Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).
I titoli al momento disponibili sono:
[ANIME] Kenya Boy (Scadenza: 21/12/2014)
[MANGA] Last Exile - Travelers from the Hourglass (Scadenza: 28/12/2014)
[ANIME] Jenny la tennista - Il film (Scadenza: 28/12/2014)
[MANGA] Ressentiment (Scadenza: 28/12/2014)
[ANIME] Dokidoki Precure (Scadenza: 4/1/2015)
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Blue Noah, Nagi no Asukara e Walkure Romanze.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Blue Noah
7.0/10
Recensione di AkiraSakura
-
"Corazzata spaziale Yamato", alias "Star Blazers" per italiani e americani, è stata la prima grande space opera animata della storia, che ha innovato l'animazione definendo un nuovo genere, e influenzando molti capisaldi successivi, "Gundam" e "Macross" in primis. La "Corazzata Yamato" intesa come opera animata, è un'ideazione di Yoshinobu Nishizaki e Leiji Matsumoto, che si ritrovarono a collaborare dopo essersi fatti le ossa alla Mushi Productions di Osamu Tezuka. Il punto è: come sarebbe stata la "Corazzata Yamato" senza il genio sognatore di Matsumoto, ma solo con Nishizaki? La risposta è semplice: sarebbe stata "Blue Noah".
Siamo di fronte a un plot classico, che sebbene abbia delle somiglianze con "Star Blazers" nella parte iniziale e nella parte finale, in quella centrale presenta alcune differenze. La storia inizia con la solita invasione della Terra da parte degli alieni, che questa volta, a differenza dei Gamilonesi, vogliono addirittura modificarne il clima e la gravità, per adattarne l'ambiente alla loro struttura genetica. A difendere la Terra ovviamente c'è il prototipo "Blue Noah", una corazzata gigante progettata dai migliori scienziati della terra, ecc.
La mancanza di Matsumoto nell'opera si fa sentire: non c'è alcuna affascinante e misteriosa regina Starsha/Teresa che guida gli eroi durante il viaggio, non ci sono episodi con trovate autoriali stranissime e decisamente surreali, non c'è quel tocco poetico e fascinoso che ha fatto scuola. "Blue Noah" è molto realistico per la sua epoca: a parte il solito melodramma anni '70 incorporato, siamo di fronte a una vera e propria opera di guerra/sci-fi marinaresca (lo spazio lo vedremo solamente nelle ultime tre puntate). Il realismo colpisce anche la caratterizzazione dei personaggi, che sono dei normalissimi ragazzi che via via diventeranno coraggiosi militari: contrariamente a "Star Blazers", nessuno spicca per carisma o per fascino, neanche l'onnipresente e virile capitano Eiji Domon. Per qualcuno questo fatto potrebbe essere un pregio, invece, per quelli come me, abituati alle varie 'fighetterie gundamiche', un difetto, che rende la visione abbastanza statica e poco coinvolgente.
Le musiche di "Blue Noah" sono il suo punto più forte, siccome la sceneggiatura è abbastanza lineare e riprende i classici cliché del genere introdotti dalla "Corazzata Yamato", senza particolari colpi di scena eclatanti che non si siano già visti in precedenza.
In conclusione, "Blue Noah" è un'anime nella norma per il suo periodo. Si tratta di un prodotto rivolto a una cerchia ristretta di appassionati e nostalgici, che avevano già apprezzato "Star Blazers" e i grandi anime sci-fi del passato. Il doppiaggio italiano è veramente pessimo, pure per l'epoca, ma le poche persone che si approcceranno a questo titolo, spinte dalla nostalgia, passeranno sicuramente sopra a questo difetto. Se volete vedere "Blue Noah", ma non avete ancora visto "Star Blazers", visionare in precedenza le due serie del '74 e del '78 è obbligatorio, in quanto hanno fatto la storia dell'animazione.
Siamo di fronte a un plot classico, che sebbene abbia delle somiglianze con "Star Blazers" nella parte iniziale e nella parte finale, in quella centrale presenta alcune differenze. La storia inizia con la solita invasione della Terra da parte degli alieni, che questa volta, a differenza dei Gamilonesi, vogliono addirittura modificarne il clima e la gravità, per adattarne l'ambiente alla loro struttura genetica. A difendere la Terra ovviamente c'è il prototipo "Blue Noah", una corazzata gigante progettata dai migliori scienziati della terra, ecc.
