Anime, manga, videogiochi... La cultura degli otaku ha da sempre attrato migliaia di persone, soprattutto ragazzi e giovani adulti. Come ben sappiamo, questi media stanno diventando sempre più popolari anche qui da noi in Occidente, mentre in Giappone si sono ormai affermati molte decadi addietro. Sorge quindi una domanda: è cambiato qualcosa nella vita degli otaku giapponesi durante tutto questo tempo?
Recentemente il sito web Goo Ranking ha svolto sondaggio prendendo in esame un campione di 500 persone di entrambi i sessi e di età comprese fra i 20 e i 39 anni. Ai partecipanti è stato chiesto di elencare i tratti tipici della vita di un otaku vissuto durante l'era Showa. Nonostante questo periodo della storia giapponese sia durato dal 1926 fino al 1989, la sottocultura degli anime è diventata un fenomeno di massa solamente verso gli anni 80' e 90'. Questo sondaggio può quindi offrirci uno sguardo al fandom di 30 anni fa.
Ecco quindi le 10 principali differenze fra gli otaku di oggi e quelli del secolo scorso secondo i giapponesi!
Questo è molto probabilmento dovuto alla scarsa diffusione di internet all'epoca. Oggi ci sono molti forum e social network dove è possibile mostrare i propri cosplay, chiedere consigli su vestiti e accessori da indossare oppure organizzare raduni. Prima era molto più difficile organizzarsi e perciò questa moda era molto più ristretta.
Niente streaming o MP4. L'unico modo per salvare le puntate di una serie televisiva era registrare su videocassetta. Inoltre si correva sempre il rischio di danneggiare o consumare i fragili nastri neri. Senza contare poi la bassa qualità video e l'audio scricchiolante.
Un tempo le serie anime in Giappone venivano trasmesse durante il giorno o il tardo pomeriggio, creando così non pochi problemi a chi, una volta finito di lavorare, doveva rientrare velocemente a casa in modo da non perdere nemmeno un minuto di episodio. Gli otaku di oggi hanno invece il problema contrario: gli anime vengono mandati in onda durante la notte o in seconda serata e ciò significa chiaramente dover restare svegli fino a tardi. Ma grazie ai servizi streaming e all'on-demand, ora si può tranquillamente rimediare a questi inconvenienti.
Un tempo le star del mondo dello spettacolo era molto ben distanti dal loro target di riferimento poichè provenivano da una realtà diversa. Con l'avvento della nuova golden age delle idol e del boom della cultura otaku, le cantanti di seconda generazione hanno avuto guadagnato molta più familiarità con il mondo degli anime (sia perchè sono loro stesse delle fan e sia per motivi più prettamente "commerciali"), creando così dei legami più solidi con il pubblico. L'industria degli anime e quella delle idol vanno praticamente a braccetto adesso.
Inserire dati sensibili sul retro di fumetti autoprodotti che, in moltissimi casi, sono a sfondo sessuale e ritraggono personaggi appartenenti a svariati franchise protetti dai diritti di copyright è una pratica che è stata abbandonata da tempo. Ci chiediamo quale sia il perchè di questa scelta...
Trenta anni fa non esisteva l'e-commerce, quindi l'unico modo con il quale si poteva acquistare un dojinshi al di fuori delle fiere era per mezzo di un servizio postale.
Sia chiaro, ancora oggi la gente può guardarti in modo strano se si inizi ad elencare tutti i vari modellini di Gundam esistenti oppure ti metti a fare pose in stile JoJo durante la pausa pranzo in sala mensa (tutti noi abbiamo attraversato questa fase, purtroppo). Però attualmente la situazione generale sembra essere un po' cambiata da quando gli anime e i manga sono riusciti a ritagliarsi una grossa fetta di pubblico e diventare alquanto popolari. Anche chi non è un appassionato conosce le serie più famose o quelle del momento e i pregiudizi nei confronti dei fan stanno diminuendo con il passare degli anni.
