Le voci delle seiyuu a volte non vi sembrano troppo squillanti? Sicuramente, ma perlopiù non viene visto come questo grave problema, ci sono seiyuu che sono entrate nella storia riuscendo a modulare al meglio la propria voce. La loro voce è il loro mestiere e la stragrande maggior parte di loro riescono a ricreare perfettamente i personaggi coi quali lavorano, alcuni ruoli richiedono il dover magari sottolineare il distacco tra realtà e finzione partendo già dalla voce.
Non possono piacere a tutti, ovvio. Ma c'è qualcuno che ha un parere più duro di altri. Come ad esempio Hiroshi Mori, scrittore ed ingegnere 61enne che gode di gran fama e rispetto sul suolo nazionale e non solo, che non riesce proprio ad apprezzare gli anime. Difatti uno dei suoi ultimi post nel suo blog hanno fatto abbastanza discutere:
"Ho sentito che l'animazione giapponese è largamente apprezzata internazionalmente ma ci sono proprio suoi elementi che non riesco a farmi mandare giù: il doppiaggio. Il modo di parlare, la recitazione così eccessivamente pregna di carica emozionale che mi fa chiedere se sto vedendo un'opera kabuki, un film dei samurai o uno show televisivo, non è così che a mio avviso parlano le persone vere. Urlano troppo, la loro voce trema troppo, il loro respiro è troppo intenso".
Un esempio di seiyuu particolarmente capaci: Tomokazu Sugita, Minori Chihara, Aya Hirano, Yūko Gotō, Daisuke Ono
Le riflessioni di Mori sono tanto discutibili quanto, allo stesso tempo, comprensibili. Il timore che una recitazione simile possa portare lo spettatore a non sentirsi immerso nell'opera, per quanto sia un problema più per gli spettatori giapponesi che per quelli internazionali non avvezzi a sentire i giapponesi parlare "normalmente" quotidianamente, è possibile dato che senza dubbio si toccano spesso corde più vicine a vari sceneggiati che alla vita reale... ma del resto gli anime non sono anche questo? Non è anche questo ad averli resi così amati e popolari in tutto il mondo? La gente non vuole sempre un riflesso fedele della realtà. Ma Mori pare non riesca bene a comprendere cosa porti noi stranieri a vedere gli anime:
"Credo che loro vedano gli anime nello stesso modo in cui vedrebbero un'opera kabuki, è una cultura aliena per loro e se riescono a sentire del coinvolgimento diventano dei fan". Lo scrittore non apprezza in realtà nemmeno l'aspetto visivo, nonostante a liceo facesse parte in un club che faceva doujinshi (fumetti autoprodotti) a suo avviso una volta che le illustrazioni "prendono vita" il lettore perde la possibilità di visualizzare i movimenti e le scene, al contrario dell'esperienza che ti offrono i libri, perché: "Guardando gli anime mi pare di osservare umani con maschere manga addosso".
Che sia un semplice gap generazionale? Che sia la vecchissima diatriba (e, permettetemi, inutile) libri contro manga? Vi può essere però del vero sul fondo delle sue dichiarazioni, quali sono i vostri pareri?
Fonte Consultata:
SoraNews24
Non possono piacere a tutti, ovvio. Ma c'è qualcuno che ha un parere più duro di altri. Come ad esempio Hiroshi Mori, scrittore ed ingegnere 61enne che gode di gran fama e rispetto sul suolo nazionale e non solo, che non riesce proprio ad apprezzare gli anime. Difatti uno dei suoi ultimi post nel suo blog hanno fatto abbastanza discutere:
"Ho sentito che l'animazione giapponese è largamente apprezzata internazionalmente ma ci sono proprio suoi elementi che non riesco a farmi mandare giù: il doppiaggio. Il modo di parlare, la recitazione così eccessivamente pregna di carica emozionale che mi fa chiedere se sto vedendo un'opera kabuki, un film dei samurai o uno show televisivo, non è così che a mio avviso parlano le persone vere. Urlano troppo, la loro voce trema troppo, il loro respiro è troppo intenso".
