Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).
I titoli al momento disponibili sono:
[SERIAL] Star Trek - La serie classica (Scadenza: 15/7/2015)
[MANGA] Samurai (Scadenza: 19/7/2015)
[ANIME] Rainy Cocoa (Scadenza: 22/7/2015)
[LIVE] Limit (Scadenza: 26/7/2015)
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con i manga Georgie, Shaman King e Anche i ragazzi sognano l'amore.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Georgie
9.0/10
Il manga Lady Gorgie nasce dalla mente dello sceneggiatore Man Yazawa, famoso scrittore di drama e gialli dalle tinte horror per la TV giapponese, ed è illustrato dalla disegnatrice di shojo manga Yumiko Igarashi, famosa in Giappone soprattutto per aver disegnato Candy Candy e conosciuta in Italia negli anni '80 per i numerosi suoi manga adattati nelle riviste dell'epoca.
Pubblicato sulle pagine di Shoujo Comics (o Sho-comi, Shogakukan) a partire dal Marzo del 1982, viene serializzato settimanalmente fino al 1984 e raccolta in 5 volumi. La rivista pubblica storie adatte ad un pubblico di bambine e ragazzine fino ai 13 anni ma, nonostante questo tipo di target, il manga di Georgie tratta tematiche leggermente più adulte, drammatiche e cupe, ma con una freschezza che la rende godibile al tipo di pubblico a cui è indirizzata la rivista.
Il manga racconta le vicende di Georgie, biondina tutto pepe che vive in Australia del 1900, e dei suoi due fratelli: il docile e calmo Arthur e il ribelle e tenace Abel. L'avventura inizia quando Georgie incontra e si innamora del ricco Lowell, nobile Londinese e nipote del governatore di Sidney, il quale ricambia l'amore di Georgie (nonostante promesso alla nobile Elise). Ben presto Georgie scoprirà di non essere la vera sorella di Arthur ed Abel, entrambi innamorati della sorellastra, e i giorni felici sono destinati a finire con la fuga d'amore di Georgie a Londra (da Lowell) e l'inseguimento dei fratelli.
Da qui si susseguono una serie di avvenimenti dalla drammaticità sempre più marcata, dalle tematiche a tinte scure quali prigionia, droga e morte, il tutto condito da un po' di azione e qualche scena un po' spinta. Questi, accompagnato dal superbo disegno, sono il punto forte dell'opera che risulta appassionante, avvincente e intrattiene il lettore tenendolo incollato fino all'ultima pagina. I personaggi sono ottimamente caratterizzati e si vede la mano esperta di uno sceneggiatore del calibro di Man Yazawa che non fa mai agire senza motivo i suoi personaggi e non li fa mai uscire dagli schemi da lui imposti.
I disegni di Yumiko Igarashi sono di una bellezza assai rara e inusuale per i shojo manga dell'epoca. I dettagli e la cura maniacale degli sfondi, la composizione ariosa e fresca della tavola che non risulta mai lineare, ma non per questo scorrevole (differenza principale tra gli shojo manga e gli shonen dell'epoca) e gli effetti visivi creati dal tratteggio e dal puntinato rendono il tutto un'esperienza sorprendentemente pazzesca. Il diverso spessore del tratto utilizzato a seconda della situazione in corso, creano quell'atmosfera che rende quasi impossibile interrompere la lettura. La meticolosità nel riprodurre i vestiti, le pieghe, i pizzi e i merletti è a dir poco stupefacente; anche gli sfondi, spesso interni di camere barocche e sfarzose, rappresentano un punto forte del disegno, dettagliati, mai abbozzati, riescono a riempire la tavola con meraviglia (un plauso per gli assistenti della maestra Igarashi).
Lo stile dell'autrice è una via di mezzo tra la vecchia scuola anni '70 che impone tratti spessi e veloci e la morbidezza degli anni'80 risultando personale, assai gradevole e mai pesante. Con quest'opera l'autrice raggiunge l'apice della bellezza dei suoi disegni.
