"Voglio qualcosa di violento ed erotico," disse il redattore di Setona Mizushiro alla mangaka, facendo eco alla richiesta del loro redattore capo nell'assegnare all'autrice una storia per un supplemento della rivista josei Judy, indirizzata ad un pubblico femminile adulto: "Non mi aspetto da lei una bella storia. Ha altre frecce al suo arco. Parli di gay, per esempio, o di sadomaso."
Dalla prima casuale incursione della Mizushiro nel mondo del Boys' Love, tra il 2004 e il 2006 nasceva così Il Gioco del Gatto e del Topo (窮鼠はチーズの夢を見, Kyūso wa Cheese no Yume o Miru - "il topo in trappola sogna il formaggio"), ovvero quella che poi sarebbe divenuta una delle più belle e intense storie ad oggi scritte sul genere e non, con ampie note di eccellenza giunte anche dalla mangaka Keiko Takemiya del celebre Gruppo 24.
Da queste premesse si comprende già come la Mizushiro, che del Boys' Love all'epoca non poteva certo proclamarsi maestra, sia comunque stata in grado di proporre un ottimo racconto che trascende i confini del genere e che spazia con successo ben oltre quanto richiestole: l'opera era stata inizialmente concepita in alcuni capitoli poi raccolti in un volume unico, ma è ritornata in seguito sulle pagine di Judy con una nuova serie di capitoli, infine ri-pubblicati tre anni più tardi in un secondo tankobon auto-conclusivo intitolato Sōjo no Koi wa Nido Haneru (俎上の鯉は二度跳ねる - "la carpa sul tagliere guizza due volte").
Infine, col ritrovato interesse per le vicende di Otomo e del sornione Imagase destato dall'annuncio di un lungometraggio live action in uscita in Giappone il prossimo 11 settembre 2020, si è aggiunto l'inedito capitolo extra Hummingbird Rhapsody ("La rapsodia del colibrì"), contenuto nella recente riedizione del manga fatta tanto in patria quanto in Italia; per noi, il manga giunge stavolta grazie all'editore J-Pop, in un unico tomo 'All in One Edition' reso disponibile dall'8 luglio 2020.
Lo possiamo del resto intuire già dall'illustrazione in copertina al volume, in cui si fa sfoggio di una languida apparenza che non tradisce le contraddizioni dell'animo. Osserviamo un ritratto elegante dei due protagonisti, i quali celano invero emozioni tutt'altro che composte dentro di sé; preciso specchio di tale immagine, che graficamente richiama quelle di precedenti edizioni dell'opera, è l'animo del trentenne Kyoichi Otomo dopo il suo incontro con Imagase.
I temi di partenza e le premesse attingono appieno da svariati cliché indubbiamente non nuovi al Boys' Love; la Mizushiro li sfrutta con accortezza per scandagliare nell'animo umano com'è prerogativa di molte sue opere, facendo rapidamente evolvere la storia in qualcosa di molto diverso e ben più ampio di quanto le numerose ed esplicite scene di amplessi amorosi non inducano a pensare di primo acchito.
E' necessario l'arrivo di un adorante e ossessivo gay nella vita di una persona in apparenza normale e felice come Otomo per far capire a quest'ultimo che il suo matrimonio non è che un guscio vuoto, costruito senza provare emozioni vere né profonde per portare avanti un'esistenza di routine. L'incontro con Imagase, tuttavia, costringe Otomo a ripensare profondamente alle proprie azioni e al significato da attribuire alla propria vita, sino a comprendere che malgrado una gentilezza di facciata eppur sincera, a lui non è mai importato per davvero dei sentimenti delle altre persone.
La relazione con Imagase fa emergere il suo lato peggiore, fatto di impulsi di gelosia, possessività ed egoismo, insospettabili tendenze masochiste ma anche dominanti, oscure pulsioni e un'inclinazione alle tentazioni presente sempre e comunque. Otomo non è un uomo modello né di certo da lodare e tuttavia, non è nemmeno un uomo la cui remissiva personalità si possa criticare alla leggera, proprio in quanto spettro di un coperchio che cela tutt'altro, ma anche riflesso dei nostri stessi comportamenti pavidi e insicuri, della nostra incapacità di rimetterci in discussione fino a quei momenti, inattesi e sorprendenti, che cambiano la vita per davvero.
Che i due amanti abbiano una forte valenza universale ci viene ulteriormente suggerito anche dalla scelta dei caratteri giapponesi con cui sono scritti i loro rispettivi nomi: la Mizushiro identifica Kyoichi Otomo (大伴恭一) nel 'compagno/partner' per definizione, un potenziale alter ego di chiunque; affida invece a Wataru Imagase (今ヶ瀬渉, dai kanji di 'rapidità', 'attraversamento', 'coinvolgimento' e 'relazioni umane') l'importanza di saper cogliere l'attimo fuggente. A volerci dunque cimentare in un curioso gioco linguistico, scopriremmo che l'unione dei due protagonisti conduce proprio al significato di 'relazione con il partner', del gioco del gatto col suo topolino del qui e ora, del momento che si vive in ogni istante.
