Che cosa è successo al portale di streaming gratuito VVVVID.it? Quella realtà web diventata famosa tra gli appassionati di animazione giapponese principalmente perchè, in collaborazione con Dynit, vi erano disponibili tante serie e film anime, con i primi simulcast in giapponese sottotitolato in italiano. Serie come Made in Abyss, The Promised Neverland, Tokyo Ghoul, One-Punch Man, My Hero Academia, insomma i titoli più gettonati di ogni stagione potevano essere fruite in simulcast legalmente proprio su VVVVID. Il sogno di tanti fan che avevano visto l'animazione sparire quasi totalmente dalla tv per tanti anni (con poche eccezioni come la Mtv Night e il tentativo di Rai4) e la cui fame di anime veniva soddisfatta solo grazie al sottobosco dei fansub.
La piattaforma, pur avendo numerosi e noti problemi, ebbe davvero tanti momenti importanti come quando, nell'aprile del 2017, con la prima la puntata della seconda stagione de L'attacco dei Giganti raggiunse quota 100.000 visualizzazioni a soli quattro giorni dall'uscita.
Il servizio, realizzato dalla startup romana Mperience, con a capo in qualità di CEO Paolo Baronci, è stato per buona parte gratuito e veniva finanziato con i soldi ricavati dalle inserzioni pubblicitarie e da un'opzione a pagamento per rimuovere la pubblicità. La piattaforma, disponibile esclusivamente nel territorio italiano, era accessibile tramite il sito web o l'applicazione ufficiale per iOS e Android.
Nato ad aprile 2014, questo servizio, ben prima dello sbarco in Italia di Netflix e Crunchyroll, puntava a distinguersi dai competitor per due elementi: era interattivo, nel senso che era in grado di adattarsi ai gusti specifici dell’utente, ed era in grado di fornire intrattenimento a 360 gradi, long-form e short-form, dai film ai video, dai cartoon alla musica.
Era, perchè ora non lo è più. Dopo un mese e più in cui il sito risultava in manutenzione, non dando più la possibilità di poter fruire dei contenuti rimasti (molti serie ormai non facevano più parte del catalogo da tempo), il 25 giugno il dominio è scaduto. Questo significava che se entro 30 giorni il proprietario non lo rinnovava, il sito sarebbe stato definitivamente cancellato. Il tutto senza nessuna comunicazione
Nel frattempo abbiamo cercato di contattare qualcuno attraverso la mail ma non abbiamo avuto mai risposta. Abbiamo comunque sempre monitorato il tutto, scoprendo che l'11 luglio il dominio è stato rinnovato per un altro anno da Mperience srl.
Ricordiamo che grazie ad una collaborazione nata da un incontro avvenuto nel corso di Lucca Comics & Games 2014 abbiamo inserito sulle schede di AnimeClick.it i link diretti allo streaming di tutti gli anime proposti dalla piattaforma VVVVID e quest'ultima inserì all'interno delle pagine dei propri anime la valutazione media di AnimeClick basata sulle recensioni scritte dagli utenti! Non solo, in ogni pagina era presente un link di approfondimento collegato direttamente alle nostre schede.
Il primo panel di AnimeClick con Paolo Baronci di VVVVID al Cartoomics di Milano il 13 marzo 2015. Si parlava del presente dell'animazione in Italia.
Il 21 luglio abbiamo poi partecipato alla prime (e unica) edizione dei VVVVID Anime Awards a Cinecittà World, come già segnalato in precedenza eravamo presenti pure noi di AnimeClick.it sia come partner della manifestazione che per poter dare a Kiseiju, l' ospite indesiderato il premio speciale AnimeClick.it per aver vinto i NekoAwards 2015.
Il racconto dell'esperienza VVVVID da parte di Italo Scanniello di AnimeTeaTime.
Non solo. Abbiamo promosso panel, live e incontri fatti per promuovere questa realtà, come le altre che poi hanno portato legalmente anime in Italia, l'ingresso delle quali forse, essendo più grandi e internazionali, hanno sicuramente reso meno appetibile questa piccola realtà italiana che, nella nostra nicchia, ha fatto comunque la storia. Dispiace quindi si chiuda tutto in questo modo, nel silenzio totale. Da parte poi di una realtà che ha sempre detto di credere e fondarsi sulla sua community e in quella anime in generale.
E voi che ne pensate?
