Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).
I titoli al momento disponibili sono:
[ANIME] Jinsei (Scadenza: 23/11/2014)
[MANGA] Babil Junior (Scadenza: 23/11/2014)
[MANGA] Gosick (Scadenza: 26/11/2014)
[MANGA] Ruroni Kenshin - Special Version (Scadenza: 30/11/2014)
[ANIME] Sword Art Online: Extra Edition (Scadenza: 30/11/2014)
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Love Stage, Natsuiro Kiseki e Serial Experiment Lain.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Love Stage!!
8.0/10
Capita spesso che da bambini ci si prenda una cotta per la compagnetta di classe o per l'amico d'infanzia. Capita meno spesso che questa cotta si trasformi in un vero e proprio amore decennale. Ancora più raro è il caso in cui si scopre, a dieci anni di distanza, che la persona amata è completamente diversa da quel che si pensava che fosse. È questo il caso di Ichijo Ryouma, talentuosa stella dello spettacolo che coltiva per ben dieci anni l'amore per una piccola collega conosciuta da bambino. Dopo aver serbato e cresciuto con amore questo sentimento per un lungo lasso di tempo, Ryouma ha l'occasione di rivedere l'amata bambina grazie al suo lavoro; la sorpresa però è che la misteriosa piccina cui ha pensato per tutto questo tempo è in realtà... un lui! Sconvolto e indignato, Ryouma rifiuta con veemenza questa triste realtà, ma si sa, quando l'amore arriva, è impossibile fermarlo.
L'anime di "Love Stage" è tratto dall'omonimo manga di Eiki Eiki e Taishi Zaou, un duo che si è sempre contraddistinto per le sue opere dolci e delicate. La serie riprende i primi volumi del manga (attualmente in corso) e racconta in modo divertente e frizzante la nascita di questa strampalata coppia il cui amore si basa su un grossolano equivoco. Inizialmente sconvolto dal pensiero di aver amato, senza saperlo, un ragazzo per ben dieci anni, Ryouma cede molto presto a un classico tòpos dei BL, ossia: "Che tu sia uomo o donna, poco importa. Mi sono innamorato di te e niente potrà cambiare i miei sentimenti". Izumi Sena, che non è né una ragazza né dolce né carino, ma semplicemente un otaku sciatto e trascurato con velleità da mangaka, riesce comunque a far breccia nel cuore di Ryouma, perché il sorriso innocente che l'aveva conquistato anni prima non è cambiato di una virgola. I dieci episodi percorrono quindi i maldestri tentativi di Ryouma di far breccia nel cuore di Izumi, seguendo un ritmo sempre allegro e brioso che non annoia e invoglia a proseguire la visione episodio dopo episodio. I protagonisti sono ben riusciti e caratterizzati, e se Izumi potrebbe essere considerato il classico uke capriccioso e infantile, Ryouma non incontra quasi per niente lo stereotipo del seme figo e cool oltre misura: bello sì, affascinante e intraprendente al punto giusto, ma al contempo insicuro, spesso infantile e troppo innamorato per vedere la realtà con mente lucida. La strana coppia insomma forma un mix tenero e divertente, ma non da meno sono i personaggi secondari, a partire da Shougo, frivolo fratellone di Izumi affetto da brother complex, e Rei, manager dell'agenzia di talenti della famiglia Sena dalla lingua tagliente e dalla mente diabolica. Purtroppo ai due non viene riservato abbastanza spazio, anche perché la loro storia non si sviluppa sulle pagine del manga ma su di una novel appositamente dedicata.
La grafica di "Love Stage" è colorata e brillante, il chara riprende il tratto della Zaou mettendo in primo piano gli occhioni dei personaggi, segno distintivo dell'autrice. A volte però le proporzioni traballano e su corpi molto esili ritroviamo teste fin troppo grandi. Opening ed ending hanno toni allegri che ben si adattano all'atmosfera della storia, ottimo il doppiaggio che, oltre al collaudatissimo Daisuke Hirakawa su Rei, vede al lavoro Tsubasa Yonaga e Takuya Eguchi sulla coppietta protagonista, un duo già molto affiatato grazie ai lavori collaterali dei due seiyuu.
Inizialmente ho considerato poco felice la scelta di far doppiare Shougo a Daigo, cantante nonché fratello di Eiki Eiki, usato come modello proprio per il personaggio di Shougo; evidentemente poco pratico nel campo del doppiaggio, il buon Daigo ha ferito le mie orecchie finché non mi sono abituata al suo tono di voce lamentoso e frivolo. Se è pur vero che il personaggio di Shougo sia vanesio per natura, si nota comunque l'inesperienza del cantante, soprattutto nei primi episodi.