Un esempio di seiyuu particolarmente capaci: Tomokazu Sugita, Minori Chihara, Aya Hirano, Yūko Gotō, Daisuke Ono
Le riflessioni di Mori sono tanto discutibili quanto, allo stesso tempo, comprensibili. Il timore che una recitazione simile possa portare lo spettatore a non sentirsi immerso nell'opera, per quanto sia un problema più per gli spettatori giapponesi che per quelli internazionali non avvezzi a sentire i giapponesi parlare "normalmente" quotidianamente, è possibile dato che senza dubbio si toccano spesso corde più vicine a vari sceneggiati che alla vita reale... ma del resto gli anime non sono anche questo? Non è anche questo ad averli resi così amati e popolari in tutto il mondo? La gente non vuole sempre un riflesso fedele della realtà. Ma Mori pare non riesca bene a comprendere cosa porti noi stranieri a vedere gli anime:
"Credo che loro vedano gli anime nello stesso modo in cui vedrebbero un'opera kabuki, è una cultura aliena per loro e se riescono a sentire del coinvolgimento diventano dei fan". Lo scrittore non apprezza in realtà nemmeno l'aspetto visivo, nonostante a liceo facesse parte in un club che faceva doujinshi (fumetti autoprodotti) a suo avviso una volta che le illustrazioni "prendono vita" il lettore perde la possibilità di visualizzare i movimenti e le scene, al contrario dell'esperienza che ti offrono i libri, perché: "Guardando gli anime mi pare di osservare umani con maschere manga addosso".
Che sia un semplice gap generazionale? Che sia la vecchissima diatriba (e, permettetemi, inutile) libri contro manga? Vi può essere però del vero sul fondo delle sue dichiarazioni, quali sono i vostri pareri?
Fonte Consultata:
SoraNews24
Sì certo, e io leggendo paperino mi sembra di vedere un umano con addosso un costume da papero. Le basi del linguaggio dei fumetti proprio.
Ma sono molti giapponesi a considerare scadenti i doppiaggi degli anime : addirittura il Ghibli usa attori di teatro e cinema come doppiatori invece di quelli che doppiano anime di professione .
Personalmente non voglio mai un riflesso fedele della realtà.
Se voglio la realtà faccio due passi fuori casa.
Perché dovrei sorbirmi una "copia" della realtà se c'è l'originale?
ALT.
Nei lungometraggi, non derivati da franchise, si usano spesso seiyuu non provenienti dalla TV in realtà per una questione di incastri di lavoro, spesso sono già tutti occupati per impegni presi molto in precedenza (dalle agenzie che hanno ovviamente accordi particolari con studi d'animazione e case editrici) e non possono essere presenti tutti allo stesso momento, perché ricordiamo che i doppiatori giapponesi doppiano "tutti insieme" al contrario di come facciamo noi occidentali.
E comunque ci saranno i giapponesi che si lamentano ma la grandissima maggior parte dei fan li ama i doppiatori, e credo che sia lampante visto il loro successo
Davvero avete un Io così fragile da non riuscire ad accettare che a qualcuno possa non piacere o anche ritenere stupido qualcosa che vi piace? O che se una cosa piace a voi nessuno ha il diritto di criticare? Patetico ed egocentrico. Tanto più che non è entrato in camera vostra armato di martello a distruggervi il computer. Non vi ha dato degli stupidi né ha iniziato una campagna diffamatoria. Ha detto che non gli piacciono gli anime per motivo X e Y e che per questo non li guarda. Fine. Sul suo blog fra l'altro, dove avrà pure il diritto di scrivere quel che gli pare.
Direi che potete accettarlo e andare avanti anche senza vomitare più rancore di quello che avreste se avesse sparato a vostra madre.
