Durante il Lucca Comics & Games 2019 abbiamo avuto modo di partecipare ad un interessantissimo evento a tema shoujo: La figura femminile e il genere shoujo nell'animazione giapponese.
Grazie a Maurizio Nataloni (curatore e organizzatore dell’evento) e Stefania Torsello (autrice dei testi) i presenti all'evento si sono tuffati nel passato, ripercorrendo la storia e lo sviluppo del genere shoujo e delle sue protagoniste.
Per poter iniziare a parlare della storia del genere si è partiti dalla sua definizione.
Lo shoujo è uno dei tanti generi di manga presenti in Giappone, nato all'incirca negli anni '50, pubblicato su riviste del settore dedicate ad un determinato target di riferimento (di solito dalle elementari alla maggiore età). Le sfaccettature dell'amore, lineamenti leggeri ed esili che creano bei corpi (anche per attirare il pubblico maschile) e personaggi dall'animo buono sono di solito le caratteristiche dello shoujo, che tuttavia in 60 anni di storia ha saputo evolversi così come la figura della donna.
Chi è stato il primo a scrivere shoujo manga?
Nonostante la figura della ragazza/shoujo nasca a fine '800 con la nascita dei primi collegi femminili nel Sol Levante, il genere shoujo nasce negli anni '50 dalla penna del "dio dei manga" Osamu Tezuka.
Grande amante del cinema hollywoodiano e della Disney, con La principessa Zaffiro Tezuka attua una vera e propria rivoluzione rispetto allo status della donna giapponese di quegli anni (e non solo). In un mix con la tradizione fiabesca di stampo occidentale, la protagonista si ritrova con il cuore metà maschile e metà femminile in un percorso di crescita alla ricerca del proprio io.
Contrariamente a ciò che si possa pensare, i primi manga shoujo sono stati scritti da uomini e solo negli anni '60, in piena rivoluzione femminista, compaiono le prime mangaka donne. Ma è negli anni '70 che fanno il loro debutto due icone del genere e a cui tutti sono legati: Candy Candy e Lady Oscar.
Candy Candy rappresenta l'epilogo di una lunga tradizione di orfanelle piangenti. Venne molto criticata perché proponeva una protagonista crocerossina (di nome e di fatto davvero) succube degli eventi, sempre buona, gentile e fiduciosa in un domani migliore nonostante le mille tragedie che la colpiscono. A sua difesa però va detto che le autrici Kyoko Mizuki e Yumiko Igarashi scelsero per la loro protagonista un'ambientazione "poco da shoujo", presentando de temi mai affrontati prima o visti nelle opere precedenti (la guerra, la morte...).
Menzione a parte va fatta per Lady Oscar di Riyoko Ikeda, un perfetto connubio tra manga e storia con forse una delle protagoniste più amate di tutti i tempi. Percorrendo tutte "le tappe dell'eroe" di Vogler, Oscar affronta prove e rotture drammatiche per raggiungere alla fine la piena coscienza di sé.
In Italia, il genere ha sicuramente trovato terreno fertile grazie all'arrivo degli anime a tema majokko.
Se gli anni '70 sono caratterizzati dalle streghette, come Sally la maga e Ransie, dove le protagoniste sono dotate solitamente di poter sovrannaturali e desiderano vivere avventure nel mondo moderno e umano, gli anni '80 lanciano le figure delle maghette.
L'incantevole Creamy, Magica magica Emi, Sandy dai mille colori sono solo alcune delle protagoniste che grazie alla magia riescono a trasformarsi in qualcosa di diverso. Molte bambine da piccole giocano a "fare le grandi" e Yu o Mai fanno lo stesso.
La forza di questi personaggi sta nel fatto che le spettatrici si riconoscono in loro. Yu, ad esempio, conserva la sua identità di bambina nei panni dell'affascinante Creamy e solo alla fine la bambina sparisce perché è ormai davvero cresciuta.
E negli anni '90? Beh, gli anni '90 sono l'epoca delle eroine e prima fra tutte c'è ovviamente l'unica e sola Sailor Moon.
Ma come arriviamo allo shoujo di oggi? A differenza di altri generi, lo shoujo ha la capacità e possibilità di trasformarsi e andare al passo con i tempi. Proprio per questo, dagli anni '90 in poi le storie si svolgono non più nel passato o in una fiaba ma tra i banchi di scuola. Ed è effettivamente un passaggio logico visto che gli adolescenti trascorrono a scuola praticamente la maggior parte della giornata.
Le situazioni di lui e lei è un degno esempio di come le autrici di questo nuovo filone abbiano iniziato a scrivere e approfondire maggiormente i protagonisti (lui e lei appunto) e il rapporto di coppia, il volere e dovere e crescere. Alla crescita personale si accompagna il tema che esiste altro oltre le apparenze.
