La notizia è di quelle che indignano e che non si vorrebbero più leggere ma che, forse, non stupiscono più di tanto: da un sondaggio condotto dal Ministero della Giustizia è risultato che quasi il 40% dei residenti stranieri nel Sol Levante che hanno cercato un alloggio se lo sono visti negare e quasi un quarto non hanno ottenuto il posto di lavoro, mettendo così in evidenza la discriminazione in una società in gran parte omogenea.
Il sondaggio è stato condotto dal Centro per i diritti umani nei mesi di novembre e dicembre dello scorso anno, in un momento storico importante, in cui il numero dei lavoratori stranieri residenti in Giappone ha raggiunto livelli record e il paese si prepara ad ospitare le Olimpiadi a Tokyo nel 2020.
Nonostante questo, l'immigrazione rimane un argomento delicato in una terra dove i conservatori inneggiano all'omogeneità culturale e gli stranieri di fatto costituiscono meno del 2% della popolazione. L'indagine è stata condotta in modo tale che il Ministero della Giustizia potesse capire meglio quello gli stranieri possono subire e trovare così il modo di proteggere i loro diritti. I questionari sono stati inviati a 18.500 residenti stranieri con più di 18 anni, abitanti in 37 città di 16 prefetture diverse. Di questi formulari ne sono tornati indietro 4.252; il 33% degli intervistati è costituito da Cinesi, il 22% da Coreani e il 7% da Filippini. Più del 40% vive nell'arcipelago da più di dieci anni.
Dalle risposte si è evidenziato che il problema non risiedeva nella comprensione della lingua: infatti il il 95% di coloro a cui era stato negato un posto di lavoro e più del 90% di coloro a cui era stato negato l'alloggio parlano giapponese in modo fluente.
Una signora coreana ha dichiarato: "Il padrone di casa mi ha detto che non potevo vivere nella sua casa a causa della mia nazionalità. Sono nata e cresciuta in Giappone e il giapponese è l'unica lingua che conosco. Purtroppo ci sono ancora tanti pregiudizi in Giappone".
Inoltre è risultato che quasi il 20% dei 2.788 intervistati che aveva cercato lavoro negli ultimi cinque anni ha ricevuto una retribuzione inferiore rispetto ai loro colleghi giapponesi che facevano lo stesso lavoro e oltre il 17% ha dichiarato che sapevano di non poter ottenere una promozione in quanto stranieri.
Circa il 13% ha poi affermato che le loro condizioni di lavoro erano peggiori di quelle dei colleghi giapponesi, con orari più lunghi e meno giorni di riposo. Circa il 30% degli intervistati ha dichiarato di essere stato insultato o discriminato occasionalmente.
A questo proposito una ragazza brasiliana ha scritto: "Una volta ho cercato di entrare in un piccolo negozio di Harajuku ma il personale mi ha detto che era riservato ai soli giapponesi".
Fonte consultata:
JapanToday
JaponInfos
Il sondaggio è stato condotto dal Centro per i diritti umani nei mesi di novembre e dicembre dello scorso anno, in un momento storico importante, in cui il numero dei lavoratori stranieri residenti in Giappone ha raggiunto livelli record e il paese si prepara ad ospitare le Olimpiadi a Tokyo nel 2020.
Nonostante questo, l'immigrazione rimane un argomento delicato in una terra dove i conservatori inneggiano all'omogeneità culturale e gli stranieri di fatto costituiscono meno del 2% della popolazione. L'indagine è stata condotta in modo tale che il Ministero della Giustizia potesse capire meglio quello gli stranieri possono subire e trovare così il modo di proteggere i loro diritti. I questionari sono stati inviati a 18.500 residenti stranieri con più di 18 anni, abitanti in 37 città di 16 prefetture diverse. Di questi formulari ne sono tornati indietro 4.252; il 33% degli intervistati è costituito da Cinesi, il 22% da Coreani e il 7% da Filippini. Più del 40% vive nell'arcipelago da più di dieci anni.
Dalle risposte si è evidenziato che il problema non risiedeva nella comprensione della lingua: infatti il il 95% di coloro a cui era stato negato un posto di lavoro e più del 90% di coloro a cui era stato negato l'alloggio parlano giapponese in modo fluente.
Una signora coreana ha dichiarato: "Il padrone di casa mi ha detto che non potevo vivere nella sua casa a causa della mia nazionalità. Sono nata e cresciuta in Giappone e il giapponese è l'unica lingua che conosco. Purtroppo ci sono ancora tanti pregiudizi in Giappone".
Inoltre è risultato che quasi il 20% dei 2.788 intervistati che aveva cercato lavoro negli ultimi cinque anni ha ricevuto una retribuzione inferiore rispetto ai loro colleghi giapponesi che facevano lo stesso lavoro e oltre il 17% ha dichiarato che sapevano di non poter ottenere una promozione in quanto stranieri.
Circa il 13% ha poi affermato che le loro condizioni di lavoro erano peggiori di quelle dei colleghi giapponesi, con orari più lunghi e meno giorni di riposo. Circa il 30% degli intervistati ha dichiarato di essere stato insultato o discriminato occasionalmente.
