Chi è stato in Giappone e ha visitato un santuario le avrà sicuramente notate. Ma anche chi non si è mai mosso di casa, le avrà viste ritratte in manga e anime. Sono le Kitsune, le volpi sacre perché messaggere di Inari, la divinità della fertilità, del riso, dell'agricoltura, dell'industria e del successo terreno.
Le statue che le raffigurano si trovano in oltre 30.000 templi in tutto il paese, d'altronde oltre un terzo di tutti i santuari shintoisti in Giappone siano dedicati a Inari, essendo questo kami collegato a riso, tè e sake, fondamentali nella cultura nipponica.
Scopriamo quindi qualcosa in più su questa figura così popolare ed affascinante.
Occorre distinguere appunto fra i termini Inari e Kitsune, che a volte sono usati come sinonimi ma in realtà indicano due cose differenti, come accennavo nell'introduzione.
Inari è il kami, la divinità e può essere rappresentato come maschio, femmina o androgino e alle volte anche come più divinità assieme. Le kitsune, cioè le volpi di Inari, sono una manifestazione del kami e fungono da messaggeri dello stesso. Spesso di un bianco candido, di solito sono poste come guardiani del santuario contro gli spiriti maligni. Le statue indossano spesso un bavaglino rosso, perché nella fede shintoista, il rosso è il colore degli dei e si dice che protegga dalla malattia e dall'energia malevola.
Nel folklore giapponese invece, le volpi sono spesso rappresentate come dotate di una grande intelligenza e longevità. Di solito benevole, le kitsune hanno anche la reputazione di essere imbroglione sebbene spesso a fin di bene: in molte leggende infatti truffano uomini che sono stati avidi o vanagloriosi.
Un canovaccio comune che si ritrova in molte di queste storie è quello della volpe che si trasforma in una bella donna, persa e bisognosa di aiuto. Dopo aver invitato questa misteriosa donna a passare la notte, il proprietario della casa si sveglia la mattina seguente e scopre che tutti gli oggetti di valore e il cibo sono spariti assieme all'ospite. Si narra anche che volpi particolarmente dispettose rasino a zero i capelli dell'uomo che devono punire mentre questi sta dormendo.
Nonostante al giorno d'oggi non ci siano più tantissime persone che praticano attivamente la fede shintoista, la kitsune è un elemento folkloristico molto presente nella vita quotidiana nipponica.
In cucina ad esempio uno dei piatti più rappresentativi è l'Inarisushi, poco conosciuto fuori dai confini nazionali. Unisce l'aburaage che è il piatto preferito delle kitsune al riso di cui Inari è il dio. L'aburaage si ottiene tagliando il tofu in fette sottili che vengono poi fritte. Queste fettine si usano per avvolgere delle palline di riso per sushi.
A seconda però delle regioni si possono trovare delle varianti: ad est, è spesso presentato come un rettangolo, a ricordare i sacchi di riso e dentro non vi è altro che riso condito con l'aceto. Ad ovest ha un sapore più ricco e il riso è mescolato di solito con verdure. Inoltre, la forma è tipicamente triangolare, presumibilmente per rappresentare la forma dell'orecchio di una volpe.
Nei matsuri invece troverete quasi sicuramente una bancarella che vende maschere e tra una Sailor Moon e un Doraemon ci sarà quella bianca raffigurante la kitsune. Queste maschere erano originariamente utilizzate nelle danze rituali shintoiste e nelle produzioni teatrali, ma ora sono per lo più decorazioni per augurarsi prosperità.
Sono però ancora utilizzate in alcune cerimonie come quella che si svolge ogni anno alla vigilia di Capodanno presso il Santuario di Oji Inari a Tokyo dove la leggenda narra che le volpi assumessero la forma di umani per poter visitare il tempio. Per commemorare l'evento, centinaia di persone partecipano ad una processione indossando maschere a forma di kitsune.