Insomma, ci troviamo davanti ad un manga che ha fatto storia, che è stato pubblicato in tutta Europa, da cui è stata tratta una serie animata (che è stata alleggerita nei toni e quindi da un finale diverso) e un romanzo.
Chiunque, leggendolo, riuscirà facilmente ad appassionarsi alla trama e tiferà per il ragazzo ideale per Georgie.
Una lettura consigliata e obbligatoria per i fan degli shojo vecchia scuola ma anche a tutti coloro che vogliono leggere una storia d'amore in stile feuilleton dai risvolti drammatici e inaspettati che riesce a rapire anche il più accanito lettore di shonen e senien.
Non lasciatevi influenzare dai vecchi ricordi della serie TV, non fatevi ingannare dalle altre opere dell'autrice (dove qui fortunatamente disegna e basta) non rimanete vincolati nel connubio shoujo=fiori & miele... non cadete nel mio errore con cui ho snobbato quest'opera per decenni... e buttatevi nella lettura.
Come ultima nota, consiglio di recuperare l'edizione della Magic Press (MX manga) in 4 volumi, con pagine a colori e sovra coperta ad un prezzo vantaggioso.
Pubblicato sulle pagine di Shoujo Comics (o Sho-comi, Shogakukan) a partire dal Marzo del 1982, viene serializzato settimanalmente fino al 1984 e raccolta in 5 volumi. La rivista pubblica storie adatte ad un pubblico di bambine e ragazzine fino ai 13 anni ma, nonostante questo tipo di target, il manga di Georgie tratta tematiche leggermente più adulte, drammatiche e cupe, ma con una freschezza che la rende godibile al tipo di pubblico a cui è indirizzata la rivista.
Il manga racconta le vicende di Georgie, biondina tutto pepe che vive in Australia del 1900, e dei suoi due fratelli: il docile e calmo Arthur e il ribelle e tenace Abel. L'avventura inizia quando Georgie incontra e si innamora del ricco Lowell, nobile Londinese e nipote del governatore di Sidney, il quale ricambia l'amore di Georgie (nonostante promesso alla nobile Elise). Ben presto Georgie scoprirà di non essere la vera sorella di Arthur ed Abel, entrambi innamorati della sorellastra, e i giorni felici sono destinati a finire con la fuga d'amore di Georgie a Londra (da Lowell) e l'inseguimento dei fratelli.
Da qui si susseguono una serie di avvenimenti dalla drammaticità sempre più marcata, dalle tematiche a tinte scure quali prigionia, droga e morte, il tutto condito da un po' di azione e qualche scena un po' spinta. Questi, accompagnato dal superbo disegno, sono il punto forte dell'opera che risulta appassionante, avvincente e intrattiene il lettore tenendolo incollato fino all'ultima pagina. I personaggi sono ottimamente caratterizzati e si vede la mano esperta di uno sceneggiatore del calibro di Man Yazawa che non fa mai agire senza motivo i suoi personaggi e non li fa mai uscire dagli schemi da lui imposti.
I disegni di Yumiko Igarashi sono di una bellezza assai rara e inusuale per i shojo manga dell'epoca. I dettagli e la cura maniacale degli sfondi, la composizione ariosa e fresca della tavola che non risulta mai lineare, ma non per questo scorrevole (differenza principale tra gli shojo manga e gli shonen dell'epoca) e gli effetti visivi creati dal tratteggio e dal puntinato rendono il tutto un'esperienza sorprendentemente pazzesca. Il diverso spessore del tratto utilizzato a seconda della situazione in corso, creano quell'atmosfera che rende quasi impossibile interrompere la lettura. La meticolosità nel riprodurre i vestiti, le pieghe, i pizzi e i merletti è a dir poco stupefacente; anche gli sfondi, spesso interni di camere barocche e sfarzose, rappresentano un punto forte del disegno, dettagliati, mai abbozzati, riescono a riempire la tavola con meraviglia (un plauso per gli assistenti della maestra Igarashi).
