Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).
I titoli al momento disponibili sono:
[LIVE] Bokura ga ita (First Movie) (Scadenza: 31/5/2015)
[MANGA] Ex-Vita (Scadenza: 3/6/2015)
[ANIME] Cherry no Manma (Scadenza: 7/6/2015)
[ANIME] Gekijouban Major (Scadenza: 10/6/2015)
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Kamisama no inai nichiyoubi, Sword Art Online Extra Edition e Tokyo Station.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Kamisama no Inai Nichiyōbi
8.0/10
Kami-sama no Inai Nichiyōbi, noto anche come Kaminai, è un anime che mi ha veramente stupito sotto ogni punto di vista. Prodotto da Madhouse, e ispirato alla serie di light novel di Kimihito Irie, "Kaminai" si suddivide in dodici episodi da ventiquattro minuti l'uno che andranno a coprire più archi narrativi, ottimamente legati fra di loro dalle vicende dei personaggi coinvolti.
In un futuro non troppo lontano Dio decide di palesarsi al genere umano, annunciando la volontà di abbandonare la sua stessa creazione a quello che si sarebbe di lì a poco rivelato un destino di miseria e desolazione; la decisione divina portò difatti il genere umano a non poter più morire né procreare, dividendo così gli uomini in vivi e non-morti. Disperati da tale situazione, gli uomini chiesero a Dio un nuovo miracolo e così, dal nulla, fecero la loro comparsa i Custodi di tombe, esseri dai poteri sovrumani il cui compito è quello di riportare l'ordine naturale delle cose. I Custodi sono difatti gli unici esseri in grado di donare una morte definitiva a chi lo desidera attraverso una semplice sepoltura. In questo scenario diviso fra morte e speranza seguiremo la giovane Ai Astin, Custode di tombe per metà umana, lungo tutto il viaggio che la porterà in giro per quel mondo oramai abbandonato dal proprio creatore.
Da un punto di vista meramente tecnico "Kaminai" è un'ottima serie in pieno stile Madhouse: delicata, precisa e con un saggio uso della CG che mai risulta troppo invadente. Ma il vero punto di forza di questo anime è la regia di Yūji Kumazawa, noto ai più per aver sceneggiato serie di successo come Accel World, High School of the Dead e Welcome to the NHK. Il buon Kumazawa, forte della propria esperienza e di un talento non indifferente, ha saputo trarre il meglio dalle light novel di riferimento creando così un prodotto di qualità, mai noioso e/o banale, capace in più punti anche di emozionare e commuovere. Ciò è stato possibile grazie ad un saggio dosaggio della trama - gli episodi sono suddivisi in mini-cicli di tre puntate collegate fra di loro da eventi e personaggi - e al ritmo perfettamente bilanciato fra dramma e azione; lo spettatore è difatti portato, soprattutto dopo il primo ciclo narrativo, ad aspettarsi veramente di tutto senza mai capire realmente quando il prossimo coup de théâtre avverrà. Altro merito di Madhouse è quello di aver portato su schermo personaggi secondari veramente convincenti e coerenti con le proprie tragiche storie (Hampnie, Alice e Dee su tutti), di non aver sfruttato in modo becero il fattore lolicon che il personaggio di Ai avrebbe potuto portare con sé e, dulcis in fundo, di aver ottimizzato i momenti più emozionanti grazie alle superbe musiche dell'ispiratissimo maestro Hiromi Mizutani.
Ogni medaglia ha però il suo risvolto e nonostante stiamo parlando di un lavoro di ottima qualità, anche "Kaminai" ha i suoi scheletri nell'armadio; in più di un occasione notiamo che le animazioni perdono di precisione e fluidità, difetto però camuffato in modo egregio, e che il doppiaggio non è sempre all'altezza delle aspettative, risultando paradossalmente fastidioso in alcuni dei suoi personaggi principali (Ai su tutti - l'età non è una scusa per farla parlare come l'orso Bubu). Ci sarebbe anche da discutere delle caratterizzazioni di Yuri e Scar, anche loro co-protagonisti, ma lascio in questo caso il beneficio del dubbio in quanto può darsi che siano stati volutamente "abbozzati" dal loro autore originale per dare maggiore spazio alle vicende di Ai. Chissà, magari in futuro potranno avere anche loro la propria "fetta di torta"!
Ricapitolando, Kami-sama no Inai Nichiyōbi è una serie ad alto impatto emotivo, figlia di una saggia sceneggiatura e di una caparbia quanto ispirata sezione audio, capace di sottolineare con intensità tutte le vicende narrate, allegre o tragiche che siano. Da vedere senza indugi per apprezzarne l'immensa qualità.