La piattaforma, pur avendo numerosi e noti problemi, ebbe davvero tanti momenti importanti come quando, nell'aprile del 2017, con la prima la puntata della seconda stagione de L'attacco dei Giganti raggiunse quota 100.000 visualizzazioni a soli quattro giorni dall'uscita.
Il servizio, realizzato dalla startup romana Mperience, con a capo in qualità di CEO Paolo Baronci, è stato per buona parte gratuito e veniva finanziato con i soldi ricavati dalle inserzioni pubblicitarie e da un'opzione a pagamento per rimuovere la pubblicità. La piattaforma, disponibile esclusivamente nel territorio italiano, era accessibile tramite il sito web o l'applicazione ufficiale per iOS e Android.
Nato ad aprile 2014, questo servizio, ben prima dello sbarco in Italia di Netflix e Crunchyroll, puntava a distinguersi dai competitor per due elementi: era interattivo, nel senso che era in grado di adattarsi ai gusti specifici dell’utente, ed era in grado di fornire intrattenimento a 360 gradi, long-form e short-form, dai film ai video, dai cartoon alla musica.
Era, perchè ora non lo è più. Dopo un mese e più in cui il sito risultava in manutenzione, non dando più la possibilità di poter fruire dei contenuti rimasti (molti serie ormai non facevano più parte del catalogo da tempo), il 25 giugno il dominio è scaduto. Questo significava che se entro 30 giorni il proprietario non lo rinnovava, il sito sarebbe stato definitivamente cancellato. Il tutto senza nessuna comunicazione
Nel frattempo abbiamo cercato di contattare qualcuno attraverso la mail ma non abbiamo avuto mai risposta. Abbiamo comunque sempre monitorato il tutto, scoprendo che l'11 luglio il dominio è stato rinnovato per un altro anno da Mperience srl.
Che vuol dire? Tutto o niente. Resta il fatto che questa realtà, che per molti è stata il primo approccio con il mondo anime, non ha ancora il suo certificato di morte.
Se qualcuno di loro vorrà venire qui per dire la sua, noi saremo aperti come sempre. Come lo siamo stati dall'inizio, nella comune battaglia per la diffusione di una comune passione
Se qualcuno di loro vorrà venire qui per dire la sua, noi saremo aperti come sempre. Come lo siamo stati dall'inizio, nella comune battaglia per la diffusione di una comune passione
Ricordiamo che grazie ad una collaborazione nata da un incontro avvenuto nel corso di Lucca Comics & Games 2014 abbiamo inserito sulle schede di AnimeClick.it i link diretti allo streaming di tutti gli anime proposti dalla piattaforma VVVVID e quest'ultima inserì all'interno delle pagine dei propri anime la valutazione media di AnimeClick basata sulle recensioni scritte dagli utenti! Non solo, in ogni pagina era presente un link di approfondimento collegato direttamente alle nostre schede.
Il primo panel di AnimeClick con Paolo Baronci di VVVVID al Cartoomics di Milano il 13 marzo 2015. Si parlava del presente dell'animazione in Italia.
Il 21 luglio abbiamo poi partecipato alla prime (e unica) edizione dei VVVVID Anime Awards a Cinecittà World, come già segnalato in precedenza eravamo presenti pure noi di AnimeClick.it sia come partner della manifestazione che per poter dare a Kiseiju, l' ospite indesiderato il premio speciale AnimeClick.it per aver vinto i NekoAwards 2015.
Il racconto dell'esperienza VVVVID da parte di Italo Scanniello di AnimeTeaTime.
Non solo. Abbiamo promosso panel, live e incontri fatti per promuovere questa realtà, come le altre che poi hanno portato legalmente anime in Italia, l'ingresso delle quali forse, essendo più grandi e internazionali, hanno sicuramente reso meno appetibile questa piccola realtà italiana che, nella nostra nicchia, ha fatto comunque la storia. Dispiace quindi si chiuda tutto in questo modo, nel silenzio totale. Da parte poi di una realtà che ha sempre detto di credere e fondarsi sulla sua community e in quella anime in generale.
E voi che ne pensate?
Che poi quei siti tranne rari casi non sono mai stati chiusi perché hanno il dominio registrato in Paesi extra UE altrimenti impossibile che Amazon & Company con tutti i mezzi a disposizione non li fanno chiudere.