Lo stile dell'autrice è una via di mezzo tra la vecchia scuola anni '70 che impone tratti spessi e veloci e la morbidezza degli anni'80 risultando personale, assai gradevole e mai pesante. Con quest'opera l'autrice raggiunge l'apice della bellezza dei suoi disegni.
Insomma, ci troviamo davanti ad un manga che ha fatto storia, che è stato pubblicato in tutta Europa, da cui è stata tratta una serie animata (che è stata alleggerita nei toni e quindi da un finale diverso) e un romanzo.
Chiunque, leggendolo, riuscirà facilmente ad appassionarsi alla trama e tiferà per il ragazzo ideale per Georgie.
Una lettura consigliata e obbligatoria per i fan degli shojo vecchia scuola ma anche a tutti coloro che vogliono leggere una storia d'amore in stile feuilleton dai risvolti drammatici e inaspettati che riesce a rapire anche il più accanito lettore di shonen e senien.
Non lasciatevi influenzare dai vecchi ricordi della serie TV, non fatevi ingannare dalle altre opere dell'autrice (dove qui fortunatamente disegna e basta) non rimanete vincolati nel connubio shoujo=fiori & miele... non cadete nel mio errore con cui ho snobbato quest'opera per decenni... e buttatevi nella lettura.
Come ultima nota, consiglio di recuperare l'edizione della Magic Press (MX manga) in 4 volumi, con pagine a colori e sovra coperta ad un prezzo vantaggioso.
Shaman King
8.0/10
Recensione di ::Koizumi::
-
Quello che sarebbe potuto essere Shaman King, non è dato a sapersi.
Quello che è stato Shaman King, purtroppo, è un manga dal potenziale illimitato ma solamente accennato, iniziato con grandi aspettative e finito storpio, monco di un finale che non sarebbe stato da arroganti pretendere e arrivato solo in un secondo momento, quando il danno era già stato fatto.
La colpa può essere senz'altro del buon Hiroyuki Takei, autore dal talento cristallino non sempre in grado di gestirlo al meglio nell'intera durata di un manga, ma è anche e soprattutto della solita Shueisha, che complice un calo del gradimento del manga, prima abbandona l'autore a se stesso per concentrare i proprio sforzi pubblicitari su altro, e poi cancella la serie da un giorno all'altro quando i suddetti sforzi di marketing avevano prodotto dei titoli talmente interessanti da non potersi più permettere di conservare un posto per il povero Hiro, che, sedotto e abbandonato, è stato rimandato a casa.
Shaman King è un manga che parte forte, ha quel qualcosa di originale che colpisce subito, a partire dalla grafica: il chara design è stupendo pur nella sua stranezza, l'uso del deformed è simpatico e i personaggi sono tutti graficamente accattivanti. Il tratto di Takei si evolve col passare dei numeri, diventando sempre meno buffo e sempre più serio, ma mantenendo inalterata la qualità e l'originalità. Tutto il manga, dal punto di vista grafico, è ottimo, ma sono forse troppo di parte per poterlo giudicare serenamente.
Anche il soggetto di base, ovvero gli sciamani, è senz'altro originalissimo. Il contesto che ne deriva, con tutto il bagaglio di leggende, mitologie, culture che si confrontano e ambientazioni nostalgiche è senz'altro affascinante, oltre ad essere funzionale sotto altri aspetti: gli sciamani infatti hanno l'abilità di evocare gli spiriti, quindi non saranno loro in prima persona a combattere, ma combatteranno tramite spiriti che li possederanno o possederanno oggetti che li renderanno quindi utilizzabili come armi.
Non si vede proprio tutti i giorni una meccanica simile, e anche se andando indietro di qualche anno si trova un manga a cui il buon Takei potrebbe essersi ispirato, la cosa non distrugge più di tanto il meccanismo di power-up che l'autore imbastisce e farà evolvere discretamente bene per tutta la durata del manga.