Il termine otaku si può generalmente accostare a parole occidentali come nerd o geek, anche se originariamente questo appellativo aveva un significato decisamente più dispregiativo, soprattutto se utilizzato fuori contesto. Essere otaku oggi significa essere degli appassionati navigati, ma non per forza esageratamente incalliti.
Negli ultimi tempi in Giappone il termine yaoi è stato soppiantato dall'espressione boys' love (BL), la quale viene usata appunto per indicare i manga e gli anime che presantano tematiche omoerotiche maschili. Le fujoshi sono invece le fan di questo genere di storie, ma un tempo venivano chiamate diversamente con il nome di dojin onna (donne dojinshi), proprio perchè gli yaoi non erano così popolari come adesso e venivano quasi esclusivamente autoprodotti.
La parola yaoi è stata invece accantonata a causa del suo significato troppo esplicito. Essa infatti è l'abbreviazione dalla frase Yamete oshiri ga itai che tradotta significa: Ti prego, fermati! Mi fa male il..." (insomma, avete capito). Il termine sembra però sopravvivere fra i fan occidentali.
Si tratta di un'affermazione molto paradossale: negli anni 80' i protagonisti degli anime tendevano a comportarsi in modo eroico e sfacciato, cercando di non far trasparire nessun cenno di debolezza. Solo a partire dalla fine degli anni 90' sono apparsi i primi personaggi "tragici", ovvero che vivono situazioni conflittuali e soffrono di conflitti interiori.
Ma allo stesso tempo, la vita di un fan degli anime di trenta anni fa era molto più dura. Innanzitutto perchè si trattava ancora di un hobby di nicchia praticato da poche persone, ma inoltre era faticoso trovare qualcuno con cui confrontarsi e discutere delle proprie serie preferite. Ed è per questo motivo che la condizione del fan degli anime era vista come solitaria.
Con l'arrivo di internet, la situazione è ora ben diversa. Bastano veramente pochi click per trovare una community con la quale relazionarsi e incontrare gente con i tuoi stessi interessi. Parliamo sempre di relazioni virtuali, ma è comunque meglio di niente.
Ad ogni modo, il mondo otaku è sempre in continua evoluzione e questo confronto generazionale lo ha dimostrato. E voi vi ritrovate in queste affermazioni oppure pensate che sia cambiato anche qualcos'altro?
Fonte Consultata:
RocketNews24
Recentemente il sito web Goo Ranking ha svolto sondaggio prendendo in esame un campione di 500 persone di entrambi i sessi e di età comprese fra i 20 e i 39 anni. Ai partecipanti è stato chiesto di elencare i tratti tipici della vita di un otaku vissuto durante l'era Showa. Nonostante questo periodo della storia giapponese sia durato dal 1926 fino al 1989, la sottocultura degli anime è diventata un fenomeno di massa solamente verso gli anni 80' e 90'. Questo sondaggio può quindi offrirci uno sguardo al fandom di 30 anni fa.
Ecco quindi le 10 principali differenze fra gli otaku di oggi e quelli del secolo scorso secondo i giapponesi!
10. C'erano molti meno cosplayer rispetto ad adesso. (38 risposte)
Questo è molto probabilmento dovuto alla scarsa diffusione di internet all'epoca. Oggi ci sono molti forum e social network dove è possibile mostrare i propri cosplay, chiedere consigli su vestiti e accessori da indossare oppure organizzare raduni. Prima era molto più difficile organizzarsi e perciò questa moda era molto più ristretta.
9. Gli anime si guardavano sulle videocassette fino a quando non si consumavano del tutto. (39 risposte)
Niente streaming o MP4. L'unico modo per salvare le puntate di una serie televisiva era registrare su videocassetta. Inoltre si correva sempre il rischio di danneggiare o consumare i fragili nastri neri. Senza contare poi la bassa qualità video e l'audio scricchiolante.
