Cioccolato + storia d'amore + Jun Matsumoto + Tokyo. Quando la mia senpai ZettaiLara (coordinatrice della sezione drama e grande appassionata del settore) mi ha proposto una serie che prevedeva questi elementi, non ho saputo resistere visto che toccava diversi miei punti deboli. Ho così scoperto una serie che riusciva a parlare di argomenti seri pur mantenendo un tocco leggero e facendo divertire parecchio in alcuni momenti. Non aspettatevi il capolavoro del secolo, ma se avete bisogno di emozioni genuine o se non siete avvezzi alle serie TV nipponiche ma siete curiosi e volete approcciarvi a questo mondo, Shitsuren Chocolatier (Heartbroken Chocolatier) potrebbe essere il titolo fatto apposta per voi.
Soprattutto nella prima parte della serie, Souta non si fa mancare niente, letteralmente accecato dal suo amore: tiene una lista di tutto quello che Saeko compra al Choco la vie in modo da inventare sempre prodotti nuovi che la spingano a tornare a comprare, senza batter ciglio lavora notte e giorno per prepararle la torta nuziale (sigh!), la accompagna a fare shopping e aspetta le sue mail ragionando e fantasticando su ogni virgola del testo.
Ignora bellamente che la sua collega e amica Kaoruko stravede per lui e diventa amico di letto della modella Erena, anch'essa incastrata in un amore non corrisposto, nella speranza di diventare un cattivo ragazzo e far colpo su Saeko.
Ma non crediate di essere di fronte ad uno sciupafemmine o ad una serie sensuale e spregiudicata: l'amore e il sesso sono trattati con gusto, delicatezza e molto divertimento, dando vita a sequenze decisamente esilaranti, soprattutto quando Souta si perde nelle sue fantasie assurde e fa disperare gli spettatori che non possono credere a tanta ingenua stupidità racchiusa in una persona sola.
Ma ad un certo punto la serie prende una piega inaspettata che è la chiave di volta e rende Shitsuren Chocolatier più profondo di quello che si potrebbe credere. Pur mantenendo un tono leggero in alcuni momenti, episodio dopo episodio i sentimenti di tutti i personaggi vengono esplorati più in profondità. Souta per primo, ma con lui tutti gli altri, iniziano a domandarsi cosa sia l'amore, cosa vogliono dalla vita e se siano giuste le scelte che hanno compiuto fino a quel momento.
In questo modo ci si affeziona a tutto il cast, se ne comprendono le ragioni e si fa il tifo per l'uno o per l'altro a seconda delle preferenze. Anche Saeko non è più così solo una bella ragazza che si approfitta bassamente della debolezza del suo spasimante: capiamo (senza scendere nei dettagli per non spoilerare) che la sua vita non è fatta solo di bei vestiti e moine, e che probabilmente tutto ciò è solo un meccanismo di difesa per una persona che non sa nemmeno esattamente cosa voglia dire amare.
Nel saper rendere tutto questo l'attrice Satomi Ishihara (Kimi wa Pet, H2, Rich Man Poor Woman) è bravissima, sapendo saltare in un attimo dall'essere la ragazza iper kawaii e femminile che dispensa consigli amorosi con un sorriso perfetto a diventare una donna fragile, piena di dubbi e per certi versi quasi spietata nella sua ricerca di affetto.
Molto in parte risulta tutto il cast, a partire da Jun Matsumoto su Souta, anche se ha la faccia così da bravo ragazzo che proprio non è credibile quando vorrebbe fare il mascalzone...
Le figure di Olivier (Junpei Mizobata), Matsuri (Kasumi Arimura) e Erena (Kiko Mizuhara) sono interpretate in maniera davvero professionale e senza sbavature. Menzione speciale a Asami Mizukawa che interpreta Kaoruko: le sue espressioni sconvolte di fronte alla 'zerbinaggine' di Souta mi hanno fatto ridere di gusto. Lo stesso vale per Ryūta Sato su Seinosuke Rikudo: il suo personaggio, seppur secondario, passa dall'essere un elemento fortemente comico al diventare una guida e un confidente indispensabile.