La struttura con cui si sviluppa Shaman King poi è fresca, pur essendoci proposta la solita carrellata di personaggi nella fase iniziale, le storia non procede in maniera schematica, ma lascia spazio ad avvenimenti, colpi di scena, fasi di power-up e tanti flashback, a mio avviso vero punto di forza del manga. È proprio in quei frangenti, infatti, che Takei ci regala le sue prestazione migliori da sceneggiatore, svelandoci cose che non sospettavamo e che si incastrano perfettamente con il seguito, ma soprattutto regalandoci tante belle storie, alcune delle quali sono rimaste nel mio cuore.
C'è in particolare un flashback che ricordo in maniera indelebile, che riguarda il passato, tragico, della protagonista femminile del manga. Non sono più di due volumi, ma la poesia di quei capitoli, le emozioni tristi e di angoscia, ma allo stesso tempo di puro romanticismo che trasudano da quelle pagine, mi hanno fatto adorare in maniera incondizionata questo manga, oltre ad avermi convinto che Takei in un altro contesto avrebbe potuto fare ben altro, perché è autore molto meno banale di quello che sembra e che trasmette nel resto della sua sfortunata produzione.
Certo, Shaman King ha anche i suoi punti morti, che alla fine della fiera sono stati molto più decisivi dei punti di massimo splendore, portandolo inesorabilmente al drop.
Pur potendo muovere una critica al pubblico giapponese, sicuramente non propenso ad aspettare un autore impelagato in una fase difficile, c'è anche da dire che i punti morti di Shaman King sono veramente morti, e ci parlano senza mezzi termini del "nulla", in una fase della storia che doveva teoricamente ingranare la quinta e portarci dritti dritti alla fase finale di quello che sarebbe stato, a quel punto, un manga eccezionale, e invece si ferma e mette le quattro frecce per aspettare un'ispirazione che, a quanto pare, non si decideva ad arrivare.
E l'idea è proprio quella: un manga con uno dei cattivi più forti della storia, che dalla sua prima apparizione, come in nessun altro caso, dà l'idea di non poter essere battuto nemmeno con tutti i power-up del mondo, prosegue capitolo per capitolo confermandoci sempre più questa tesi, invece di cercare di smontarla o di fornirci un qualche punto debole.
Si arriva quindi ad un certo punto a pretendere di capire come i nostri eroi potranno saltarci fuori, e qui purtroppo Takei sembra saperne quanto noi.
Il pubblico, purtroppo, sembra accorgersene prima di lui.
È la fine di Shaman King.
Ed è un peccato, perché in un manga come questo, anche e soprattutto i personaggi funzionavano benissimo.
Abbiamo, ad esempio, uno tra i protagonisti più originali degli ultimi vent'anni: svogliato, tremendamente tranquillo. rilassato e sfacciatamente positivo anche quando la situazione volge al peggio, per nulla smanioso di rubare la scena al prossimo e, concediamoglielo, anche generoso come la regola vuole. A parole però, non credo che sia descrivibile il carattere di Yoh Asakura, che si troverà immerso in un universo di personaggi originali e sfaccettati, a partire dalla sua ragazza Anna, altro vero cardine del manga e altra personalità brillante, passando poi per lo strambo Ryu, che fino all'ultimo si fatica a reputare un personaggio serio e con una sua utilità, per lo stereotipatissimo Ren, Vegeta di turno usato per mettere in risalto Yoh, e da tanti altri soggetti dal carattere forte.
In conclusione, consiglio comunque a tutti gli amanti dello shonen di dare una possibilità a Shaman King, soprattutto ora che anche in Italia abbiamo la versione definitiva del manga, che presenta finalmente un vero finale capace in qualche modo di mettere un punto vero alla storia. Non sappiamo se questo sarebbe stato il vero finale che Takei avrebbe ideato con un po' più di tempo a sua disposizione all'epoca della serializzazione su rivista, ma questo passa in convento e siccome tutto sommato è meno peggio del previsto, accontentarsi è l'unica cosa che possiamo fare.
