In una recente intervista, Hajime Isayama ha svelato cosa lo ha ispirato nel creare il mondo de L'attacco dei giganti: la sua città natale, Hita. Situata nella prefettura di Oita in un avamposto rurale del Kyushu, Hita sembra essere un posto fuori dal mondo civilizzato. La città è circondata da alte e imponenti montagne e proprio in quel luogo Isayama si chiedeva se esistessero dei mostri dietro quelle "mura".
Pur avendola lasciata dopo il liceo, Isayama ha ancora un forte legame con la sua città natale e nel 2014 ne è diventato ambasciatore per il turismo. Da allora si sono tenuti molte mostre e attività da parte dei fan; addirittura un'illustrazione di Levi seduto su una sedia, fatta per una rivista di design, è adesso in commercio grazie ad un'azienda produttrice di mobili.
Nell'intervista, Isayama dice che all'epoca provava sentimenti ambivalenti nei confronti della sua città e, in particolare, durante l'adolescenza si sentiva inquieto con un forte desiderio di cambiamento. "Non era esattamente l'ambizione a guidarmi quanto piuttosto un senso di inferiorità e frustrazione" ammette.
Ed è proprio questo vago e inspiegabile senso di frustrazione che ha poi inserito nella sua opera. La serie, infatti, si basa sullo scontro tra oppressione e libertà. Non c'è un vero e proprio messaggio che l'autore vuole trasmettere: ciò che vuole raccontare è come la rabbia delle vittime di una tragedia possa trasformarsi in violenza.
I giganti, invece, rappresentano ciò che ci frustra e ci scoraggia; vagano per la terra distruggendo ciò che incontrano e lo fanno senza avere uno scopo che è ciò che demoralizza e rende furiosi gli umani. I giganti rappresentano le sfide apparentemente insormontabili che bisogna superare. L'autore li ha paragonati un po' agli ubriachi anche se ovviamente questi ultimi non sono così minacciosi.
Se la frustrazione e il senso di impotenza sono stati i motivi per cui il mangaka è andato via, la capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati è stata la causa che lo ha riportato a casa. E proprio in questi giorni ha detto che Hita è un luogo da cui può andare e venire ogni volta che vorrà.
L'autore ha preso parte a molti eventi incontrando i suoi fan e ogni volta si è sentito invadere dal loro amore per la serie. Ora che il manga si sta avvicinando al suo climax, si è detto pronto a lavorare sodo per dare alla saga il finale che merita. Non vede l'ora che esca la terza stagione dell'anime (il prossimo 22 luglio) e che la popolarità della serie porti ad interessarsi di Hita. È bello sapere che nonostante il successo internazionale c'è chi non dimentica le proprie radici.
Fonte consultata:
Anime News Network
Adala news
Pur avendola lasciata dopo il liceo, Isayama ha ancora un forte legame con la sua città natale e nel 2014 ne è diventato ambasciatore per il turismo. Da allora si sono tenuti molte mostre e attività da parte dei fan; addirittura un'illustrazione di Levi seduto su una sedia, fatta per una rivista di design, è adesso in commercio grazie ad un'azienda produttrice di mobili.
Nell'intervista, Isayama dice che all'epoca provava sentimenti ambivalenti nei confronti della sua città e, in particolare, durante l'adolescenza si sentiva inquieto con un forte desiderio di cambiamento. "Non era esattamente l'ambizione a guidarmi quanto piuttosto un senso di inferiorità e frustrazione" ammette.
Ed è proprio questo vago e inspiegabile senso di frustrazione che ha poi inserito nella sua opera. La serie, infatti, si basa sullo scontro tra oppressione e libertà. Non c'è un vero e proprio messaggio che l'autore vuole trasmettere: ciò che vuole raccontare è come la rabbia delle vittime di una tragedia possa trasformarsi in violenza.
I giganti, invece, rappresentano ciò che ci frustra e ci scoraggia; vagano per la terra distruggendo ciò che incontrano e lo fanno senza avere uno scopo che è ciò che demoralizza e rende furiosi gli umani. I giganti rappresentano le sfide apparentemente insormontabili che bisogna superare. L'autore li ha paragonati un po' agli ubriachi anche se ovviamente questi ultimi non sono così minacciosi.
Se la frustrazione e il senso di impotenza sono stati i motivi per cui il mangaka è andato via, la capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati è stata la causa che lo ha riportato a casa. E proprio in questi giorni ha detto che Hita è un luogo da cui può andare e venire ogni volta che vorrà.