8. Quando un anime andava in onda in prima serata, bisognava scappare in fretta verso casa! (40 risposte)
Un tempo le serie anime in Giappone venivano trasmesse durante il giorno o il tardo pomeriggio, creando così non pochi problemi a chi, una volta finito di lavorare, doveva rientrare velocemente a casa in modo da non perdere nemmeno un minuto di episodio. Gli otaku di oggi hanno invece il problema contrario: gli anime vengono mandati in onda durante la notte o in seconda serata e ciò significa chiaramente dover restare svegli fino a tardi. Ma grazie ai servizi streaming e all'on-demand, ora si può tranquillamente rimediare a questi inconvenienti.
7. Le cantanti idol non rivelavano pubblicamente di essere otaku. (43 risposte)
Un tempo le star del mondo dello spettacolo era molto ben distanti dal loro target di riferimento poichè provenivano da una realtà diversa. Con l'avvento della nuova golden age delle idol e del boom della cultura otaku, le cantanti di seconda generazione hanno avuto guadagnato molta più familiarità con il mondo degli anime (sia perchè sono loro stesse delle fan e sia per motivi più prettamente "commerciali"), creando così dei legami più solidi con il pubblico. L'industria degli anime e quella delle idol vanno praticamente a braccetto adesso.
6. Sul retro della copertina di un dojinshi era possibile trovare il vero nome e l'indirizzo dell'autore. (44 risposte)
Inserire dati sensibili sul retro di fumetti autoprodotti che, in moltissimi casi, sono a sfondo sessuale e ritraggono personaggi appartenenti a svariati franchise protetti dai diritti di copyright è una pratica che è stata abbandonata da tempo. Ci chiediamo quale sia il perchè di questa scelta...
4 (pari merito). Quando si comprava un dojinshi, i soldi venivano inviati tramite posta. (46 risposte)
Trenta anni fa non esisteva l'e-commerce, quindi l'unico modo con il quale si poteva acquistare un dojinshi al di fuori delle fiere era per mezzo di un servizio postale.
4 (pari merito). Se rivelavi alle altre persone la tua passione per gli anime, potevi beccarti strane occhiate. (46 risposte)
Sia chiaro, ancora oggi la gente può guardarti in modo strano se si inizi ad elencare tutti i vari modellini di Gundam esistenti oppure ti metti a fare pose in stile JoJo durante la pausa pranzo in sala mensa (tutti noi abbiamo attraversato questa fase, purtroppo). Però attualmente la situazione generale sembra essere un po' cambiata da quando gli anime e i manga sono riusciti a ritagliarsi una grossa fetta di pubblico e diventare alquanto popolari. Anche chi non è un appassionato conosce le serie più famose o quelle del momento e i pregiudizi nei confronti dei fan stanno diminuendo con il passare degli anni.
3. La gente non si autodefiniva "otaku". (47 risposte)
Il termine otaku si può generalmente accostare a parole occidentali come nerd o geek, anche se originariamente questo appellativo aveva un significato decisamente più dispregiativo, soprattutto se utilizzato fuori contesto. Essere otaku oggi significa essere degli appassionati navigati, ma non per forza esageratamente incalliti.
2. I BL venivano chiamati yaoi, mentre le fujoshi si chiamavano dojin onna. (52 risposte)
Negli ultimi tempi in Giappone il termine yaoi è stato soppiantato dall'espressione boys' love (BL), la quale viene usata appunto per indicare i manga e gli anime che presantano tematiche omoerotiche maschili. Le fujoshi sono invece le fan di questo genere di storie, ma un tempo venivano chiamate diversamente con il nome di dojin onna (donne dojinshi), proprio perchè gli yaoi non erano così popolari come adesso e venivano quasi esclusivamente autoprodotti.
La parola yaoi è stata invece accantonata a causa del suo significato troppo esplicito. Essa infatti è l'abbreviazione dalla frase Yamete oshiri ga itai che tradotta significa: Ti prego, fermati! Mi fa male il..." (insomma, avete capito). Il termine sembra però sopravvivere fra i fan occidentali.
