I CD che raccolgono la maggior parte della colonna sonora di Welcome to the N.H.K. (WTTNHK) sono due, il Sunny side ed il Dark side. Io mi dedicherò a riportare alcune osservazioni di quest'ultimo album che si divide in 15 pezzi.

Premetto che escluderei subito dal quadro generale 3 traccie del disco, traccie nel vero senso della parola siccome si tratta di episodi perlopiù goliardici che non raggiungono il minuto di durata e servono più che altro come intermezzi (posti esattamente all'inizio, al centro ed in coda all'album). Per la cronaca abbiamo in ordine, il ritornello del tema "Ashita wa Tabun Daijoubu", probabilmente utilizzato come stacco pubblicitario, che a differenza del brano completo non è cantato ma esposto da una chitarra, il secondo è una semplice marcetta ed infine il terzo che è ancora il tema precedente riproposto a mo' di suoneria per cellulare.
 

Parto solo ora quindi a descrivere l'aria che tira fra le note delle restanti 12 canzoni. Canzoni vere e proprie, il cui numero a differenza di molte colonne sonore, rende questo album già più simile ad un normalissimo disco più che ad una raccolta di sottofondi musicali.

A mio parere l'intento degli autori infatti è proprio questo, non concentrarsi sul ruolo di accompagnamento della musica, ma lasciare che diventi una parte integrante dell'opera. Disegnate a pennello infatti, le canzoni si sposano tremendamente bene con le sensazioni che intercorrono tra le vicende dell'anime, merito dei Pearl Brothers, una non esageratamente popolare band giapponese degli anni 80/90 composta da Haruo Kubota, Vagabond Suzuki e Kenzo Saeki che scrive e arrangia praticamente tutto l'album. Un cantautorato ricco e fine che non scade mai nel banale, regalando un tocco davvero originale all'opera in questione.
Una pratica inoltre non molto diffusa, e forse per questo azzeccata, quella di usare un "vecchio" gruppo per un anime nuovo.
 
 
Alcune canzoni contenute in questo album sono vere e proprie gemme musicali. Impossibile restare seduti su un esplosiva "Ashita wa Tabun Daijoubu", accompagnata da un solo di armonica che sputa sangue e sudore, e che ha come unico difetto quello di interrompersi troppo presto; mentre una dolce "Dark Side ni Tsuitekite", unico pezzo completamente cantato da una voce femminile (Yui Makino), sembra quasi stonare tra gli altri brani grazie alla sua solarità.

Il pezzo più decantato dell'album è senza dubbio "Youkoso! Hitori Bocchi", che rappresenta uno dei momenti più alti del disco, un pezzo sentitissimo grazie anche al frequente e toccante uso che viene fatto nell'anime. Una semplice chitarra acustica prima accompagnata da una melodia nostalgica che man mano viene raggiunta da altri strumenti, fino a creare un'atmosfera maledettamente lamentosa e malinconica quasi come fosse un sussurro di disperazione. A mio parere un brano che stilisticamente potrebbe anche ricordare certe sonorità dei Pink Floyd, periodo Wish you where here.
 
 
Anche a livello musicale certi pezzi non si fanno certo anticipare, uno spigoloso intermezzo in 5/4 caratterizza "Sekai wa Boku wo Naguri ni Kuru", sovrastato da una valanga di note che vanno a pescare da sfumature mediorientali; da citare la chitarra elettrica solista in "Kimi ni Kuzure e ho e".
Altro momento davvero pregevole del disco credo stia in "Inbou wa Yoake ni Warau" dove un jazz assolutamente fuori dai canoni sale e scende, impazzisce, si placa e si dimena di nuovo fino a troncarsi di netto, il tutto sorretto da una sezione ritmica da urlo. Oltre a questo, il lento blues "Kyou Wa Yuuhi Yarou" a cui bastano un paio di note per inquadrare subito le svogliate sensazioni del protagonista, quando poi l'armonica parte per i fatti suoi, si è già catapultati altrove.
 
 
Un altro fattore da notare è che certi strumenti, presentandosi di rado, finiscono per caratterizzare i brani stessi, contribuendo alla varietà timbrica del disco; se l'album è composto principalmente da una formazione strumentistica Rock, gli altri strumenti diventano peculiari come la già citata armonica, l'uso della voce femminile, come negli ossessivi vocalizzi di "Ikasuze! Positive Thinking", o il tipico piano elettrico, che in particolare nel pezzo "Natsu no Nichi ni Youkoso!" si lascia andare a pennellate rilassanti e delicate senza mai risultare invadente. Quest'ultimo tema verrà ripreso, forse con ancora maggiore successo, nel CD Sunny Side, esposto da una chitarra elettrica.
 
 
Credo che (anche esulando dal CD preso in esame) il comparto musicale di Welcome to the NHK sia un pò particolare. Se infatti escludiamo le insert song o le canzoni create ad hoc, spesso nelle colonne sonore si sentono brani che sembrano eccessivamente funzionali alla scena che devono accompagnare; risultano quindi più anonime una volta slegate dal loro ruolo originale, o meglio non creano un contesto uniforme se si prende in esame l'OST nella sua interezza, ma solamente un variegato insieme di meri sottofondi musicali che accompagnano uno sketch comico, un momento drammatico etc. 
Questo disco invece penso che non lo faccia, o meglio non fino in fondo, poichè nonostante la diversità fra i brani, si può sentire un filo conduttore che collega le canzoni, uno sfondo emotivo comune. La cosa più importante è che la maggior parte di questi pezzi riesce ad avere un forte impatto anche se scollegato dalla serie d'animazione, ed una caratteristica non facile da trovare nelle colonne sonore di Anime, Film o serie in generale.

L'unico brano che mi sento di criticare da questo punto di vista è "Mushiburo to Nou to Tanin", una tetra cavalcata tribale di un paio di minuti.
Questa varietà d'altro canto costituisce anche il primo limite dell'album, difficilmente infatti risulta un ascolto semplice preso nella sua interezza, visto il modo disarmante con cui si passa da Heavy Metal, Blues o Jazz. Lo cosidererei quindi un contenitore di diversi ottimi pezzi, che riescono ad accompagnare i momenti di un anime altrettanto variegato in maniera orginale e coinvolgente.

Come ho riportato all'inizio esiste un'altro CD che contiene quasi tutti i restanti brani di questa OST; miscelandoli in modo diverso forse si sarebbe potuto creare due album più omogenei fra di loro, ma questo abbiamo.
Una pecca da dover considerare è quella di aver spesso tagliato le voci principali dei brani, spogliando quindi le canzoni rendendole così un filo più incolori, meno memorabili.
 

La reperibilità di questo CD non è ottimale, io lo trovai un paio di anni fa su Amazon, pagato un occhio, mi arrivò in circa un mese (tempistica non insolita per materiale che arriva direttamente dal Giappone).
Ciò nonostante su Youtube ci sono praticamente tutte le canzoni, e se vi ho incuriosito vi consiglio di ascoltarne qualcuna.
 

I Pearl Brothers negli anni '90


Mi scuso se ho lasciato passare molto tempo dall'ultima volta, spero come sempre di aver incuriosito qualcuno, o almeno di essere riuscito a presentare questo album in maniera degna.

Grazie per la lettura.

Utente: Vale.