"Forse Imagase ha ragione... io non ho ancora incontrato il vero amore.
Il mese prossimo compirò trent'anni."
Otomo incontra e frequenta una lunga serie di donne, ciascuna delle quali connotata da un volto e una personalità forte e precisa, di rilievo, a lasciare una tacca vivida nella vita di lui; eppure nessuna di queste figure è capace di aprire uno squarcio nella sua anima.
Il vero Otomo è inaccessibile a chiunque, persino a sé stesso, come egli ha modo di comprendere dopo che il nuovo incontro con Imagase infrange la quieta superficie della sua esistenza. L'uomo desiderabile che Otomo appare agli occhi delle colleghe, di fronte allo sguardo cinico e rivelatore di Imagase non si dimostra altri che un seduttore fallito, un uomo privo di nerbo e risolutezza, d'un tratto insicuro anche a riguardo di cosa sia il vero e intenso piacere fisico e di come ottenerlo.
E' Imagase a compiere infine il miracolo nell'intercettare il buco nero affettivo del suo senpai, il quale riesce così a trovare i confini di sé stesso ed affacciarsi con onestà di fronte alla propria interiorità e ai propri limiti.
Ciò non avviene dunque per tramite di una donna, né di un bravo ragazzo, bensì di un serpente tentatore che sfrutta le debolezze di Otomo con un atteggiamento sfacciato e fin troppo diretto nei suoi confronti; agendo così, Imagase si vendica innanzitutto del proprio io di gioventù, incapace all'epoca di affrontare con sincerità l'oggetto della propria adorazione.
I suoi capricci impetuosi e le sue sensuali attenzioni scoperchiano l'animo di Otomo nel profondo e sortiscono effetti del tutto inattesi, producendo un ribaltamento delle parti in gioco: Otomo, che mai avrebbe pensato di ritrovarsi alla soglia dei trent'anni a interrogarsi sul vero amore, si affeziona alla stramba quotidianità instauratasi con Imagase, peraltro adattandosi a tale convivenza con sorprendente rapidità. Egli acquisisce una sempre maggior consapevolezza in un rapporto omosessuale in cui, pur non sapendo come muoversi, procede con la cautela, la tenerezza e l'attenzione che non aveva mai riservato in una vita intera a nessun'altra, arrivando a chiedersi a ciò che può determinare la felicità di una coppia nel breve e nel medio-lungo termine.
Imagase, dal canto proprio, educa il suo senpai all'accrescimento del piacere fisico in maniera via via più intensa, gli fa scoprire cosa significhi coprire qualcuno di incondizionato amore, qualcuno di palesemente imperfetto in tutte le sue debolezze, amato in quanto tale, e non perché incarni un irraggiungibile ideale di uomo. Con l'evolversi del rapporto con Otomo, tuttavia, è lui a lasciarsi sfuggire il controllo della situazione riversando il suo spasmodico bisogno di affetto, fatto anche di atteggiamenti talora infantili ed esasperanti, in una storia nata da una cotta giovanile evolutasi poi in vero e struggente amore, contro ogni possibile previsione.
Ecco perché nel gioco del gatto sornione col suo ingenuo topolino non appare così scontato individuare chi sia la preda e chi il predatore ed anzi, i ruoli si rovesciano più e più volte, tanto a livello psicologico quanto nella sfera sessuale, in un risvolto il più delle volte inedito nei Boys' Love: mentre le pagine si fanno sempre più audaci, cresce in parallelo il potere di circuizione carnale di cui l'uno dispone nei confronti dell'altro, un potere forte e scalzante.
Il rincorrersi, il lasciarsi e l'andare ripetutamente a riprendersi sono dunque manifestazione di un amore al contempo adulto e infantile, prepotente e portato all'estremo dell'ossessione, un'affezione profonda che nel guardare in faccia la realtà induce entrambi a chiedersi quanto si sia disposti a lasciare di sé stessi e dei propri egoismi in cambio di una relazione tanto sconveniente quanto appagante ed irrinunciabile.
Ed ecco anche il perché risulti perfettamente calata nel contesto la scelta della titolazione di capitoli che simbolicamente prendono a prestito alcune figure animali, i quali invero fanno capolino come camei anche all'interno delle storie stesse: da un quadro appeso al ristorante ad un accendino foriero di gelosie, non v'è similitudine più adeguata di pesci, gatti, serpenti, civette e farfalle per suggerire comportamenti che richiamano gli istinti primordiali più animaleschi dell'uomo, a costituire trappole e ragnatele, quegli atti anche vili, sordidi e meschini che si compiono quando si è in amore.