1. Se ti piacevano gli anime, venivi scambiato per una persona introversa. (68 risposte)
Si tratta di un'affermazione molto paradossale: negli anni 80' i protagonisti degli anime tendevano a comportarsi in modo eroico e sfacciato, cercando di non far trasparire nessun cenno di debolezza. Solo a partire dalla fine degli anni 90' sono apparsi i primi personaggi "tragici", ovvero che vivono situazioni conflittuali e soffrono di conflitti interiori.
Ma allo stesso tempo, la vita di un fan degli anime di trenta anni fa era molto più dura. Innanzitutto perchè si trattava ancora di un hobby di nicchia praticato da poche persone, ma inoltre era faticoso trovare qualcuno con cui confrontarsi e discutere delle proprie serie preferite. Ed è per questo motivo che la condizione del fan degli anime era vista come solitaria.
Con l'arrivo di internet, la situazione è ora ben diversa. Bastano veramente pochi click per trovare una community con la quale relazionarsi e incontrare gente con i tuoi stessi interessi. Parliamo sempre di relazioni virtuali, ma è comunque meglio di niente.
Ad ogni modo, il mondo otaku è sempre in continua evoluzione e questo confronto generazionale lo ha dimostrato. E voi vi ritrovate in queste affermazioni oppure pensate che sia cambiato anche qualcos'altro?
Fonte Consultata:
RocketNews24
Ogni volta che lo leggo muoio dalle risate XD più esplicito di così non si può.
A proposito dello scrivere l'indirizzo sulla copertina delle dojinshi, è anche così che l'identità della maestra Eiki-Eiki (in quanto nipote dell'ex primo ministro) è stata scoperta...
Questa cosa non è cambiata.
Sopratutto sé hai una certa età può capitare che sè riveli la tua passione per gli anime ti facciano apprezzamenti del tipo: "ancora stai dietro a queste cose all'età tua!" oppure "sono cose per bambini non per gente cresciuta" oppure "devi crescere!".
Ecco perché nella vita reale, all'infuori delle manifestazioni o di internet, nessuno o quasi parla di queste cose e le tiene segrete.
Purtroppo hai ragione, con l'aggravante che chi ti fa questi discorsi, nella maggior parte dei casi, non ha mai nemmeno sfogliato un buon manga.
Anche io me la prendevo per questo motivo, con l'aggiunta di "alla tu età devi pensare alle ragazze!", che detto così sembra voglia dire "devi metterti con la prima che ti capita solo per status sociale, anche a costo di rinunciare completamente a interessi e amicizie", poi maturando sono arrivato alla conclusione che, se molte persone mi hanno ritenuto uno sfigato per i miei interessi, anche io allo stesso modo ritengo certe persone sfigate per il loro modo di vivere (ad esempio chi si interessa solo di calcio e motori, chi guarda reality o tv spazzatura, chi non prende in mano un libro neanche a pagarlo), quindi in un qualche modo "siamo pari".
Sulle doujinshi… per me è sempre fantastico il rapporto un più personale che sussiste tra autore e compratore. Proprio di recente ne ho presa qualcuna, e ho fatto una foto a tutti i bigliettini scritti a mano ricevuti
Sugli yaoi, anch’io avevo sentito yamanashi ochinashi iminashi come detto nei commenti sopra, insomma qualcosa simile al PWP (plot,what plot) che si usa nelle fanfiction Dojin onna però non l’avevo mai sentito!Fantastico XD
Sul rivelare la passione agli altri, è ancora vero seppur forse un po’ meno rispetto a diversi anni fa, io da piccola passai anni duri per non aver nascosto i miei interessi.
Il termine otaku penso che in Giappone col tempo stia cambiando di significato “per riflesso” dall’accezione che ha preso in Occidente, ovvero non più “fanatico ossessivo compulsivo (di qualcosa)” ma “appassionato di cartoni e fumetti giapponesi”, la stessa cosa che è successa per il termine nerd in America, che nel significato originale voleva dire semplicemente “secchione”.