Le pecche di "Love Stage!!" sono essenzialmente due: la presenza eccessiva dei siparietti, non presenti nell'opera originale, con protagonista Lalalulu (personaggio di un manga amatissimo da Izumi), qui usata come una sorta di "voce guida" di Izumi, e le odiose censure "a nuvoletta colorata" nei momenti d'intimità della coppia. Nessuno si aspettava che in una serie TV fossero messe in scena le parti più esplicite del manga, ma censurare dei baci e delle effusioni trasformando i personaggi in delle nuvolette (o fantasmi, che dir si voglia) è stata una scelta estremamente sgradevole che tanto fa rimpiangere i vecchi spostamenti delle inquadrature o gli oscuramenti delle "zone" cruciali. La resa grafica del momento d'intimità non è stata mai comunque eccessivamente esplicita, quindi si poteva evitare una soluzione tanto esteticamente sgradevole (anche perché l'ultimo episodio è privo di tale censura).
"Love Stage" nei suoi dieci episodi chiude il primo arco del manga, il che ha portato la sceneggiatura a qualche allungamento e a un intero episodio sprecato che magari poteva essere utilizzato per mostrare un po' di quel che succede in "Back Stage" (la novel dedicata a Rei e Shougo). È questo forse il più grande rimpianto di questa serie, che però, a parte quelli di cui sopra, non presenta altri evidenti difetti.
"Love Stage!!" è una serie tenerissima e divertente che punta più sulla comicità che non sul romanticismo nel senso stretto del termine e che non risparmia della sana ironia sugli stereotipi del BL, qui atta a creare espedienti divertenti e taglienti. Sicuramente consigliato agli amanti del genere nella sua versione più spensierata e leggera, potenzialmente gradevole anche per i non addicted disposti ad accoglierne qualche classico stilema. È previsto un OAD in uscita con il prossimo volume del manga, ma il finale della serie lascia presagire che almeno l'idea di una seconda stagione sia nelle intenzioni della produzione. Speriamo bene, Ryouma e (soprattutto) Izumi hanno ancora molte carte da giocare!
L'anime di "Love Stage" è tratto dall'omonimo manga di Eiki Eiki e Taishi Zaou, un duo che si è sempre contraddistinto per le sue opere dolci e delicate. La serie riprende i primi volumi del manga (attualmente in corso) e racconta in modo divertente e frizzante la nascita di questa strampalata coppia il cui amore si basa su un grossolano equivoco. Inizialmente sconvolto dal pensiero di aver amato, senza saperlo, un ragazzo per ben dieci anni, Ryouma cede molto presto a un classico tòpos dei BL, ossia: "Che tu sia uomo o donna, poco importa. Mi sono innamorato di te e niente potrà cambiare i miei sentimenti". Izumi Sena, che non è né una ragazza né dolce né carino, ma semplicemente un otaku sciatto e trascurato con velleità da mangaka, riesce comunque a far breccia nel cuore di Ryouma, perché il sorriso innocente che l'aveva conquistato anni prima non è cambiato di una virgola. I dieci episodi percorrono quindi i maldestri tentativi di Ryouma di far breccia nel cuore di Izumi, seguendo un ritmo sempre allegro e brioso che non annoia e invoglia a proseguire la visione episodio dopo episodio. I protagonisti sono ben riusciti e caratterizzati, e se Izumi potrebbe essere considerato il classico uke capriccioso e infantile, Ryouma non incontra quasi per niente lo stereotipo del seme figo e cool oltre misura: bello sì, affascinante e intraprendente al punto giusto, ma al contempo insicuro, spesso infantile e troppo innamorato per vedere la realtà con mente lucida. La strana coppia insomma forma un mix tenero e divertente, ma non da meno sono i personaggi secondari, a partire da Shougo, frivolo fratellone di Izumi affetto da brother complex, e Rei, manager dell'agenzia di talenti della famiglia Sena dalla lingua tagliente e dalla mente diabolica. Purtroppo ai due non viene riservato abbastanza spazio, anche perché la loro storia non si sviluppa sulle pagine del manga ma su di una novel appositamente dedicata.
La grafica di "Love Stage" è colorata e brillante, il chara riprende il tratto della Zaou mettendo in primo piano gli occhioni dei personaggi, segno distintivo dell'autrice. A volte però le proporzioni traballano e su corpi molto esili ritroviamo teste fin troppo grandi. Opening ed ending hanno toni allegri che ben si adattano all'atmosfera della storia, ottimo il doppiaggio che, oltre al collaudatissimo Daisuke Hirakawa su Rei, vede al lavoro Tsubasa Yonaga e Takuya Eguchi sulla coppietta protagonista, un duo già molto affiatato grazie ai lavori collaterali dei due seiyuu.