Ovviamente le volpi sono spesso rappresentate in anime e manga, anche in serie ultra popolari come Pokemon e Naruto. In uno in particolare però si celebra il culto della kitsune e della dea Inari: è Inari, Konkon, Koi Iroha dove una ragazza di nome Inari Fushimi salva un cucciolo di volpe dall'annegamento in un fiume. La dea di un santuario vicino premia Inari Fushimi per questo suo atto misericordioso e le dona il potere di trasformarsi in altre persone, proprio come le volpi del folklore giapponese possono fare.
La serie si svolge a Kyoto e sono raffigurati luoghi reali come il famosissimo Fushimi Inari Taisha.
E proprio parlando di luoghi reali, non c'è posto migliore per ammirare le kitsune dei santuari dedicati a Inari: contraddistinti di solito da torii arancioni, ospitano diverse statue di volpi.
Con oltre 30.000 santuari non c'è che l'imbarazzo della scelta, così per aiutarvi ve ne segnaliamo sei che ci sembrano particolarmente rilevanti.
Fushimi Inari Taisha
Considerato il principale santuario Inari del Giappone, il Fushimi Inari Taisha si trova a Kyoto ed è probabilmente anche il più iconico.
Con il suo tunnel apparentemente infinito di 10.000 torii, è ormai da diversi anni una delle attrazioni turistiche imperdibili del Giappone. Salendo lungo l'intero percorso tortuoso, si può arrivare in cima al Monte Inari in circa un'ora e mezza (diffidate da chi si vanta di averci impiegato meno........).
Difficile magari riuscire a scattare una foto del tunnel di torii senza che ci sia qualche turista, ma non sempre può essere un male: a volte si è fortunati e si trovano persone in yukata o kimono che rendono l'atmosfera ancora più affascinante.
Santuario Kasama Inari
Il santuario Kasama Inari situato a Ibaraki si erge come uno dei tre più grandi santuari Inari del Giappone. La sua imponente architettura attira ogni anno oltre 3,5 milioni di visitatori da tutto il mondo. Sono in particolare le vacanze di Capodanno a far affluire oltre 800.000 persone nell'arco di soli tre giorni.
Una delle caratteristiche più accattivanti del santuario è una coppia di glicini risalenti a 400 anni fa che ogni maggio creano un meraviglioso tetto di delicati fiori viola. L'area di Kasama è anche famosa in tutto il paese per le sue ceramiche, quindi potrete portarvi a casa un souvenir a forma di volpe Inari fatto a mano.
Santuario Toyokawa Inari
Il Santuario Toyokawa Inari nella Prefettura di Aichi è sia un santuario shintoista che un tempio buddista, cosa non così rara nel paese. Al suo interno sono presenti edifici splendidamente conservati che risalgono a quasi 600 anni fa, ma soprattutto ospita migliaia di statue di kitsune distribuite su una superficie di 13 chilometri quadrati.
Santuario Motonosumi
Il Santuario Motonosumi è un po' fuori dalle rotte turistiche abituali essendo situato sulla costa settentrionale del Giappone nella prefettura di Yamaguchi, ma è senza dubbio uno dei più panoramici e suggestivi. Il santuario infatti presenta una fila di 123 torii che si snodano dalla scogliera rocciosa fino al santuario principale, in cima alla collina.
Qui si trova una scatola per le offerte davvero unica: è posta infatti in cima al torii, per cui le monete devono essere lanciate in aria per sperare di essere ascoltati dal kami e vedere realizzati i propri desideri.
Santuario Yutoku Inari
Situato nella città di Kashima nella prefettura di Saga, il Santuario Yutoku Inari è apprezzato per la sua straordinaria architettura. Sebbene relativamente nuovo rispetto ad altri santuari (è stato costruito nel 1687), si è guadagnato rapidamente la reputazione di uno dei tre principali santuari Inari del Giappone. Dopo aver oltrepassato il suo pittoresco ponte vermiglio, si sale lungo un sentiero collinare punteggiato da torii per raggiungere così la sala principale, alta 18 metri, che si affaccia sul pianoro sottostante.
Da vedere anche il tradizionale giardino giapponese con le sue splendide peonie, nonché il vicino museo che ospita armature storiche un tempo indossate dai signori feudali.
