Vino di zucca, titolo originale "The Kabocha Wine", è un'opera non del tutto nuova nel nostro Paese, dato che nel corso degli anni Novanta l'anime in 95 episodi di Toei è stato trasmesso su varie tv regionali e poi parzialmente raccolto in videocassetta da Yamato Video, col titolo Sun College.
Il manga originale di Mitsuru Miura, pubblicato dal 1981 al 1984 su Shounen Magazine di Kodansha e poi raccolto in 18 volumi, arriva finalmente in Italia per la casa editrice Toshokan, che ha proprio di recente debuttato nelle nostre fumetterie.
È abbastanza curioso che, nella preziosissima intervista all'autore contenuta nel volume, egli stesso racconti come all'epoca della pubblicazione del suo manga i fumetti di genere commedia romantica/scolastica su Shounen Magazine fossero tre, compreso il suo, considerando che la rivale Shounen Sunday nello stesso periodo ne aveva fra le sue pagine circa una decina. Un dato che ci permette perfettamente di inquadrare Vino di zucca nel suo contesto dei primi anni Ottanta, quando la commedia era il genere di manga più popolare, con Shogakukan leader del settore grazie ai popolarissimi lavori di Mitsuru Adachi e Rumiko Takahashi, e la Shueisha di Shounen Jump che per il momento al genere faceva il verso con Stop! Hibari-kun di Hisashi Eguchi, ma presto avrebbe lanciato Wingman e Kimagure Orange Road per avere la sua fetta della torta.
Vino di zucca è la risposta di Kodansha. Un manga che deve farsi notare nel mare magnum delle commedie sentimentali, e lo fa in primis con un titolo accattivante che, l'ha detto l'autore, in realtà non vuol dire nulla, ha solo accomunato due oggetti che aveva davanti a sé e ci ha aggiunto "The" per rendere il tutto più cool su suggerimento dell'editor. Per differenziare la sua protagonista da quelle in voga nel periodo, piccole e carine come le idol ragazzine Akina Nakamori e Seiko Matsuda che facevano perdere la testa ai maschietti dell'epoca, Miura crea la sua Natsumi rendendola un po' più in carne, più alta, con un forte istinto materno nei confronti del protagonista. È lei, infatti, a innamorarsi a prima vista di Shunsuke, che diversamente da lei è basso, "sfigato", odia le donne perché costretto a lavorare nel negozio di intimo di famiglia ed è tutto l'opposto dei veri uomini a cui aspira.
Vino di zucca, da quanto visto nel primo volume (non ho mai visto la serie animata quindi non conosco gli sviluppi futuri), non si discosta molto da altre simili commedie romantiche/scolastiche del periodo. Come in Uruseiyatsura e High School Kimengumi la scuola è popolata da studenti e professori assurdi (il professore clone di Antonio Inoki dai metodi educativi super spartani non poteva certo mancare!), ci sono le classiche divise gakuran, i classici membri della tifoseria in stile Hiatari Ryoko che sembrano dei duri e invece sono dei bravi ragazzi, festival scolastici sopra le righe dove maschi e femmine si scontrano per decidere di abolire o istituire regole assurde. Nel frattempo, Natsumi è già cotta di Shunsuke da pagina 2, gli porta manicaretti in classe da brava mogliettina come Hikaru di Orange Road li porta al suo "tesoruccio", compagni di classe che li sfottono compresi. Shunsuke, invece, al momento è meno coinvolto, per lui Natsumi (come tutte le donne) è solo una seccatura, ma sappiamo che prima o poi si accorgerà di ricambiare i suoi sentimenti, e tra una vicenda assurda e l'altra c'è una certa curiosità di vedere come sarà sviluppata la storia d'amore.
Si tratta chiaramente un titolo figlio del suo tempo, sia come disegno (non è il meglio che ci fosse sulla piazza all'epoca, ma potrà eventualmente migliorare), sia come atmosfera e tipologia di personaggi. Questo forse potrebbe allontanare un lettore abituato a manga più moderni, dove il protagonista porta una divisa più cool con giacca e cravatta e magari cambia più ragazze nel corso della storia. Tuttavia, chi invece è cresciuto con questo tipo di anime e manga, si troverà perfettamente a suo agio, sia nel caso conoscesse già la storia per via dell'anime, sia nel caso non l'avesse mai visto ma di commedie anni Ottanta ne conosce parecchie e si trova a casa in questo tipo di atmosfere (è il mio caso).
Toshokan propone il titolo in un normale (non sono più volumi accorpati) volume con sovraccoperta, al prezzo oggi abbastanza popolare di 6.90 euro. Dentro ci sono diverse illustrazioni a colori e una graditissima intervista all'autore. La traduzione di Roberto Pesci è molto efficace nel suo rendere in maniera molto colloquiale la parlata dei personaggi. L'unico difetto che magari mi sento di segnalare è il tipo di carta utilizzato, piuttosto giallastra. In un certo senso, ci sta per un titolo datato come questo, dato che ti dà la sensazione di averlo pescato in uno di quegli imboscatissimi rigattieri nascosti nelle viuzze in Giappone, dove non va mai nessuno, il vecchio cassiere guarda distrattamente la TV, tu entri e ti ritrovi catapultato in un magico mondo d'epoca Showa con pile di manga vintage giallastri come questo accatastati ovunque, sui banconi, sotto i banconi, fino al tetto, a 100 yen l'uno, che aspettano solo te per farti sognare. Magari c'è anche Vino di zucca là in mezzo, ma devi scavare e sperare nella botta di fortuna per trovarlo...