Anche perché non credo proprio voi abbiate la coscienza pulita: sicuri di non aver mai detto quanto 50 sfumature o il Grande Fratello siano per rirardati mentali? Non è che perché in quel caso il disprezzo è della maggioranza allora siete legittimati, dalla parte della verità assoluta e non offemsivi.
Rifletteteci.
P.S. complimenti a chi ha allegato Sugita, OnoD e Aya Hirano all'articolo
Il signore in questione mi sembra un esperto, leggerò con piacere il suo blog
Che sia una cultura aliena e che per questo incuriosisce chi ne diventa appassionato invece mi sembra pacifico, non è che lo puoi contestare ma non vedo neanche quale sia il problema.
E lo chiama poco? Credo sia fantastico che qualcosa di così contemporaneo come gli anime riescano ad ereditare stilemi di un teatro datato, io gradisco molto le esagerazioni sceniche un po' ricercate e pompate ma è come se mi lamentassi che buona parte dei telefilm inglesi/americani siano ispirati alle opere di shakespeare(Ad esempio House of Card). Magari sbaglio ma ho l'impressione che gli anime vengano apprezzati più all'estero proprio per questo abbandono della realtà, che a me non dispiace(l'importante è non alienarsi)
Svegliata male? Ho letto solo commenti pacatissimi, a parte il tuo.
EDIT: ovviamente sorvolo i vari aspetti culturali che cambiano da una lingua ad un altra, non è questo il punto che volevo far emergere dal discorso.
Ma infatti...lui ha scritto che non gli piacciono anime per motivi X e Y...e qui si scrive che ad alcuni piace X per tale motivo, concordano con Y x altro motivo e viceversa...
Ma anche quando non ci sono diatribe si devono creare? XD
Infatti si capisce meglio con i live action od in generale le serie con attori reali giapponesi. Ridicole all'inverosimile con 'sti poveri cristi che recitano per sembrare falsi. Cioè è proprio la base del cinema ( e di conseguenza le serie tv ) fare l'opposto della recitazione teatrale ( che esaspera per avere una maggiore visibilità, problema inesistente con cinema e televisione che offrono un supporto in grado di dare una perfetta visione della scena ).
Per la cronaca, un tempo non era così...
Non solo: gli anime hanno influenzato, col suo modo di parlare, anche la realtà. Chi vive in Giappone può capirlo. Soprattutto le ragazze che tendono sempre, anche quelle di una certa età, a rendere la voce più "infantile" possibile.
Mah, non so, noi in Italia sono piu' quarant'anni che vediamo anime a cominciare dalla piu' tenera eta', quindi tanto aliena come cultura non lo e' piu'. Il teatro kabuki invece rimane alieno, io per esempio non ne ho mai vista una rappresentazione.
Se lo posso dire quest'ultima cosa e' molto triste
Cioè la critica di fondo mi pare sia riassumibile in questo concetto
"non è così che a mio avviso parlano le persone vere"
E quindi? Perchè per un giapponese dovrebbe essere più accettabile questa, diciamo "forzatura" che per un non-giapponese?
Anzi per assurdo dovrebbero essere più fastidiosi proprio per i nipponici che quotidianamente sono immersi in una realtà molto diversa da quella rappresentata nei dialoghi animati.
E' poi ovvio che si parli in gran parte di opere spiccatamente di fantasia, anche quelle di ambientazione quasi normale (quella scolastica e certi slice), quindi le forzature sono accettate dallo spettatore senza particolari problemi.
Ci sono poi opere di animazione realistiche che infatti richiedono un doppiaggio diverso.
Così come ci sono anime di fantasia con doppiaggi meno "eccessivi", dipende dai gusti dello staff.
Comunque la questione non è limitata al giappone.
Non è che la parlata dei Simpsons o di Family Guy o di infinite altre serie americane d'animazione sia più realistica di quelle giapponesi.
Mi pare un classico falso problema.