Sull’ultimo punto, anche qui, non penso siano cambiate molto le cose, chi si rifugia a leggere/vedere opere di fantasia è perché non prova interesse o ha paura della realtà, preferendo quindi altri “mondi” diversi dal proprio.
Poi va be, che su questo punto in particolare internet abbia migliorato la situazione…………mah, non sono completamente d’accordo; c’è più scambio di informazioni e maggiore consapevolezza dei propri gusti rispetto al passato, questo si, però la fatica di relazionarsi col prossimo rimane la stessa per chi è abituato da sempre a isolarsi, anche se ora è stato trovato un argomento in comune, che però per l’appunto si tratta pur sempre di un hobby prettamente solitario…………so che sto per dire un controsenso, ma a me sembra tanto che, più che “relazioni virtuali”, chi ha questa passione, nella maggior parte dei casi, ha semplicemente trovato su internet altre persone con cui “isolarsi in compagnia”………non so se mi spiego
Per quanto riguarda il pregiudizio: paradossalmente lo si può trovare nelle stesse community di appassionati tanto ricercate. Sia per ciò che si apprezza, come lo si apprezza e dall'intensità del tutto
Personalmente parlando non mi è mai capitato e non ho mai avuto problemi a rivelare il mio amore per i manga. Ho invece notato che un mio ex compagno di classe era continuamente vessato perché condivideva questa mia stessa passione...forse in fondo anche in questo campo il modo in cui si viene visti cambia molto in base al sesso della persona.
Ignoranza allo stato puro, comunque.
Mi sa che il cuscino è il male minore.....QUELLA CAMICIA!?!?!?!
Beh, c'è da dire che Sailor Moon è uno di quei manga fortemente conosciuti in Italia più per il famoso anime trasmesso su Italia 1 che per la sua versione cartacea. Era uno dei tanti cartoni per bambini trasmessi su Bim Bum Bam, quindi è facile che venga visto e catalogato come "infantile" rispetto a tante altre opere. Se a 15/20 anni mi fossi fatta vedere in giro per scuola leggendo Sailor Moon avrei sicuramente suscitato reazioni diverse rispetto a quelle che avrei ottenuto facendo la stessa cosa con Black Cat (giusto per dirne uno che seguivo con fervore ai tempi). Non solo per una questione di genere, potrei citarne anche di più femminili...ma proprio per come è conosciuto. [N.B.: con questo ovviamente non voglio dire che il trattamento che ha ricevuto fosse meritato, sia ben chiaro. E per inciso Sailor Moon piace anche a me.]
Per ciò che riguarda il mio compagno, invece, la differenza di trattamento era lampante e davvero inconcepibile. Abbiamo gusti tutto sommato molto simili, ci capita ancora oggi di leggere spesso le stesse cose. Eppure se da una parte io suscitavo curiosità e apprezzamento, dall'altra lui era preso in giro e costantemente deriso.
?
Ma chi scrive sta roba? Evidentemente qualche otaku cresciuto nei novanta e magari evangelion è il primo anime ad aver visto.
Già negli anni 60, ma anche 70 e 80, c'erano personaggi simili...
Poi:
"Ma allo stesso tempo, la vita di un fan degli anime di trenta anni fa era molto più dura. Innanzitutto perchè si trattava ancora di un hobby di nicchia praticato da poche persone, ma inoltre era faticoso trovare qualcuno con cui confrontarsi e discutere delle proprie serie preferite. Ed è per questo motivo che la condizione del fan degli anime era vista come solitaria."
Ma come sia fa a scriverà ste cose?
Neanche commento.... Non credete ad una sola parola.
Per il terzo punto, invece, negli ultimi anni qui in occidente si è diffuso (e ha preso il posto del termine "otaku") il termine "weeaboo" che praticamente tutti all'estero lo usano per indicare ogni persona che guarda anime.
