Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con il manga Seinen wa Ai o Kou e gli anime Mirai Nikki Redial e Walkure Romanze.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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Se mi si domandasse cosa salverei del progetto animato "Mirai Nikki", avrei difficoltà a rispondere, ma potrei cavarmela menzionando il malinconico finale della serie TV, curiosamente cupo e abbastanza pessimista, che risaltava per la stonata contrapposizione con il sentimentalismo trash degli episodi precedenti. Probabilmente, però, agli sparuti sostenitori della coppia Yuno-Yukiteru non deve essere piaciuto granché, tanto che si è sentita la necessità di aggiungere un ulteriore capitolo a questa storia, più consono stavolta al suo stile grossolano.
Chiedersi se fosse necessario è una domanda retorica, ma non è mia intenzione sondare le oscure logiche commerciali dietro questa produzione, alla luce tra l'altro del flop di vendite della prima, e al momento unica, stagione televisiva.

Ripartiamo da dove eravamo rimasti: la Yuno del primo mondo, rea di aver ucciso, in preda a furor sacro, un numero imprecisato di persone, nonché la sé stessa del secondo, e commossa dalla verginale innocenza di quella del terzo, si toglie infine la vita facendo trionfare il suo amato 'Yukki' nel diabolico gioco ideato da 'Deus ex Machina'. L'imbelle e piagnucoloso Yukiteru, costretto suo malgrado a vestire i panni di divinità, si autocondanna per il dolore a un eterno romitaggio, languendo senza posa per la scomparsa della donna amata.
Se, come suppongo, queste righe non sono sufficienti a chiarirvi le idee - per 'godervi' l'OAV dovreste aver visto i ventisei episodi della serie TV -, concedetemi un po' di fiducia: l'anime in questione una certa logica ce l'ha, seppur tirata per i capelli.

Questo "Redial" prosegue la storia dal punto di vista della Yuno del terzo mondo, ignara di quanto accaduto in precedenza, misteriosamente soggetta a improvvisi déjà vu che la connettono alle memorie del suo ormai defunto alter ego. Accompagnandola nella disperata ricerca della sua vera identità, rivedremo in azione quasi tutti i personaggi del primo survival game, confinati tuttavia in ruoli alternativi, caricaturali, inseriti a forza per offrire al pubblico un po' di pacchiano fanservice (non manca nulla, neppure la classica palpatina a un seno generoso). Persino Yuno, principale polo d'attrazione di "Mirai Nikki", non è più l'eccentrico personaggio con sfumature psicotiche capace di calamitare l'attenzione su si sé, bensì una scolaretta innamorata che cerca con ostinazione il coronamento del proprio sogno d'amore.

Insensati espedienti narrativi - basti citare le doti da super saiyan di Minene, impegnata in improbabili scontri 'dragonballiani' con Murmur - condiscono inoltre una sceneggiatura tutt'altro che solida, che, senza farsi troppi scrupoli nel trasformare l'anime in un melodramma dal gusto kitsch, ci regala il tanto agognato happy ending.
Apprezzabili invece animazioni e disegni, che beneficiano del ridotto impiego dell'imbarazzante computer grafica sfoggiata nella serie televisiva, e discreta, ma non troppo incisiva, la parte musicale.

December 09 23:21 [at home]
grandebonzo has just finished watching "Mirai Nikki Redial".

December 10 13:08 [lunch time]
grandebonzo reviews the anime.

December 10 13:35 [at work]
grandebonzo throws the lunch up.

DEAD END



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Questo volume unico comprende due brevi storie, delle quali la prima ha, ai miei occhi, maggiori meriti della seconda.
Senza voler pretendere di sapere quali siano i problemi reali e mentali di una persona omosessuale nella realtà d'oggi, che sia in Giappone o altrove, trovo che sia molto più realistico, rispetto ad un approccio quasi shoujo, che ci siano problemi nella realizzazione delle sue aspirazioni.

L'ambientazione della prima storia è quella tipica scolastica. Kaede sa da molti anni di essere gay ed è innamorato del compagno di classe Okuda. La sua percezione di sé non è esente da problemi psicologici: Kaede si vede molto brutto, rispetto ad una ragazza, anche per via di una esperienza negativa che ha avuto col trucco, da ragazzino. Ed essendo bello, gentile ed educato, attira ragazze a frotte, anche perché, volendo essere benvoluto da tutti, nasconde accuratamente le sue preferenze. Ma le ragazze sono lo schermo che cela il suo amore per Okuda, che è decisissimo a nascondergli. Ma anche il compagno gli sta occultando qualcosa, e dietro quello schermo cosa succederà?

In poche pagine si compie un tentativo lodevole di fornire uno spessore realistico ai pensieri di una persona che ha la sua parte di problemi, riuscendo a dare un'impressione di realtà ad una vicenda che non brilla certo per originalità ma che, almeno, non vede la coppia formarsi in maniera automatica come se fosse la cosa più usuale del mondo. Per quanto si possa auspicare che, in un prossimo futuro, lo possa diventare, se queste sono le inclinazioni dei protagonisti, allo stato attuale le cose non stanno così, ed è normale che una sessualità diversa da quella canonica possa generare problemi anche psicologici.

