"Sono nato nudo e morirò nudo"


Il nome di Toru Muranishi probabilmente qui in Italia sarà sconosciuto ai più, ma in Giappone è quello di una leggenda vivente. Negli anni '80, quelli dell'edonismo più sfrenato e della bolla economica, quest'uomo ha saputo rivoluzionare il mondo della pornografia nipponica. Definito in un articolo del Tokyo Journal del 1992 come "il più sporco dei vecchi sporcaccioni del settore", meglio conosciuto in patria come "Imperatore del porno", è stato il simbolo di un'epoca.
In "Il Regista Nudo" serie TV composta da 8 episodi disponibile su Netflix, possiamo scoprire anche noi la vita di Toru Muranishi e come e perché sia diventato tanto popolare.
 


Basata sul libro biografico "Zenra kantoku - Muranishi Tōru den", la serie è stata ideata da Masaharu Takeil regista del film di successo "100 Yen Love".
Si badi bene: non è un documentario ma una serie TV in tutto e per tutto. Pur avendo mantenuto i fatti salienti della vita di Toru Muranishi e le sue peculiarità caratteriali, la storia è stata romanzata anche con il benestare del protagonista.
In un'intervista al Japan Times, Masaharu Take ha infatti dichiarato che la storia è un mix tra ciò che è realmente accaduto e ciò che è stato inventato, ma ha affermato anche che Muranishi ha confermato che non gli importava, che lo staff poteva prendersi tutte le libertà che riteneva opportune; la cosa essenziale era che il tutto risultasse interessante per lo spettatore.
 

Il risultato è un prodotto di ottimo livello che, pur essendo molto giapponese, ha anche tutte le carte in regola per piacere ad un pubblico internazionale. Gli episodi scorrono velocemente, grazie ad un ritmo serrato, ad inseguimenti, colpi di scena e gag davvero azzeccate. I colori sono scintillanti e saturi, grazie ad una fotografia che rende brillanti e sgargianti le atmosfere tipiche degli anni '80.
Ma non c'è solo intrattenimento puro e semplice. Le emozioni si alternano rapide e ad una risata fragorosa può seguire una commozione intensa. Dietro le mille luci di Kabuki-cho, dietro i sorrisi delle Mama-san, c'è un'umanità sola e dolente, che ha bisogno unicamente di un po' di calore umano.
 


Fondamentali per la riuscita dell'opera sono gli attori, scelti davvero con cura e tutti molto bravi. Partendo dai comprimari, come non amare Junko, interpretata da Sairi Ito, la truccatrice delle attrici che cerca di dare loro l'aspetto migliore e più adatto, trattandole come persone e non come pezzi di carne?
E poi Rugby (Takenori Goto) e Mitamura (Tokio Emoto) che danno vita ad una coppia comica irresistibile. E ancora Kawada, interpretato da Tetsuji Tamayama, che vede in Muranishi un rivoluzionario e che cerca anche però di frenarne a tutti i costi l'incoscienza e la follia dei progetti (anche se alla fine lo accontenta sempre...).
 

Ma su tutti spiccano i tre protagonisti, davvero in stato di grazia a mio parere.
Toshi Arai, interpretato da Shinnosuke Mitsushima, è un'anima dolente. Sbruffone, allegro e impertinente, con i suoi maglioncini assurdi, fa scoprire a Muranishi il business dell'industria pornografica. Ma attraversa il confine, si lega alla yakuza e sprofonderà nelle viscere del quartiere del piacere in una spirale che porterà ad una delle scene più toccanti ed emozionanti dell'intera serie.

Megumi Sahara / Kaoru Kuroki, interpretata da Misato Morita è una vera rivelazione. L'attrice è quasi un'esordiente, ha al suo attivo pochissime interpretazioni, ma è riuscita a dare vita ad una Kaoru Kuroki vitale, bellissima, passionale ed incredibilmente somigliante all'originale.
Il regista stesso è rimasto sbalordito: "Non le somigliava, ma la sua voce è diventata esattamente la stessa. Non le avevo detto di farlo, ma a poco a poco è arrivata ad assomigliarle tantissimo, sorprendendomi non poco." In questa clip potete vedere la vera Kuroki in alcune apparizioni televisive: se le confronterete con la serie TV, resterete sbalorditi anche voi.
 


Kuroki è un personaggio complesso, ma soprattutto dirompente. Una donna che faceva video per adulti per sua scelta, per poter essere sé stessa, che non si vergognava ma anzi non aveva scrupoli a pubblicizzare il suo lavoro: per l'epoca era davvero qualcosa di mai visto. Ha difeso la sua libertà di espressione e il diritto per tutte le donne di avere desideri sessuali e poterli dire ad alta voce. Le sue ascelle non depilate erano diventate il suo marchio di fabbrica, di cui si vantava e che metteva in mostra ogni volta che poteva, per affermare così la sua personalità.
 

Tōru Muranishi, interpretato da Takayuki Yamada, è il vero motore della storia. L'attore ha partecipato al progetto sin dall'inizio e probabilmente lo ha reso anche in parte possibile. Lo vediamo prendere per mano Muranishi e trasformare un timido venditore di enciclopedie di inglese nell'Imperatore del porno. Pur non essendo un santo, con arresti multipli che hanno costellato la sua vita, l'uomo è stato comunque un visionario.
Voleva rappresentare la realtà, anche quella sessuale, così com'era, senza filtri e censure. È stato lui ad inventare l'idea del regista che appare nei video, con in mano la telecamera, rivolgendosi alle sue attrici in giapponese formale (anche mentre faceva sesso con loro) e trattandole con estremo rispetto finite le riprese. Yamada è fenomenale nel rendere credibile tutto questo. Non c'è una sbavatura, né una "gigioneria" nella sua recitazione, eppur sarebbe stato decisamente facile visto l'argomento.
 


Infine il sesso: "Il Regista Nudo" è una serie su un regista di film per adulti. Parla dell'industria pornografica. Il sesso c'è e si vede, e sarebbe stato assurdo ritenere il contrario. Ci sono molte scene di sesso esplicito, anche se i genitali sia maschili che femminili non vengano mai inquadrati direttamente; per questo la serie è vietata ai minori di 18 anni.
Nella serie, tuttavia, non c'è né volgarità, né morbosità. C'è passione, amore, erotismo e divertimento. Riesce ad essere addirittura comica quando sul set del film porno (un campo da baseball) arrivano dei ragazzini e Muranishi intima loro di restare per imparare qualcosa. Ma c'è anche dolcezza e poesia: in una delle scene più belle della serie, Muranishi guarda dei video amatoriali in cui marito e moglie stanno facendo l'amore. Sono immagini seppiate, sgranate dagli anni, senza audio. Eppure esprimono tutto l'amore che la giovane coppia prova l'uno per l'altro.
Quanto di più lontano possa esserci dall'idea comune di pornografia.
 
 
"Il regista nudo" è una serie breve ma intensa. Per il Giappone quell'epoca è stata un periodo folle, estremo ed interessante. Muranishi ne fu un degno rappresentante e contribuì a scardinare vecchi preconcetti, cavalcando la voglia di vivere, l'edonismo e la potenza di un paese in pieno boom economico.
Ben recitato, ben montato, con una colonna sonora internazionale e azzeccata, è un ottimo prodotto per chi cerca qualcosa di diverso dal solito. E poi "Voi guardate i porno, no?" (cit.)