Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento con la commedia, con Oreimo, Maison Ikkoku - Naufragio sull'isola Ikkoku e Ano natsu de Matteru.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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Quello delle light novel è un fenomeno a doppia lama: da una parte permette a giovani e talentuosi autori di metter su delle storie pur non sapendo disegnare come dei mangaka, risparmiandoci quindi - teoricamente - manga dalle storie interessanti, ma disegnati da cane. Dall'altra, però, abbiamo un'ondata di novelli cosiddetti narratori che in realtà non capiscono un'emerita mazza non solo di script, di sceneggiatura, di caratterizzazione dei personaggi, ma neppure del mondo stesso che li circonda, del modo di fare parodia (chiamiamola così) sul mondo otaku, eppure così facile da prendere per il c**o. Dovrebbe avere la strada spianata per divertire con questo tema, far ridere seppur in modo amaro, o più semplicemente in modo demenziale.
No.

"Oreimo" fallisce sui presupposti testé elencati, poiché vive in un mondo tutto suo, nella testa (bacata) del suo autore, al di fuori di ogni contesto plausibile di relazioni personali, culturali e sociali. Un mondo fantasy dove gli otaku hanno ragione e possono tutto, dove bisogna vantarsi e non temere di ciò che si è, appassionati per i videogiochi pedopornografici inclusi. Un mondo fantasy dove è del tutto normale che una quattordicenne - carina, modella, con voti alti - abbia la passione per gli eroge con protagoniste le sorelline che ti chiamano onii-chan di qua e onii-chan di là, nascosti in un armadio a parete enorme che, non si sa come, nessuno si è mai preso la briga di aprire. Quattordicenne. Femmina. Che non si fa problemi a giocare agli erotici quotidianamente per poi tirarsela e fare l'acida appena viene sfiorata. Allora "Oreimo" non è realistico, ergo è un demenziale, fa almeno ridere.
No.

Nessuno dei dodici episodi mi ha mai strappato una risata, forse qualche sorrisino nei battibecchi tra Kirino, la protagonista, e Ruri "Kuroneko" Goko, otaku anch'essa ma con gusti quasi del tutto opposti. Ecco: Kuroneko, soggetto carismatico che salvo dalla lapidazione, poiché il resto è un disastro, a partire dal protagonista.
Diamine, il protagonista. Togliete a un essere umano tutta la sua dignità, un carattere, un carisma, le palle: avrete una vaga idea, forse, di ciò che è Kyosuke Kosaka, schiavo, zerbino, immondizia. Ma qui non si tratta di un normale rapporto fesso-tsundere come ne abbiamo visti altrove, è tale soggetto a cercare la sottomissione da parte di sua sorella, senza che nessuno glie l'abbia mai chiesto, senza alcun obbligo causa-effetto, è lui a volersi umiliare per la giusta causa: aiutare la sorellina in ogni occasione, poco importa se lei ti dirà sempre "baka" (tipico dialogo di "Oreimo"). Tanto sei solo immondizia. Un vero modello da seguire.
Si pensa a questo punto, con un incipt già così imbecille, e con dei personaggi del genere, che la serie avrà dei colpi di scena, una storia che evolve.
No.

"Oreimo" non va avanti, sentiremo solo Kirino dare del baka al fratello, e del pervertito, perché ascolta lei che gioca agli eroge, un intero episodio. Che risate. Altri episodi, uno incentrato sul comicket, un altro sulle novel dove Kirino sfonderà con una storia idiota (autobiografia?), un altro dove il fratello va a casa dell'amica d'infanzia mentre la sorella tira dei calci alla porta di camera sua dicendo baka, un altro ancora dove Kirino gioca e sbava su un nuovo eroge ma darà del pervertito al fratello perché origlia, e così via. Che spasso.

E' difficile salvare qualcosa a quest'insulto dell'animazione, dato che come parodia non funziona (già detto?), come affresco del mondo otaku neppure per i motivi spiegati - in tal senso, Konata Izumi di Lucky Star, lo disintegra, senza scomodare un cult come Genshiken. "Oreimo" non fa ridere, non fa riflettere, non eccita, di tsundere del cavolo ne abbiamo fin sopra i capelli e ben migliori di questa, dunque perché, perché "Oreimo"? Magari avrà anche belle animazioni e un character design caruccio, colori vivaci, doppiaggio di qualità, ma a che serve, mi ha fatto schifo, non me la sento di fare il critico "è nella media e ben fatto, potrebbe divertirvi nonostante..." e bla bla, 6 e nanna. No. Con "Oreimo" ho sprecato il mio tempo, per cui è l'indolenza l'unica via per giudicarlo. Inutile utilizzare tecnicismi e citazioni: la verità è che "Oreimo" è un anime insulso scritto da una capra e come tale va giudicato. Sono una perdita di tempo, la sua visione, la sua realizzazione, la sua esistenza, la sua recensione.



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Le disavventure romantiche di Godai e Kyoko non si concludono con la serie ma, come spesso accade con le serie più gradite dal pubblico, ecco spuntare ogni sorta di OVA e film ad arricchire la quantità di prodotti legati al titolo. Per "Maison Ikkoku" la sorte non è stata molto differente, portando alla creazione di un film e tre differenti speciali dei quali due sono solamente dei "collage" a tema di frammenti della serie, mentre "Naufragio sull'isola Ikkoku" vanta un soggetto originale tratto da un capitolo del manga, assente nella serie principale. Ma la domanda automatica che si crea nel cuore del fan è sempre la medesima: se ne sentiva il bisogno?

