Sono passate tre settimane dalla tragedia che ha coinvolto lo studio Fushimi di Kyoto Animation, dove hanno perso la vita 35 persone. L'edificio rimane seriamente danneggiato, ma il CEO della compagnia, Hideaki Hatta, ha dichiarato che preferirebbe che la struttura venisse trasformata in un edificio commemorativo, piuttosto che ricostruito.
La compagnia ha però una seconda sede a Kyoto che è ancora operativa. Lì ha ripreso a lavorare un disegnatore di 52 anni, specializzato negli sfondi, che era rimasto coinvolto nell'incendio. Quest'uomo, che preferisce rimanere nell'anonimato, lavora presso Kyoto Animation dagli anni Ottanta e stava disegnando al secondo piano dell'edificio Fushimi la disgraziata mattina del 18 luglio.
Dopo l'ingresso dell'attentatore nell'edificio, il disegnatore racconta di aver sentito delle urla provenire dal piano sottostante. Dopodiché, l'edificio ha cominciato ad essere invaso dal fumo: non poteva scappare usando le scale interne, ma neanche restare dove stava. Ha deciso così di saltare fuori dalla finestra, procurandosi una contusione ma salvandosi la vita.
Il cinquantenne non è ancora guarito completamente dall'infortunio ma è già tornato al lavoro nel secondo edificio. Ma questo fatto non ha nulla a che vedere con la pressione sociale giapponese: il disegnatore ha infatti dichiarato di sentirsi meglio quando lavora.
Lavorando per Kyoto Animation da una trentina d'anni, il disegnatore deve ora fare i conti con una tristezza infinita. "Eravamo amici, eravamo una famiglia", ha detto. E se in Giappone non è raro invitare od essere invitati a bere qualcosa dai colleghi dopo il lavoro, è invece decisamente raro essere ospitati od ospitare colleghi a casa. Ma accadeva spesso ai dipendenti di Kyoto Animation, uniti da un legame che andava oltre il semplice lavorare insieme. Yoshiji Kigami (61 anni), che ha perso la vita nell'attentato, si fermava spesso a casa del disegnatore.
Nonostante l'artista in questione ami disegnare, ha anche ammesso che, come ormai sappiamo, la vita nel settore dell'animazione è spesso assai dura. "Molte volte ho pensato di smettere," racconta, specialmente quando non riusciva a riprodurre uno sfondo, un atmosfera che aveva chiara in mente e le scadenze erano alle porte. Ma ha anche dichiarato che, grazie al supporto dei colleghi e all'atmosfera che si respira al lavoro, è sempre riuscito ad andare avanti.
Non biasimeremmo l'artista qualora, dopo una tragedia simile, avesse preferito allontanarsi dal settore dell'animazione. Ma, come detto poco fa, è già al lavoro e ha un grande obiettivo. Ha dichiarato infatti: "Voglio continuare a fare del mio meglio, così che nessuno possa dire che la qualità dei nostri lavori sia peggiorata. Continuare a creare anime come abbiamo sempre fatto è il più prodigioso contrattacco all'attentatore". Alla distruzione efferata non si può rispondere che con la creazione.
Fonte consultata:
Sora News 24
La compagnia ha però una seconda sede a Kyoto che è ancora operativa. Lì ha ripreso a lavorare un disegnatore di 52 anni, specializzato negli sfondi, che era rimasto coinvolto nell'incendio. Quest'uomo, che preferisce rimanere nell'anonimato, lavora presso Kyoto Animation dagli anni Ottanta e stava disegnando al secondo piano dell'edificio Fushimi la disgraziata mattina del 18 luglio.
Dopo l'ingresso dell'attentatore nell'edificio, il disegnatore racconta di aver sentito delle urla provenire dal piano sottostante. Dopodiché, l'edificio ha cominciato ad essere invaso dal fumo: non poteva scappare usando le scale interne, ma neanche restare dove stava. Ha deciso così di saltare fuori dalla finestra, procurandosi una contusione ma salvandosi la vita.
Il cinquantenne non è ancora guarito completamente dall'infortunio ma è già tornato al lavoro nel secondo edificio. Ma questo fatto non ha nulla a che vedere con la pressione sociale giapponese: il disegnatore ha infatti dichiarato di sentirsi meglio quando lavora.
