se mi fai una generalizzazione di questo tipo esattamente dove ti poni? Perché per avere una discussione la generalizzazione va ridotta non aumentata.
Oggi potrebbe essere qualunque gioco.
Questa lista non la uso, però puoi indicare di questi punti, separatamente, cosa contesti esattamente?
Ma anche no. Rappresentato da cosa? Esattamente da cosa si era esclusi prima, io vedo più esclusione oggi. Possiamo fare un discorso di varietà, ma non diamo per scontato che tutti abbiano un problema a giocare un personaggio che rispecchi le proprie caratteristiche. Se oggi c'è questo cambiamento non è partito da una necessità espressa da intere categorie.
Certi giochi oggi per chi sono prodotti? Qual è il target?
Non sto generalizzando, è quello che sfortunatamente succede. Per quello penso che l'utilizzo di woke come termine non porti da nessuna parte.
Ovvio, ma non bisogna far finta che non esista (l'aspetto estremo è anche quello che poi viene portato in politica perchè è facile da cavalcare).
Neanche un tentativo?
Non ho chiesto di usarla, ma darci un'occhiata per vedere cosa ci sia dentro e quali siano le critiche fatte.
Ne penso che i creativi devono sentirsi liberi di fare quel che vogliono fare, poi sarà il pubblico a decidere se un prodotto sia valido oppure no. Che ci sia una rappresentazione o no non me ne potrebbe importare di meno onestamente. Anche il concetto di forzatura è un qualcosa decisamente soggettivo, come nell'esempio per qualcuno farti scegliere tipo corpo 1 o 2 è una forzatura, per me è l'ultima cosa a cui pensare. Mi aggradano storie ben scritte, storie che mi facciano appassionare, storie che possano narrare le gesta di personaggi interessanti, questo è l'importante per me.
Rispetto alla maggiore varietà della popolazione che fino a 20-30 anni fa difficilmente si prendeva in considerazione. Il giocatore medio nell'ultimo periodo è cambiato non poco.
E chi lo da per scontato? Esistono persone che la pensano così? Si.
Il fatto che tu (o qualsiasi altra persona) non la pensi così non invalida la cosa.
Nel mondo dell'intrattenimento è una cosa comune rappresentare qualcuno per poter avere maggior appeal verso quel possibile target. Per esempio sono innumerevoli i film ambientati parzialmente in Cina per poter essere distribuito anche in quel mercato.
Non posso leggere nella mente per ora, non so a quali giochi ti riferisci e se anche lo sapessi non ti saprei risponderti, non sono un responsabile marketing di una azienda di sviluppo, non faccio indagini di mercato su chi gioca quali giochi e su chi bisognerebbe puntare per massimizzare i profitti.
Davvero? A me sembra che certi titoli tipo Senran Kagura non si possano più fare (e sì, se la gente vuole la bestiality di BG3 allora vale anche l'iper fanservice di Senran Kagura. La "libertà artistica" vale in entrambi i casi).
Roba come Postal, che manco giocherei sotto tortura, ha diritto di esistere, ma non si sa perché viene fatto di tutto perché non ci sia più.
A latere, il "moralismo puritano" (perchè questo è ciò che si vede in certe frange e non ha nulla a che fare con gli altri temi) ha già fatto abbastanza danni - ultima vittima Melonbooks in Giappone dove sono stati bloccati i pagamenti con carta di credito.
(La serie di Fallout mi ha convinto a ridare un'altra chance al gioco, così ho provato New Vegas ed é diventato probabilmente uno dei miei titoli preferiti).
Non ho aspettative perché personalmente non ho amato molto Mass Effect. (Se l'annuncio fosse stato per una serie su Dragon Age, sarei molto piú agitata).
Comunque se i "contenuti woke" vi disturbano, per coerenza dovreste stare lontano anche dalla saga considerato che contiene un sacco di elementi di questo tipo e che alcuni degli autori sono queer.
Se il problema sono la generalizzazione e l'uso improprio, non andrebbe applicato a tutti questi termini?
Perché ad esempio questi sono gli epiteti con cui si additano i detrattori di un prodotto scadente quando questo non piace, piuttosto che capire dove sta il problema: di tutti i detrattori, la percentuale di persone a cui avrà veramente senso applicare questi termini ad oggi risulta veramente bassa, mentre gli errori compiuti continuano a rimanere gli stessi. Si deflette e non si impara.
Tra l'altro woke non è nemmeno un termine ideato dai detrattori ma proprio da chi promuove certe tematiche.