La combriccola della Maison Ikkoku è a bordo del motoscafo di Mitaka. Quest'ultimo ha invitato la bella Kyoko non preventivando che si sarebbero ovviamente aggregati i festaioli e il geloso Godai, ma i veri guai iniziano quando l'imbarcazione cede e lascia il gruppo in balìa delle onde, trasportandolo su un'isola deserta.
La storia è molto semplice e diretta, quasi banale nel creare in breve un modo come un altro per portare i personaggi su un'isola deserta. Fortunatamente l'intento principale è quello di riproporre la classica commedia offerta dalla serie, sfruttando i diversi personaggi con le loro assurde caratteristiche.
Peccato che le risate siano poche e scarne, di cui la maggior parte fornita dal comportamento classico del signor Yotsuya, mentre tutti gli altri offrono un quasi totale anonimato, protagonisti compresi.
Almeno il finale del racconto, abbastanza prevedibile ma di sicuro effetto, riesce a strappare qualche risata per una visione alquanto deludente.

Il comparto tecnico fornito è il medesimo offerto dalla serie, ovvero disegni semplici e animazioni basilari piuttosto scarne. Da elogiare è sopratutto il fatto che non sia presente il minimo segno di fanservice, a dispetto dell'ambientazione e dei costumi da bagno. Solitamente le produzioni originali cadono spesso in questi errori, cercando di allietare i fan, snaturando così l'opera.
Anche i brani riproposti arrivano dalla serie originale, e si ascoltano sempre con piacere.

Dopo lo scempio fatto con il pessimo adattamento della serie originale, ecco che finalmente si sente una traduzione accurata e più fedele. Peccato solo che a doppiarlo ci sarà un terzo e inedito cast con risultati veramente pessimi, addirittura la signora Ichinose avrà una voce da uomo. Semplicemente assurdo.

Dopo la serie originale, anche lo speciale "Naufragio sull'isola" è inutilmente deturpato da un doppiaggio italiano che compie scelte insensate, ma la cosa più preoccupante è che non è il difetto maggiore: la storiella è breve e di poche pretese, ed è anche impossibile voler ritrovarci tutte le sfumature che hanno reso famoso "Maison Ikkoku", ma questo non basta a scusare una visione di circa venti minuti che regala qualche scarna gag, di cui quasi sempre è Yotsuya il protagonista.
Se durante la visione della serie avete lautamente riso per le esilaranti uscite di Yotsuya, questo breve e piatto OVA può riuscire nell'intento di intrattenervi e farvi sorridere, visto che ne è praticamente il protagonista. Ma anche in questo caso si rivela una parentesi ampiamente evitabile.



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L'idea della ragazza aliena che s'innamora del ragazzo terrestre è stata ormai rappresentata in tutte le salse ma, nonostante tutto, conserva un certo fascino tra gli sceneggiatori e, con molta probabilità, anche tra il pubblico giapponese. Se non fosse così proprio non riuscirei a spiegarmi come sia stato possibile che qualcuno sia riuscito a rovinare una storia d'amore e amicizia così ben costruita inserendo un elemento "extraterrestre" che, per dirla come direbbe un nostro famoso politico, "non ci azzecca" assolutamente niente con il resto della trama, ma anzi riesce nel difficile compito di trasformare una principessa in un rospo. E a farmi letteralmente incazzare.

Terminato questo sfogo iniziale, passiamo al racconto di quest'anime. Un bel gruppo di amici, due ragazzi e due ragazze, alla vigilia dell'estate progettano di sfruttare le vacanze per realizzare un film da presentare al prossimo festival scolastico. In realtà, come spesso capita, dietro l'amicizia si nascondono sentimenti ben più profondi, secondo uno schema che, però, non è né triangolare né tanto meno ricorda i sultanati classici degli harem; l'amore fra i vari membri si distribuisce invece in modo circolare, in modo tale, cioè, che ognuno di essi finisce per innamorarsi di qualcuno che è, a sua volta, silenziosamente innamorato di un altro.
A questo schema fa eccezione il protagonista, Kaito, che non è innamorato di nessuno; questo almeno fino all'arrivo di Ichika, una ragazza dai capelli rossi che si rivelerà essere (sob) un'aliena caduta sulla Terra a seguito di un guasto della sua navicella. Ichika finirà per spezzare lo schema circolare di cui sopra in quanto, ricambiando Kaito, creerà un vero e proprio terremoto fatto di gelosie, sofferte confessioni e rivelazioni insospettabili. Il tutto, però, senza spezzare il legame di amicizia esistente fra i vari membri del gruppo ma, anzi, contribuendo a rafforzarlo.

E' questo il tipo di anime che riscuote le mie maggiori preferenze perché basato sull'introspezione sentimentale. I problemi, le ansie, il dolore provati dai vari personaggi di fronte alla consapevolezza - vera o presunta - dell'impossibilità di essere ricambiati sono decisamente coinvolgenti in quanto esaltano la profonda umanità, un po' irrealistica ma molto romantica, di ognuno di essi. E il fatto che il cambiare delle condizioni non cambi anche i sentimenti è una verità sacrosanta: se la ragazza dei sogni subisce una delusione d'amore ciò non vuol dire che cadrà automaticamente nelle braccia dell'innamorato silenzioso. E questo lo sappiamo tutti.
Insomma le premesse per un anime che incontrasse in pieno il mio gradimento c'erano tutte: bella trama, bei personaggi, bei disegni ("Toradora" style). Peccato che poi il genio dell'autore sia andato a farsi friggere rimanendo impantanato tra improbabili astronavi, regole della galassia federale, men in black e chi più ne ha più ne metta.
Resterà, dunque, il ricordo di un corposo numero di episodi che mi hanno tenuto letteralmente incollato allo schermo; sugli altri, invece, meglio stendere un velo pietoso.