La mancanza di Matsumoto nell'opera si fa sentire: non c'è alcuna affascinante e misteriosa regina Starsha/Teresa che guida gli eroi durante il viaggio, non ci sono episodi con trovate autoriali stranissime e decisamente surreali, non c'è quel tocco poetico e fascinoso che ha fatto scuola. "Blue Noah" è molto realistico per la sua epoca: a parte il solito melodramma anni '70 incorporato, siamo di fronte a una vera e propria opera di guerra/sci-fi marinaresca (lo spazio lo vedremo solamente nelle ultime tre puntate). Il realismo colpisce anche la caratterizzazione dei personaggi, che sono dei normalissimi ragazzi che via via diventeranno coraggiosi militari: contrariamente a "Star Blazers", nessuno spicca per carisma o per fascino, neanche l'onnipresente e virile capitano Eiji Domon. Per qualcuno questo fatto potrebbe essere un pregio, invece, per quelli come me, abituati alle varie 'fighetterie gundamiche', un difetto, che rende la visione abbastanza statica e poco coinvolgente.
Le musiche di "Blue Noah" sono il suo punto più forte, siccome la sceneggiatura è abbastanza lineare e riprende i classici cliché del genere introdotti dalla "Corazzata Yamato", senza particolari colpi di scena eclatanti che non si siano già visti in precedenza.
In conclusione, "Blue Noah" è un'anime nella norma per il suo periodo. Si tratta di un prodotto rivolto a una cerchia ristretta di appassionati e nostalgici, che avevano già apprezzato "Star Blazers" e i grandi anime sci-fi del passato. Il doppiaggio italiano è veramente pessimo, pure per l'epoca, ma le poche persone che si approcceranno a questo titolo, spinte dalla nostalgia, passeranno sicuramente sopra a questo difetto. Se volete vedere "Blue Noah", ma non avete ancora visto "Star Blazers", visionare in precedenza le due serie del '74 e del '78 è obbligatorio, in quanto hanno fatto la storia dell'animazione.
Nagi no Asukara
9.0/10
Elogio alla lentezza, componente necessaria per metabolizzare i sentimenti disciolti nella superficie calma del mare, il vero protagonista di "Nagi no Asukara". Il mare dunque, declinato nei personaggi che ne abitano i fondali e specchiato nella diffidenza timorosa di 'quelli della superficie'. Legami che si saldano tra i colori di un mondo inventato e reso spettacolare da una delle migliori grafiche made in P.A. Works.
"Nagi no Asukara" narra le vicende di un gruppo di ragazzi che, sostanzialmente, non vogliono cambiare, poiché felici del loro piccolo universo così come è. Ma nulla è eterno e tutto è mutabile, soprattutto quando è il mondo intero a modificarsi con effetti drastici.
Il paradosso, filtrato di volta in volta dallo sguardo dei personaggi principali, è che per accedere a una nuova normalità, per raggiungere i propri obiettivi, tutti i protagonisti dovranno superare la loro avversione per il nuovo e il diverso. Instaureranno così rapporti che inizialmente apparivano impensabili, e finanche il delicato convivere tra vicini, del mare e della superficie, darà alla luce una nuova realtà.
Di "Nagi Asukara" ho apprezzato l'originalità e la complessità di un tema che, accanto alle vicende personali di un classico slice of life, offre spunti su una visione più globale: l'ambiente, le difficoltà economiche, i pregiudizi sociali, il difficile rapporto tra l'età adolescenziale e quella adulta, e infine il misticismo tipicamente shintoista, con una più che degna riproposizione in chiave narrativa delle classiche tradizioni cerimoniali giapponesi.
Uno sguardo a 360° non in contrasto con gli obiettivi della storia, che anzi ne viene arricchita in chiave, oserei dire, più matura, nonostante l'uso non indifferente di elementi fantastici.
Reputo "Nagi Asukara" uno dei migliori prodotti delle ultime stagioni dell'animazione nipponica, a testimonianza, nonostante i dubbi seminati da molti, che quest'industria è ben lungi dall'aver esaurito la sua carica propulsiva e innovativa.
"Nagi no Asukara" narra le vicende di un gruppo di ragazzi che, sostanzialmente, non vogliono cambiare, poiché felici del loro piccolo universo così come è. Ma nulla è eterno e tutto è mutabile, soprattutto quando è il mondo intero a modificarsi con effetti drastici.
Il paradosso, filtrato di volta in volta dallo sguardo dei personaggi principali, è che per accedere a una nuova normalità, per raggiungere i propri obiettivi, tutti i protagonisti dovranno superare la loro avversione per il nuovo e il diverso. Instaureranno così rapporti che inizialmente apparivano impensabili, e finanche il delicato convivere tra vicini, del mare e della superficie, darà alla luce una nuova realtà.