In un futuro non troppo lontano Dio decide di palesarsi al genere umano, annunciando la volontà di abbandonare la sua stessa creazione a quello che si sarebbe di lì a poco rivelato un destino di miseria e desolazione; la decisione divina portò difatti il genere umano a non poter più morire né procreare, dividendo così gli uomini in vivi e non-morti. Disperati da tale situazione, gli uomini chiesero a Dio un nuovo miracolo e così, dal nulla, fecero la loro comparsa i Custodi di tombe, esseri dai poteri sovrumani il cui compito è quello di riportare l'ordine naturale delle cose. I Custodi sono difatti gli unici esseri in grado di donare una morte definitiva a chi lo desidera attraverso una semplice sepoltura. In questo scenario diviso fra morte e speranza seguiremo la giovane Ai Astin, Custode di tombe per metà umana, lungo tutto il viaggio che la porterà in giro per quel mondo oramai abbandonato dal proprio creatore.
Da un punto di vista meramente tecnico "Kaminai" è un'ottima serie in pieno stile Madhouse: delicata, precisa e con un saggio uso della CG che mai risulta troppo invadente. Ma il vero punto di forza di questo anime è la regia di Yūji Kumazawa, noto ai più per aver sceneggiato serie di successo come Accel World, High School of the Dead e Welcome to the NHK. Il buon Kumazawa, forte della propria esperienza e di un talento non indifferente, ha saputo trarre il meglio dalle light novel di riferimento creando così un prodotto di qualità, mai noioso e/o banale, capace in più punti anche di emozionare e commuovere. Ciò è stato possibile grazie ad un saggio dosaggio della trama - gli episodi sono suddivisi in mini-cicli di tre puntate collegate fra di loro da eventi e personaggi - e al ritmo perfettamente bilanciato fra dramma e azione; lo spettatore è difatti portato, soprattutto dopo il primo ciclo narrativo, ad aspettarsi veramente di tutto senza mai capire realmente quando il prossimo coup de théâtre avverrà. Altro merito di Madhouse è quello di aver portato su schermo personaggi secondari veramente convincenti e coerenti con le proprie tragiche storie (Hampnie, Alice e Dee su tutti), di non aver sfruttato in modo becero il fattore lolicon che il personaggio di Ai avrebbe potuto portare con sé e, dulcis in fundo, di aver ottimizzato i momenti più emozionanti grazie alle superbe musiche dell'ispiratissimo maestro Hiromi Mizutani.
Ogni medaglia ha però il suo risvolto e nonostante stiamo parlando di un lavoro di ottima qualità, anche "Kaminai" ha i suoi scheletri nell'armadio; in più di un occasione notiamo che le animazioni perdono di precisione e fluidità, difetto però camuffato in modo egregio, e che il doppiaggio non è sempre all'altezza delle aspettative, risultando paradossalmente fastidioso in alcuni dei suoi personaggi principali (Ai su tutti - l'età non è una scusa per farla parlare come l'orso Bubu). Ci sarebbe anche da discutere delle caratterizzazioni di Yuri e Scar, anche loro co-protagonisti, ma lascio in questo caso il beneficio del dubbio in quanto può darsi che siano stati volutamente "abbozzati" dal loro autore originale per dare maggiore spazio alle vicende di Ai. Chissà, magari in futuro potranno avere anche loro la propria "fetta di torta"!
Ricapitolando, Kami-sama no Inai Nichiyōbi è una serie ad alto impatto emotivo, figlia di una saggia sceneggiatura e di una caparbia quanto ispirata sezione audio, capace di sottolineare con intensità tutte le vicende narrate, allegre o tragiche che siano. Da vedere senza indugi per apprezzarne l'immensa qualità.
Trasmesso alla vigilia di capodanno dello scorso anno (cioè, per i posteri, del 2013), questo Sword Art Online Extra Edition è un progetto "ibrido", a suo modo interessante, collocabile a metà fra il classico special supplementare in OVA e il "classico" episodio di montaggio che un tempo si usava mettere per segnare il giro di boa di metà serie (e talvolta irriverentemente canzonato come in Excel Saga).
Lo spunto è una quest acquatica da affrontare, ma Suguha, ovvero Leafa, non sa nuotare, e quindi il gruppetto si riunisce presso la piscina della scuola per uno stage di nuoto intensivo. Nel mentre, Kirito viene incastrato dal burocrate Kikuoka che ha ancora qualche domanda da fargli sui fatti avvenuti all'interno dei mondi virtuali di SAO e ALO.