Santuario Keihin Fushimi Inari
Costruito a Kawasaki poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Santuario Keihin Fushimi Inari è il più vicino al centro di Tokyo. Sebbene più piccolo rispetto agli altri presenti in questo elenco, Keihin Fushimi ha una varietà incredibile di statue kitsune: sono infatti 108, come le tentazioni terrene degli insegnamenti buddisti e sono molto diverse le une dalle altre, sia per colore che per espressioni del volto.
Inoltre all'interno del sanutario è presente una raffigurazione del Monte Fuji, una sorta di Fuji in miniatura scolpito con roccia lavica presa direttamente dalla montagna sacra.
E se voleste vedere le volpi vere, cioè gli animali? Se un tempo soprattutto in campagna era facile per gli abitanti dei villaggi giapponesi incrociarle sul loro cammino, complice anche la natura curiosa delle volpi, ora è molto più difficile causa estensione delle città. Ma non è impossibile: sulle montagne della prefettura di Miyagi, esiste lo Zao Fox Village dove vivono oltre 100 volpi che abituate alla vista degli umani non sono timide e si lasciano avvicinare dai visitatori.
Fonte consultata:
TsunaguJapan
Le statue che le raffigurano si trovano in oltre 30.000 templi in tutto il paese, d'altronde oltre un terzo di tutti i santuari shintoisti in Giappone siano dedicati a Inari, essendo questo kami collegato a riso, tè e sake, fondamentali nella cultura nipponica.
Scopriamo quindi qualcosa in più su questa figura così popolare ed affascinante.
Occorre distinguere appunto fra i termini Inari e Kitsune, che a volte sono usati come sinonimi ma in realtà indicano due cose differenti, come accennavo nell'introduzione.
Inari è il kami, la divinità e può essere rappresentato come maschio, femmina o androgino e alle volte anche come più divinità assieme. Le kitsune, cioè le volpi di Inari, sono una manifestazione del kami e fungono da messaggeri dello stesso. Spesso di un bianco candido, di solito sono poste come guardiani del santuario contro gli spiriti maligni. Le statue indossano spesso un bavaglino rosso, perché nella fede shintoista, il rosso è il colore degli dei e si dice che protegga dalla malattia e dall'energia malevola.
Nel folklore giapponese invece, le volpi sono spesso rappresentate come dotate di una grande intelligenza e longevità. Di solito benevole, le kitsune hanno anche la reputazione di essere imbroglione sebbene spesso a fin di bene: in molte leggende infatti truffano uomini che sono stati avidi o vanagloriosi.
Un canovaccio comune che si ritrova in molte di queste storie è quello della volpe che si trasforma in una bella donna, persa e bisognosa di aiuto. Dopo aver invitato questa misteriosa donna a passare la notte, il proprietario della casa si sveglia la mattina seguente e scopre che tutti gli oggetti di valore e il cibo sono spariti assieme all'ospite. Si narra anche che volpi particolarmente dispettose rasino a zero i capelli dell'uomo che devono punire mentre questi sta dormendo.
Nonostante al giorno d'oggi non ci siano più tantissime persone che praticano attivamente la fede shintoista, la kitsune è un elemento folkloristico molto presente nella vita quotidiana nipponica.
In cucina ad esempio uno dei piatti più rappresentativi è l'Inarisushi, poco conosciuto fuori dai confini nazionali. Unisce l'aburaage che è il piatto preferito delle kitsune al riso di cui Inari è il dio. L'aburaage si ottiene tagliando il tofu in fette sottili che vengono poi fritte. Queste fettine si usano per avvolgere delle palline di riso per sushi.
A seconda però delle regioni si possono trovare delle varianti: ad est, è spesso presentato come un rettangolo, a ricordare i sacchi di riso e dentro non vi è altro che riso condito con l'aceto. Ad ovest ha un sapore più ricco e il riso è mescolato di solito con verdure. Inoltre, la forma è tipicamente triangolare, presumibilmente per rappresentare la forma dell'orecchio di una volpe.