Di "Nagi Asukara" ho apprezzato l'originalità e la complessità di un tema che, accanto alle vicende personali di un classico slice of life, offre spunti su una visione più globale: l'ambiente, le difficoltà economiche, i pregiudizi sociali, il difficile rapporto tra l'età adolescenziale e quella adulta, e infine il misticismo tipicamente shintoista, con una più che degna riproposizione in chiave narrativa delle classiche tradizioni cerimoniali giapponesi.
Uno sguardo a 360° non in contrasto con gli obiettivi della storia, che anzi ne viene arricchita in chiave, oserei dire, più matura, nonostante l'uso non indifferente di elementi fantastici.
Reputo "Nagi Asukara" uno dei migliori prodotti delle ultime stagioni dell'animazione nipponica, a testimonianza, nonostante i dubbi seminati da molti, che quest'industria è ben lungi dall'aver esaurito la sua carica propulsiva e innovativa.
Walkure Romanze
8.0/10
"Ah, la tauromachia!". Direbbe certamente il conte Guastardo della Radica. E probabilmente all'interno del suo noto settimanale "Gente, di un certo livello" avrebbe sicuramente dedicato una rubrica fissa dedicata alle cronache di quanto avviene nella lontana quanto prestigiosa accademia Winford situata nella ridente cittadina di Helen's Hill. In questa cittadina dalle architetture mitteleuropee si riuniscono per frequentare il rinomato istituto studenti da varie parti del mondo (ma specialmente dal Giappone), molti dei quali per formarsi nella nobile arte della giostra, ovvero l'antica singolar tenzone con la lancia a cavallo del proprio fedele destriero. Argomento di indubbio interesse per una testata come "Gente, di un certo livello".
Purtroppo però il periodico del nostro conte non ci informerà mai di quanto avviene ad Helen's Hill, causa ingiusta chiusura del giornale. Ci ha pensato però la software house Ricotta (già autori di Princess Lover) nel suo eroge Walkure Romanze a farci addentrare nelle vicende dell'accademia Winford, e proprio sulla base di questo eroge ha lavorato lo studio 8-bit per il presente adattamento in anime.
Il gioco originale della Ricotta tra l'altro era stato apprezzato sia dai fan che dalla critica del settore (con qualche premio) per la cura nei disegni dei personaggi e delle ambientazioni, e dunque una trasposizione in anime avrebbe necessariamente avuto bisogno di una parte grafica all'altezza. E sotto questo aspetto non ha sicuramente deluso il lavoro della 8-bit, che ha ben reso il character design originale (davvero molto ricercato e raffinato) e le ricche ambientazioni dall'atmosfera aristocratica.
Animazioni d'avanguardia non ve ne sono, ma ciò che è presente fa il suo dovere con un condimento di computer grafica che non stona, nonostante qualche riciclo di fotogrammi qua e là.
Dal punto di vista della storia invece, mentre il gioco prevedeva la tipica struttura di varie "route" dedicate a ciascuna eroina, l'anime vira invece più sull'harem, con il protagonista Takahiro che è conteso tra le protagoniste femminili come scudiero personale da avere in vista del torneo estivo. Di certo non lo compatiremo: tra l'amica d'infanzia Mio, la "Yamato Nadeshiko" Akane e l'estrosa Noel (che sono una più figa dell'altra), con l'enfant prodige Lisa (che è una loli quindi può piacere o non piacere), avendo pure quella stangona di Celia (biondona da torcicollo indotto/mascella disarticolata che finirebbe fissa nel paginone centrale della rivista del conte) a disposizione, c'è solo l'imbarazzo della scelta... E stiamo pure mettendo da parte altri nomi notevoli come Berthille o Reina.
Al bando però sentimentalismi vari o scene da soap opera. Solo una sana commedia con una buona dose di ecchi, ma ben proposta da una sceneggiatura che non lesina ironia e piccanti doppi sensi, quindi brio e un certo divertimento.
E la giostra? Un importante elemento di contorno a mio avviso. Nel gioco originale non ha un ruolo centrale e vitale, ma piuttosto costituisce un qualcosa di esotico che serve a distinguere il prodotto dalla massa, poiché il cuore delle visual novel (eroge o meno che siano) sono le interazioni tra i personaggi.
Nell'anime finisce anzi per avere uno spazio maggiore con allenamenti e qualche duello importante. Sarebbe stato interessante vedere cosa sarebbe uscito fuori insistendo sul lato sportivo della storia, ma è anche comprensibile la scelta degli autori dell'anime di sintetizzare le varie route del gioco (ahimè sono rimaste fuori Akane e Bertille, trattate però nel gioco spin-off "More and More") equilibrandole con la parte del giostrare.
Il risultato finale è comunque più che soddisfacente, sicuramente non approfondito come può essere nel gioco, ma con un percorso chiuso e nell'insieme compiuto.