Inizialmente ho considerato poco felice la scelta di far doppiare Shougo a Daigo, cantante nonché fratello di Eiki Eiki, usato come modello proprio per il personaggio di Shougo; evidentemente poco pratico nel campo del doppiaggio, il buon Daigo ha ferito le mie orecchie finché non mi sono abituata al suo tono di voce lamentoso e frivolo. Se è pur vero che il personaggio di Shougo sia vanesio per natura, si nota comunque l'inesperienza del cantante, soprattutto nei primi episodi.
Le pecche di "Love Stage!!" sono essenzialmente due: la presenza eccessiva dei siparietti, non presenti nell'opera originale, con protagonista Lalalulu (personaggio di un manga amatissimo da Izumi), qui usata come una sorta di "voce guida" di Izumi, e le odiose censure "a nuvoletta colorata" nei momenti d'intimità della coppia. Nessuno si aspettava che in una serie TV fossero messe in scena le parti più esplicite del manga, ma censurare dei baci e delle effusioni trasformando i personaggi in delle nuvolette (o fantasmi, che dir si voglia) è stata una scelta estremamente sgradevole che tanto fa rimpiangere i vecchi spostamenti delle inquadrature o gli oscuramenti delle "zone" cruciali. La resa grafica del momento d'intimità non è stata mai comunque eccessivamente esplicita, quindi si poteva evitare una soluzione tanto esteticamente sgradevole (anche perché l'ultimo episodio è privo di tale censura).
"Love Stage" nei suoi dieci episodi chiude il primo arco del manga, il che ha portato la sceneggiatura a qualche allungamento e a un intero episodio sprecato che magari poteva essere utilizzato per mostrare un po' di quel che succede in "Back Stage" (la novel dedicata a Rei e Shougo). È questo forse il più grande rimpianto di questa serie, che però, a parte quelli di cui sopra, non presenta altri evidenti difetti.
"Love Stage!!" è una serie tenerissima e divertente che punta più sulla comicità che non sul romanticismo nel senso stretto del termine e che non risparmia della sana ironia sugli stereotipi del BL, qui atta a creare espedienti divertenti e taglienti. Sicuramente consigliato agli amanti del genere nella sua versione più spensierata e leggera, potenzialmente gradevole anche per i non addicted disposti ad accoglierne qualche classico stilema. È previsto un OAD in uscita con il prossimo volume del manga, ma il finale della serie lascia presagire che almeno l'idea di una seconda stagione sia nelle intenzioni della produzione. Speriamo bene, Ryouma e (soprattutto) Izumi hanno ancora molte carte da giocare!
Natsuiro Kiseki
6.0/10
Recensione di Bluebell98
-
Esistono anime che traggono dalla semplicità i loro punti di forza e riescono a essere originali e ad avere una storia capace di emozionare pur partendo da una trama di base in apparenza stupida o banale. Esistono anche anime che, pur partendo da un'idea semplice e inserendo in essa elementi in parte inusuali per un'opera di quel genere, riescono comunque a risultare mediocri e privi di grande originalità. Il prodotto che mi accingo a recensire appartiene a questa seconda categoria: partito in modo abbastanza decente, finisce per rovinarsi con il passare degli episodi. Ma cominciamo dall'inizio.
"Natsuiro Kiseki" è un anime di dodici episodi della stagione primaverile 2012, diretto dallo studio Sunrise, che deve la sua fama principalmente alle serie robotiche da esso prodotte. Questa serie però non è robotica, bensì un comune "slice of life" con elementi soprannaturali inseriti al suo interno. La storia narra di quattro ragazze, Natsumi, Saki, Yuka e Rinko, tutte con il sogno nel cassetto di diventare delle idol: le loro vite cambiano quando un giorno scoprono che una roccia, soprannominata da loro "Grande Roccia", è in grado di esaudire i desideri delle ragazze, a condizione che tutte esprimano lo stesso. Da lì in poi la vicenda ruoterà attorno alla Roccia e alle varie situazioni che si verranno a creare al variare del desiderio.
In effetti la trama è alquanto banale, però riponevo speranze proprio in questa componente soprannaturale che magari avrebbe saputo creare circostanze originali e, perché no, anche comiche. Invece non è stato così. Infatti, fin dall'inizio l'obiettivo principale del quartetto di diventare un gruppo di idol viene accantonato e lasciato da parte per far spazio ai desideri, piuttosto infantili e stupidi, di ognuna delle quattro, e viene ripreso solamente negli ultimi episodi, dove è trattato comunque con banalità, superficialità e in modo frettoloso. Gli episodi sapranno tutti di già visto, a causa appunto di situazioni ormai abusate negli anime, quali lo scambio di corpi, corpi che si incollano, addirittura un'estate infinita come quella di Haruhi e compagnia. Il tutto viene reso ancora più noioso dai personaggi, che ricalcano i soliti stereotipi giapponesi: abbiamo la ragazza sportiva, quella più matura, quella silenziosa e infine quella casinista, forse una delle protagoniste più odiose e rompiscatole che abbia mai visto.