La cornice del simbolismo si chiude con uno sguardo che se da un lato rimanda all'illustrazione di copertina, ove i quadri di animali campeggiano silenti sullo sfondo dietro ai protagonisti, dall'altro guarda suggestivamente alla luna: il Romeo e la Giulietta di Shakespeare l'invocavano per un giuramento eterno, mentre lo scrittore Soseki Natsume nella celebre citazione 'Tsuki ga kirei, desu ne?' (La luna è incantevole stanotte, non è vero?), l'utilizzava metaforicamente per dichiarare dei sentimenti d'amore.
La Mizushiro vi si ricollega affidando al bianco satellite gli inconfessabili pensieri di Otomo e Imagase, di cui la luna diviene silente filo conduttore, al pari di un sensuale tokonoma che si apre all'interno della storia per chi vi sa guardare, un'alcova tanto delicata e sottile quanto intima e profonda.
Ogni singolo dialogo, d'altronde, ne Il Gioco del Gatto e del Topo si presenta spudorato e sibillino, fuorviante e provocatorio: ciò che crediamo di comprendere di Otomo e Imagase attraverso le loro stesse parole viene regolarmente confutato poi dai fatti. Con fitti scambi di battute che affermano il contrario di ciò che in realtà desiderano esprimere, non resta che affidarsi allora alle voci interiori dei tanti Otomo presenti nella sua testa per comprendere la nuda verità: l'Otomo bianco, quello nero e quello grigio possono forse ricordarci il concept alla base del lungometraggio pixariano Inside Out, quando in verità gli è di svariati anni precursore. La Mizushiro riprenderà peraltro il tema delle voci della coscienza esplorandolo con maggior centralità e un certo humour nella sua successiva opera Nōnai Poison Berry, tuttora in corso in patria; allo stesso tempo, l'intricato accostamento tra uomini e animali ritorna nello shojo manga AfterSchool Nightmare, in Italia per Star Comics, mentre il senso ultimo da attribuire a sè stessi e all'amore diviene il perno della commedia romantica Shitsuren Chocolatier, vincitrice del 36° Kodansha Manga Award - Categoria Shojo/Josei e nominata al Premio Tezuka nel 2014. Oltre che una storia pienamente valida di per sé stessa, Il Gioco del Gatto e del Topo appare dunque anche come una sorta di efficace banco di prova sperimentale su più fronti per l'autrice.
Il suo è uno stile evolutosi enormemente rispetto agli inizi di carriera, che si caratterizza da diversi anni per un tratto grafico piuttosto moderno e all'avanguardia, raffinato ed elegante. Anche Il Gioco del Gatto e del Topo non fa eccezione: il peculiare disegno, pulito e privo di sbavature, si ammorbidisce ancor più con il passare degli anni, come si può notare raffrontando le tavole dei primi capitoli con quelle de La Farfalla Depressa in poi, sino al recentissimo Hummingbird Rhapsody. Qui i segni rimarcati sono talmente delicati e sottili da suggerire quasi la parvenza di sfaldarsi piacevolmente sotto uno sguardo che diventi troppo insistente.
Nello sfogliare il volume, le tavole appaiono ordinate e talora del tutto prive di testo, con una fortissima resa espressiva. Il tratto essenziale ed affilato nei dettagli di sfondo e nei retini, ma non per questo minimalista; è preciso nella rappresentazione dei corpi in ogni loro particolare e caratterizzato da una spiccata sottintesa sensualità, non solo nelle scene di nudo bensì in grado di pervadere l'opera nel suo complesso.
Abituata a raccontare con straordinaria abilità di temi distorti e traversi, ad esplorare la psiche umana e connesse problematiche di identità sessuale e di genere, Setona Mizushiro ci offre tavole audaci e conturbanti, non prive di un certo voyeurismo esteta nella rappresentazione grafica degli amplessi amorosi eppur prive di qualsivoglia volgarità, capaci di evocare tramite efficace ed impressionante impatto visivo le devastanti passioni da cui tanto i protagonisti quanto i lettori finiscono per farsi scuotere e travolgere.
La violenza di cui è pregna l'opera della Mizushiro si rinviene dunque più nell'introspezione psicologica che in quella fisica, per quanto indubbiamente il sesso sia una componente imprescindibile delle intricate vicende che legano Otomo a Imagase: ne è tuttavia chiave di lettura ma non ragion d'essere, ecco perché seguiamo quasi in trance, passo dopo passo, una coppia che arriva ad conoscersi intimamente l'un l'altro partendo dal bacio di un ricatto per abbandonare presto ogni inibizione fra le lenzuola, tra scambio di posizioni, di ruoli seme/uke e implicazioni sadomaso.
"Provi amore nei miei confronti?
Oppure ti senti obbligato a compensare i miei sentimenti, recitando la parte del fidanzato, poiché hai assaporato cosa si prova ad esser ricoperto d'amore?"
Come possa un tale groviglio psicologico-sentimentale declinarsi in una storia costantemente in bilico tra il dramma e la commedia, capace di conservare sempre un ottimo bilanciamento tra ciascuna delle sue tante anime, senza scadere né perdersi mai in eccessi, il lettore lo scopre da sé una pagina dopo l'altra, sorprendendosi insieme a Otomo e Imagase in un racconto d'amore denso e sofferto, terribilmente autentico al pari dei suoi complessati protagonisti.