Quello non e' un tizio qualunque! E' il sommo maestro Melon pan! Sensei prendo in carico io l'onere di farla conoscere al mondo! (una semplice visita al suo canale youtube basta e avanza per comprendere)
Detto questo interessante articolo, quanto tempo dall'ultima videocassetta guardata..
Forse la minor ostilità verso questo mondo è dovuta anche ad una saturazione generale dei sistemi sociali. Oggi bene o male tutti sono otaku perché un qualunque gruppo facebook, whatsapp, ecc. (anche quelli che non sanno nemmeno cosa siano anime e manga) è una sorta di mondo a sé. Anche se l'ostilità permane forse è un tipo diverso di ostilità, con un'altra ottica. Sembra più una sorta di tifoseria. Squadre diverse ma lo sport è lo stesso.
E poi guardano Grande Fratello o l'Isola dei famosi che è roba da "adulti".....
Personalmente le grandi differenze che noto rispetto al passato, sono la facilità di procurarsi info e addirittura di guardare episodi in contemporanea al Giappone(quando una volta il massimo era qualche articoletto su giornalini dedicati, ritagliavo e conservavo con cura ogni minima immagine disponibile neanche fosse una sacra reliquia..O_O) e il fatto che sì..non siamo più guardati come alieni, la gente sa ormai più o meno di cosa parli e una ragazza in fumetteria non è più guardata con orrore e sospetto
Fake, in quanto un vero uomo avrebbe preso da bere anche a Nia... che egoista
EDIT: potrebbe averlo fatto, ma sono confuso circa il posizionamento dei bicchieri sul bancone
Analisi ineccepibile. La tendenza generale verte sempre più verso l'isolamento, indipendentemente da quale sia la causante. Quando vado in università lo scenario sul treno è sempre identico: tutti e dico tutti con il proprio smartphone in mano. Non importa come basta isolarsi dagli altri, atmosfera surreale per quanto mi riguarda. Sarà un discorso qualunquista ma corrisponde a verità purtroppo.
In fumetteria sì, ma non sono mai state viste male lì le ragazze. Ti assicuro però che alle fiere una non più giovane come me riceve parecchie occhiatacce.
tranne Penny nella fumetteria di Stwart. lì sembra si interrompa il tempo quando entra lei xD
Un caso non fa una statistica, ma io sono donna e il grosso delle volte che ho provato a confessare la mia passione ho avuto reazioni velatamente derisorie. Dai ragazzi a cui faccio ripetizioni che hanno una decina di anni meno di me (che fanno un sorrisetto incredulo dicendomi “ah si?”) a mio papà (che, se mi trova seduta su un divano a guardare anime dal tablet con le cuffie senza rompere a nessuno, fa gesti derisori barricandosi dietro il “eh ma con te non si può mai scherzare”), a una delle mie sorelle (che “voi nerd siete tutti uguali”), a mia mamma (che “che male c’è a leggere fumetti, è una passione come un’altra, mica spacci” ma “però se fossi venuta su fanatica come quelli di Big Bang Theory mi sparerei”). Io personalmente sono arrivata a leggere fumetti in treno ma cercando di mascherare un po’ la copertina, a guardare anime preferibilmente da sola, solo con le cuffiette per non far sentire l’audio giapponese (sennò cominciano a fare il verso) e ovviamente assolutamente non in tv. E non ho neanche mai considerato l’idea di imparare a cucire per farmi i cosplay perché “quelli sono matti”. Con gli altri (escluse quelle 2-3 persone che li leggono) semplicemente non ne parlo.
mi stava sfuggendo... ma come si fa ad andare al bar con il cuscino e risolvendo il tutto con una virile bevuta di birra???
PS: Io che son vecchia bacucca dico tuttora yaoi )))))
Non ho mai apprezzato molto le "accuse" che mi hanno fatto, talora mi fanno ancora, sul fatto che "perdi tempo"...consideravo insensate certe affermazioni e figlie, soprattutto, di un'assoluta incapacità di comprendere la realtà, ridotta a mera "esperienza materiale". Mera esperienza cumulativa.
