Lo scandalo aveva investito l'Università di Medicina di Tokyo la scorsa estate: dopo varie denunce e proteste pubbliche, i vertici dell'ateneo avevano ammesso di aver truccato i risultati degli esami in modo da favorire l'ingresso alla facoltà ai soli candidati maschi. Questo perché secondo loro le donne avrebbero poi avuto la tendenza a dimettersi o ad assentarsi maggiormente in seguito ad un matrimonio o ad una gravidanza. Quindi, per evitare di avere buchi nel personale della classe medica, le candidate potevano ricevere un massimo di 80 punti su 100 anche se rispondevano correttamente a tutte le domande.
Anche i candidati maschi che avevano già sostenuto l'esame quattro o più volte erano sottoposti a questa pratica discriminatoria, perché avendo fallito un certo numero di volte, era altamente probabile che non superassero l'esame di stato, facendo così crollare il numero dei candidati di successo e rovinando la reputazione dell'università.
Quest'anno Yukiko Hayashi, che sulla scia dello scandalo è diventata il primo presidente donna della scuola, si è impegnata a condurre un esame di ammissione "equo e imparziale" e i risultati si sono visti: le donne che hanno passato l'esame sono il 20,2% (contro il 19,8% dei maschi) mentre l'anno scorso la percentuale delle donne era solo del 2,9%, mentre quella degli uomini era del 9%.
"Di solito rilasciamo tali dati intorno a luglio, ma considerando lo scandalo, abbiamo deciso di divulgare i risultati adesso per motivi di trasparenza," ha detto un portavoce dell'università.
D'altronde, a seguito dello scandalo, il numero totale di candidati all'Università di medicina di Tokyo è crollato di oltre il 60%, con ricadute ben peggiori per le casse dell'ateneo rispetto ad ipotetiche defezioni future.
Fonte consultata:
TheJapanTimes
Anche i candidati maschi che avevano già sostenuto l'esame quattro o più volte erano sottoposti a questa pratica discriminatoria, perché avendo fallito un certo numero di volte, era altamente probabile che non superassero l'esame di stato, facendo così crollare il numero dei candidati di successo e rovinando la reputazione dell'università.
Quest'anno Yukiko Hayashi, che sulla scia dello scandalo è diventata il primo presidente donna della scuola, si è impegnata a condurre un esame di ammissione "equo e imparziale" e i risultati si sono visti: le donne che hanno passato l'esame sono il 20,2% (contro il 19,8% dei maschi) mentre l'anno scorso la percentuale delle donne era solo del 2,9%, mentre quella degli uomini era del 9%.
"Di solito rilasciamo tali dati intorno a luglio, ma considerando lo scandalo, abbiamo deciso di divulgare i risultati adesso per motivi di trasparenza," ha detto un portavoce dell'università.
D'altronde, a seguito dello scandalo, il numero totale di candidati all'Università di medicina di Tokyo è crollato di oltre il 60%, con ricadute ben peggiori per le casse dell'ateneo rispetto ad ipotetiche defezioni future.
Fonte consultata:
TheJapanTimes
Da qui a truccare le entrate degli alunni in un percorso accademico è a dir poco scandaloso... Spero che le persone coinvolte e colpevoli abbiano ricevuto la pena che meritano.
Ogni volta che leggo il nome della mia città legata a quell'evento muoio un poco alla volta dentro.... Dio mio il cringe
Consolati... il Verona è tornato in Serie A!
Come detto sopra, il problema delle donne che lasciano il lavoro per il matrimonio (la maternità è un diritto bimbi belli) è una questione sociale di cui si deve occupare il governo eletto.
Non era compito dell'università risolverlo, e certamente non con questi mezzucci infami. Vergogna.
Brave ragazze invece.
Poi dentro avviene il finimondo.
Non lo so, anche perchè dicono che le domande per il test siano diminuite del 60%, ma il dato che fa scalpore è il fatto che le donne siano passate dall'essere un terzo degli uomini, ad essere pari.
Sono felice che la situazione si stata risolta, ma in tutto questo non posso che pensare a tutte le ragazze che non hanno potuto frequentare questa università a causa di questa discriminazione, perchè alla fine parliamo pur sempre di una cosa da cui dipenderà la loro carriera lavorativa e quindi il loro intero futuro. Chissà quanto avevano studiato per quel test.
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