C'è solo UN COMMENTO qua sopra le righe ed è il tuo, solo il tuo, esclusivamente il tuo. Nel caso non fosse chiaro: SOLO TU STAI A FA' NEL MODO CHE CRITICHI.
Comunque.
Micheles centra un altro punto saliente del discorso, vi sono giapponesi (anche del settore, come Fujita ci ha dato modo di capire a qualche Lucca fa) che non hanno idea, e non sono nemmeno interessati a farsela, di come sia visto il Giappone dagli stranieri, non sanno cosa ci interessi, come e perché.
Molti giapponesi amano definire la propria cultura come un qualcosa di assolutamente loro, non è un qualcosa che abbia realmente a che fare con un protezionismo nazionalistico perché sono "divertiti", "interessati", al fatto che noi li studiamo, però ad un certo punto cadono dal pero, come questo signore, e credono di essere una cultura assolutamente aliena e distante dalla nostra, credendo che i loro messaggi e la loro arte possano essere compresi ESCLUSIVAMENTE da chi è giapponese.
Ma che molti giapponesi siano decisamente fuori dal mondo non credo sia una sorpresa.
Al contrario ho avuto difficoltà ad apprezzare i "drama" , pur essendo volti reali non trovavo l'espressività ( magari ho anche visto i peggiori ).
Ti comprendo, la maggior parte degli attori giapponesi hanno tipo di recitazione troppo teatrale ed enfatizzata, arrivando nei casi piu gravi a sembrare ridicoli.
Anche io. Purtroppo a volte smetto di guardare una serie perché ne ho abbastanza di tutti quegli urletti.
E quando vivevo in Giappone ho notato questa cosa delle vocette falsificate. Ho pure visto che molte ragazze corrono con le braccine strane come negli anime, che io mi chiedevo sempre "ma chi mai si metterebbe a correre in quel modo?", e invece... magari anche qui è un'influenza degli anime sul comportamento? ?
Beh, però sono meno di vent'anni , grazie all'avvento dell'adsl, che fruiamo di anime sottotitolati. Con il doppiaggio giapponese sovraenfatico, i riferimenti culturali intatti (ricordate quando in SM mostravano "ciambelle" che in realtà erano odango?) E tutto quel che comporta. Da questa prospettiva l'animazione giapponese è ancora una cosa relativamente "nuova".
Poi c'è il problema di non saper cogliere le differenze di linguaggio. Ho citato l'opera, ma anche l'italiano letterario è ben diverso da quello parlato o scritto sui social. Il fumetto ha bisogno di esprimersi in maniera più "eclatante" di un romanzo, e così via.
Cioè hai preso proprio le serie che l'omosessualità fanno apposta ad essere irreali XD. Ma anche nelle sit-com come attori veri si fanno movimenti ed espressioni non realistiche per fare ridere.
Infatti.
Solo questa? Prova a guardare, se riesci, la tv jap nei suoi 7-8 canali principali. Noterai quanto gli anime e i videogiochi abbiamo influenzato tutto in giappone, in senso negativo. Scritte , sovrascritte, sottotitoli in ogni porzione di schermo ler ogni frase, anche nelke esclamazioni, accompagnate da bip, cip ed effetti sonori da videogame. Voci ed espressioni che mi rifiuti di credere fscciano parte di un popolo. Che differenza coi film di ozu! Se si guarda il cinema jap anche fino ai 90, ci si accorge di come si siano autotrasformarti! E non parliamo degli italiani che vivono in jap o, peggio ancora, lavorano per la tv! Avvilente! Li vedete muoversi, parlare anche nella tonalità, come se fossero stati amalgamati cancellando il proprio carattere (sempre se ne avevano uno...)
Il discorso è lungo....