Divagazioni a parte, noi oggi siamo abituati a un tipo di carta molto più bianca e pulita, quindi a qualcuno potrebbe dar fastidio ed è giusto segnalarlo.
Lui basso e orgoglioso maschilista, lei alta, bella ed estroversa. Frequentano la stessa scuola nelle rispettive sezioni separate (maschile e femminile) ed, inutile dire, che l'amore sboccerà tra i due dopo una serie di varie vicissitudini.
L(Eru) wa Lovely.
per me è no
la tematica di fondo del manga è invecchiata molto male
per leggerti tutta l'opera devi essere uno studioso del periodo e del genere
È un manga godibilissimo, i due personaggi sono entrambi dolcissimi! È il caso di dire “la strana coppia”, ma sono bello proprio per questo. Spero che ci sia anche un’evoluzione psicologica più profonda, ma da una storia “sempliciotta” come questa non me lo aspetto purtroppo… anche se sarebbe cosa gradita!
Che bella che era la vita di una volta, quando smartphone e social network non esistevano… leggere queste opere mi fa tornare indietro nel tempo! ♥️
Peccato che le pagine a inizio volume non sono a colori, avrei preferito quelle alla galleria a fine volume…
Gradita invece l’intervista e tutti i contenuti extra! Anche questo mi riporta con la mente al passato, quando nei manga degli anni 90 e 2000 c’erano tante rubriche carine a fine volume…
Il protagonista maschile poi lo trovavo insopportabile, al contrario di lei.
Quindi mi dispiace perché avrei supportato volentieri il genere proposto e la nuova casa editrice, ma passo.
Tradotto da una sinossi reperita sul web:
"La parola kabocha si riferisce a una zucca invernale o zucca giapponese (simile per molti versi a una zucca butternut). È noto per essere molto dolce e saporito, ma anche di grandi dimensioni"
Il fatto che la protagonista sia "grossa e dolce" sarà un puro caso...o forse no?
ma anche no
quando dovevi chiamare una ragazza speravi sempre non rispondesse il padre
e se no toccava citofonare per beccarsi
non è che siccome eravamo giovani allora tutto quello del passato era meglio
se no che bello che era non avere internet a questo punto?
Era tutto più complicato e più scomodo. Oggi invece abbiamo tutto a portata di mano, eppure siamo più tristi e l'entusiasmo scema facilmente, anche nel conoscere "nuove ragazze".
Non rinnego l'importanza di internet, ma come tutte le cose è stata un'arma a doppio taglio. Tornerei volentieri anche solo a dieci anni fa, prima dell'avvento dei social.
Molti elementi della trama visti oggi possono essere tra l'invecchiato e il terrificante, ma appunto, va presa come un'opera figlia dei suoi tempi (e poi una protagonista "plus size" in maniera armoniosa era rara ieri com'è rara oggi, e decisamente una scelta ancor più azzardata ai tempi).
Mi hanno sorpreso molto in positivo il rapporto qualità/prezzo e la traduzione, perché in queste opere ci sono moltissime citazioni alla cultura popolare che necessitano di note e qui ce n'è in abbondanza.
Io non lo comprero prorpio per questo.
O meglio aspetterò che finosca. Non voglio correre il rischio che al 15 volume lo interrompino rimanendo con una serie monca.
E' dovuto al nome originale, The Kabocha Wine.
La Kabocha è molto simile ad una zucca, in alternativa è proprio chiamata in "Japanese Pumpkin", data la somiglianza l'hanno adattato in tal "Vino di zucca".
Come dire: non guardate I goonies perché ambientato negli 80. Non leggete Tom Sawyer perchè ambientato nell'800.
Oramai il danno è stato fatto e la stragrande maggioranza ragiona così.
Quindi, al massimo si potrebbe segnalare che la serie è ambientata negli anni 80, anno di produzione. Se uno è allergico agli anni 80, passa, altrimenti una commedia romantica pungente, originale a suo modo e con due protagonisti che rimangono. Tutto questo basandomi sul ricordo dell'anime, visto che il manga era inedito fino a qualche mese fa. Quindi ben venga.
COnsigliato? Certamente, a chi ama la commedia.
Perché sono uno dei pochi fortunati che è cresciuto guardando il cartone animato, denominato Sun college..
La versione cartacea mi lascia un po' titubante, cmq ottimo reportage..
a nulla, é stata semplicemente un'idea dell'autore guardando il vino e la zucca che aveva sul tavolo
beh anche avere una volta tanto la ragazza che si innamora del ragazzo non era una brutta idea...
Anche perché è una prerogativa tipica dello shōjo, mentre in questo caso parliamo di shōnen!
Così come trovo molto belli gli shojo in cui il protagonista è un ragazzo 💖
Esageratoooo...è un'opera abbastanza leggera, divertente, non impegnativa. Mi sta piacendo molto più dell'anime per il momento.
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