E continuo a pensarla in questo modo.
Mi sono accorto però che non tutti gli amici con cui condividevo questa passione riuscivano a resistere alle pressioni. Perchè? Perchè in buona sostanza troppe persone si limitano a leggere, sfogliare le pagine, magari iimbustare tutto religiosamente, ma senza capire, cercare di capire quel che c'è dietro una pagina. Una storia.
oh il cuscinone, c'e l'ho anche io, con Mami Tomoe, purtruoppo è un po' porno, ma mia madre non se ne accorta quando me l'ha regalato (lei abborisce queste cose)
tutti questi cambiamenti, non so dire se è un bene o un male cmq
Immenso Otacon. E mi unisco al club dei dakimakura
dimenticavo che nno è il massimo se hai gatti, e tutto coi fili tirati... sempre bello però è un peccato
Scusa se mi intrometto ma mi si è stretto il cuore a leggere questo, è molto triste che l'opinione altrui ti vincoli in questa maniera. Non piace mai che venga sminuita una propria passione, ma penso sia meglio sopportare delle battutine che nascondersi. Almeno in famiglia (dove c'è gente che sicuramente ti vuol bene e quindi le prese in giro sono bonarie) dovresti sentirti libera di andare per la tua strada.
Che brutta situazione, io non so se ce la farei a sopportare tutto quello che hai scritto senza reagire in qualche modo...
Ehm, quanto vero... (e non solo gli anime, ma anche le videocassette della Disney XD)
[/quote] Io personalmente sono arrivata a leggere fumetti in treno ma cercando di mascherare un po’ la copertina, a guardare anime preferibilmente da sola, solo con le cuffiette per non far sentire l’audio giapponese (sennò cominciano a fare il verso) e ovviamente assolutamente non in tv. E non ho neanche mai considerato l’idea di imparare a cucire per farmi i cosplay perché “quelli sono matti”. Con gli altri (escluse quelle 2-3 persone che li leggono) semplicemente non ne parlo.[/quote]
Già, posso capirti. Se gli anime li guardo spesso con il marito (per fortuna una delle poche passioni che abbiamo in comune), i manga in treno o fuori li leggo sul Kindle (in eng o fr, in italiano non fanno molte trasposizioni digitali); iniziati gli anta provo un po' di disagio a farmi vedere in pubblico mentre leggo manga. Però, e forse questo è una mia fissazione, leggere in digitale non mi da tanto gusto come il cartaceo; come dire, per me è più o meno la stessa differenza tra ascoltare un concerto per pianoforte di Beethoven sullo stereo di casa o con le cuffiette in mp3 col cell.
Scusate la domanda, ma perché arrivare a camuffare copertine e a nascondersi? È così importante ciò che gli altri pensano? Soprattutto su un treno, dove la gente che ci attornia è composta da sconosciuti che probabilmente non rivedremo mai più. Dovreste dirvi "Chissenefrega!" e basta.
Il bello di una passione è che non ci intrattiene e basta: ci fa sentire felici, ci da soddisfazione, ci coinvolge. Se tutte queste emozioni positive devono finire sovrastate da preoccupazioni cosa ci resta?
Io non giudico gli altri per i loro hobby e mi aspetto di ricevere lo stesso trattamento. Se così non è capisco che la persona che ho di fronte ha la stessa capacità di pensiero di una suola, perché non è una passione a definirci né a renderci giusti o sbagliati. Chi vi ama davvero vi supporterà e vi apprezzerà anche se non condivide i vostri stessi gusti, agli altri non preoccupatevi di dire di farsi una bella tazza di cavoli propri.
Se poi mi volete parlare di cosplay io onestamente trovo stupendo vedere gente investire energie in quello che gli piace e che lo fa sentire bene. Mettere a frutto una passione non è cosa da tutti ed è qualcosa da elogiare, non da nascondere. Non importa che si tratti di cucina, scultura, violoncello o robotica, la categoria è del tutto ininfluente.