L'incalzante sceneggiatura non concede tregue né sospiri di sollievo: accuse e scaramucce rimbalzano da un uomo all'altro in una evoluzione ed involuzione incessante delle personalità dei due, fino alla spiazzante conclusione; quando il tempo dei giochi finisce e si abbandona l'infantilismo, giunge inevitabile quel momento in cui il volto dell'adulto che si intende mostrare agli altri, all'esterno, va a rispecchiare finalmente e pienamente la propria essenza interiore. Quel momento in cui ci si assume ogni responsabilità nei confronti di sé stessi.
Il sessismo di Otomo, che apprezza l'erotismo che Imagase gli propone pur non accettando intimamente che sia un uomo a procurargli un tale piacere, sfuma nel momento in cui egli dona al proprio amante una bottiglia d'annata di uno Château Pétrus, tra i vini francesi più rari e ricercati al mondo, suggerendo al suo prezioso uomo l'idea implicita di essere altrettanto unico e insostituibile.
Portare avanti una relazione dove ci si guardi e confronta, si discuta e ci si doni, non per restituire un qualche cosa di ricevuto bensì per andare oltre sé stessi, è allora cosa ben diversa dal ricercare il godimento di una notte privo di coinvolgimenti di sorta: non è più lo stesso indeciso uomo di prima colui per il quale le apparenze per la società cessano di essere una scusante, colui che arriva a chiedersi d'un tratto come sia corteggiare un gay anziché una donna, o se l'intesa tra due omosessuali possa essere più completa e profonda rispetto all'unione che un eterosessuale possa avere con chi appartenga ad un 'universo' diverso dal proprio.
E in fondo che cos'è allora l'amore, se non proprio quella forza innata che sprigionandosi ci permette di vedere al di là di ogni nostro rigido amor proprio, per superare i propri limiti ed arrivare a raggiungere i recessi più intimi della persona verso la quale naturalmente tendiamo?
Non è dunque tanto il tema Boys' Love di per sé a essere centrale nella storia, quanto piuttosto qualcosa che trascende ogni vincolo di genere per allargarsi ed abbracciare idealmente qualunque tipo di affettività, a prescindere da ogni liceità o colore.
Perché un amore diverso non è un amore inadeguato, né un amore minore.
Pur sfiorando tematiche LGBTQ+ solo per cenni e senza ambire mai a diventarne manifesto, Il Gioco del Gatto e del Topo è capace di tratteggiarne con perspicacia alcuni aspetti; l'eccellente ritratto fatto alla debolezza dell'essere umano, schiavo di un bisogno di affettività tanto recondito quanto oscuro e qui declinato nell'inesorabilità di un amore fisico e lacerante, ci conferma quanto i temi socio-psicologici siano trattati con crudo realismo e acuta sensibilità. Perfette sintesi degli elementi Yin e Yang, le figure avide, meschine e menzognere di Otomo e Imagase sono pennellate in maniera a tratti spietata, in particolare in quell'intento di ferire gli altri, finendo solo però per fendere in primo luogo sé stessi: si tratta di personaggi scomodi con cui non è affatto gradevole identificarsi, in cui desidereremmo non imbatterci mai nel nostro cammino di vita, ma che tuttavia di fronte alle proprie fragilità scelgono di non darsi per vinti, e anche per questo risultano insolitamente autentici, accattivanti, indimenticabili.
L'editore J-Pop contribuisce a restituire nuova e meritata luce ad un'opera che va e che torna nel tempo, non esente da un certo grado di sfortuna: se il rilascio del lungometraggio live action è stato infatti rinviato in patria di tre mesi a causa del protrarsi delle conseguenze della pandemia da Covid-19, la prima pubblicazione del manga in Italia da parte di Ronin Manga non è stata più felice, con un secondo volume divenuto ben presto irreperibile e mai ristampato malgrado le ripetute richieste.
La nuova edizione consta di un unico volume che raccoglie i due tankobon di origine, piuttosto corposo nelle sue dimensioni 12x16,9 cm con oltre 500 pagine proposte al prezzo di euro 14,00, pagine di buona fattura, carta bianca dalla buona consistenza, stampa priva di sbavature. A dispetto della mole il tomo rimane maneggevole e piacevolmente flessibile alla lettura, dotato di una solida brossura e una costina ben arrotondata al tatto; è interessante spogliarlo della sovraccoperta anche solo per notare come si sia scelto di mantenere una certa aderenza all'eleganza dell'opera attraverso la stampa in copertina che ripropone l'ordinata serie di ritratti di animali di cui precedente menzione.