Passando alla grafica, se nel primo episodio era sembrata anche piuttosto buona, subisce un calo netto con il trascorrere delle puntate, presentando numerose sbavature e deformazioni. Non ho apprezzato particolarmente la scelta di usare colori più vivaci per mostrare piccoli flashback, la trovo oltretutto una scelta inutile. Nulla da dire invece sulle musiche, calme e adatte alle situazioni. Essendo un anime incentrato su delle aspiranti idol mi sarei aspettata anche più parti dove le protagoniste cantano, ma non ci si può far nulla.
Per concludere, questa serie poteva avere un gran potenziale, che però è stato sminuito completamente da esperienze stupide e infantili, arricchite di comicità che vuole far ridere ma nella maggior parte dei casi non ci riesce, esattamente come le protagoniste di questa opera.
Tuttavia non mi sento in dovere di bocciarlo del tutto perché in parte, soprattutto alla fine, sa comunque intrattenere, nonostante la perenne sensazione di già visto che ci accompagnerà sempre durante la visione. Consigliato solo a chi cerca un anime molto leggero, magari da guardare tra una serie più impegnativa e un'altra.
"Natsuiro Kiseki" è un anime di dodici episodi della stagione primaverile 2012, diretto dallo studio Sunrise, che deve la sua fama principalmente alle serie robotiche da esso prodotte. Questa serie però non è robotica, bensì un comune "slice of life" con elementi soprannaturali inseriti al suo interno. La storia narra di quattro ragazze, Natsumi, Saki, Yuka e Rinko, tutte con il sogno nel cassetto di diventare delle idol: le loro vite cambiano quando un giorno scoprono che una roccia, soprannominata da loro "Grande Roccia", è in grado di esaudire i desideri delle ragazze, a condizione che tutte esprimano lo stesso. Da lì in poi la vicenda ruoterà attorno alla Roccia e alle varie situazioni che si verranno a creare al variare del desiderio.
In effetti la trama è alquanto banale, però riponevo speranze proprio in questa componente soprannaturale che magari avrebbe saputo creare circostanze originali e, perché no, anche comiche. Invece non è stato così. Infatti, fin dall'inizio l'obiettivo principale del quartetto di diventare un gruppo di idol viene accantonato e lasciato da parte per far spazio ai desideri, piuttosto infantili e stupidi, di ognuna delle quattro, e viene ripreso solamente negli ultimi episodi, dove è trattato comunque con banalità, superficialità e in modo frettoloso. Gli episodi sapranno tutti di già visto, a causa appunto di situazioni ormai abusate negli anime, quali lo scambio di corpi, corpi che si incollano, addirittura un'estate infinita come quella di Haruhi e compagnia. Il tutto viene reso ancora più noioso dai personaggi, che ricalcano i soliti stereotipi giapponesi: abbiamo la ragazza sportiva, quella più matura, quella silenziosa e infine quella casinista, forse una delle protagoniste più odiose e rompiscatole che abbia mai visto.
Passando alla grafica, se nel primo episodio era sembrata anche piuttosto buona, subisce un calo netto con il trascorrere delle puntate, presentando numerose sbavature e deformazioni. Non ho apprezzato particolarmente la scelta di usare colori più vivaci per mostrare piccoli flashback, la trovo oltretutto una scelta inutile. Nulla da dire invece sulle musiche, calme e adatte alle situazioni. Essendo un anime incentrato su delle aspiranti idol mi sarei aspettata anche più parti dove le protagoniste cantano, ma non ci si può far nulla.
Per concludere, questa serie poteva avere un gran potenziale, che però è stato sminuito completamente da esperienze stupide e infantili, arricchite di comicità che vuole far ridere ma nella maggior parte dei casi non ci riesce, esattamente come le protagoniste di questa opera.
Tuttavia non mi sento in dovere di bocciarlo del tutto perché in parte, soprattutto alla fine, sa comunque intrattenere, nonostante la perenne sensazione di già visto che ci accompagnerà sempre durante la visione. Consigliato solo a chi cerca un anime molto leggero, magari da guardare tra una serie più impegnativa e un'altra.