Quello che intendevo dire è che l'azienda può anche scegliere di non parlarne, ma non servirebbe a niente, perché sono dati alla portata di tutti. Stesso dicasi per la tutela dei dipendenti (che non c'è, perché gli organi che devono valutarli per ipotetici finanziamenti già sanno). Che poi molti cittadini comuni non sappiano che i dati siano pubblici è un altro discorso (ma qua si entra in altre problematiche).
Penso tu stia travisando le mie intenzioni. Ciò che ho menzionato dall'inizio non è la volontà nell'avere risposte che già ho, ma l'indifferenza generale sotto cui è sparita VVVVID (che cmq ha dei meriti ampiamente riconosciuti, pur con tutti i suoi difetti), per poi rispuntare come funghi buonisti al momento del funerale.
E tra questa indifferenza, ho citato il non aver mai chiesto nulla a Cavazzoni nelle conferenze (anche se qualcuno qui dice che domande siano state fatte. Onestamente, non sono riuscito a trovare nessuna conferenza in cui questo sia avvenuto. Se poi è successo a telecamere spente è un altro discorso).
Cavazzoni, libero di dire quello che vuole. Ma cmq, almeno per quanto documentato sul web, non c'è stato nessuno che gli abbia fatto domande.
E ciò denota che in linea di massima, VVVVID interessava a pochi. Non c'era tutto sto attaccamento, o quantomeno si è spento. Cosa a cui ognuno di noi ha provato a dare una motivazione sia qui sul sito e sia altrove (ma anche Italo con il suo video).
Questo in sintesi, quello che intendevo dire e di cui abbiamo già parlato prima della tua prima risposta, che ha poi spostato la questione su altro.
Detto questo ho mandato una mail a Vvvvid tre settimane fa per avere qualche spiegazione ma non ho mai avuto risposta...stessa cosa a Goen (la cui situazione è differente ma neanche tanto ) con lo stesso risultato.
La gente sui social gli scrive da tempo ma vedo che ormai non rispondono più.
Senza che ci sia effettivamente una persona fisica con la felpa nera di vvvvid a cui fare domande la vedo dura avere risposte ufficiali
Ma se non c'era niente per cui fare un articolo di cosa vuoi che si parlasse, ora è successo che il sito è in manutenzione perpetua, il dominio è stato rinnovato con molto ritardo e non ci sono segni di vita, quindi se ne parla
Che poi tra l'altro in altre discussioni qui su Ac si è parlato ogni tanto della situazione, quindi non è che sia stato dimenticato, semplicemente sei te che non segui i vari articoli vecchi
Penso sia normale. Se è una news vecchia o stravecchia in cui ho commentato, torno a leggere per vedere che si è detto altro e/o se qualcuno mi ha risposto (arriva anche la notifica dopotutto). Se é una news vecchia o stravecchia in cui non ho commentato e di cui secondo me, si è già detto ciò che andava detto, non torno.
E penso che quasi tutti si comportano così.
Il fatto che una minoranza del sito abbia riesumato l'argomento di tanto in tanto mi fa cmq piacere.
Io sono quello che l'ho segnalato per primo qui su un altro post proprio perché volevo vederci una serie. Pur essendo abbonato fan di Crunchy, di Animegeneration e di Netflix non ho mai abbandonato vvvvid. Sinceramente essendo cresciuto con I cartoni in tv, non mi spaventavano i 4 spot della kinder per episodio.
L’interfaccia e il player sono sempre stati i veri problemi della piattaforma.
In passato principalmente in tv adesso come in Occidente un misto tv e piattaforme streaming.
Comunque sulla pubblicità per un servizio gratuito 2-3 minuti ci stanno.
In TV posso saltarla. Con youtube di solito no, per fare un esempio. Ma al di là di questo, la maggioranza di questi siti si affida provider esterni per la pubblicità, ergo è un rischio di sicurezza non da poco.
https://youtu.be/-kAZsZ_D-T8?si=iC3yhsTj-9yNop7d
VVVVID ha fatto tanti errori (primo fra tutti il nome), ma anche se non ne avessero fatti non so quanto sarebbe cambiato. Si prendevano i titoli più appetibili di ogni stagione ma era un servizio gratuito...
Progetto ambizioso e se non altro sono contento che ci abbiano provato.
Spero solo che il fallimento non abbia messo troppo in difficoltà i soci della Mperience
La User interface e la user experience della piattaforma sono sempre state al centro di infinite polemiche, ci si passava sopra (e lo facevo anche io) perché "Hanno le serie".