Con questo "pretesto" vengono passati in rassegna gli eventi principali narrati nella prima serie TV, inizialmente dal punto di vista di Kirito (anche se poi le sequenze sono riprese e rimontate), ma successivamente anche dalle prospettive di Asuna e Suguha, le quali si erano alternate come eroine della storia a suo tempo. L'espediente è abbastanza efficace e permette allo spettatore di fare il punto della situazione senza insistere troppo sulle cose già viste.
Terminato il racconto, lungo, perché tutti arrivano abbastanza prima di pranzo ed escono che c'è il tramonto, si passa alla parte inedita con la nuova quest da affrontare e in cui la regia si concede a un po' di fanservice. Tale mini avventura è abbastanza carina, anche se manca di un combattimento conclusivo, e comunque non aggiungerà nulla di rilevante nel complesso della saga.
Mettendo un po' di pesi sulla bilancia, alla fine potrei dire che questo Extra Edition è praticamente dedicato a Suguha/Leafa o almeno sembra che gli autori vi abbiano fatto ruotare attorno tutto, o almeno buona parte dell'episodio. Nel mini booklet dell'edizione italiana c'è anche un breve trafiletto su come si sono industriati per esaltarne la resa del seno. E in qualche inquadratura ci sono riusciti molto bene, devo dire. Siamo in un episodio con fanservice, ci sta.
Resa tecnica del tutto in linea con quella dell'anime televisivo, dunque molto buona, e ottima anche la resa nell'edizione Blu-Ray della Dynit, che rimane però essenziale nei contenuti extra. Comunque vi si trovano il trailer di presentazione dei Giganti e la mini sequenza con Sinon che, in occasione della trasmissione di fine anno, annunciò la seconda serie.
E dunque l'edizione Extra è servita.
Lo spunto è una quest acquatica da affrontare, ma Suguha, ovvero Leafa, non sa nuotare, e quindi il gruppetto si riunisce presso la piscina della scuola per uno stage di nuoto intensivo. Nel mentre, Kirito viene incastrato dal burocrate Kikuoka che ha ancora qualche domanda da fargli sui fatti avvenuti all'interno dei mondi virtuali di SAO e ALO.
Con questo "pretesto" vengono passati in rassegna gli eventi principali narrati nella prima serie TV, inizialmente dal punto di vista di Kirito (anche se poi le sequenze sono riprese e rimontate), ma successivamente anche dalle prospettive di Asuna e Suguha, le quali si erano alternate come eroine della storia a suo tempo. L'espediente è abbastanza efficace e permette allo spettatore di fare il punto della situazione senza insistere troppo sulle cose già viste.
Terminato il racconto, lungo, perché tutti arrivano abbastanza prima di pranzo ed escono che c'è il tramonto, si passa alla parte inedita con la nuova quest da affrontare e in cui la regia si concede a un po' di fanservice. Tale mini avventura è abbastanza carina, anche se manca di un combattimento conclusivo, e comunque non aggiungerà nulla di rilevante nel complesso della saga.
Mettendo un po' di pesi sulla bilancia, alla fine potrei dire che questo Extra Edition è praticamente dedicato a Suguha/Leafa o almeno sembra che gli autori vi abbiano fatto ruotare attorno tutto, o almeno buona parte dell'episodio. Nel mini booklet dell'edizione italiana c'è anche un breve trafiletto su come si sono industriati per esaltarne la resa del seno. E in qualche inquadratura ci sono riusciti molto bene, devo dire. Siamo in un episodio con fanservice, ci sta.
Resa tecnica del tutto in linea con quella dell'anime televisivo, dunque molto buona, e ottima anche la resa nell'edizione Blu-Ray della Dynit, che rimane però essenziale nei contenuti extra. Comunque vi si trovano il trailer di presentazione dei Giganti e la mini sequenza con Sinon che, in occasione della trasmissione di fine anno, annunciò la seconda serie.
E dunque l'edizione Extra è servita.
Tokyo Station
10.0/10
Rygar
-
I treni. Con ogni probabilità sono il mezzo di trasporto più importante dell'umanità. Furono loro, tramite l'applicazione della macchina a vapore, a sancire la prima rivoluzione industriale, riuscendo a collegare in maniera del tutto innovativa intere città e nazioni. Con l'evolversi delle innovazioni tecnologiche i treni hanno assunto un'importanza sempre maggiore per la prosperità dei popoli, tant'è che il livello d'avanzamento tecnologico e di benessere di uno stato è direttamente proporzionato allo sviluppo e alla modernità del suo sistema ferroviario. Il Giappone detiene il miglior sistema ferroviario di trasporto pubblico del mondo (seguito dalla Svizzera). La puntualità e la qualità del servizio sono un imperativo categorico e il popolo giapponese da sempre ama le sue ferrovie. Per celebrare il centesimo anniversario della stazione ferroviaria di Tokyo è stato realizzato questo splendido speciale, delicato e perfetto in ogni sua parte.