Il manga comunque, a fronte di alcune zone d'ombra piuttosto importanti, saprà regalarvi anche tantissime cose molto positive.
Quello che è stato Shaman King, purtroppo, è un manga dal potenziale illimitato ma solamente accennato, iniziato con grandi aspettative e finito storpio, monco di un finale che non sarebbe stato da arroganti pretendere e arrivato solo in un secondo momento, quando il danno era già stato fatto.
La colpa può essere senz'altro del buon Hiroyuki Takei, autore dal talento cristallino non sempre in grado di gestirlo al meglio nell'intera durata di un manga, ma è anche e soprattutto della solita Shueisha, che complice un calo del gradimento del manga, prima abbandona l'autore a se stesso per concentrare i proprio sforzi pubblicitari su altro, e poi cancella la serie da un giorno all'altro quando i suddetti sforzi di marketing avevano prodotto dei titoli talmente interessanti da non potersi più permettere di conservare un posto per il povero Hiro, che, sedotto e abbandonato, è stato rimandato a casa.
Shaman King è un manga che parte forte, ha quel qualcosa di originale che colpisce subito, a partire dalla grafica: il chara design è stupendo pur nella sua stranezza, l'uso del deformed è simpatico e i personaggi sono tutti graficamente accattivanti. Il tratto di Takei si evolve col passare dei numeri, diventando sempre meno buffo e sempre più serio, ma mantenendo inalterata la qualità e l'originalità. Tutto il manga, dal punto di vista grafico, è ottimo, ma sono forse troppo di parte per poterlo giudicare serenamente.
Anche il soggetto di base, ovvero gli sciamani, è senz'altro originalissimo. Il contesto che ne deriva, con tutto il bagaglio di leggende, mitologie, culture che si confrontano e ambientazioni nostalgiche è senz'altro affascinante, oltre ad essere funzionale sotto altri aspetti: gli sciamani infatti hanno l'abilità di evocare gli spiriti, quindi non saranno loro in prima persona a combattere, ma combatteranno tramite spiriti che li possederanno o possederanno oggetti che li renderanno quindi utilizzabili come armi.
Non si vede proprio tutti i giorni una meccanica simile, e anche se andando indietro di qualche anno si trova un manga a cui il buon Takei potrebbe essersi ispirato, la cosa non distrugge più di tanto il meccanismo di power-up che l'autore imbastisce e farà evolvere discretamente bene per tutta la durata del manga.
La struttura con cui si sviluppa Shaman King poi è fresca, pur essendoci proposta la solita carrellata di personaggi nella fase iniziale, le storia non procede in maniera schematica, ma lascia spazio ad avvenimenti, colpi di scena, fasi di power-up e tanti flashback, a mio avviso vero punto di forza del manga. È proprio in quei frangenti, infatti, che Takei ci regala le sue prestazione migliori da sceneggiatore, svelandoci cose che non sospettavamo e che si incastrano perfettamente con il seguito, ma soprattutto regalandoci tante belle storie, alcune delle quali sono rimaste nel mio cuore.
C'è in particolare un flashback che ricordo in maniera indelebile, che riguarda il passato, tragico, della protagonista femminile del manga. Non sono più di due volumi, ma la poesia di quei capitoli, le emozioni tristi e di angoscia, ma allo stesso tempo di puro romanticismo che trasudano da quelle pagine, mi hanno fatto adorare in maniera incondizionata questo manga, oltre ad avermi convinto che Takei in un altro contesto avrebbe potuto fare ben altro, perché è autore molto meno banale di quello che sembra e che trasmette nel resto della sua sfortunata produzione.
Certo, Shaman King ha anche i suoi punti morti, che alla fine della fiera sono stati molto più decisivi dei punti di massimo splendore, portandolo inesorabilmente al drop.