Nei matsuri invece troverete quasi sicuramente una bancarella che vende maschere e tra una Sailor Moon e un Doraemon ci sarà quella bianca raffigurante la kitsune. Queste maschere erano originariamente utilizzate nelle danze rituali shintoiste e nelle produzioni teatrali, ma ora sono per lo più decorazioni per augurarsi prosperità.
Sono però ancora utilizzate in alcune cerimonie come quella che si svolge ogni anno alla vigilia di Capodanno presso il Santuario di Oji Inari a Tokyo dove la leggenda narra che le volpi assumessero la forma di umani per poter visitare il tempio. Per commemorare l'evento, centinaia di persone partecipano ad una processione indossando maschere a forma di kitsune.
Ovviamente le volpi sono spesso rappresentate in anime e manga, anche in serie ultra popolari come Pokemon e Naruto. In uno in particolare però si celebra il culto della kitsune e della dea Inari: è Inari, Konkon, Koi Iroha dove una ragazza di nome Inari Fushimi salva un cucciolo di volpe dall'annegamento in un fiume. La dea di un santuario vicino premia Inari Fushimi per questo suo atto misericordioso e le dona il potere di trasformarsi in altre persone, proprio come le volpi del folklore giapponese possono fare.
La serie si svolge a Kyoto e sono raffigurati luoghi reali come il famosissimo Fushimi Inari Taisha.
E proprio parlando di luoghi reali, non c'è posto migliore per ammirare le kitsune dei santuari dedicati a Inari: contraddistinti di solito da torii arancioni, ospitano diverse statue di volpi.
Con oltre 30.000 santuari non c'è che l'imbarazzo della scelta, così per aiutarvi ve ne segnaliamo sei che ci sembrano particolarmente rilevanti.
Fushimi Inari Taisha
Considerato il principale santuario Inari del Giappone, il Fushimi Inari Taisha si trova a Kyoto ed è probabilmente anche il più iconico.
Con il suo tunnel apparentemente infinito di 10.000 torii, è ormai da diversi anni una delle attrazioni turistiche imperdibili del Giappone. Salendo lungo l'intero percorso tortuoso, si può arrivare in cima al Monte Inari in circa un'ora e mezza (diffidate da chi si vanta di averci impiegato meno........).
Difficile magari riuscire a scattare una foto del tunnel di torii senza che ci sia qualche turista, ma non sempre può essere un male: a volte si è fortunati e si trovano persone in yukata o kimono che rendono l'atmosfera ancora più affascinante.
Santuario Kasama Inari
Il santuario Kasama Inari situato a Ibaraki si erge come uno dei tre più grandi santuari Inari del Giappone. La sua imponente architettura attira ogni anno oltre 3,5 milioni di visitatori da tutto il mondo. Sono in particolare le vacanze di Capodanno a far affluire oltre 800.000 persone nell'arco di soli tre giorni.
Una delle caratteristiche più accattivanti del santuario è una coppia di glicini risalenti a 400 anni fa che ogni maggio creano un meraviglioso tetto di delicati fiori viola. L'area di Kasama è anche famosa in tutto il paese per le sue ceramiche, quindi potrete portarvi a casa un souvenir a forma di volpe Inari fatto a mano.
Santuario Toyokawa Inari
Il Santuario Toyokawa Inari nella Prefettura di Aichi è sia un santuario shintoista che un tempio buddista, cosa non così rara nel paese. Al suo interno sono presenti edifici splendidamente conservati che risalgono a quasi 600 anni fa, ma soprattutto ospita migliaia di statue di kitsune distribuite su una superficie di 13 chilometri quadrati.
Santuario Motonosumi
Il Santuario Motonosumi è un po' fuori dalle rotte turistiche abituali essendo situato sulla costa settentrionale del Giappone nella prefettura di Yamaguchi, ma è senza dubbio uno dei più panoramici e suggestivi. Il santuario infatti presenta una fila di 123 torii che si snodano dalla scogliera rocciosa fino al santuario principale, in cima alla collina.