"Passage of Time ~TOKYO STATION~" è un corto della stagione primaverile 2014 della durata di cinque minuti e ventuno secondi. L'opera nasce come prodotto d'animazione.
Trama: la storia di questo speciale narra un frammento di vita di Misaki, venticinquenne figlia di un capostazione presso la stazione di Tokyo. La ragazza è orfana di padre, e di quest'ultimo possiede un orologio da taschino col quale scandiva i tempi e gli orari all'interno della sua fascia lavorativa. Misaki ricorda il padre come uomo integerrimo, ma la scoperta di una foto in cui lo vide sorridente, lacera le convinzioni della ragazza. Avrebbe voluto trascorrere molto più tempo con lui, e avrebbe voluto confessargli il suo imminente matrimonio. Tra lacrime, rimpianti e la consapevolezza che fu proprio la stazione di Tokyo a far incontrare suo padre e sua madre, prosegue la sua vita, certamente foriera di nuova felicità.
Grafica: splendida in ogni sua parte. Tutto è curato alla perfezione e l'iperdettaglio è presente ovunque. Le ambientazioni sono bellissime, realizzate con grandissima cura e precisione. Le animazioni sono perfette, fluide e delicate. Character design bellissimo e perfettamente appropriato al contesto. Train design a dir poco magistrale.
Sonoro: maestoso e delicato al contempo. L'opening è assente, in compenso è presente una meravigliosa OST che fa anche da sigla di chiusura, la cui bellezza è incantevole. Effetti sonori perfettamente appropriati e realistici. Doppiaggio encomiabile.
Personaggi: l'unico personaggio narrante è Misaki, le cui caratterizzazione, evoluzione personale e fattore introspettivo sono rese magistralmente nella durata dello speciale. Sullo sfondo, gli altri personaggi e, seppure non abbiano una "voce" in capitolo in senso lato, appaiono vivi, tanto curata è la loro descrizione.
Sceneggiatura: l'opera è un costante richiamo al passato strutturato sul presente. La gestione temporale risulta perfetta, poiché riesce a intrecciare queste due linee temporali con un'armonia straordinaria. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Scene d'azione e fanservice sono banditi. Il monologo è bellissimo e commovente.
Finale: il lungo ricordo si conclude, una nuova vita, con un nuovo legame famigliare, è appena sbocciata. Tutto si conclude magnificamente, così com'è iniziato. Ogni elogio si spreca.
In sintesi, "Passage of Time ~TOKYO STATION~" è semplicemente e perfetto. L'opera è uno splendido e delicato poema che lega indissolubilmente le tematiche della famiglia, dello scorrere del tempo e della grande importanza che hanno avuto (e che avranno) questi meravigliosi mezzi di trasporto che sono i treni. Sembra quasi un'opera del grande Makoto Shinkai, tali sono le similitudini (i treni) e le tematiche affrontate (il dolore per la perdita di un legame) nelle sue opere. La visione dell'opera è consigliata agli appassionati del mondo ferroviario e in egual misura anche a coloro che amano le delicate storie commoventi.
"Passage of Time ~TOKYO STATION~" è un corto della stagione primaverile 2014 della durata di cinque minuti e ventuno secondi. L'opera nasce come prodotto d'animazione.
Trama: la storia di questo speciale narra un frammento di vita di Misaki, venticinquenne figlia di un capostazione presso la stazione di Tokyo. La ragazza è orfana di padre, e di quest'ultimo possiede un orologio da taschino col quale scandiva i tempi e gli orari all'interno della sua fascia lavorativa. Misaki ricorda il padre come uomo integerrimo, ma la scoperta di una foto in cui lo vide sorridente, lacera le convinzioni della ragazza. Avrebbe voluto trascorrere molto più tempo con lui, e avrebbe voluto confessargli il suo imminente matrimonio. Tra lacrime, rimpianti e la consapevolezza che fu proprio la stazione di Tokyo a far incontrare suo padre e sua madre, prosegue la sua vita, certamente foriera di nuova felicità.