Oltre al già citato capitolo extra inedito in chiusura al volume, ci viene offerta anche una bella raccolta di illustrazioni a colori alle prime pagine; la nuova traduzione risulta più precisa e dettagliata della precedente edizione, seppur non esente da qualche sbavatura. La scelta di eliminare il ben diffuso termine 'senpai' sostituendolo con i nomi 'Otomo' e 'Kyoichi' di maniera alterna, non sempre adeguatamente calata nel contesto delle varie scene, può apparire poco condivisibile; in nessuna occasione infatti il personaggio di Imagase si concede una tale intimità, quantunque solo verbale, circa il modo di rivolgersi a Otomo, e anche questa sfumatura della lingua originale, di fatto, è un'implicita e ulteriore caratterizzazione del rapporto tra i protagonisti. Buona la presenza di un comparto di note esplicative, al punto che un paio di ulteriori postille non sarebbero parse di troppo. A volte le stesse risultano purtroppo poco accessibili alla lettura poiché collocate molto a ridosso della parte interna delle tavole vicina alla costina rilegata del volume.
La pubblicazione di J-Pop avviene inoltre dopo che una recente ri-edizione giapponese del manga, proprio la All in One Edition che a noi giunge ora, si presenta in origine con alcune tavole parzialmente censurate in alcuni piccoli dettagli grafici: si tratta di modifiche operate dalla stessa Mizushiro su richiesta dell'editore nipponico per la nuova ristampa, atta a rimuovere ogni contenuto esplicito dal 28 gennaio 2020, per rendere l'opera fruibile anche da un pubblico di età inferiore ai quindici anni. Le censure riguardano di fatto unicamente la rappresentazione dei genitali maschili, e ciò esclusivamente su specifiche e delimitate porzioni di tavole in alcune pagine concentrate nei primi capitoli dell'opera; non risultano invece modificate in alcun modo le intense scene di nudo, la trasparenza degli amplessi amorosi o altro ancora. Le variazioni non pregiudicano dunque né la resa globale delle suddette tavole né le forti emozioni veicolate dai disegni, e tanto meno intaccano il significato della storia e i dialoghi tra i personaggi. Questi ultimi in particolare, vera quintessenza dell'opera, anche nella ri-edizione si presentano con i medesimi toni aspri ed espliciti dell'originale, e non v'è alcuno dei messaggi veicolati che sia stato quindi edulcorato, leso o compromesso in minima parte.
Si ringrazia Gkj per la consulenza dalla lingua giapponese.
Dalla prima casuale incursione della Mizushiro nel mondo del Boys' Love, tra il 2004 e il 2006 nasceva così Il Gioco del Gatto e del Topo (窮鼠はチーズの夢を見, Kyūso wa Cheese no Yume o Miru - "il topo in trappola sogna il formaggio"), ovvero quella che poi sarebbe divenuta una delle più belle e intense storie ad oggi scritte sul genere e non, con ampie note di eccellenza giunte anche dalla mangaka Keiko Takemiya del celebre Gruppo 24.
Da queste premesse si comprende già come la Mizushiro, che del Boys' Love all'epoca non poteva certo proclamarsi maestra, sia comunque stata in grado di proporre un ottimo racconto che trascende i confini del genere e che spazia con successo ben oltre quanto richiestole: l'opera era stata inizialmente concepita in alcuni capitoli poi raccolti in un volume unico, ma è ritornata in seguito sulle pagine di Judy con una nuova serie di capitoli, infine ri-pubblicati tre anni più tardi in un secondo tankobon auto-conclusivo intitolato Sōjo no Koi wa Nido Haneru (俎上の鯉は二度跳ねる - "la carpa sul tagliere guizza due volte").
Infine, col ritrovato interesse per le vicende di Otomo e del sornione Imagase destato dall'annuncio di un lungometraggio live action in uscita in Giappone il prossimo 11 settembre 2020, si è aggiunto l'inedito capitolo extra Hummingbird Rhapsody ("La rapsodia del colibrì"), contenuto nella recente riedizione del manga fatta tanto in patria quanto in Italia; per noi, il manga giunge stavolta grazie all'editore J-Pop, in un unico tomo 'All in One Edition' reso disponibile dall'8 luglio 2020.
"Imagase... io... ho paura di te!"
"Anche io ho paura di te."
Non di sola violenza ed erotismo si compone ad ogni modo questa intricata storia, che anzi definire così equivarrebbe a semplificare in maniera eccessiva e nemmeno del tutto calzante rispetto a ciò che l'autrice vi ha saputo collocare all'interno; al di là dei temi e degli elementi più evidenti, infatti, se ne rinvengono altrettanti di più o meno elaborati e impliciti."Anche io ho paura di te."
Lo possiamo del resto intuire già dall'illustrazione in copertina al volume, in cui si fa sfoggio di una languida apparenza che non tradisce le contraddizioni dell'animo. Osserviamo un ritratto elegante dei due protagonisti, i quali celano invero emozioni tutt'altro che composte dentro di sé; preciso specchio di tale immagine, che graficamente richiama quelle di precedenti edizioni dell'opera, è l'animo del trentenne Kyoichi Otomo dopo il suo incontro con Imagase.