Qui si trova una scatola per le offerte davvero unica: è posta infatti in cima al torii, per cui le monete devono essere lanciate in aria per sperare di essere ascoltati dal kami e vedere realizzati i propri desideri.
Santuario Yutoku Inari
Situato nella città di Kashima nella prefettura di Saga, il Santuario Yutoku Inari è apprezzato per la sua straordinaria architettura. Sebbene relativamente nuovo rispetto ad altri santuari (è stato costruito nel 1687), si è guadagnato rapidamente la reputazione di uno dei tre principali santuari Inari del Giappone. Dopo aver oltrepassato il suo pittoresco ponte vermiglio, si sale lungo un sentiero collinare punteggiato da torii per raggiungere così la sala principale, alta 18 metri, che si affaccia sul pianoro sottostante.
Da vedere anche il tradizionale giardino giapponese con le sue splendide peonie, nonché il vicino museo che ospita armature storiche un tempo indossate dai signori feudali.
Santuario Keihin Fushimi Inari
Costruito a Kawasaki poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Santuario Keihin Fushimi Inari è il più vicino al centro di Tokyo. Sebbene più piccolo rispetto agli altri presenti in questo elenco, Keihin Fushimi ha una varietà incredibile di statue kitsune: sono infatti 108, come le tentazioni terrene degli insegnamenti buddisti e sono molto diverse le une dalle altre, sia per colore che per espressioni del volto.
Inoltre all'interno del sanutario è presente una raffigurazione del Monte Fuji, una sorta di Fuji in miniatura scolpito con roccia lavica presa direttamente dalla montagna sacra.
E se voleste vedere le volpi vere, cioè gli animali? Se un tempo soprattutto in campagna era facile per gli abitanti dei villaggi giapponesi incrociarle sul loro cammino, complice anche la natura curiosa delle volpi, ora è molto più difficile causa estensione delle città. Ma non è impossibile: sulle montagne della prefettura di Miyagi, esiste lo Zao Fox Village dove vivono oltre 100 volpi che abituate alla vista degli umani non sono timide e si lasciano avvicinare dai visitatori.
Fonte consultata:
TsunaguJapan
Se mai andrò in Giappone (spero di sì) voglio visitare alcuni di questi luoghi così affascinanti ?
Ci sono molti anime che hanno come sfondo le leggende sulle Kitsune e ne spiegano le caratteristiche, ma comunque sono sempre pochi, ce ne vorrebbero di più .
Aggiungo due righe, solo per "completezza" l'articolo è ben fatto ed esaustivo e poi mi hai acceso la miccia ormai ahah...
Esistono diverse "varianti" di Kitsune (狐 - volpe) ma quelle più conosciute e di cui si racconta sono:
-Le 善狐 (zenko) letteralmente (volpi buone, dall'animo buono) le messaggere di Inari;
- Le 野狐 (yako) letteralmente "volpi da campo", praticamente quelle indicate come "cattive";
- Le 人狐 (ninko) letteralmente "volpi umane" quelle che, come spiegato nell'articolo, avevano la capacità di muta forma.
Una tra le tante storie sul significato della parola Kitsune che secondo me spiega bene questa figura, ad esempio, ci riporta questo:
In giapponese antico kitsu-ne significa "torna e dorme", mentre la variante ki-tsune significa "torna sempre" in riferimento a questa storia la Kitsune aveva un forte legame con il popolo e solo poi venne tradotta come "demone volpe" ma sempre con il significato di spirito...
Per concludere molto interessante è anche la colorazione che prendono le Kitsune in base alle code che possiedono... Più code hanno più potere e saggezza acquisiscono e quando ottengono la decima coda allora si parla di kyūbi no kitsune (九尾の狐 letteralmente Volpe a nove code) ottenendo così la colorazione bianco-oro e l'onniscenza (vedere tutto ciò che accade in ogni parte del mondo).
Grazie ancora dell'articolo, non so se sono di parte, ma uno dei migliori letti fono ad oggi XD...
Grazie mille a te per queste aggiunte!
