Si sa, i cartoni animati giapponesi di genere sportivo sono sempre stati tutto meno che realistici: azioni assurde, personaggi dal grande carisma, spirito di sacrificio e indomabile voglia di vincere, match che sembravano più furiose battaglie.
Nessuno sport sfugge a questa regola, che sia baseball, pallavolo, lotta libera, pugilato.
E per quanto riguarda il calcio?
Per anni, il calcio giapponese a cartoni animati è sempre stato rappresentato, e cementato nella memoria collettiva degli spettatori di tutto il mondo, con le prodezze del Captain Tsubasa di Yoichi Takahashi, fortunata serie prodotta a partire dagli anni '80 che ha raggiunto il successo grazie ad una rappresentazione molto romanzata dello sport. Calciatori che acquistavano personalità e un background tutto loro, avevano ognuno una loro tecnica specifica o un approccio al calcio, si raccontavano tramite flashback e, soprattutto, scendevano in campo facendo acrobazie funamboliche, arrampicandosi sui pali della porta, eseguendo tiri infuocati che distruggevano reti e muri e che portavano gli evocativi nomi di tigri, falchi, dragoni...

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Chi non segue più di tanto la scena attuale dell'animazione giapponese nelle sue varie diramazioni, tuttavia, non sa che le imprese di Tsubasa e compagni, che al tempo ci sembravano tanto assurde, sono percepite dai giovani spettatori di oggi come robetta, perché, qualche anno più tardi, è arrivata un'altra serie calcistica a ridefinire completamente gli standard, alzando in maniera esponenziale l'asticella delle assurdità. Parliamo di Inazuma Eleven, serie animata tratta da un fortunato videogioco prodotto dalla Level-5 per Nintendo DS, che proprio questo ottobre 2018 spegne dieci candeline.
Già il gioco originale mostra tutta la sua bizzarria, dato che sì, è un gioco di calcio, ma... è un RPG! Un gioco bizzarro, simpatico e divertente, che ha quasi subito dato vita a una longeva serie animata, prodotta da Level-5 e OLM e trasmessa da TV Tokyo dal 5 ottobre 2008 al 27 aprile 2011, per un totale di ben 127 episodi.
Protagonista della storia è Mamoru Endo (in Italia chiamato Mark Evans), uno studente capitano della squadra di calcio delle scuole medie Raimon. E qua continuano le bizzarrie, dato che non è un attaccante come il famoso suo predecessore che si portava il pallone anche a letto, bensì il portiere, ruolo sulla carta meno interessante e attivo, ma perfetto per fare il capitano della squadra, dato che la sua posizione gli permette di osservare e valutare per bene tutti i giocatori.
La storia racconta l'ascesa della Raimon, da scalcinata squadretta scolastica con pochi membri fino alle sfide con altre squadre scolastiche giapponesi e alla classica formazione della nazionale giapponese che raccoglie i più forti giocatori delle varie scuole da contrapporre alle squadre degli altri paesi.

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La struttura è quella classica degli anime sportivi, e in particolare è più o meno la stessa proprio di Captain Tsubasa. Al giovane e determinato Mamoru si uniranno tantissimi personaggi, amici e rivali (o entrambe le cose) carismatici e particolari, come il geniale attaccante Shuya Goenji (Axel Blaze), il centrocampista Yuto Kido (Jude Sharp), il robusto Raiden Hijikata (Thor Stoutberg) e molti altri, ognuno con le sue particolarità e il suo ruolo. Fin qui nulla di nuovo, ma Inazuma Eleven supera di molto i limiti e lo stile grafico di Captain Tsubasa, dove i personaggi avevano praticamente tutti la stessa faccia ed erano in ogni caso abbastanza normali graficamente, presentando una serie infinita di personaggi dalle fisicità strambe e uniche, capelli dalle acconciature e dai colori più strani, gente con la faccia a castagna o con cespugli in testa, ragazzini coi rasta e via dicendo. Non c'è un personaggio che sia uguale ad un altro e tutti sono particolari, perfettamente riconoscibili, coloratissimi.
Non solo: i tiri sovrumani e le azioni assurde di Tsubasa e compagni sono ampiamente superate dai giocatori di Inazuma Eleven, che sono capaci di... evocare fiamme, dragoni, pinguini (a Italian Spiderman piace questo elemento), demoni e via dicendo, in una maniera tale che più che una partita di calcio sembra di vedere una battaglia tra gli Stand de Le bizzarre avventure di JoJo! Del resto, se già il protagonista, per parare i tiri avversari, praticamente evoca una gigantesca mano di luce, che aspettarsi da tutti gli altri mille, assurdi, personaggi che popolano i campi di calcio di questa serie?

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Come se tutto ciò non bastasse, Mamoru e gli altri avranno a che fare con avversari che gli lanceranno oscure maledizioni in campo, demoni, calciatori extraterrestri (!!!) e squadroni militari giunti dal futuro (!!!!!!) per eliminare il calcio dalla faccia della Terra perché infiacchisce le menti dei ragazzi (da appassionato di sport da combattimento a cui il calcio piace solo se giapponese, assurdo e disegnato, non ho potuto fare a meno che tifare per loro, però...). Direi che il livello di Captain Tsubasa è decisamente superato... ma Inazuma Eleven va bene così, dato che, con tutte le sue stramberie, è riuscito a far breccia nel cuore di tanti piccoli spettatori, presentandogli tanti personaggi carismatici e tutti i valori tipici degli anime sportivi, quali l'amicizia, il gioco di squadra, l'impegno, la correttezza, l'amore per lo sport, che sono sempre presenti in questo tipo di storie e sono sempre efficaci.
A dieci anni dal suo debutto, Inazuma Eleven è un colosso dell'intrattenimento per ragazzi che conta anche manga, numerosi videogiochi, sequel animati e film cinematografici, e che continua ancora oggi con nuove storie e nuove partite assurde e spettacolari, anche se i personaggi non sono più Mamoru Endo e la sua Raimon ma altre squadre.

Trasmessa in Italia tra Rai 2 e Disney XD tra il 2010 e il 2012, la prima serie animata di Inazuma Eleven si è portata dietro il suo carico di videogiochi di successo ed ha goduto di una discreta popolarità tra i giovanissimi, che, probabilmente, oggi, guarderebbero con diffidenza Captain Tsubasa, che a noi quando avevamo la loro età sembrava il non plus ultra dell'assurdità, perché abituati a standard ben più spettacolari. Nel nostro paese, Inazuma Eleven è conosciuto soltanto dai giovanissimi, ma è una serie che non ha nulla da invidiare al suo più famoso predecessore, di cui prende la struttura e gli stilemi elevandoli all'ennesima, assurda, potenza. Gli amanti degli anime sportivi, o degli anime per bambini, coloratissimi e ingenui ma anche super-emozionanti quando c'è bisogno di esserlo, troveranno sicuramente pane per i loro denti. Buon decimo anniversario e cento di questi match con "Stand" e pinguini, Inazuma Eleven!