Senza tirare in ballo cose come l'app mobile che faceva pietà e la mancanza cronica delle app per televisioni e console, comprensibile 10 anni fa, ma non di certo oggi
Mah, non capisco perché vi sforzate tanto di minimizzare e raddrizzare... E ce ne sarebbe tanto altro da dire di fosco collegato a vvvid(o chi per loro), ma vabbè...
Hai ragione, e sarebbe importante fare luce su queste cose.
Dubito fortemente che siano bastate minacce di denuncia, altrimenti i proprietari di questi siti illegali avrebbero chiuso i battenti già da anni.
Trovo più probabile l'idea inquietante che abbiano stretto accordi con loro, o forse, che siano invischiati loro stessi in quelle attività.
Le mie sono congetture, del resto non ho prove e non posso accusarli, ma per quanto ne sappiamo chi gestisce VVVVID potrebbe gestire anche buona parte di quei siti.
Non mi sorprenderebbe visto che anche Crunchyroll è partito come sito illegale che rubava traduzioni ai fansub... e adesso fa finta che non sia mai accaduto e parla di supportare l'industria acquistando abbonamenti. Loro, che guadagnavano illegalmente rubando traduzioni amatoriali.
A proposito, possibile che nessuno riesca a far chiudere nemmeno uno di questi portali?
Va bene avere server all'estero e cambiare dominio, ma a me sembra che neanche ci provino visto che la maggior parte di questi siti non cambia dominio da anni.
Non ho minimizzato niente, ho solo raccontato i fatti
Se pensi che dietro ci sia stata chissà che cosa losca è un problema tuo xD
No guarda, è andata proprio così, a suo tempo sti warezzoni erano quasi tutti su forumfree/community e quasi tutti gestiti da ragazzini di 14/16 anni, e si son cagati tutti sotto, in più a quel tempo le serie licenziate si contavano sulle dita di una mano e spesso neanche quelle che risultavano più popolari, quindi non fu questo gran problema decidere di non rippare vvvid... ma cmq come detto la cosa è durata il tempo di capire che difficilmente gli avrebbero potuto far niente, infatti quando usci la seconda stagione di attack on titan (che fu realmente la prima serie di punta del sito) già tutti riuppavano, una roba che vvvid crashava per il traffico e la gente per vederlo prima se lo vedeva dai warezzoni che nel giro di 10 minuti riuscivano a renderlo disponibile
Cavolo è vero c'era anche il canale di Yamato, ora vedo che è ancora attivo ma hanno perlopiù primi episodi di varie serie e dando un'occhiata veloce sembra che solo Cells at Work sia presente al completo
Ps gli anime li ho iniziati a vedere solo grazie a questo sito
Il canale di Yamato si è spstato su Amazon con Anime Generation quindi ci sta che non trovi più nulla lì
Ben prima? Solo poco più di un anno prima che arrivassero i competitor, dopo l'abbandono di PopCorn TV (inizio del progetto simulcast nel luglio del 2013).
Comunque si è partiti sempre troppo tardi, e col freno a mano tirato. Gli imprenditori italiani se la sono giocata malissimo, e non ci hanno mai creduto del tutto. Pe fare i big money ci devi mettere i big money.
Una caterva di problemi con la piattaforma, pochi anime stagionali con un titolo di punta e il resto seconde scelte, poca varietà di genere.
Poi arriva Crunchyroll che ci butta i quattrini e ti porta fin da subito il 75% della stagione con anime per tutti i gusti a poco prezzo, era ovvio che non potevi avere futuro.
Dico queste cose con estrema amarezza, perché all'inizio del progetto desideravo che la cosa andasse in maniera molto diversa, e portasse benefici sia agli editori che ai fan italiani.
il finale sarebbe comunque questo, perché la maggior parte degli anime sarebbero comunque arrivati ad essere affidati alle multinazionali globali a discapito delle realtà locali
Anche se a dire il vero in quel 2014 con il fatto che non si potessero cercare gli anime ma bisognava leggersi tutta la lista mi ha fatto scoprire (e ritrovare) alcuni titoli che altrimenti non avrei visto.
Ma quanti avevano la pazienza di andare a leggersi tutta la lista? Un sito del genere non può essere per una nicchia di utenti, ha dei costi di mantenimento dei server che devi puntare sul pubblico generalista.