Pur potendo muovere una critica al pubblico giapponese, sicuramente non propenso ad aspettare un autore impelagato in una fase difficile, c'è anche da dire che i punti morti di Shaman King sono veramente morti, e ci parlano senza mezzi termini del "nulla", in una fase della storia che doveva teoricamente ingranare la quinta e portarci dritti dritti alla fase finale di quello che sarebbe stato, a quel punto, un manga eccezionale, e invece si ferma e mette le quattro frecce per aspettare un'ispirazione che, a quanto pare, non si decideva ad arrivare.
E l'idea è proprio quella: un manga con uno dei cattivi più forti della storia, che dalla sua prima apparizione, come in nessun altro caso, dà l'idea di non poter essere battuto nemmeno con tutti i power-up del mondo, prosegue capitolo per capitolo confermandoci sempre più questa tesi, invece di cercare di smontarla o di fornirci un qualche punto debole.
Si arriva quindi ad un certo punto a pretendere di capire come i nostri eroi potranno saltarci fuori, e qui purtroppo Takei sembra saperne quanto noi.
Il pubblico, purtroppo, sembra accorgersene prima di lui.
È la fine di Shaman King.
Ed è un peccato, perché in un manga come questo, anche e soprattutto i personaggi funzionavano benissimo.
Abbiamo, ad esempio, uno tra i protagonisti più originali degli ultimi vent'anni: svogliato, tremendamente tranquillo. rilassato e sfacciatamente positivo anche quando la situazione volge al peggio, per nulla smanioso di rubare la scena al prossimo e, concediamoglielo, anche generoso come la regola vuole. A parole però, non credo che sia descrivibile il carattere di Yoh Asakura, che si troverà immerso in un universo di personaggi originali e sfaccettati, a partire dalla sua ragazza Anna, altro vero cardine del manga e altra personalità brillante, passando poi per lo strambo Ryu, che fino all'ultimo si fatica a reputare un personaggio serio e con una sua utilità, per lo stereotipatissimo Ren, Vegeta di turno usato per mettere in risalto Yoh, e da tanti altri soggetti dal carattere forte.
In conclusione, consiglio comunque a tutti gli amanti dello shonen di dare una possibilità a Shaman King, soprattutto ora che anche in Italia abbiamo la versione definitiva del manga, che presenta finalmente un vero finale capace in qualche modo di mettere un punto vero alla storia. Non sappiamo se questo sarebbe stato il vero finale che Takei avrebbe ideato con un po' più di tempo a sua disposizione all'epoca della serializzazione su rivista, ma questo passa in convento e siccome tutto sommato è meno peggio del previsto, accontentarsi è l'unica cosa che possiamo fare.
Il manga comunque, a fronte di alcune zone d'ombra piuttosto importanti, saprà regalarvi anche tantissime cose molto positive.
Vi siete mai chieste, care amiche donne, cosa combiniamo noi maschi se ci lasciate troppo da soli? Bene, in questo manga troverete tutte le vostre risposte… anche se rimpiangerete di esservi poste certe domande!
Dall’autrice di “Ma quando mai?” <i>Kaneyoshi Izumi</i>, giunge in Italia, stavolta targato Planet Manga, uno shojo un po' atipico nel suo genere. Composta da 8 volumetti, <b>Seiho High School Men’s – Anche i ragazzi sognano l’amore</b>, è una serie che si confronta con le dinamiche dell’amore dalla prospettiva dei ragazzi, membri del sedicente “sesso forte”.
Protagonista principale degli eventi è <i>Maki Chikara</i>, studente dell’istituto superiore maschile Seiho. Dal momento che questa scuola è sita in un luogo remoto del Giappone e difficilmente accessibile, se non tramite un traghetto che passa una o due volte al giorno, gli iscritti vivono la loro routine fuori dal mondo come se fossero rinchiusi in una prigione in cui, cosa peggiore, non sono ammesse ragazze.
Il paragone non è forzato, anzi, sono gli stessi studenti ad indicare la loro scuola come una fredda Alcatraz dove la mancanza del candore femminile porta all’esasperazione ogni singolo residente, il quale, immerso nell’olezzo testosteronico più nauseabondo che mai, rischia persino di disimparare a conversare con una qualsiasi tipo di ragazza.