Lavorando per Kyoto Animation da una trentina d'anni, il disegnatore deve ora fare i conti con una tristezza infinita. "Eravamo amici, eravamo una famiglia", ha detto. E se in Giappone non è raro invitare od essere invitati a bere qualcosa dai colleghi dopo il lavoro, è invece decisamente raro essere ospitati od ospitare colleghi a casa. Ma accadeva spesso ai dipendenti di Kyoto Animation, uniti da un legame che andava oltre il semplice lavorare insieme. Yoshiji Kigami (61 anni), che ha perso la vita nell'attentato, si fermava spesso a casa del disegnatore.
Nonostante l'artista in questione ami disegnare, ha anche ammesso che, come ormai sappiamo, la vita nel settore dell'animazione è spesso assai dura. "Molte volte ho pensato di smettere," racconta, specialmente quando non riusciva a riprodurre uno sfondo, un atmosfera che aveva chiara in mente e le scadenze erano alle porte. Ma ha anche dichiarato che, grazie al supporto dei colleghi e all'atmosfera che si respira al lavoro, è sempre riuscito ad andare avanti.
Non biasimeremmo l'artista qualora, dopo una tragedia simile, avesse preferito allontanarsi dal settore dell'animazione. Ma, come detto poco fa, è già al lavoro e ha un grande obiettivo. Ha dichiarato infatti: "Voglio continuare a fare del mio meglio, così che nessuno possa dire che la qualità dei nostri lavori sia peggiorata. Continuare a creare anime come abbiamo sempre fatto è il più prodigioso contrattacco all'attentatore". Alla distruzione efferata non si può rispondere che con la creazione.
Fonte consultata:
Sora News 24
Ma per legge non dovrebbero esserci porte antincendio ed un'uscita di sicurezza con scale esterne ? per non parlare dei rilevatori di fumo che fanno partire l'acqua dal soffitto
Oltre che sul lato security per non fare entrare chiunque mi sa peccavano pure sul lato fughe d'emergenza eppure non stiamo parlando di una compagnia di scappati di casa che ha aperto ieri
Fossi in lui più che tornare al lavoro farei una bella causa di quelle milionarie per le condizioni lavorative non a norma ed aver messo a rischio molte vite
Purtroppo in Giappone, secondo le loro normative, gli edifici sono in regola così come sono... Senza uscite di emergenza... Senza scale esterne di emergenza...
Ma che serie di sciocchezze esagerate. Nemmeno in Italia, dove abbiamo delle leggi piuttosto restrittive, è previsto l'obbligo di un sistema a sprinkler per gli uffici. Nessuna legge o norma può nulla contro un attentato del genere, quindi falla finita con le cazzate.
Quindi sarebbero cazzate...bel modo di pensarla. E' dire che servono proprio ad evitare certi macelli.
uno che riesce ad avere il tempo di spargere liquido infiammabile senza che qualcuno riesce a notarlo (le guardie dove stanno?), in più dopo con l'incendio si trovano tutti circondati dalle fiamme senza scale antincendio, senza uscite di emergenza, né rilevatori di fumo. Solo intrappolati li dentro.
Eh no! con queste cose i danni e le morti sarebbero molto più limitati, anzi potevano salvarsi tutti.
なむあみだ仏っ
Io sapevo che fosse piuttosto comune invece...
Lui è stato notato, ma gli ci è voluto un attimo. In pochi secondi ha versato il liquido infiammabile su cose e persone e tutto ha preso fuoco. Hanno anche fatto delle simulazioni con dei modellini. Con delle scale esterne probabilmente qualche persona in più si sarebbe potuta salvare, ma sfortunatamente la legge non le rende obbligatorie.
Da quel che ne so è molto comune essere invitati a bere in qualche locale, ma nelle case dei singoli lavoratori non saprei.
Ah sisì, mi riferivo agli inviti nei locali...avevo letto male.
Certo come no, hai capito tutto della dinamica di questo incendio.
Immagino i vostri uffici pieni di gente a controllare che nessuno sparga liquidi sospetti, per tacere di cosa possa fare un rivelatore di fumo per un incendio istantaneo. Occupatevi di anime e lasciate perdere il resto va.
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