Serial Experiments Lain
7.0/10
Recensione di Bradipo Lento
-
Nel mondo sono presenti molti device interconnessi fra di loro e le persone li utilizzano per entrare in rete e socializzare: qual è il confine tra il mondo reale e quello virtuale? E cosa accadrebbe se si verificasse una interferenza tra i due mondi? serial experiments lain (scritto tutto minuscolo, perché così hanno voluto i suoi creatori) è un anime del 1998 che si pone queste domande e presenta un'ipotesi su cosa potrebbe accadere in un futuro dove gli esseri umani utilizzano in maniera intensiva dispositivi che permettono di entrare in una dimensione virtuale parallela.
La serie inizia con il racconto del suicidio di Chisa, una ragazzina delle medie; Lain, sua compagna di scuola, scopre che molti studenti sono terrorizzati perché hanno ricevuto delle mail spedite da Chisa nei giorni successivi al suo suicidio. Quando anche lei riceve la mail della ragazza, che dice di stare bene e di non avere più bisogno di un corpo fisico, si incuriosisce e chiede al padre di fornirle un NAVI - i computer usati per connettersi in rete - più potente, perché è curiosa di quanto ha appreso da Chisa e vuole scoprire i segreti del Wired (la rete che connette i dispositivi). Lain si troverà così a vivere un'esperienza quasi allucinante, soprattutto quando si accorgerà che molte persone dichiarano di avere visto una ragazza che le assomiglia ma con un carattere completamente diverso dal suo.
serial experiments lain è una serie che definirei "di nicchia", non facile da seguire ma ricca di temi estremamente innovativi per l'epoca in cui è stata creata, che offre spunti di riflessione su varie tematiche. Oggi (2014) siamo circondati da oggetti connessi alla rete e abbiamo una nostra identità su qualche social network; nel 1998 questi concetti erano quasi inavvicinabili - internet serviva per consultare semplici siti web, scambiarsi mail o al massimo qualche file audio o video di bassa qualità, e si socializzava partecipando ai newsgroup (uno spazio in rete dove si discute di un determinato argomento) utilizzando essenzialmente messaggi di testo. I concetti alla base della serie erano, quanto meno, futuribili: Yasuyuki Ueda e Yoshitoshi ABe hanno avuto il coraggio di svilupparli e prevedere un mondo che, a distanza di una quindicina d'anni, si è dimostrato realistico. La parte in cui trattano le conseguenze di una "contaminazione" tra il mondo reale e quello virtuale ricorda molto i romanzi di fantascienza di Asimov, che aveva ipotizzato l'esistenza di un calcolatore in grado di pensare come un essere umano; qui gli autori trovano il modo di parlare anche del concetto della memoria collettiva e dell'esistenza di Dio in una maniera che incuriosisce lo spettatore.
Tematica interessante e genere fuori dagli schemi classici sono i punti di forza della serie. Lo svolgimento della trama è una grossa pecca, che rischia di allontanare gli spettatori dopo la visione dei primi episodi. I concetti che sono alla base del mondo virtuale sono difficili anche per gli esperti informatici; le cose diventano chiare soltanto se si ha la pazienza di aspettare l'episodio 9 - molto particolare, strutturato quasi come un documentario dove fotografie e filmati sono inseriti all'interno delle scene disegnate con un effetto suggestivo - quando vengono spiegate le basi del Wired, si spiega il ruolo dei Knights - gli hacker che scorrazzano liberamente per il Wired - e degli "uomini in nero" che appaiono frequentemente.
Il character design di ABe è spigoloso, i personaggi sembrano quasi abbozzati: pur avendolo già trovato nella copertina della successiva light novel Welcome to the NHK non mi aggrada più di tanto. Anche le ambientazioni sono particolari, e prevedono molte scene sovraesposte (tipiche quelle di Lain che esce di casa per andare a scuola o quando cammina lungo la strada deserta) che alzano il pathos della narrazione. Ho trovato quasi inquietanti quelle dove vengono mostrati i fasci di cavi elettrici appesi ai pali nella strada - metafora dei fili che connettono tra loro i NAVI - accompagnate dal ronzio della corrente elettrica che scorre al loro interno.
Niente da dire sulla colonna sonora, adeguata alle varie situazioni proposte; la sigla iniziale Duvet è per me un piccolo capolavoro sia per la parte musicale e canora che per il video di accompagnamento molto suggestivo.
Non biasimo chi ha abbandonato la visione di questa serie dopo pochi episodi, i concetti che sono alla base degli eventi narrati sono veramente piuttosto complessi da digerire; chi ha avuto il coraggio e la voglia di proseguire fino al punto in cui viene fornita la chiave di lettura di tutto si sarà reso conto di aver trovato un'opera molto particolare che, nonostante alcune pecche piuttosto importanti, meritava sicuramente il tempo che le è stato dedicato per la visione.