Viene poi usato in contrasto a questo per tentare di indicare la stessa cosa. Per quanto mi riguarda possiamo descrivere le cose in tutt'altro modo anche perché l'immagine di persone illuminate che insegnano al mondo a comportarsi non è che mi piaccia molto. Però se lo vedo usato cerco di capire in che contesto è impiegato, non è che perché tutto è woke allora niente è woke. Anche se concordo nel cambiare terminologia: già indicare DEI (l'altro termine usato da Honze) forse sarebbe meglio, almeno si capisce che si parla del tipo di politica, ma non sono comunque sicuro.
No, perché se prendi quella descrizione la trovi in numerosi titoli in quella lista. Quindi come posso indovinare senza qualcosa che lo distingua in modo evidente?
Vedo però che Baldur's Gate III è segnato negativamente, quindi questo già smentisce la generalizzazione che proponi che si consideri woke solo i prodotti che vendono poco. Ed è un esempio che hai portato tu.
A causa del poco spazio dedicato alle descrizioni queste liste utilizzano in genere una terminologia codificata. Inoltre è importante che si descrivano i titoli in modo consistente e coerente con i parametri che ci si è prefissi. Perché nel momento in cui non avviene perdono la loro utilità per chi ne fa uso.
Questo è il motivo per cui specifico che non la uso, perché non so l'obiettivo che si prefigge e quanto è consistente nel descrivere i prodotti.
Posso dalle descrizioni farmi un'idea, ma dovrei verificare per diversi titoli la cosa.
Prendendo ad esempio la descrizione che riporti, che dici essere indicata come negativa: "Contains overtly pro-LGBTQ+ messaging. Uses body type in place of biological sex during character creation."
Provo ad analizzarla.
"Contains overtly pro-LGBTQ+ messaging.". Io qui ci leggo che il titolo spinge messaggi pro-LGBTQ+ in maniera dichiaramente esplicita: tradotto te li spiattella davanti. Questo è in contrasto con una descrizione simile "Contains subtly pro-LGBTQ+ messaging." ovvero lo stesso tipo di messaggi ma in modo sottile che invece appare in descrizioni considerate informative e non negative. Mi pare chiaro quindi che il problema non siano i temi ma il modo come vengono proposti.
"Uses body type in place of biological sex during character creation.". Anche questo mi pare abbastanza chiaro: tentare di appropriarsi e dirottare il linguaggio comune viene considerato come qualcosa di esplicito. E per quanto a qualcuno possa non interessare attaccare il linguaggio comune cambiando il senso alle parole non è cosa banale.
Questa era la mia interpretazione. Poi, se vai sulla lista e sul gruppo, viene indicata la metodologia utilizzata: una definizione di cosa intendono con woke, con quali criteri suddividono descrizioni in raccomandato, negativo e informativo e ci sono continue discussioni su come analizzare questi elementi e quali introdurre. In criterio è quindi indicare la presenza di un contenuto e come viene presentato e in base a questo categorizzare il titolo. Per quanto imperfetto almeno si cerca di trovare un terreno comune su cui dialogare e mantenere il fine di informare. Tutto fuorché un mischione disorganizzato.
La metodologia la trovi qui https://steamcommunity.com/groups/Woke_Content_Detector/discussions/0/6975585346734259204/.
E infatti il pubblico trova i propri criteri per stabilire se il prodotto sia valido o no, quindi anche analizzando la presenza o meno di certi elementi.
Forzatura non è un concetto soggettivo: il cambio di definizione tra maschile e femminile a tipo corpo 1 e tipo corpo 2 rompe il contratto linguistico tra le persone. Viene meno una base comune per capirsi e priva il giocatore dell'uso della propria lingua inserendoci termini impropri e privi di fondamento oltre che non generalmente abbracciati dalla popolazione. Questo già di suo è straniante, ma aggiungiamoci l'introduzione di elementi del mondo reale (politiche e tematiche) nell'ambientazione del gioco. Questo oltre a creare un problema di immersione (al giocatore viene costantemente ricordato di trovarsi in un gioco) e di coerenza (ambientazioni diverse non ha senso che abbiano le medesime situazioni) influisce direttamente anche sulla qualità. Quindi sono con te per il volere storie e personaggi ben scritti, ma queste modalità raramente lo permettono: e ad oggi non esiste un caso virtuoso a dimostrare il contrario.
E precisiamo: cose come il tipo di corpo e i pronomi, non hanno nulla a che vedere con la presenza di personaggi queer o l'orientamento sessuale.