Otomo è un uomo adulto e sposato che conduce una vita in apparenza inappuntabile: di bell'aspetto, educato e gentile, può vantare anche un ottimo impiego, la stima dei colleghi e di far sospirare molte donne che incrociano il suo cammino. A loro non sa resistere, ecco perché la sua vita è un susseguirsi di tradimenti coniugali, cui non attribuisce alcuna importanza fintantoché la moglie non assume Wataru Imagase in qualità di detective privato a indagare sulle sue presunte infedeltà.
Imagase non è nuovo nella vita di Otomo, suo ex compagno di club di tennis universitario, più giovane di qualche anno: egli propone a Otomo il silenzio con la moglie in cambio di quell'infuocata sessione di baci che lui, spregiudicato omosessuale da sempre invaghito del proprio senpai, non aveva mai avuto il coraggio di strappargli prima.
Dopo la fine del matrimonio di Otomo, tuttavia, gli incontri intimi tra i due non cessano affatto e si spingono invece sempre più in profondità, manifesti sintomi di una spirale di feroce lussuria e di turbamento psicologico da cui Otomo consapevolmente non sa e non intende più uscire.
Imagase non è nuovo nella vita di Otomo, suo ex compagno di club di tennis universitario, più giovane di qualche anno: egli propone a Otomo il silenzio con la moglie in cambio di quell'infuocata sessione di baci che lui, spregiudicato omosessuale da sempre invaghito del proprio senpai, non aveva mai avuto il coraggio di strappargli prima.
Dopo la fine del matrimonio di Otomo, tuttavia, gli incontri intimi tra i due non cessano affatto e si spingono invece sempre più in profondità, manifesti sintomi di una spirale di feroce lussuria e di turbamento psicologico da cui Otomo consapevolmente non sa e non intende più uscire.
"Un giorno anche tu ti innamorerai sul serio.
Verrà il momento in cui anche tu sarai investito da un sentimento irrefrenabile, che uscirà dal profondo del tuo cuore e non da quello di un'altra persona."
Verrà il momento in cui anche tu sarai investito da un sentimento irrefrenabile, che uscirà dal profondo del tuo cuore e non da quello di un'altra persona."
I temi di partenza e le premesse attingono appieno da svariati cliché indubbiamente non nuovi al Boys' Love; la Mizushiro li sfrutta con accortezza per scandagliare nell'animo umano com'è prerogativa di molte sue opere, facendo rapidamente evolvere la storia in qualcosa di molto diverso e ben più ampio di quanto le numerose ed esplicite scene di amplessi amorosi non inducano a pensare di primo acchito.
E' necessario l'arrivo di un adorante e ossessivo gay nella vita di una persona in apparenza normale e felice come Otomo per far capire a quest'ultimo che il suo matrimonio non è che un guscio vuoto, costruito senza provare emozioni vere né profonde per portare avanti un'esistenza di routine. L'incontro con Imagase, tuttavia, costringe Otomo a ripensare profondamente alle proprie azioni e al significato da attribuire alla propria vita, sino a comprendere che malgrado una gentilezza di facciata eppur sincera, a lui non è mai importato per davvero dei sentimenti delle altre persone.
La relazione con Imagase fa emergere il suo lato peggiore, fatto di impulsi di gelosia, possessività ed egoismo, insospettabili tendenze masochiste ma anche dominanti, oscure pulsioni e un'inclinazione alle tentazioni presente sempre e comunque. Otomo non è un uomo modello né di certo da lodare e tuttavia, non è nemmeno un uomo la cui remissiva personalità si possa criticare alla leggera, proprio in quanto spettro di un coperchio che cela tutt'altro, ma anche riflesso dei nostri stessi comportamenti pavidi e insicuri, della nostra incapacità di rimetterci in discussione fino a quei momenti, inattesi e sorprendenti, che cambiano la vita per davvero.
"Non vale la pena fissarsi su di me. Non sono un brav'uomo."
"Credi che non lo sappia? Uno con il tuo carattere è il peggio che possa capitare. Pensi che tutti siano alla ricerca di una persona perfetta?"
"Credi che non lo sappia? Uno con il tuo carattere è il peggio che possa capitare. Pensi che tutti siano alla ricerca di una persona perfetta?"
Che i due amanti abbiano una forte valenza universale ci viene ulteriormente suggerito anche dalla scelta dei caratteri giapponesi con cui sono scritti i loro rispettivi nomi: la Mizushiro identifica Kyoichi Otomo (大伴恭一) nel 'compagno/partner' per definizione, un potenziale alter ego di chiunque; affida invece a Wataru Imagase (今ヶ瀬渉, dai kanji di 'rapidità', 'attraversamento', 'coinvolgimento' e 'relazioni umane') l'importanza di saper cogliere l'attimo fuggente. A volerci dunque cimentare in un curioso gioco linguistico, scopriremmo che l'unione dei due protagonisti conduce proprio al significato di 'relazione con il partner', del gioco del gatto col suo topolino del qui e ora, del momento che si vive in ogni istante.