Io avrei detto il contrario, nel senso che un personaggio animato ha un range piuttosto limitato di espressioni e quindi molto del lavoro di "trasmettere emozioni" è necessariamente affidato al doppiatore e al modo di doppiare, di recitare, per cui si tende ad esagerare un pò per non rischiare di cadere nel piattume. E questo non lo dico io, ma è un discorso che ho sentito fare a molti dei nostri doppiatori.
Cmq per quanto mi riguarda è un "non problema" dato che da "vecchia cariatide" quale sono ho visto più anime doppiati in italiano che in lingua originale, quindi non è certo colpa o merito del doppiaggio giapponese se me ne sono innamorata.
Per me è solo un altro modo di raccontare una storia: la stessa storia potrebbe essere resa anche in un libro o in un film con attori veri, spendendo millemilamilioni in trucco, parrucco, effetti speciali e CG. Con gli anime e i cartoni si è semplicemente scelto di usare il disegno come tecnica per rappresentare, in maniera probabilmente più semplice ed economica, tutto ciò che la fantasia può suggerire, aggirando tutte quelle che possono essere le difficoltà pratiche nel realizzarle in altri modi.
In ultimo, è una forma di svago, per cui l'evasione dalla realtà è esattamente ciò che cerco (come per libri, film, ecc...)
Per me il punto centrale del discorso è proprio questo (e noto che sembra sfuggire sempre di più alla gente, anche in fatto di film o serie TV): le opere di intrattenimento NON sono la realtà, per cui non sono obbligate a seguire i canoni tipici del mondo reale (almeno non tutte).
Quindi è normale che abbiano una “carica emotiva” maggiore su qualsiasi aspetto, perché devono riuscire a trasmettere un qualcosa al lettore/spettatore, almeno quanto basta da riuscire a intrattenerlo (e se va bene anche a interessarlo e a insegnarli qualcosa).
Per il discorso invece sulla “cultura aliena”, secondo me questa affermazione è vera fino a un certo punto, perché anche qui dipende da serie a serie: un My Hero Academia non ha poi tutta sta cultura aliena rispetto a, che ne so, uno slice of life come può essere Yotsuba&! (lo nomino solo perché ho appena comprato il secondo volume in fumetteria ), mentre per esempio un Demon Slayer è già un buon compromesso tra le due cose, visto che per quanto sia un’opera di fantasia e combattimenti ha comunque un’impronta culturale e storica ben precisa.
E poi, ma questo è solo il mio pensiero, a me personalmente i manga/anime piacciono anche perché, per quanto possibile, danno una dimostrazione indiretta del “punto di vista” di un giapponese su alcuni aspetti dell’esistenza……………..non so bene come dirlo, ma diciamo che è il loro “stile della narrazione” ad essere particolare e caratteristico.
Faccio un esempio stupido: in un manga/anime sentimentale, se c’è il protagonista che fissa la ragazza di turno, questa invece che dire “Cosa c’è? Devi dirmi qualcosa?” (cioè un’affermazione diretta) quasi certamente dirà “Ho qualcosa sul viso?” (cioè un’affermazione indiretta), cosa che difficilmente un occidentale potrebbe dire; so che è una stupidaggine ma secondo me sono anche queste piccole sfumature che finiscono per caratterizzare le opere giapponesi (e non è una cosa facilmente replicabile da una persona di un’altra cultura, a meno che non conosca veramente a menadito la mentalità giapponese).
Sul discorso “differenza tra libri/manga/anime ecc.”, quella è un’altra questione ancora, perché la diversa modalità con cui si usurfruisce di un’opera dipende ovviamente dal mezzo: se leggo un romanzo è inevitabile che nella mia mente mi metta a rielaborare il concetto appena letto per poi collegarlo a una qualche immagine di fantasia.
E ovviamente questo processo cognitivo viene totalmente meno se già l’opera stessa ha questo presupposto, per cui si passa via via dai manga (disegni statici) agli anime (immagini in movimento) fino ad arrivare al punto massimo che, a mio parere, sono i videogiochi (dove il giocatore non è solo un fruitore passivo ma deve anche “metterci del suo”, perchè è obbligato a dover interagire col prodotto).