Mi auguro che non chiudano definitivamente, spero che si prendano un po' di tempo per riorganizzare il sito con calma e ripartire con un nuovo progetto. Potrebbero lanciare anche un crowdfunding e chiedere aiuto per uno sviluppatore che li rifaccia il sito. Però servono trasparenza e comunicazioni.
Ribadisco:
1. si è partiti in ritardo
2. se si parte in ritardo, per recuperare bisogna correre velocemente
Se non ti metti a fare tanti accordi soliti con i produttori subito, ovvio che chi arriva dopo trova campo libero.
Ti ricordo che Crunchyroll fino a pochi anni prima era tutt'altro che una multinazionale: è nato come un un sito di warezzoni, rippava illegalmente e rubava fansub altrui... E che soprattutto aveva come diretto concorrente Netflix, che ha dimensioni ben diverse dalle sue.
La differenza sta nel fatto che loro ci hanno creduto più degli altri e hanno fatto esattamente come ho detto sopra. Multinazionale lo sono diventati dopo.
diventare una multinazionale non è una cosa che possono fare tutti, diciamo che chi nasce in una nazione da 300 milioni di potenziali consumatori (ci sono nazioni che hanno più abitanti degli USA, ma non con la stessa ricchezza media) ha più facilita di poter affrontare tutte le varie spese per poter spingersi oltre casa propria.
chiaramente non voglio neanche affermare che in italia non possano nascere multinazionali, ma per quello che sono l'entrate che si fanno con gli anime in italia e abbastanza impossibile avere la forza economica per diventare multinazionale
Ok tutto, ma ti sto dicendo che Crunchyroll quando ha iniziato a fare concorrenza a VVVVID non era ancora una multinazionale, eppure sugli anime ha battuto anche Netflix. Quindi il tuo discorso sul fatto che sarebbe successo comunque per colpa delle "multinazionali" non sta in piedi.
non sta in piedi cosa ? gli introidi che si fanno in america con gli anime sono di tutt'altro livello rispetto alle 2 lire che si fanno da noi con gli anime
Appunto, se in Italia c'è già un competitor solido, con una buona base di abbonati, che compra tante licenze, chi te lo fa fare di comprare licenze e investire soldi per entrare in competizione in un paese che ti rende poco?
Il problema è che non c'era.
Fin da subito no, Cr ha iniziato ad investire in Italia veramente dal 18-19, prima portava ben poco di importante e anzi era roba non di seconda ma di terza fascia
Se tu sei un precursore e vedi che il tuo servizio funziona ti espandi, è stato questo il grande difetto di mentalità di chi ha gestito il sito, il volersi limitare al solo nostro territorio, se avessero puntato ad espandersi in Europa con i dovuti investimenti ora avremmo potuto avere vvvvid comprato da sony invece che Cr
diventare multinazionale significa dover investire centinaglia di milioni in perdita per un tot tempo, e una cosa che puoi fare solo se nel mercato locale hai un giro d'affari di un certo livello.
vedo proprio che non si riesce ad ammettere che del "tragico" finale di vvvvid come di buona parte delle altre piattaforme di streaming europee di anime abbiano poche colpe, ma che sia semplice conseguenza della scelta della maggior parte dei licensor giapponesi di puntare direttamente (con tutte le loro sacrosante ragioni) ad un unico distributore globale
La prima stagione, inverno 2015, hanno iniziato comunque con una dozzina di serie. Me lo ricordo perché ci tocco smettere di subbare Saekano al terzo episodio (tra l'altro la versione Crunchy faceva c***re a spruzzo).
Dodici sono comunque più del doppio rispetto al massimo numero di simulcast che abbia mai portato un editore italiano in una stagione.
Poi sul prima, seconda, terza fascia, ribadisco, sta al gusto di chi guarda. Il non variare "fascia" è un'altra delle colpe di chi ha fatto fallire il progetto simulcast in Italia, perché non tutti amano vedere solo anime col bollino di qualità.
E, fidatevi, si poteva benissimo fare un sondaggio sui titoli e i generi che venivano seguiti di più dai fan, visto che c'erano le statistiche dei gruppi fansub a disposizione. Un'azienda che davvero crede in un progetto del genere non può muoversi prendendo solo quello che non fa schifo al suo capo.
Mai pensato che potessero diventare multinazionali, ma se si trattava di tenersi la propria fetta di mercato, allora sì, almeno quello era possibile, proprio perché stiamo parlando dell'Italia che è un mercato marginale.