Non girarla su cosa ne penso io, ne stai facendo tu un discorso di rappresentanza affermando che oggi sia più un problema di 20 anni fa.
Uhm... non credo sia un buon esempio: in genere in quei mercati alcuni elementi vengono tolti o edulcorati più che aggiunti, proprio per essere venduti. Ed è una cosa imposta più dai governi che dalla popolazione.
Scusa, sopra hai liquidato la questione affermando che nei giochi di 20 anni fa si ricadeva di più nel target di riferimento e quindi ci si sentiva più rappresentati. Ora dici che non sai quale sia il target.
Se hai già risposto perché chiedi a me a quali giochi mi riferisco?
Se il problema è la rappresentazione (tutto da dimostrare e infatti io non sono d'accordo) il target diventa fondamentale.
Io sostengo che per lo più non era un problema allora come non lo è oggi oggi (benché oggi ci sia una sovrarappresentazione forzata) e mi riferisco ai giochi in generale, che siano in quella lista o meno. Ma visto che quella lista tiene conto anche delle politiche di rappresentanza (non della rappresentanza in sé), diventa di nuovo importante definire l'obiettivo.
Hai scelto anche un capitolo che è generalemente riconosciuto come ben scritto (sviluppato da Obsidian).
Che ragionamento è scusa? Sopra di cosa abbiamo parlato?
Il fatto che alcuni autori siano queer, non determina ne che tipo di temi tratteranno ne come.
Si parla del modo di presentare e introdurre certe tematiche, non necessariamente della loro presenza.
Inoltre Bioware non è rimasta la stessa, tante persone se ne sono andate e c'è stato un netto declino dal 2010 (praticamente non è uscito più nulla di buono): che coerenza ci dovrebbe essere verso la saga, se nemmeno la saga in se è coerente a se stessa nel tempo? Si giudicherà caso per caso, anche se un certo trend si è notato e anche da questo nascono delle preoccupazioni legittime.
Sì, non è un capitolo di Bethesda, ma se prima ero abbastanza indifferente al franchise, l'aver sia giocato a questo titolo che aver visto la serie tv mi ha reso molto più ben disposta riguardo al giocare altri capitoli di Fallout. Secondo me, se fatte bene, le serie tv sono ottimi modi per pubblicizzare i videogiochi.
Facevo un discorso più in generale. Molte persone in rete sono solite urlare subito alla "propaganda woke" a prescindere quando un media presenta contenuti inclusivi. Che poi Bioware abbia cambiato completamente team di sviluppo è vero. Che in giochi precedenti abbia sempre inserito degli elementi inclusivi è comunque un fatto, ed è vero anche che questi elementi erano decisamente più integrati nel contesto del gioco e della sua ambientazione, rispetto a come li si vede quasi infilati a forza nei giochi attuali.
L'ambientazione è molto affascinante. Se hai voglia di lanciarti su qualcosa di meno attuale, i primi due capitoli hanno proprio un'altra atmosfera.
Sulle serie può essere, ma in genere avviene il contrario: sono queste ad usare la fama del franchise per guadagnare ascolti. Anche perché raramente sono fedeli al materiale originale, ma questo è sempre stato così anche quando facevano i film.
Fai un discorso generale però il commento prima era indirizzato a noi. Ridurre tutte le critiche ad una risposta ai contenuti inclusivi prendendo solo il caso estremo a rappresentare il tutto non rende un buon servizio alla discussione perché rappresenta una realtà falsata: la maggior parte delle critiche non sono per i contenuti inclusivi (che sono autodefiniti inclusivi, non necessariamente lo sono e non necessariamente devono esserci sempre) ma come sono presentati. Perché di fatto questa propaganda oggi è quasi sempre presente e lo si vede. Se poi si tratta di franchise già esistenti che vengono dirottati e in cui sono stati cambiati o inseriti elementi estranei, mi pare chiaro che quello di cui ci si lamenta sia altro.
Quando questi prodotti non riescono bene e ricevono critiche, se si cede alla scusa che propongono che il pubblico è tutto tossico e descrimina, si fa solo il loro gioco.
Per quanto riguarda Bioware, nutro poche speranze che oggi riesca a produrre buoni titoli. Non so quanto sarà coinvolto nella serie, ma non mi faccio aspettative sulla possibilità che non sia un altro di quei prodotto derivativi e con elementi infilati a forza. Vedremo. L'ambientazione il potenziale ce l'ha tutto.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.