Non serve uscire, per vedere la realtà, essa è sempre intorno a noi, anche quando sogniamo o guardiamo anime.
Quello che pensa Hiroshi Mori a proposito delle anime e delle seiyuu, è la sua opinione personale, non la verità assoluta, penso non perderò il sonno od altro per questo.
forse in patria, essendo persone con lo stesso idioma e linguaggio, lo percepiscono differentemente da noi e comprendono molto meglio queste esasperazioni. noi evidentemente non ne siamo avvezzi
Sul discorso della realtà, la maggior parte degli anime non sono "Slice of Life", gli anime cosi come i manga, cosi come una parte estremamente vasta di ogni opera di fantasia prodotta dagli esseri umani, negli ultimi migliaia di anni, rappresentare scenari lontani dalla realtà, dato che è questo il loro scopo, ovvero sfuggire alla monotonia e al grigiore della vita comune.
E se lo dice uno scrittore, le cose sono due: o fa solo opere estremamente realistiche, e magari molto comuni, oppure è una scrittore molto mediocre ed estremamente limitato.
Il signore in questione è uno scrittore affermato e rispettato in patria e questo ha dato risalto alla sua opinione,poi il signore si è limitato a denunciare il fatto che le voci degli anime sono troppo squillanti e pertanto irrealistiche
A me questo non risulta, se non in alcuni anime, e comunque se dovessi lamentarmi di cose irrealistiche negli anime, non mi lamenterei certo delle voci, ma di come viene tratta la sessualità e il rapporto uomo/donna per dirne una.
Questa è una cosa di cui mi lamento anche io,oltre ad altri elementi come il potere dell'amicizia,le battaglie,la gestione dei personaggi
E' comunque tutto molto realtivo. Non tutte le opere sono esagerazioni di stili e non tutte le doppiatrici recitano in modo così esasperato (dipende dal contesto del prodotto). Bho, niente di che, non è un0opinione particolare o o unica, ne abbiamo già letto di giapponesi che trovano i vocini e vocioni degli anime fastidiosi.
Leggo commenti allucinanti. Appena uno critica qualcosa di questo mondo, invece di riflettere sul problema, date addosso alla persona, non solo, addirittura non lo vedete proprio il problema ed anzi per voi è.un pregio!
Siamo al delirio assoluto oramai. Io non amo l'animazione perché le voci hanno una tonalità da rincogl.... Da gente che urla senza motivo. Questa è una deformazione del problema di rendere tutto Kawaii...
Sembra che l'animazione è quella che vedete voi, e cioè degli ultimi 15-20 anni. NO! L'animazione esiste da oltre 100 anni. In ogni parte del mondo le voci non sono mai state "realizzate" così. Neanhe in Giappone! Questa è un'altra delle piaghe che hanno affossato questo mondo riducendoli ad un ammasso senza forma e stile, .
Invece di evadere dalla realtà (non mi aspettavo che tanti guardano cartoni per evadere dalla realtà! Io guardo / amo anime , fantasy, fantascienza e fantastico non certo per evadere , perchè poi! Senza offesa per nessuno, ma diamine, arriverà il momento che tanti apriranno gli occhi su come si è combinata l'animazione jap,...
“Sergio, ho visto dei cartoni animati giapponesi… incredibili… una cosa nuovissima… maivista… non si può dire nemmeno che siano di fantascienza! E’ un mondo di robot, pilotati daesseri umani. Che si trasformano. Volano. Uomini che diventano macchine… si dividono indue…”. […]
Qualcosa di VERAMENTE diverso, nuovo, bello, colorato. Valeva ieri, valeva oggi. Metteteci la molteplicità dei temi, non a semplice commedia comica a colpi di inseguimento che aveva fato la fortuna di Tom e Jerry, ( per citare due icone). Poi è ovvio alcune cose ci sfuggono e ci sfuggiranno sempre. Ma questo è altra questione. D'altronde è questo il bello di incontrare una cultura nuova. Scoprire punti di vista diversissimi.