Il problema è che sin dagli anni '90 alle care compagnie italiane non è mai passato in mente di farsi concorrenza (se non per l'acquisto di licenze). E' sempre stato, tra le altre cose, un vivi e lascia vivere. Considerato che all'epoca una VHS/DVD non superava le 2000 copie salvo eccezioni si è pensato di vivacchiare... sbagliando. In più aggiungo che diciamo che mancava lo spirito e l'idea imprenditoriale, per cui prima le aziende erano molto "a conduzione familiare", cioè non strutturate per poter pensare di crescere.
Che poi non abbiano speso soldi in cose veramente utili (un sito nuovo) quello è indubbio, ma gli investimenti necessari per diventare una multinazionale sono su una scala completamente diversa. VVVVID stessa affermava di aver fatto fatica ad acquistare le stagioni dei giganti, non solo per la competizione ma perché i giapponesi chiedevano veramente troppi soldi.
Infatti in Francia, dove c'era più competizione, CR si è direttamente comprata Viz Media Europe.
Non esiste che un player che vuole espandersi globalmente ignori un paese perché c'è concorrenza.
Stai invertendo come funzionano le cose.
Non è che tu investi, se hai un business plan valido ti cerchi un finanziatore (VC in genere) che ti dia i soldi per espanderti.
Che è quello che è successo con CR all'inizio.
Ma in Italia e con un mercato delle pulci la vedo dura.
Il pubblico di un servizio di streaming legale non è lo stesso di un fansub e non è lo stesso di AC.
Soprattutto più ti espandi e diventi una piattaforma non di nicchia.
Per altro le views di vvvvid erano pubbliche, gli unici veri successi (che facevano anche da traino per il resto) erano i megablockbusteroni, non è che perché tu hai altri gusti allora vvvvid avrebbe dovuto prenderla la roba che piace a te e che andava bene quando fansubbavi.
In Italia? Dove la più grande azienda distributrice di anime nasce come parte di Dynamic Planning? Con dentro anche Terminal Video?
I giapponesi? Con le ultime stagioni arrivate su vvvvid licenziate da Funimation? Mah, al netto che comunque per certe serie non è praticamente mai un problema di soldi.
Dunque, un reato commesso nel 2014 per cui il reo è stato condannato nel 2021, peccato che io parlassi della fine degli anni '90.
Forse non è chiara una cosa: prima di Crunchyroll e similari le varie compagnie avevano sì uffici per l'estero ma sostanzialmente non gliene fregava granché, anzi.
Dispiace dirlo ma già all'epoca Dynamic Planning non è che contasse così tanto.
Terminal Video era un discreto distributore, ma ciò non ha aiutato molto le vendite, che sono sempre state 2000 copie a VHS/DVD salvo rare eccezioni (adesso chi lo sa, visto che le copie fisiche si rivolgono ad una nicchia).
La "gestione familiare" si vedeva con l'irregolarità delle uscite, le cose fatte a casaccio senza comunicare nulla e anche tagli vari (qualcuno si ricorda che Yamato Video segò via un pezzo di sigla finale del film di Fatal Fury? O dei sottotitoli mancanti in Excel Saga? o dei tempi biblici di Eva? O degli errori di nomi di personaggi storici mai corretti in Nadesico?). Per quanto vi siano delle "figure pubbliche" anche oggi le società sono molto più strutturate, ma è tardi ormai.
L'italiano però è chiaro, se dici sin dagli anni '90 non vuol dire negli anni 90, vuol dire dagli anni 90 a oggi.
Negli anni 2000 poi non è che ci fosse buon sangue tra Shin Vision e Dynit (per ovvie ragioni).
Gestione o conduzione familiare ha un suo significato, ovvero, la presenza di alcuni fattori, tra cui (cito da un paper).
a) l’elemento proprietario: una o più famiglie detengono una quota significativa della proprietà dell’impresa (i.e. azioni o partecipazioni);
b) l’elemento di governance: uno o più membri della famiglia hanno una quota significativa del controllo dell’impresa (i.e. posizioni di prestigio o membership nel CdA);
c) l’elemento generazionale: è stato previsto almeno un successore che possa prendere le redini dell’impresa in futuro provvedendo alla sua formazione e preparazione professionale;
d) l’elemento gestionale: uno o più membri della famiglia ricoprono posizioni rilevanti nel top management dell’impresa anche ricorrendo al supporto di manager esterni alla famiglia.