Infine non dimentichiamoci del vero protagonista della serie: il cioccolato! Sviscerato in ogni sua forma e significato, è celebrato come una vera star. Vedere gli episodi senza sbavare di fronte alle vetrine e alle scatole del Choco la vie è quasi impossibile! Non oso pensare che sofferenza possa essere stata per gli attori trovarsi a recitare per tutto il tempo davanti a quel ben di Dio...
L'amore per il cioccolato si riflette anche nella scenografia e nelle luci, scelte sempre in toni molto caldi e nella gamma dei beige e dei marroni, donando un senso di intimità a tutta la storia.
Finale aperto, nel senso che la serie potrebbe anche continuare ma niente viene lasciato in sospeso e tutto si chiarisce finalmente: ogni personaggio trova la sua strada alla fine di un lungo percorso interiore e di una crescita non priva di dolori e rinunce.
Una serie quindi che consiglio se si ha bisogno di uno svago intelligente, non troppo impegnativo ma nemmeno banalmente semplice.
Tratto dal manga omonimo di Setona Mizushiro (Il gioco del gatto e del topo, Afterschool Nightmare, Black Rose Alice), la storia racconta l'amore senza fine di Souta per Saeko. Il suo è stato un vero colpo di fulmine, ma purtroppo la ragazza, pur flirtando con lui, non si decide mai a chiarire i suoi sentimenti verso Souta. Poiché Saeko ama il cioccolato, Souta decide di mettere alla prova le sue doti di chocolatier per lei. Dopo aver ricevuto un sonoro due di picche alla vigilia di San Valentino, Souta decide di partire per Parigi, per diventare il migliore cioccolatiere e conquistare così la sua bella. Dopo sei anni di studi, il ragazzo diventato uomo torna a casa e apre il Choco la Vie, negozio/cafè dove vendere le sue meravigliose creazioni di cioccolato. Deciso a tutto per far capitolare Saeko, finirà però così per diventare il suo zerbino...
Soprattutto nella prima parte della serie, Souta non si fa mancare niente, letteralmente accecato dal suo amore: tiene una lista di tutto quello che Saeko compra al Choco la vie in modo da inventare sempre prodotti nuovi che la spingano a tornare a comprare, senza batter ciglio lavora notte e giorno per prepararle la torta nuziale (sigh!), la accompagna a fare shopping e aspetta le sue mail ragionando e fantasticando su ogni virgola del testo.
Ignora bellamente che la sua collega e amica Kaoruko stravede per lui e diventa amico di letto della modella Erena, anch'essa incastrata in un amore non corrisposto, nella speranza di diventare un cattivo ragazzo e far colpo su Saeko.
Ma non crediate di essere di fronte ad uno sciupafemmine o ad una serie sensuale e spregiudicata: l'amore e il sesso sono trattati con gusto, delicatezza e molto divertimento, dando vita a sequenze decisamente esilaranti, soprattutto quando Souta si perde nelle sue fantasie assurde e fa disperare gli spettatori che non possono credere a tanta ingenua stupidità racchiusa in una persona sola.
Ma ad un certo punto la serie prende una piega inaspettata che è la chiave di volta e rende Shitsuren Chocolatier più profondo di quello che si potrebbe credere. Pur mantenendo un tono leggero in alcuni momenti, episodio dopo episodio i sentimenti di tutti i personaggi vengono esplorati più in profondità. Souta per primo, ma con lui tutti gli altri, iniziano a domandarsi cosa sia l'amore, cosa vogliono dalla vita e se siano giuste le scelte che hanno compiuto fino a quel momento.