"Non ci credo!
Non puoi scegliere... tra una donna e un uomo?"
- Natsuki -
Non puoi scegliere... tra una donna e un uomo?"
- Natsuki -
"Forse Imagase ha ragione... io non ho ancora incontrato il vero amore.
Il mese prossimo compirò trent'anni."
Otomo incontra e frequenta una lunga serie di donne, ciascuna delle quali connotata da un volto e una personalità forte e precisa, di rilievo, a lasciare una tacca vivida nella vita di lui; eppure nessuna di queste figure è capace di aprire uno squarcio nella sua anima.
Il vero Otomo è inaccessibile a chiunque, persino a sé stesso, come egli ha modo di comprendere dopo che il nuovo incontro con Imagase infrange la quieta superficie della sua esistenza. L'uomo desiderabile che Otomo appare agli occhi delle colleghe, di fronte allo sguardo cinico e rivelatore di Imagase non si dimostra altri che un seduttore fallito, un uomo privo di nerbo e risolutezza, d'un tratto insicuro anche a riguardo di cosa sia il vero e intenso piacere fisico e di come ottenerlo.
E' Imagase a compiere infine il miracolo nell'intercettare il buco nero affettivo del suo senpai, il quale riesce così a trovare i confini di sé stesso ed affacciarsi con onestà di fronte alla propria interiorità e ai propri limiti.
Ciò non avviene dunque per tramite di una donna, né di un bravo ragazzo, bensì di un serpente tentatore che sfrutta le debolezze di Otomo con un atteggiamento sfacciato e fin troppo diretto nei suoi confronti; agendo così, Imagase si vendica innanzitutto del proprio io di gioventù, incapace all'epoca di affrontare con sincerità l'oggetto della propria adorazione.
"Per quanto possa essere dolce, lui è distante,
come la luna."
come la luna."
I suoi capricci impetuosi e le sue sensuali attenzioni scoperchiano l'animo di Otomo nel profondo e sortiscono effetti del tutto inattesi, producendo un ribaltamento delle parti in gioco: Otomo, che mai avrebbe pensato di ritrovarsi alla soglia dei trent'anni a interrogarsi sul vero amore, si affeziona alla stramba quotidianità instauratasi con Imagase, peraltro adattandosi a tale convivenza con sorprendente rapidità. Egli acquisisce una sempre maggior consapevolezza in un rapporto omosessuale in cui, pur non sapendo come muoversi, procede con la cautela, la tenerezza e l'attenzione che non aveva mai riservato in una vita intera a nessun'altra, arrivando a chiedersi a ciò che può determinare la felicità di una coppia nel breve e nel medio-lungo termine.
Imagase, dal canto proprio, educa il suo senpai all'accrescimento del piacere fisico in maniera via via più intensa, gli fa scoprire cosa significhi coprire qualcuno di incondizionato amore, qualcuno di palesemente imperfetto in tutte le sue debolezze, amato in quanto tale, e non perché incarni un irraggiungibile ideale di uomo. Con l'evolversi del rapporto con Otomo, tuttavia, è lui a lasciarsi sfuggire il controllo della situazione riversando il suo spasmodico bisogno di affetto, fatto anche di atteggiamenti talora infantili ed esasperanti, in una storia nata da una cotta giovanile evolutasi poi in vero e struggente amore, contro ogni possibile previsione.
"Se provi sentimenti troppo forti per qualcuno, non riesci più a preservare te stesso e alla fine vai in frantumi."
"Io non posso renderti felice...
semplicemente consumando il tuo presente."
"Lascia che sia io a decidere che cosa mi rende felice. Siamo due egoisti."
"Io non posso renderti felice...
semplicemente consumando il tuo presente."
"Lascia che sia io a decidere che cosa mi rende felice. Siamo due egoisti."
Ecco perché nel gioco del gatto sornione col suo ingenuo topolino non appare così scontato individuare chi sia la preda e chi il predatore ed anzi, i ruoli si rovesciano più e più volte, tanto a livello psicologico quanto nella sfera sessuale, in un risvolto il più delle volte inedito nei Boys' Love: mentre le pagine si fanno sempre più audaci, cresce in parallelo il potere di circuizione carnale di cui l'uno dispone nei confronti dell'altro, un potere forte e scalzante.
Il rincorrersi, il lasciarsi e l'andare ripetutamente a riprendersi sono dunque manifestazione di un amore al contempo adulto e infantile, prepotente e portato all'estremo dell'ossessione, un'affezione profonda che nel guardare in faccia la realtà induce entrambi a chiedersi quanto si sia disposti a lasciare di sé stessi e dei propri egoismi in cambio di una relazione tanto sconveniente quanto appagante ed irrinunciabile.