La serie inizia con il racconto del suicidio di Chisa, una ragazzina delle medie; Lain, sua compagna di scuola, scopre che molti studenti sono terrorizzati perché hanno ricevuto delle mail spedite da Chisa nei giorni successivi al suo suicidio. Quando anche lei riceve la mail della ragazza, che dice di stare bene e di non avere più bisogno di un corpo fisico, si incuriosisce e chiede al padre di fornirle un NAVI - i computer usati per connettersi in rete - più potente, perché è curiosa di quanto ha appreso da Chisa e vuole scoprire i segreti del Wired (la rete che connette i dispositivi). Lain si troverà così a vivere un'esperienza quasi allucinante, soprattutto quando si accorgerà che molte persone dichiarano di avere visto una ragazza che le assomiglia ma con un carattere completamente diverso dal suo.
serial experiments lain è una serie che definirei "di nicchia", non facile da seguire ma ricca di temi estremamente innovativi per l'epoca in cui è stata creata, che offre spunti di riflessione su varie tematiche. Oggi (2014) siamo circondati da oggetti connessi alla rete e abbiamo una nostra identità su qualche social network; nel 1998 questi concetti erano quasi inavvicinabili - internet serviva per consultare semplici siti web, scambiarsi mail o al massimo qualche file audio o video di bassa qualità, e si socializzava partecipando ai newsgroup (uno spazio in rete dove si discute di un determinato argomento) utilizzando essenzialmente messaggi di testo. I concetti alla base della serie erano, quanto meno, futuribili: Yasuyuki Ueda e Yoshitoshi ABe hanno avuto il coraggio di svilupparli e prevedere un mondo che, a distanza di una quindicina d'anni, si è dimostrato realistico. La parte in cui trattano le conseguenze di una "contaminazione" tra il mondo reale e quello virtuale ricorda molto i romanzi di fantascienza di Asimov, che aveva ipotizzato l'esistenza di un calcolatore in grado di pensare come un essere umano; qui gli autori trovano il modo di parlare anche del concetto della memoria collettiva e dell'esistenza di Dio in una maniera che incuriosisce lo spettatore.
Tematica interessante e genere fuori dagli schemi classici sono i punti di forza della serie. Lo svolgimento della trama è una grossa pecca, che rischia di allontanare gli spettatori dopo la visione dei primi episodi. I concetti che sono alla base del mondo virtuale sono difficili anche per gli esperti informatici; le cose diventano chiare soltanto se si ha la pazienza di aspettare l'episodio 9 - molto particolare, strutturato quasi come un documentario dove fotografie e filmati sono inseriti all'interno delle scene disegnate con un effetto suggestivo - quando vengono spiegate le basi del Wired, si spiega il ruolo dei Knights - gli hacker che scorrazzano liberamente per il Wired - e degli "uomini in nero" che appaiono frequentemente.
Il character design di ABe è spigoloso, i personaggi sembrano quasi abbozzati: pur avendolo già trovato nella copertina della successiva light novel Welcome to the NHK non mi aggrada più di tanto. Anche le ambientazioni sono particolari, e prevedono molte scene sovraesposte (tipiche quelle di Lain che esce di casa per andare a scuola o quando cammina lungo la strada deserta) che alzano il pathos della narrazione. Ho trovato quasi inquietanti quelle dove vengono mostrati i fasci di cavi elettrici appesi ai pali nella strada - metafora dei fili che connettono tra loro i NAVI - accompagnate dal ronzio della corrente elettrica che scorre al loro interno.
Niente da dire sulla colonna sonora, adeguata alle varie situazioni proposte; la sigla iniziale Duvet è per me un piccolo capolavoro sia per la parte musicale e canora che per il video di accompagnamento molto suggestivo.
Non biasimo chi ha abbandonato la visione di questa serie dopo pochi episodi, i concetti che sono alla base degli eventi narrati sono veramente piuttosto complessi da digerire; chi ha avuto il coraggio e la voglia di proseguire fino al punto in cui viene fornita la chiave di lettura di tutto si sarà reso conto di aver trovato un'opera molto particolare che, nonostante alcune pecche piuttosto importanti, meritava sicuramente il tempo che le è stato dedicato per la visione.
Ho solo un appunto da fare: dai credits del dvd non risulta nessun Yasuyuki Ueda (semmai Shigeru Ueda alla regia di un singolo episodio), mentre bisognerebbe al meno ricordare Chiaki J. Konaka alla sceneggiatura e montaggio, e Ryutaro Nakamura alla regia generale: secondo me i veri autori dell'opera.
Complimenti agli autori pubblicati!