Un grazie ad Encirobot che ha messo a disposizione un interessante PDF da cui ho tratto la citazione:
http://www.encirobot.com/9goldann/Encirobot_com_GoNagaiNet_Goldrake_in_Italia_ebook.pdf
Assolutamente anch'io, ho visto un solo drama, ma non riesco proprio a farmi piacere il modo di recitare, le espressioni e la parlata degli attori.
Gli anime sono in altro discorso completamente diverso e proprio per questo preferisco vederli con i sub.
Forse mi piacciono proprio perché è tutto più enfatizzato, più coinvolgente e fuori dall'ordinario.
Mi sovviene KAKEGURUI che ho visto in Netflix sia in versione anime che live, e beh non c'era paragone, paradossalmente la recitazione dei personaggi animati era piu' tranquilla e compassata, mentre nella versione live gli attori sembrava che si sforzassero caraterizzare i loro personaggi risultando caricaturali e con scene che asarebbero dvoute essere drammatiche piene di comicita' involontaria.
Io ad esempio non sopporto le serie sul crimine (a parte Law and Order, non chiedetemi perché) o i cartoons americani recenti. Ma se alla gente piace (e se non sono delle palesi porcherie) AMEN, almeno loro si divertono.
Forse non è il parallelismo perfetto, ma per dire, non mi aspetto che giù ad Albuquerque sia pieno di professori di chimica con una grande quanto nascosta propensione per le attività criminali. In Breaking Bad, certe scene piuttosto plateali ("You're goddamn right" ed altre frasi ad effetto) sono roba che penso c'azzecchino poco con la vita reale. Eppure tutto ciò non mi ha impedito di godermi quella serie, tanto da convincermi che sia una delle cose più belle che abbia mai visto in assoluto.
Dipende tutto dalla capacità di una persona di stare al "patto narrativo" della storia che si sta seguendo.
Negli anime di questi tempi la prassi è quella là. E anche se le vocine squillanti o il Moe non ti fanno impazzire, ci si abitua e ad un certo punto si riesce a vedere la storia oltre quegli elementi. Io penso di esserne la dimostrazione vivente.
Quindi... se si cerca l'autenticità ci sono sempre i documentari. E se ti piacciono i vocioni, di film di Rocky ce ne sono fino alla nausea.
Poi se non ti piacciono gli anime non c'è nulla di male; semplicemente le motivazioni che ha provato a dare fanno un po' ridere.
Mai lamentato dell'irrealismo di Shingo Tamai o Captain Tsubasa ...
Parlo di un "difetto" (uno dei tanti per me) che affligge l'animazione jap in generale, anche quando personaggi e serie non dovrebbero avere un "tono" simile ...
Tempo fa alcuni addetti ai lavori hanno sollevato il problema, fra tutti Miyazaki. Se ti fa ridere Miyazaki, o pensi come tanti che oramai è vecchio e rincoglionito ....vabbè ... ognuno è libero...
Ma il problema esiste eccome. Cosa centrano i vocioni, i Rocky e quant'altro ... tu stesso dici che negli anime di oggi l'andazzo è questo, quindi ...
P.S. Hai saputo delle toilette in Giappone col cerchietto magico? QUando vai a pisciare, se becchi con l'urina il cerchietto, sullo schermo davanti ti compare il punteggio. Ovvio che sia un metodo per non farla fuori dal vaso, ma diamine, se anche a pisciare devo sorbirmi bip, pum, vocine compiuterizzate, total e numeri .... tanto per dire ...
Non so, sarei anche d'accordo ma è una cosa che non mi ha mai dato tutto sto fastidio e non vedo perché farne una questione di stato
Poi magari col tempo cambio idea pure io eh...
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