Maki, come gran parte dei suoi compagni di ce… *coff! coff!* di scuola, ha alle spalle delle storie d’amore passate, le quali in un certo senso bloccano sul nascere qualsiasi speranza per dei nuovi incontri.
Le situazioni che si verificano nel corso del manga sono ai limiti dell’inverosimile, paradossali ma quanto mai realistiche se le si decontestualizza portandole alla vita reale. C’è da farsi tante risate, da tifare per una coppia anziché un’altra, da riflettere sui problemi del passaggio dall’adolescenza all’età adulta, da piangere e restare senza parole davanti alla fatalità della vita che giorno dopo giorno ci mette a dura prova.
Ogni personaggio, tra i principali, è chiaramente delineato, volume dopo volume abbiamo un quadro generale sui caratteri e sulle debolezze di ognuno, simpatizzando presto per il nostro preferito.
Il manga, grazie alla spigliatezza narrativa dell’autrice, parte alla grande, incollando il lettore già dai primi capitoli: infermiere sexy, riviste clandestine tramandate come tesori da senpai a matricola, momenti ad alto tasso di truzzaggine, ma anche sguardi dolci, parole sussurrate, baci d’amore… tutto questo è “Seiho High School Men’s”.
Una volta che entrerete ad Alcatraz, non ne vorrete uscire più! <b>Voto</b>: 7
Dall’autrice di “Ma quando mai?” <i>Kaneyoshi Izumi</i>, giunge in Italia, stavolta targato Planet Manga, uno shojo un po' atipico nel suo genere. Composta da 8 volumetti, <b>Seiho High School Men’s – Anche i ragazzi sognano l’amore</b>, è una serie che si confronta con le dinamiche dell’amore dalla prospettiva dei ragazzi, membri del sedicente “sesso forte”.
Protagonista principale degli eventi è <i>Maki Chikara</i>, studente dell’istituto superiore maschile Seiho. Dal momento che questa scuola è sita in un luogo remoto del Giappone e difficilmente accessibile, se non tramite un traghetto che passa una o due volte al giorno, gli iscritti vivono la loro routine fuori dal mondo come se fossero rinchiusi in una prigione in cui, cosa peggiore, non sono ammesse ragazze.
Il paragone non è forzato, anzi, sono gli stessi studenti ad indicare la loro scuola come una fredda Alcatraz dove la mancanza del candore femminile porta all’esasperazione ogni singolo residente, il quale, immerso nell’olezzo testosteronico più nauseabondo che mai, rischia persino di disimparare a conversare con una qualsiasi tipo di ragazza.
Maki, come gran parte dei suoi compagni di ce… *coff! coff!* di scuola, ha alle spalle delle storie d’amore passate, le quali in un certo senso bloccano sul nascere qualsiasi speranza per dei nuovi incontri.
Le situazioni che si verificano nel corso del manga sono ai limiti dell’inverosimile, paradossali ma quanto mai realistiche se le si decontestualizza portandole alla vita reale. C’è da farsi tante risate, da tifare per una coppia anziché un’altra, da riflettere sui problemi del passaggio dall’adolescenza all’età adulta, da piangere e restare senza parole davanti alla fatalità della vita che giorno dopo giorno ci mette a dura prova.
Ogni personaggio, tra i principali, è chiaramente delineato, volume dopo volume abbiamo un quadro generale sui caratteri e sulle debolezze di ognuno, simpatizzando presto per il nostro preferito.
Il manga, grazie alla spigliatezza narrativa dell’autrice, parte alla grande, incollando il lettore già dai primi capitoli: infermiere sexy, riviste clandestine tramandate come tesori da senpai a matricola, momenti ad alto tasso di truzzaggine, ma anche sguardi dolci, parole sussurrate, baci d’amore… tutto questo è “Seiho High School Men’s”.
Una volta che entrerete ad Alcatraz, non ne vorrete uscire più! <b>Voto</b>: 7
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