Fate ciò che vi sentite di fare senza paura di farlo. Chi vale la pena di avere accanto non avrà che belle parole e pensieri per voi, credetemi.
Per i punti 1 e 4 li ho provati anche se lievemente.
Sono già timida e riservata di mio,cosa che non mi ha aiutato a dire le mie passioni apertamente quanto fatte capire non direttamente (es. non sono appassionata di film quanto per quelli d'animazione..)
Ma ai tempi delle superiori si sapeva perchè disegnavo sempre nelle lezioni in stile manga e alcune compagne apprezzavano mentre altre,anche se le avevo avvertite del genere inusuale,deridevano la musica che avevo nell'mp3.. La rivincita fu quando TUTTE le prof mi appoggiarono la tesina sull'animazione giapponese!!
Capitava i primi anni che i miei mi facessero le solite battutine e rimproveri sopra citati ma ormai sanno quanto mi piace la cultura giapponese e affini.
Se c'è una citazione profonda nell'anime di turno la riporto e ne commentiamo la veridicità o profondità fino alla più banale..sorbirgli la j-music,soprattutto Arashi, tanto che la richiedono!!
Mi sono sempre nascosta anche io da quei pochi amici ma dopo essere stata a Tokyo me ne frego.. non ho più timore degli sguardi sul treno mentre leggo i manga appena presi,se passo in macchina cantando j-music ad alto volume,e in generale degli sguardi della gente..se vogliono guardare e giudicare che facciano pure!! (E fino poco tempo fa ero molto insicura e con tanti complessi fisici)
Capisco che c'è paura a venire giudicati però se non ci si apre, si fa vedere chi sei, ci si isolerà sempre di più..di contro quelli che raccontano tutto di sé, da amori,delusioni a problemi e strade sbagliate li si giudica comunque eppure sono quelli che socialmente parlando sono "fighi"...
Purtroppo non tutti hanno la tua maturità e profondità di pensiero. Il nostro paese è tristemente noto per l'arretratezza culturale di parte dei suoi cittadini.
Lo dici come se certe cose accadono solo qui...ti sbagli.
Il giudizio degli altri non è mai stato tale da farmi smettere di fare qualcosa a cui tenessi davvero, ma le bsttute che mi capita di ricevere tra persone che conosco a lungo andare sei solo stufo di sentirle e se agire “semi-nascostamente” me le risparmia allora mi adatto. È per il quieto vivere. Un po’ come quando i genitori da ragazzino ti riprendono per come esci vestito, va a finire che li assecondi ma appena giri l’angolo metti la maglietta che secondo loro è troppo sciatta ma a te piace tanto.
È vero: chi mi vuole bene non mi ama di meno per quello che leggo o guardo, ma non mi vorrebbe meno bene nemmeno se spacciassi (anche se, ovviamente, se spacciassi le sprangate sui denti non me le leverebbe nessuno).
no sono stato zitto... mi sono limitato a fare lo sguardo assente... se rispondevo avrei detto anche de peggio, ho qualche problema di gestione della rabbia
Già, posso capirti. Se gli anime li guardo spesso con il marito (per fortuna una delle poche passioni che abbiamo in comune), i manga in treno o fuori li leggo sul Kindle (in eng o fr, in italiano non fanno molte trasposizioni digitali); iniziati gli anta provo un po' di disagio a farmi vedere in pubblico mentre leggo manga. Però, e forse questo è una mia fissazione, leggere in digitale non mi da tanto gusto come il cartaceo; come dire, per me è più o meno la stessa differenza tra ascoltare un concerto per pianoforte di Beethoven sullo stereo di casa o con le cuffiette in mp3 col cell.[/quote]
per i cosplay anch'io ero un po' perplesso, poi mi è passata. Del resto la risposta perfetta, che mi ha consolato è, semplicemente: "Il cosplay l'hanno inventato gli americani con Star track e Star Wars
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