Non lo definirei addirittura "il miglior anime di tutti i tempi" tuttavia un "misero" 7 mi sembra ingeneroso, sarà perchè 7, nella mia scala di valori, è un voto che darei ad un'opera ben riuscita ma nella media, Lain lo reputo ben al di sopra della media, non si tratta di un'opera comune, da nessun punto di vista la si voglia osservare.
E' una delle tante opere che rivedrei volentieri una e più volte ancora, anche perchè ad ogni visione c'è la possibilità di cogliere qualcosa che prima non era ben chiaro
Decisamente. Insieme hanno fatto anche Ghost Hound e stavano lavorando a Despera, prima che la malattia di Nakamura interrompesse il tutto per sempre (una grande perdita per l'animazione).
Credo che a livello di concettuale l'influsso maggiore sia comunque quello di Konaka (e il molto simile, e forse anche più riuscito, Texhnolyze, sta lì a dimostrarlo).
Detto questo, veder criticare il chara di ABe è come sentire una bestemmia in Vaticano, fa male al cuore.
Vado a piangere su uno dei suoi illustration book.
La stessa cosa mi è successa con Boogiepop Phantom, che spesso viene accostato a Lain, e come quest'ultimo ho visto solo i primi episodi, per poi metterlo in un angolo. Sarà che sono titoli troppo psicologici, e non è una categoria che mi va molto a genio. Eppure leggo sempre commenti positivi per entrambi, prima o poi ci tornerò su, quando ne avrò voglia...
Degli altri penso che a Natsuiro Kiseki un'occhiata la darò volentieri, sembra carino.
Sicuramente è uno dei piu complessi di sempre...
PS: A mio parere paragonare i voti è una cosa inutile... Ogni utente usa "scale di valutazione" differenti e del tutto personali... Quindi secondo me non ha molto senso dire "io ho messo 8" o "io ho messo 9" o "gli avrei dato 6" o "gli avrei dato 7"...
Il suo più grande pregio per me è l'essere attualissimo nei temi che tratta, e penso che lo sarà sempre più col trascorrere del tempo. Valutandolo anche nel contesto in cui uscì, per me vale sicuramente più di un 7.
Su Love Stage sono d'accordo (per me sarebbe un 7, ma va be'), anime che ho scoperto grazie al sito, e che posso considerare il primo shonen-ai vero e proprio che abbia mai visto. E mi è decisamente piaciuto, tant'è che recupererò altri titoli del suo genere - su consiglio di un'esperta
Natsuiro lo reputo insufficiente, ma sono d'accordo col recensore, che ne ha elencato le lacune.
Ho visto solo Love stage anche se Lain mi ispira.
Sulle censure devo dire che apprezzo lo sforzo e l'impegno ma la resa è davvero comica!
Ma sempre meglio di quelle in Sekaiichi per esempio, dove si fa fatica a capire che cavolo succede... anche se sono d'accordo sul fatto che delle riprese da angoli strategici sarebbero state la scelta migliore e più elegante xd.
[Edit. avevo sbagliato nome, chiedo perdono xD]
Ps: ancora con questi numeri sparati a caso...
di lain ricordo solo una gran confusione in testa mentre la vedevo.
Secoli fa ho realizzato con le amiche una parodia live in action di tutto il primo episodio, "Demential Experiment Lain"
Lain invece è un anime controverso, molto maturo e riflessivo. Dopo la prima visione avevo anch'io una gran confusione e tantissimi dubbi. L'ho rivisto una seconda volta afferrando diverse cose e sono sicura che se lo rivedessi ancora mi si schiarirebbero ulteriormente le idee. E anche se non rientra tra i miei preferiti, merita sicuramente la visione e non dovrebbe mancare nella lista di ogni appassionato che si rispetti. E come voto gli darei un 8/8.5
L'altro non lo considero, droppato alla prima puntata.
Insomma, di questa triade ho visto solo Love Stage, la cui recensione lessi e spolliciai già al tempo della pubblicazione.
Complimenti ai recensori ♥
Di Love Stage seguo il manga quasi dagli esordi, devo dire che questa versione animata gli ha reso abbastanza giustizia, peccato per qualche difettuccio. E' una serie leggerissima e divertente, che non cade nell'ammorbo né nel romanticismo eccessivo e artificioso di un Junjou romantica a caso, senza contare che Izumi è effeminato per motivi di sceneggiatura (l'autrice non fa tutti i suoi uke così femminei) mentre volendo sempre rimanere in tema Junjou, Misaki sarà meno effeminato ma decisamente più... non so se posso usare il termine... vabbè, ch***a! Chi segue il manga sa quanto Izumi sia virile dentro, a dispetto dell'esteriorità!