Non ha nulla a che vedere con la qualità del lavoro.
Io invece ti cito altre aziende chiaramente non a conduzione familiare che hanno provato a pubblicare anime in Italia per poi scappare dal settore o dal territorio: Panini Video, Beez, Kazé.
In Italia le aziende del settore non sono cresciute perché il settore non ha avuto alcun margine di crescita dalla fine delle VHS (e quindi dell'home video che vendeva) fino alla nascita dello streaming che ha portato gli anime alla ribalta in tutto il mondo, ma è una cosa recente e quando è avvenuta ovviamente quelli che più ne hanno approfittano sono i grossi player internazionali, con le piccole aziende italiane a fare più che altro da service.
Poi se si vuole dire che in Italia si sarebbe potuto lavorare meglio, ingrandirsi ed espandere il mercato, certo, chi lo va a mettere in dubbio, ma non certo per come sono strutturate le aziende, il problema semmai è il "materiale umano", però diventa anche un gioco a fare i "fantadirigenti" ed è troppo facile dire le cose oggi con il senno di poi e senza controprove.
Io sono convinto del contrario, chiaramente andava coltivato per anni. L'unico guizzo di concorrenza che vidi fu quando fu pubblicato City Hunter '91 "fregando" Yamato che era ancora indietro. Per il resto encefalogramma piatto.
Poi la mancanza del margine non è stata solo per colpa loro, ma del principale ostacolo a fare impresa in Italia: lo Stato.
Molte di queste dovute ad aspettative irrealistiche (e ai problemi di fare impresa in Italia se non si ha una certa massa critica).
Non ricordo chi portò Aquarion in Italia, ma per caso parlai con chi si occupò della distribuzione dei DVD molti anni fa e mi ricordo bene che disse che avevano venduto qualche migliaio di copie, ma ben al di sotto delle aspettative.
O che dire del tentativo di fare una specie di tie-in tra Panini e Yamato con Boku no Chikyū o Mamotte, che finì con adattamenti tra la versione video e quella manga non perfettamente coerenti tra di loro? Qui parliamo dell'ABC, non dei massimi sistemi.
Che però non sono nati dal nulla. Il percorso verso i simulcast è stato piuttosto lungo (ricordo un articolo su Anime News Network che invitava esplicitamente le compagnie giapponesi a smetterla di mettere paletti e a pensare a distribuzioni simultanee o ravvicinate...e Crunchyroll non esisteva manco come sito pirata ai tempi).
La concorrenza stimola i giocatori in campo di solito. Solo che nel caso specifico del mercato Italiano non gliene fregava nulla.
Però qui avete un pò ribaltato il concetto che si stava esprimendo sopra, nessuno parlava di una vvvid che avrebbe dovuto espandersi in Italia, ma espandersi all'estero
Un conto è quelli che hanno provato 20 anni fa con i dvd in un mercato in recessione, un altro è un portale nuovo con un modo nuovo di fruire e in forte espansione in cui la concorrenza era praticmante nulla
Beh, ma che prima o poi qualcuno ti assorba è praticamente certo.
Se VVVVID/Dynit si fosse mostrato un competitor valido, probabilmente in Italia Crunchyroll se lo sarebbe comprato portando comunque soldini in casa nostra, invece non è andata così.
Crunchyroll è arrivata e ha semplicemente spianato la concorrenza.
Già, io non ho gusti da snob, verissimo.
Infatti a quel tempo, mentre Dynit comprava solo roba per palati fini (:P) e che piaceva a Cavazzoni, tutti prendevamo per il culo la Yamato perché acquistava gli scarti.
Il risultato è che oggi Dynit è morta sul mercato dei simulcast, mentre Yamato continua ad averne tre o quattro a stagione.
Ottima strategia.
Alla fine è andata a morire indubbiamente per la concorrenza, ma anche per una gestione poco lungimirante.
In un universo parallelo VVVVID sarebbe potuta diventare una piattaforma internazionale, espandendosi anche in altri stati europei, magari partendo da quegli stati meno battuti tipo Spagna e Grecia, arrivando allo scontro con Crunchyroll e Netflix con qualche chance in più.
P.s: mi dispiace per molte serie di nicchia che avevo visto lì e che ora non so proprio dove andranno a finire... penso a prodotti come Kaiba, Serial Experiment Lain etc.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.