Con un buonissimo materiale di partenza e con un buon lavoro di adattamento da parte della stimabile 8-bit, nel campo degli ecchi Walkure Romanze diviene un titolo degno di sicura considerazione da parte degli appassionati del settore.
"Ah, la centauromachia!".
Purtroppo però il periodico del nostro conte non ci informerà mai di quanto avviene ad Helen's Hill, causa ingiusta chiusura del giornale. Ci ha pensato però la software house Ricotta (già autori di Princess Lover) nel suo eroge Walkure Romanze a farci addentrare nelle vicende dell'accademia Winford, e proprio sulla base di questo eroge ha lavorato lo studio 8-bit per il presente adattamento in anime.
Il gioco originale della Ricotta tra l'altro era stato apprezzato sia dai fan che dalla critica del settore (con qualche premio) per la cura nei disegni dei personaggi e delle ambientazioni, e dunque una trasposizione in anime avrebbe necessariamente avuto bisogno di una parte grafica all'altezza. E sotto questo aspetto non ha sicuramente deluso il lavoro della 8-bit, che ha ben reso il character design originale (davvero molto ricercato e raffinato) e le ricche ambientazioni dall'atmosfera aristocratica.
Animazioni d'avanguardia non ve ne sono, ma ciò che è presente fa il suo dovere con un condimento di computer grafica che non stona, nonostante qualche riciclo di fotogrammi qua e là.
Dal punto di vista della storia invece, mentre il gioco prevedeva la tipica struttura di varie "route" dedicate a ciascuna eroina, l'anime vira invece più sull'harem, con il protagonista Takahiro che è conteso tra le protagoniste femminili come scudiero personale da avere in vista del torneo estivo. Di certo non lo compatiremo: tra l'amica d'infanzia Mio, la "Yamato Nadeshiko" Akane e l'estrosa Noel (che sono una più figa dell'altra), con l'enfant prodige Lisa (che è una loli quindi può piacere o non piacere), avendo pure quella stangona di Celia (biondona da torcicollo indotto/mascella disarticolata che finirebbe fissa nel paginone centrale della rivista del conte) a disposizione, c'è solo l'imbarazzo della scelta... E stiamo pure mettendo da parte altri nomi notevoli come Berthille o Reina.
Al bando però sentimentalismi vari o scene da soap opera. Solo una sana commedia con una buona dose di ecchi, ma ben proposta da una sceneggiatura che non lesina ironia e piccanti doppi sensi, quindi brio e un certo divertimento.
E la giostra? Un importante elemento di contorno a mio avviso. Nel gioco originale non ha un ruolo centrale e vitale, ma piuttosto costituisce un qualcosa di esotico che serve a distinguere il prodotto dalla massa, poiché il cuore delle visual novel (eroge o meno che siano) sono le interazioni tra i personaggi.
Nell'anime finisce anzi per avere uno spazio maggiore con allenamenti e qualche duello importante. Sarebbe stato interessante vedere cosa sarebbe uscito fuori insistendo sul lato sportivo della storia, ma è anche comprensibile la scelta degli autori dell'anime di sintetizzare le varie route del gioco (ahimè sono rimaste fuori Akane e Bertille, trattate però nel gioco spin-off "More and More") equilibrandole con la parte del giostrare.
Il risultato finale è comunque più che soddisfacente, sicuramente non approfondito come può essere nel gioco, ma con un percorso chiuso e nell'insieme compiuto.
Con un buonissimo materiale di partenza e con un buon lavoro di adattamento da parte della stimabile 8-bit, nel campo degli ecchi Walkure Romanze diviene un titolo degno di sicura considerazione da parte degli appassionati del settore.
"Ah, la centauromachia!".
Di Walkure vidi qualche episodio, ma dovetti dropparlo per non morire di noia estrema. Quindi mi sento di affermare che non l'ho apprezzato.
Blue Noah invece mi manca, ma mi pare interessante e conto di recuperarlo.
Gli altri due titoli non li ho visti.
Peccato, ma per il resto è comunque guardabile. Un 6 è il voto giusto secondo me.
Ho trovato NnA un buon anime fino a poco più di metà serie, da lì in poi è stato il baratro. Vero che è un anime la cui componente sentimentale è stata chiara fin dall'inizio ma nella seconda parte ci si è concentrati troppo ed esclusivamente su questo aspetto, lasciando da parte tutte quelle tematiche che facevano da contorno al gruppo di protagonisti. Personalmente l'ho trovato una grande delusione, l'ennesimo anime partito bene che però si è perso strada facendo.
Sulle altre due opere non sono in grado di esprimermi ma in ogni caso complimenti a tutti i recensori!
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