L'autore ha preso parte a molti eventi incontrando i suoi fan e ogni volta si è sentito invadere dal loro amore per la serie. Ora che il manga si sta avvicinando al suo climax, si è detto pronto a lavorare sodo per dare alla saga il finale che merita. Non vede l'ora che esca la terza stagione dell'anime (il prossimo 22 luglio) e che la popolarità della serie porti ad interessarsi di Hita. È bello sapere che nonostante il successo internazionale c'è chi non dimentica le proprie radici.
Fonte consultata:
Anime News Network
Adala news
Cosa rappresentassero i Giganti anche io avevo sentito così. Gli ubriachi li ha invece"imitati" per il chara design e le espressioni facciali
ma non dice così però, dice che li paragona ad ubriachi non che si è ispirato per le facce.
No, tempo fa aveva detto che lo aveva ispirato un ubriaco XD
Comunque non conoscevo tutti questi retroscena, ma la storia dell'ubriaco mi aveva colpita di più XD Mi aspetto un gran finale dalla serie. Non voglio fargli una colpa per i desegni. Sarebbe stato terribile se avessero cestinato la sua opera solo per questo.
Giganti mangia umani te li trovi da quanto esiste la narrazione.
Pff mica è così acculturato....è tipo da un'idea buona per tutta la vita e così vivrà di rendita sui giganti
In due commetti hai offeso un autore nell'anima proprio... non sapevo che fossi Gesù sceso in terra ( non ho mai letto il manga quindi non lo sto difendendo e tutto il resto )
ma cosa vuoi che gli ne freghi di imparare le basi, dato che grazie al grande valore della sua storia (che uno come te con tutta probabilità non sarebbe in grado mai di pensare)ha ormai avviato la sua carriera ed i soldi non credo proprio gli manchino dato il suo successo (più che meritato).
Grande valore de che? È una shonenata appena sufficiente....da noi ha fatto il botto grazie alle magie di studio WIT con l'anime.
Sono gli editor che se la sono giocata bene con lui e il resto l'ha fatto il reparto marketing.
E si non saper disegnare (perché di questo si tratta, non è di certo il caso di autori autodidatti che sviluppano stili personali) è imbarazzante per un professionista in un settore dove il disegno è 50% dell'opera.
Aggiungo: è fantapolitica spicciola per bimbi 15enni niente di che rispetto ad opere veramente ben fatte su quelle tematiche.
Ma, veramente i giudizi di tutti coloro che ho sentito a riguardo hanno espresso pareri più che positivi a proposito della trama, le magie dello studio hanno semmai dato quel lancio iniziale grazie alla spettacolarità visiva, ma niente di più,il merito è dovuto quasi interamente all'autore. La gente lo avrebbe cestinato dopo tre episodi se l'opera come tu dici si fosse limitata alla magia delle animazioni.
Punto secondo non è un anime di fantapolitica, ma un dark fantasy dove la fantapolitica fa da contorno e per far da contorno direi niente male!
Sapresti consigliarmi queste opere ben fatte di cui parli?
Sorvolando sul non saper disegnare, che è a tutti gli effetti un male per un mangaka, chi critica Attacco dei Giganti ritenendolo un'opera mediocre mi spiace dirlo ma di animazione ha capito ben poco. Ha tutto quel che serve per essere un anime di successo e il grande seguito che ha lo conferma, seppur non sia ovviamente una sicurezza questo aspetto.
Fantapolitica spicciola dici? Bene, dimmi come finisce la storia allora. Immagino tu lo abbia capito visto che è così scontato. Un conto è dire che non ti piace, dire che per il suo genere è un'opera mediocre mi spiace dirtelo ma è una *brutta parola che finisce con ata*
Non sa disegnare, oggettivamente è vero, ma la potenza espressiva delle sue tavole è in perfetta sintonia con la storia. Preferisco cento milioni di volte più un tratto imperfetto, ma affascinante come quello di isayama, piuttosto che i comics, spesso ultra perfetti ma di una piattezza che dopo la lettura di una tavola ho bisogno di ricorrere agli anti depressivi.
l'incapacità di difendere un titolo senza criticare altri titoli.
Con l'ultima frase cadi nello stesso pensiero di chi in errore critica l'attacco dei giganti
Questo lo condivido solo in parte. Ok le tavole devono "vibrare di vita" però parliamoci chiaro, i personaggi non si riconoscono.. Christa e Armin sono identici, giusto per dirne due a caso. Non a caso uno dei tanti pregi dell'anime è sicuramente quello di migliorare lo stile grafico. Poi la qualità generale dell'opera, anime o manga che sia, non si discute
No ma ciò che dici è incontestabile purtroppo, quando è giusto è giusto.
e lo ribadisco! ovviamente ci sono grosse eccezioni, ma il linea parecchio estesa trovo i comics americani lastre di marmo se confrontati ai manga. Giudizio che ho sentito anche da parecchi disegnatori che pur manga non leggevano.
Vero
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