A proposito delle censure, rispondo così anche a Jun the Linx, avrei preferito anche il metodo di Sekaiichi, almeno in quel modo fai viaggiare la fantasia, con le nuvolette colorate ti si blocca tutta l'emozione! -_- Spero in una seconda serie (e spero nel manga in italia)! <3
Mi dispiace di non essere potuto intervenire prima, vedo che è nato un bellissimo dibattito su quanto ho scritto e mi piacerebbe rispondere ad alcune delle osservazioni che mi sono state mosse:
Il voto: il mio 7 viene dopo una singola visione dell'anime. Molti di voi hanno detto di averlo visto e rivisto più volte con piacere, e concordo con Nyx quando dice che ad ogni visione c'è la possibilità di cogliere qualcosa che prima non era ben chiaro. Da questo punto di vista mi ha ricordato Mawaru PenguinDrum: io gli ho dato 8 ma solo perché me lo ero visto due volte, e alla seconda occasione me lo sono letteralmente "smontato" per tentare di capire tutte le cose che c'erano dietro. Se rivedessi adesso serial experiments lain, sicuramente, darei un voto più alto - anche perché è proprio grazie a questo anime e a Noein che adesso riesco a seguire agevolmente Steins;Gate. Diciamo che è il frutto della mediazione tra lo "spaesamento" dei primi episodi e la "luce" della seconda parte in chi vede l'anime per la prima volta; adesso penso proprio che anche nei primi episodi riuscirei a trovare tanti indizi interessanti.
Il character design di ABe: per Chibi Goku e AkiraSakura è fantastico, a me - come ho detto nella recensione - è sembrato un po' troppo spigoloso. Questione di gusti personali, non volevo assolutamente criticare l'autore ma esprimere soltanto la sensazione che ho provato quando mi sono trovato davanti agli occhi Lain, Arisu e tutti gli altri personaggi: un po' di disagio, ma è la sensazione che *io* ho provato e non credo che sia valida per tutti.
Insomma, ho sfruttato un paio di ore di una afosa domenica pomeriggio di luglio per mettere nero su bianco le mie impressioni sulla serie. Ero soddisfatto perché è una di quelle recensioni per le quali ero molto ispirato ed è venuta giù rapidamente; sono soddisfatto perché con la sua pubblicazione c'è stato un franco scambio di opinioni.
In quanto a Misaki è questione di gusti. Io non lo cambierei con nessuno e almeno lui sembra veramente un maschio. Spiacente, Junjou (e Sekai-ichi) tutta la vita.
Comunque ovvio che è questione di gusti, ci mancherebbe, io scambierei Misaki con miliardi di altri uke e Junjou con altrettante altre opere!
PS metti un avviso di spoiler quando parli della situazione del cantiere!
"Comunque ci sono altri yaoi, visto che anche su Junjou la pensiamo diversamente, che non avranno mai un adattamento anime, che mangiano tranquillamente in testa a Izumi e compagnia bella."
Dillo a me che ne ho letti a migliaia e ho 250 gb di hd pieno di roba (e rimpiango l'altro hd disperso)!
Love stage non è il migliore degli yaoi e non è nemmeno creato da una delle mie autrici preferite, ma è innegabile che si presti ad una versione tv, così come si prestavano Junjou e Sekaiichi, perché sono intrattenimento puro; molte storie più belle, profonde e articolate di Love stage e Nakamura varie non sono adatte per la tv e questo lo capiamo anche vedendo il resto della produzione anime attuale.
Per me, Love stage, nel campo degli yaoi che puntano più sulla comicità che non sul sentimento o la psicologia, se l'è cavata bene. Che ad altri non sia piaciuto è la cosa più giusta e normale del mondo.
Tra Izumi e il biondino di Okane ga nai ad esempio c'è un bel po' di differenza secondo me.
Poi penso che sia il caso di mettere lo spoiler visto che si parla di una cosa che succede nell'ultima puntata ma...
SPOILER SPOILER SPOILER
...vedere Izumi che riesce a salvarsi da solo dai potenziali stupratori è stata una gioia immensa XD. Ne ho fin sopra i capelli dei/delle protagoniste/i che hanno sempre bisogno dell'eroe di turno.
Non mi aspettavo certo che stendesse tre tizi grandi il doppio di lui!
Vabbè io preferisco le storie mature e per gli yaoi la penso allo stesso modo. Senza contare che non vado d'accordo con il genere demenziale e Love Stage un po' lo è. Se dipendesse da me animerei invece un bel gachi-muchi o meglio un bara
Ah beh, Love stage è tutto tranne che serio, quindi se si cerca qualcosa di maturo non è la scelta migliore.
A me piacciono entrambi i generi (impegnato e non) quindi è facile farmi contenta^^
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