Copio e incollo da wikipedia "Etymology
The full etymology is unknown. The oldest known usage of the word is in text Shin'yaku Kegonkyō Ongi Shiki, dating to 794. Other old sources include Nihon Ryōiki (810–824) and Wamyō Ruijushō (c. 934). These old sources are written in Man'yōgana, which clearly identifies the historical form of the word (when rendered into a Latin-alphabet transliteration) as ki1tune. Following several diachronic phonological changes, this became kitsune.
Many etymological suggestions have been made, though there is no general agreement:
Myōgoki (1268) suggests that it is so called because it is "always (tsune) yellow (ki)".
The early Kamakura-period Mizukagami indicates that it means "came (ki) [perfective aspect particle tsu] to bedroom (ne)", from a legend that a kitsune could take a human woman form, marry a man, and bear children.
Arai Hakuseki in Tōga (1717) suggests that ki means 'stench', tsu is a possessive particle, and ne is related to inu, the word for 'dog'.
Tanikawa Kotosuga in Wakun no Shiori (1777–1887) suggests that ki means 'yellow', tsu is a possessive particle, and ne is related to neko, the word for 'cat'.
Ōtsuki Fumihiko in Daigenkai (1932–1935) proposes that the word comes from kitsu, which is an onomatopoeia for the bark of a fox, and ne, which may be an honorific referring to a servant of an Inari shrine.
Nozaki also suggests that the word was originally onomatopoetic: kitsu represented a fox's yelp and came to be the general word for 'fox'; -ne signified an affectionate mood.
Kitsu is now archaic; in modern Japanese, a fox's cry is transcribed as kon kon or gon gon.
A widely known folk etymology of the word relates to sleeping and returning home: in classical Japanese, kitsu-ne means 'come and sleep', and ki-tsune means 'always comes'. This appears to be tied to a specific story; it is one of the oldest surviving kitsune tales, and unlike most of those in which a kitsune takes the form of a human woman and marries men, this one does not end tragically. From Hamel's translation:
Ono, an inhabitant of Mino (says an ancient Japanese legend of A.D. 545), spent the seasons longing for his ideal of female beauty. He met her one evening on a vast moor and married her. Simultaneously with the birth of their son, Ono's dog was delivered of a pup which as it grew up became more and more hostile to the lady of the moors. She begged her husband to kill it, but he refused. At last one day the dog attacked her so furiously that she lost courage, resumed vulpine shape, leaped over a fence and fled.
"You may be a fox," Ono called after her, "but you are the mother of my son and I will always love you. Come back when you please; you will always be welcome."
So every evening she stole back and slept in his arms.
The folk etymology would have it that because the fox returns to her husband each night as a woman but leaves each morning as a fox she is called kitsune."
Bibliografia
1) Hamel, Frank (2003). Human Animals. Kessinger. ISBN 978-0766167001.
2) Nozaki, Kiyoshi (1961). Kitsuné — Japan's Fox of Mystery, Romance, and Humor. Tokyo: The Hokuseidô Press.
3) Smyers, Karen Ann (1999). The fox and the jewel: shared and private meanings in contemporary Japanese inari worship. University of Hawaii Press. ISBN 978-0824821029.
Ricordo la bellissima stampa di Hiroshige con il consesso notturno dei fuochi fatui/kitsune:
In realtà non è che siano proprio fuochi fatui... Le sfere con le quali le volpi sono raffigurate sono chiamate:
- Hoshi no Tama (星のたま) letteralmente sfere di stelle o sfere stellate e racconti dicono che quando le volpi si trasformano un po' di potere vada a finire li dentro...
Invece quando rappresentate "infuocate" prendono il nome di:
- 狐火 (kitsunebi) letteralmente fuoco di volpe.
Questa stampa è stupenda
Molto suggestive le immagini dei templi
Mi incuriosisce l'Inarisushi
Mi sembrava di aver notano la ricorrenza del tema nelle immagini che posti nell'area social !!
GG
eheheh si è notato
Molto interessante...ti fa venire la voglia di partire all'istante x il Giappone!!
Grazie mille Hachi, per questo interessantissimo articolo, adoro il folklore giapponese!
Concordo ^^
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