A questo proposito una ragazza brasiliana ha scritto: "Una volta ho cercato di entrare in un piccolo negozio di Harajuku ma il personale mi ha detto che era riservato ai soli giapponesi".
Fonte consultata:
JapanToday
JaponInfos
Ad ogni modo dubito che tutta la popolazione giapponese o anche la grande maggioranza ragioni in questa maniera. Sicuramente c'è chi la pensa così ma è una mentalità che prende vita un pò ovunque nel mondo, dove più dove meno. Spero che la cosa si attenui comunque dato che risolvere del tutto ritengo sia impossibile.
No, ci sono anche India, Corea del Sud, Arabia Saudita e Giordania
https://www.quora.com/What-is-it-like-to-be-Chinese-in-Japan
Dalla mia esperienza personale , quello che ho potuto capire è che i giapponesi vogliono avere il "controllo". Sanno come si comporterebbe un giapponese, ma se fosse straniero? Li destabilizza e li mette a disagio.
è dai tempi delle Kuro Fune che non riescono a "gestire" una condizione multiculturale. Come un complesso. E quando si sono finalmente aperti all' occidente, lo hanno sempre fatto "adattando" tutto quello che arrivava in patria secondo il loro gusto e comprensione, che fosse letteratura, arte o cinema, leggi, tecnologia.
la loro è una scelta per preservare la propria identità, e io ne ho visto di gente maleducata straniera (anche inconsapevole) lavorando in un luogo pubblico.
Noi facciamo parte di un sistema che prevede lo scambio culturale-etnico. non possiamo essere razzisti, non dobbiamo essere razzisti, non vogliamo essere razzisti.
Sondaggio importante. Articolo sciocco.
Gli olandesi portarono i moschetti che furono decisivi nelle lotte intestine tra i vari clan, tanto che i Tokugawa una volta al potere diedero inizio a persecuzioni nei confronti dei cristiani poiché il rischio era troppo alto.
In Giappone le forze dell' ordine non ammazzano 136 civili neri in un anno.
Come ragionamento lo trovo interessante ma io sono del parere che i sondaggi lasciano un pò il tempo che trovano ed ecco perché non credo tutto il Giappone la pensi in questa maniera.
Un'ultima cosa, ma il Giappone l'esercito lo possiede! Le forze di di autodifesa, Jietai o JSDF, sono oltretutto uno degli eserciti più potenti al mondo, pur non partecipando in maniera attiva ad alcun tipo di conflitto moderno.
@Meitei
Tali persecuzioni avevano delle profonde motivazioni politiche più che religiose e iniziarono già prima dell'insediamento dei Tokugawa, quando Hideyoshi era ancora al potere.
Le ragioni di tali persecuzioni risiedevano nel fatto che sia Hideyoshi che i Tokugawa in seguito, consideravano i cristiani una specie di "quinta colonna" asservita ai missionari di cui le potenze cattoliche di Spagna e Portogallo avrebbero potuto servirsi per conquistare e sottomettere il paese.
Gli olandesi seppero abilmente inserirsi in tale confronto, riuscendo a guadagnarsi la fiducia delle autorità giapponesi in quanto protestanti e a loro volta nemici dei cattolici, colmando in tal modo il vuoto commerciale che si era creato dopo la cacciata dei portoghesi e ottenendo l'esclusiva degli scambi commerciali con l'arcipelago.
Tale monopolio sarebbe durato sino all'arrivo delle navi nere di Perry e alla successiva sottoscrizione della convenzione di Kanagawa del 1854, che di fatto aprì forzatamente il paese al commercio con gli Sati Uniti.
Anche le grandi potenze europee, tra cui pure l'Italia (Trattato di amicizia e commercio tra Italia e Giappone, firmato a Yeddo il 25 agosto 1866), avrebbero successivamente ottenuto i medesimi privilegi degli americani, ponendo definitivamente fine al monopolio commerciale olandese.
Questo perché il Giapponese ha uno dei tassi di violenza verso gli altri più bassi al mondo. In Giappone però un omosessuale può essere diseredato perché tale, le donne subiscono mobbing sul lavoro senza alcuna possibilità di denuncia, lo straniero venerdì pagato meno, ha problemi ad accedere ad una casa, non può dare il proprio cognome al figlio ( ed il figlio di questo non è giapponese se non raggiunti i diciotto anni e rinunciando alla cittadinanza del genitore straniero). Ripeto, c'è il razzismo in America ma come in quasi tutto l'occidente la situazione è decisamente superiore a quella giapponese.
Strano ma vero, gli italiani generalmente piacciono a tutti.
Piacciamo in particolare a giapponesi e coreani, ma a casa nostra.
La cosa interessante è che non ci sono nemmeno tanti giapponesi che vivono stabilmente in Italia, poco più di 7000, rispetto ai 70 MILA della Germania, ai 60 mila del Regno Unito ed ai 30 mila della Francia!
Ecco! è sceso l'uomo del monte a valle. Che novelle ci porti?
Ti svelo un altro segreto: il mondo vero è fuori dalla tua cameretta...
è l'equivante sociale della scureggia in pubblico.
Di solito quando sono raffreddati indossano le mascherine, quindi resta tutto lì, all'interno. Oppure si sente il classico rumore "tiro su con il naso".
Però direi di chiudere qui, perché si sta andando ot
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