Grafica: splendida in ogni sua parte. Tutto è curato alla perfezione e l'iperdettaglio è presente ovunque. Le ambientazioni sono bellissime, realizzate con grandissima cura e precisione. Le animazioni sono perfette, fluide e delicate. Character design bellissimo e perfettamente appropriato al contesto. Train design a dir poco magistrale.
Sonoro: maestoso e delicato al contempo. L'opening è assente, in compenso è presente una meravigliosa OST che fa anche da sigla di chiusura, la cui bellezza è incantevole. Effetti sonori perfettamente appropriati e realistici. Doppiaggio encomiabile.
Personaggi: l'unico personaggio narrante è Misaki, le cui caratterizzazione, evoluzione personale e fattore introspettivo sono rese magistralmente nella durata dello speciale. Sullo sfondo, gli altri personaggi e, seppure non abbiano una "voce" in capitolo in senso lato, appaiono vivi, tanto curata è la loro descrizione.
Sceneggiatura: l'opera è un costante richiamo al passato strutturato sul presente. La gestione temporale risulta perfetta, poiché riesce a intrecciare queste due linee temporali con un'armonia straordinaria. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Scene d'azione e fanservice sono banditi. Il monologo è bellissimo e commovente.
Finale: il lungo ricordo si conclude, una nuova vita, con un nuovo legame famigliare, è appena sbocciata. Tutto si conclude magnificamente, così com'è iniziato. Ogni elogio si spreca.
In sintesi, "Passage of Time ~TOKYO STATION~" è semplicemente e perfetto. L'opera è uno splendido e delicato poema che lega indissolubilmente le tematiche della famiglia, dello scorrere del tempo e della grande importanza che hanno avuto (e che avranno) questi meravigliosi mezzi di trasporto che sono i treni. Sembra quasi un'opera del grande Makoto Shinkai, tali sono le similitudini (i treni) e le tematiche affrontate (il dolore per la perdita di un legame) nelle sue opere. La visione dell'opera è consigliata agli appassionati del mondo ferroviario e in egual misura anche a coloro che amano le delicate storie commoventi.
L'extra edition di SAO mostra pochi minuti inediti e ciò risulta nell'insieme abbastanza noioso. Mi trovo d'accordo con la recensione.
Per gli elogi fatti a Tokyo Station e la sua durata, direi che va assolutamente visto ^^
Secondo me, Kami-sama no Inai Nichiyoubi è stata la serie migliore della sua stagione. Un'opera molto particolare, tecnicamente perfetta, dalle tematiche affascinanti. So che la novel si è conclusa e sarebbe splendido poter ammirare l'ultimo arco narrativo in animazione.
Complimenti ai due recensori.
Per quanto riguarda il giudizio su Kami-sama no Inai Nichiyoubi sono assolutamente d'accordo. La serie mi era piaciuta molto e spero che in futuro prendano in considerazione di fare una seconda stagione. La tragicità di alcuni episodi mi avevano colpito in maniera estremamente positiva, soprattutto per il fatto che non sembravano per nulla forzati. Bello anche l'atmosfera quasi fiabesca che si respira nell'anime
Kami-sama è stata una serie che mi ha incollato allo schermo fin dal primo episodio, nonostante le cose non siano andate del tutto come immaginavo...
L'Extra di SAO è praticamente roba inutile a parte poche scene nuove.
Mentre il corto è veramente un gioiellino di animazione, devo farlo vedere alla mia ragazza da tempo!! Coglierò l'occasione
Complimenti ai tre
Che dire, grazie agli spolliciatori che hanno avuto l'ardire che apprezzare la mia recensione, il vostro coraggio sarà ricordato negli annali! xD
Non conosco gli altri titoli che sono stati postati, ma hanno avuto il mio apprezzamento a priori perché comunque fare una recensione è una faticaccia per tutti.
Quanto a SAO EE, volevo aggiungere nella recensione della presenza del simpatico mini special purtroppo non doppiato. Comunque nel complesso è un buon prodotto, meglio di tanti riassuntivi, ma rivolto sempre agli appassionati della serie. Per altri è ovvio che sia superfluo
La recensione di Swordman su Sword Art Online: Extra Edition rispecchia le impressioni che ho avuto io durante la visione del film, concordo anche sul voto.
Rygar ha fatto una bellissima analisi di Tokyo Station, un corto che consiglio appassionatamente a tutti per la grande intensità di emozioni che riesce a trasmettere nei cinque minuti o poco più della sua durata. Guardatelo, e pensate che è nato come uno spot per celebrare i cento anni della stazione di Tokyo...
A distanza di tempo potrei anche farci un pensierino, la curiosità per il titolo mi è rimasta. Me lo segno prima o poi...
Complimenti ai recensori.
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