In questo modo ci si affeziona a tutto il cast, se ne comprendono le ragioni e si fa il tifo per l'uno o per l'altro a seconda delle preferenze. Anche Saeko non è più così solo una bella ragazza che si approfitta bassamente della debolezza del suo spasimante: capiamo (senza scendere nei dettagli per non spoilerare) che la sua vita non è fatta solo di bei vestiti e moine, e che probabilmente tutto ciò è solo un meccanismo di difesa per una persona che non sa nemmeno esattamente cosa voglia dire amare.
Nel saper rendere tutto questo l'attrice Satomi Ishihara (Kimi wa Pet, H2, Rich Man Poor Woman) è bravissima, sapendo saltare in un attimo dall'essere la ragazza iper kawaii e femminile che dispensa consigli amorosi con un sorriso perfetto a diventare una donna fragile, piena di dubbi e per certi versi quasi spietata nella sua ricerca di affetto.
Molto in parte risulta tutto il cast, a partire da Jun Matsumoto su Souta, anche se ha la faccia così da bravo ragazzo che proprio non è credibile quando vorrebbe fare il mascalzone...
Le figure di Olivier (Junpei Mizobata), Matsuri (Kasumi Arimura) e Erena (Kiko Mizuhara) sono interpretate in maniera davvero professionale e senza sbavature. Menzione speciale a Asami Mizukawa che interpreta Kaoruko: le sue espressioni sconvolte di fronte alla 'zerbinaggine' di Souta mi hanno fatto ridere di gusto. Lo stesso vale per Ryūta Sato su Seinosuke Rikudo: il suo personaggio, seppur secondario, passa dall'essere un elemento fortemente comico al diventare una guida e un confidente indispensabile.
Infine non dimentichiamoci del vero protagonista della serie: il cioccolato! Sviscerato in ogni sua forma e significato, è celebrato come una vera star. Vedere gli episodi senza sbavare di fronte alle vetrine e alle scatole del Choco la vie è quasi impossibile! Non oso pensare che sofferenza possa essere stata per gli attori trovarsi a recitare per tutto il tempo davanti a quel ben di Dio...
L'amore per il cioccolato si riflette anche nella scenografia e nelle luci, scelte sempre in toni molto caldi e nella gamma dei beige e dei marroni, donando un senso di intimità a tutta la storia.
Finale aperto, nel senso che la serie potrebbe anche continuare ma niente viene lasciato in sospeso e tutto si chiarisce finalmente: ogni personaggio trova la sua strada alla fine di un lungo percorso interiore e di una crescita non priva di dolori e rinunce.
Una serie quindi che consiglio se si ha bisogno di uno svago intelligente, non troppo impegnativo ma nemmeno banalmente semplice.
Pro
- Personaggi credibili grazie ad un bel lavoro di introspezione pur essendo comunque una serie leggera
- Il cioccolato è protagonista al pari degli altri attori ed è trattato come una vera diva
- Sceneggiatura ben calibrata che alterna momenti divertenti ad altri più introspettivi tenendo vivo l'interesse dello spettatore
Contro
- Jun Matsumoto proprio non riesce a fare il cattivo ragazzo
- Se non amate il cioccolato, questa serie non fa al caso vostro
- Non aspettatevi un capolavoro. È una buona serie, ottima per approcciarsi ai live action giapponesi
Vedo che c'è parte del cast di Nodame Cantabile che mi fa piacere rivedere, Asami Mizukawa era la violinista (mi piaceva come personaggio) e nella foto vedo l'attore che intepretava Stresemann.
Grazie Hachi per questa bellissima recensione che mi ha fatto riaffiorare impegni che devo portare a termine..