E in una conferenza così, non potevano mancare di certo tanti video emblematici (le lacrime si sono sprecate quando Andrè dice ad Oscar che "una rosa non potrà mai essere un lillà") quanto le sigle italiane che ancora oggi cantiamo a squarciagola, nonostante i 30, 40 o anche 50 anni.
Per chi non è potuto venire a Lucca, sappiate che ci sarà un bis al Comicon di Napoli 2020.
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Beh dai, stando a loro anche il genere harem e mecha fa parte dei target.
Non c'è stato tempo per tanto altro. Sailor moon solo menzionata davvero. Un'ora vola via in fretta e anche stando tutto il giorno non saremmo arrivati ai manga dal 2010 in poi ?
Molto molto interessante
Ci vuole una nuova confeenza...A Napoli si potrebbe partire parlando proprio di Utena.
Siamo inguaiati!
OK. Mi fermo qui?
Si,come con il termine "Otaku" che ha assunto in Italia un significato diverso rispetto a quello originale, o come i termini "shounen ai/shoujo ai"che in Giappone sono evitati poiché hanno un'accezione negativa(collegata alla pedofilia) e invece in Occidente sono stati travisati e usati per indicare opere con rapporti di omosessualità non espliciti.
Che bello storpiare i termini...
Abbiamo riportato quanto detto durante l'incontro. Non lo abbiamo organizzato noi e non ci siamo permessi di modificare quanto detto.
in ogni caso è sbagliato lo stesso, se un evento parte già con queste premesse crea solo confusione e la cosa viene percepita come poco seria. Ci sono shoujo che non sono sentimentali... quindi è bene precisare che si sta parlando degli shojo "sentimentali," se no ci ritroviamo come quelli che dicono gli "shounen" per dire battle, quando in realtà all'interno del target ci si ritrova di tutto dagli horror alle rom-com a qualsiasi altro genere. Cioè un conto è un utente che magari da inesperto può dire una cosa sbagliata perchè l'ha capita in quel modo, un altro è che a farlo è uno che si pone come un professionista e che vuole fare divulgazione come in questo caso. Se si divulgano cose inesatte si finisce per essere screditati già in partenza.
viste più o meno tutte, anche se non ho mai amato troppo le serie di maghette varie, a parte qualche caso...
Sarebbe interessante approfondire i vari generi; io stessa a volte non so bene quali siano le differenze...
Allora potevate benissimo evitare di riportarlo, siccome fa disinformazione...
Lamú è uno shonen
Riguardo a Le situazioni di lui e lei, titolo citato qui sopra, consiglio tantissimo l'anime che è un piccolo capolavoro del montaggio.
Non è una bella cosa, semplicemente hanno preso un'altra sfumatura. Ciò che conta è sapere cosa significano di per sé, e concordo che sia giusto spiegarlo tranquillamente quando capita l'occasione - io stesso lo faccio riguardo alla parola "otaku" - semplicemente finché c'è consapevolezza del significato in Giappone non mi pare sia un dramma se dall'altra parte del mondo prendono un'accezione differente ^^
Chi parla di "dramma". Si parla di informazione, di riportare il termine nel suo significato originale e non travisarlo. Il problema è che la gran parte delle persone non hanno consapevolezza di questi termini e li usano come se indocassero dei pregi.
Ma vabbè, ormai è così.
Ma almeno la distinzione tra target e genere e non confonderli,mi sembra il minimo...
Sul fatto che sia giusto sapere che c'è una differenza sono d'accordo, fortunatamente soprattutto per quanto riguarda il termine "otaku" vedo spesso gente che lo fa notare.
Provate ad andare in un qualsiasi liceo a dire "visto che le persone sbagliano spesso la derivata del coseno da oggi in poi la sua derivata sarà il seno e non più meno seno" e ti portano via con la camicia di forza...
Mamma mia ragazzi, non credevo di suonare così categorica ._. intendevo solo che le parole straniere spesso cambiando Paese prendono sfumature diverse, ho detto e ripetuto che sono d'accordo sul fatto che sia giusto far sapere quale sia il significato originale dei singoli termini, semplicemente non mi pare strano che un termine possa variare sfumatura di significato da un punto del mondo all'altro. Bon, spero di essere stata più chiara. Detto questo, se volete continuare a correggere tutti quelli che incontrate ogni volta che utilizzano un termine in modo erroneo rispetto al Paese in cui è nato di certo non vi fermo io ^^
Avevo commentato solo perché mi dispiaceva veder liquidata con sprezzo un'iniziativa interessante per l'utilizzo impreciso rispetto al significato giapponese di un termine, dato che non amo le polemiche su Internet la prossima volta mi faccio furba ed evito ^^''
Buona idea ma non abbassare mai la guardia che spesso è il commento più pacato a scatenare l'inferno xD
Hai ragione XD Erano anni che non mi avvicinavo a una sezione commenti (indovina perché xD) e in effetti l'avevo abbassata, ho fatto una cavolata ^^''
Torniamo a parlare di bei manga e via!
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