Nella seconda storia, il cameraman Yoshizaki viene chiamato a filmare un film porno gay, e scopre che il protagonista dovrebbe essere Hagino, un suo ex popolarissimo compagno di scuola, alla prima esperienza nel settore. Yoshizaki lo trascina via per impedirgli di commettere una sciocchezza e se lo porta a casa.

Questa seconda storia mi è piaciuta meno perché, pur focalizzandosi anche sulle legittime aspirazioni di Hagino, che desidera un rapporto stabile e una persona da amare, è piuttosto inverosimile laddove, senza motivo apparente, fa capitolare immediatamente Yoshizaki al fascino dell'altro. Il cameraman non è gay: che inizi una relazione con un ragazzo - e la continui - praticamente da una pagina all'altra è piuttosto improbabile.

Il comparto disegni è, ai miei occhi, senza infamia e senza lode. Non mi piacciono moltissimo i profili, ma il chara è tutto sommato gradevole. Gli sfondi, per quanto sufficienti, non sono particolarmente curati ma, d'altronde, per lo svolgimento della storia non sono necessari dei capolavori.
Le poche scene hot non sono particolarmente descrittive, tranne forse un po' la prima a fine capitolo 3, per cui mi sento di consigliare quest'opera anche a chi non sia molto addentro nelle tematiche yaoi e voglia fare un tentativo di avvicinamento al BL. Il fatto che si sia tentato di dare uno spessore ai personaggi è per me un valore aggiunto, che porta questo titolo ad una sufficienza cui altrimenti non sarebbe arrivato.



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Negli ultimi anni, grazie anche al naturale esaurirsi di temi proponibili come originali, sta cominciando a fare capolino un nuovo genere, quello dello slice of life-fantasy. In realtà come definizione non è molto adatta, ma finora non sono stato in grado di trovarne di migliori: trattasi, in pratica, di storie fondate su un'idea di base quantomeno stravagante, su cui impiantare una trama basata su scene di vita quotidiana. All'apparenza il risultato di un'operazione di questo genere non potrebbe che essere un titolo molto scadente; in realtà ho già visionato alcuni lavori di questo tipo e il risultato non sempre è stato sgradevole. Purtroppo non è il caso di questo anime.

Nel caso di "Walkure Romanze" l'idea di base è quella di descrivere la vita quotidiana di studenti appartenenti a una scuola in cui si pratica ancora, udite udite, la disciplina della giostra medioevale. Per chi non sapesse di cosa si tratta, le giostre sono scontri fra cavalieri di tipo medioevale, muniti di armatura, lancia e cavallo, che devono cercare di colpirsi al termine di una corsa in linea retta. Il protagonista, Mizuno, a seguito di una ferita subita in duello, ha deciso di abbandonare l'idea di diventare un cavaliere e deve accontentarsi del ruolo di scudiero di una delle tante pulzelle che si divertono a giostrare. Il ruolo di scudiero, però, gli va decisamente stretto, per cui non riuscirà mai a decidersi a quale delle avvenenti ragazze offrire i suoi servigi.
La domanda che, dopo la visione di questo anime, lo spettatore medio dovrebbe porsi è: perché creare una storia basata sulla giostra medioevale, se poi per la maggior parte del tempo non si assiste a nessun duello? Prima di arrivare al torneo estivo intercorrono la bellezza di nove episodi e mezzo, e nel frattempo c'è un solo, singolo scontro; decisamente troppo poco. La cosa è aggravata dal fatto che, quando poi il torneo finalmente inizia, i vari duelli non vengono resi nel dettaglio, ma sono spesso dei semplici riassunti da cui non si capisce un bel nulla. Su tutti il momento più atteso, ossia la finale: anche qui solo immagini e niente racconto di tattiche, aggiornamento di punteggi, ecc. E dire che nel frattempo Mizuno aveva deciso da che parte stare, ma anche la sua presenza non assumerà alcun peso. Tutto questo è un vero peccato, in quanto nei pochi momenti in cui invece uno scontro veniva narrato nel dettaglio, i duelli avevano dimostrato di poter catturare l'interesse dello spettatore.
Se la parte che io ho definito fantasy non ha avuto, nella pratica, nessuna importanza, il compito di risollevare le sorti di questo anime doveva essere svolto dalla parte slice of life. Peccato che anche questa sia davvero di infimo ordine, non riesce a né interessare né a divertire; si è cercato di ricorrere anche ad equivoci a sfondo sessuale abbastanza spinti, ma ciò, più che generare risate, aumentava ancora di più il disgusto. Per il resto niente, il nulla più assoluto.

Difficilmente sono così severo nei confronti di un anime, ma questo "Walkure Romanze" ce l'ha messa davvero tutta per annoiarmi e irritarmi. Da salvare c'è, forse, solo l'apparato grafico; per il resto, come ho già detto sopra, solo il nulla più assoluto. Consigliato solo se l'alternativa per passare la serata è tirarvi una martellata su un piede, ma solo se il colpo provocherebbe danni permanenti: in caso contrario, meglio pochi secondi di dolore che ore ed ore di strazio.