Mai dimenticare i compiti che assegna Lara Sensei XD soprattutto se sono dolci come questo 😜
Ma ma... veramente ioooo.. 😭
Questo potrebbe essere un buon titolo per iniziare. È leggero, simpatico, a tratti profondo. La recitazione può essere a volte appena sopra le righe, ma mai in modo eccessivo. Sbagliare approccio coi drama può essere fatale. Se vedi per prima una serie molto comica può essere scioccante, perché la recitazione è veramente esagerata ma è proprio una loro caratteristica. D'altro canto iniziare con qualcosa di molto pesante anche può essere un problema perché se vogliono essere lenti............. 😅😅
Se hai Netflix, ci sono diversi drama con cui potresti cominciare, per capire se è un aspetto della cultura giapponese che può piacerti. Preferisci commedie, noir, horror?
Ricordo che quando iniziai a guardare drama mi si aprì un mondo che non pensavo esistesse con contenuti che le produzioni a cui ero abituato non mi avevano mai dato. Adesso è un po' che ne guardo pochi, ma conto di riprendere e recuperare anche alcuni titoli lasciati indietro.
Al pari del drama, il manga non è un "capostipite" (pur avendo vinto una 'bazzecola' di premio come il 36° Kodansha Manga Award) di alcun genere, tuttavia ha il pregio di saper raccontare molto bene ciò che la Mizushiro sa narrare meglio: le pieghe dell'introspezione umana sul fronte sentimentale.
Facile parlare del tu-tum del cuore in una commedia rosa in cui gli unici problemi sono costituiti dall' 'innamorarsi', e magari è altrettanto facile perdersi tra i vizi di una storia al contrario interamente smut.
E' decisamente un'altra cosa, invece, sapersi giostrare tra le verità della vita fatte di attrazioni, cedimenti-e-non, paletti sociali e quant'altro vi possa essere, senza mai perdersi nelle banalità. La Mizushiro SA raccontare il cuore umano e sa farlo in un modo sensuale, profondo, godereccio (in questo caso poi, sguazzerete nel cioccolato e non solo) ma che rimane sempre apparentemente leggero. Da commedia, appunto.
Grazie a un cast davvero ottimo e a una fotografia che reputo eccezionale, il drama ha saputo trasporre tutto questo al meglio... il drama è una vera goduria per me, per certi versi. Per altri si vorrebbe prendere a sberle il protagonista, povero U_U
Grazie mille Patrizia per aver steso questa lucidissima recensione ♥♥♥
Confermo che l'attore è lui, "Stresemann"
Inoltre qui davvero la Ishihara, che pure è sempre bravissima, splende di una luce meravigliosa e adorabile, a dispetto del suo personaggio affatto facile.
Probabilmente non sono la persona giusta per rispondere alla tua domanda, visto che il mio sarebbe un "sì" senza se e senza ma. La verità, tuttavia, è che secondo me bisogna avere/ricevere/sentire l'input giusto, per avvicinarsi a un drama. Ad esempio di drama 'culinari' ce ne sono una montagna, dato che è un tipo di storia che appassiona molto i giapponesi. Ti potrei citare, tra i primi che mi vengono in mente, Kinou Nani Tabeta, dal manga di Fumi Yoshinaga (coppia gay adulta + cibo) da una parte, e Tenno no Ryoriban dall'altra (lo chef dell'imperatore + Takeru "Rurouni Kenshin" Sato). Entrambi si trovano in sub ita facilmente, sono storie diversissime tra loro ma entrambi stupendi.
Ma appunto dipende tanto (tutto) da che cosa si cerca o che cosa si vorrebbe provare o trovare. Io come sempre rimango a disposizione
Che dire sono indecisa: mi incuriosisce il prodotto soprattutto perché la scrittura è di Setona Mizushiro, però: non è che non ami il cioccolato, ma devo dire che "gente che cucina" è un tema alquanto inflazionato e che su di me non ha mai avuto troppa presa...
Credo che preferirei noir... temo che l'horror potrebbe sfociare nell'umorismo involontario Ho Netflix, ma non mi sono mai azzardata in queste acque perigliose.
Grazie... li cerco e me li segno.
La cosa divertente è che Smoking ce l'avevo già in lista
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