Ed ecco anche il perché risulti perfettamente calata nel contesto la scelta della titolazione di capitoli che simbolicamente prendono a prestito alcune figure animali, i quali invero fanno capolino come camei anche all'interno delle storie stesse: da un quadro appeso al ristorante ad un accendino foriero di gelosie, non v'è similitudine più adeguata di pesci, gatti, serpenti, civette e farfalle per suggerire comportamenti che richiamano gli istinti primordiali più animaleschi dell'uomo, a costituire trappole e ragnatele, quegli atti anche vili, sordidi e meschini che si compiono quando si è in amore.
"L'ostacolo sei tu. E anche io."
La cornice del simbolismo si chiude con uno sguardo che se da un lato rimanda all'illustrazione di copertina, ove i quadri di animali campeggiano silenti sullo sfondo dietro ai protagonisti, dall'altro guarda suggestivamente alla luna: il Romeo e la Giulietta di Shakespeare l'invocavano per un giuramento eterno, mentre lo scrittore Soseki Natsume nella celebre citazione 'Tsuki ga kirei, desu ne?' (La luna è incantevole stanotte, non è vero?), l'utilizzava metaforicamente per dichiarare dei sentimenti d'amore.
La Mizushiro vi si ricollega affidando al bianco satellite gli inconfessabili pensieri di Otomo e Imagase, di cui la luna diviene silente filo conduttore, al pari di un sensuale tokonoma che si apre all'interno della storia per chi vi sa guardare, un'alcova tanto delicata e sottile quanto intima e profonda.
"Sarebbe inaccettabile!"
"Inaccettabile per chi?"
"Per la società!"
"Come al solito ti preoccupi troppo...
alla società non frega niente della tua vita sessuale."
"Inaccettabile per chi?"
"Per la società!"
"Come al solito ti preoccupi troppo...
alla società non frega niente della tua vita sessuale."
Il suo è uno stile evolutosi enormemente rispetto agli inizi di carriera, che si caratterizza da diversi anni per un tratto grafico piuttosto moderno e all'avanguardia, raffinato ed elegante. Anche Il Gioco del Gatto e del Topo non fa eccezione: il peculiare disegno, pulito e privo di sbavature, si ammorbidisce ancor più con il passare degli anni, come si può notare raffrontando le tavole dei primi capitoli con quelle de La Farfalla Depressa in poi, sino al recentissimo Hummingbird Rhapsody. Qui i segni rimarcati sono talmente delicati e sottili da suggerire quasi la parvenza di sfaldarsi piacevolmente sotto uno sguardo che diventi troppo insistente.
Nello sfogliare il volume, le tavole appaiono ordinate e talora del tutto prive di testo, con una fortissima resa espressiva. Il tratto essenziale ed affilato nei dettagli di sfondo e nei retini, ma non per questo minimalista; è preciso nella rappresentazione dei corpi in ogni loro particolare e caratterizzato da una spiccata sottintesa sensualità, non solo nelle scene di nudo bensì in grado di pervadere l'opera nel suo complesso.
Abituata a raccontare con straordinaria abilità di temi distorti e traversi, ad esplorare la psiche umana e connesse problematiche di identità sessuale e di genere, Setona Mizushiro ci offre tavole audaci e conturbanti, non prive di un certo voyeurismo esteta nella rappresentazione grafica degli amplessi amorosi eppur prive di qualsivoglia volgarità, capaci di evocare tramite efficace ed impressionante impatto visivo le devastanti passioni da cui tanto i protagonisti quanto i lettori finiscono per farsi scuotere e travolgere.
La violenza di cui è pregna l'opera della Mizushiro si rinviene dunque più nell'introspezione psicologica che in quella fisica, per quanto indubbiamente il sesso sia una componente imprescindibile delle intricate vicende che legano Otomo a Imagase: ne è tuttavia chiave di lettura ma non ragion d'essere, ecco perché seguiamo quasi in trance, passo dopo passo, una coppia che arriva ad conoscersi intimamente l'un l'altro partendo dal bacio di un ricatto per abbandonare presto ogni inibizione fra le lenzuola, tra scambio di posizioni, di ruoli seme/uke e implicazioni sadomaso.
"Provi amore nei miei confronti?
Oppure ti senti obbligato a compensare i miei sentimenti, recitando la parte del fidanzato, poiché hai assaporato cosa si prova ad esser ricoperto d'amore?"
Come possa un tale groviglio psicologico-sentimentale declinarsi in una storia costantemente in bilico tra il dramma e la commedia, capace di conservare sempre un ottimo bilanciamento tra ciascuna delle sue tante anime, senza scadere né perdersi mai in eccessi, il lettore lo scopre da sé una pagina dopo l'altra, sorprendendosi insieme a Otomo e Imagase in un racconto d'amore denso e sofferto, terribilmente autentico al pari dei suoi complessati protagonisti.
L'incalzante sceneggiatura non concede tregue né sospiri di sollievo: accuse e scaramucce rimbalzano da un uomo all'altro in una evoluzione ed involuzione incessante delle personalità dei due, fino alla spiazzante conclusione; quando il tempo dei giochi finisce e si abbandona l'infantilismo, giunge inevitabile quel momento in cui il volto dell'adulto che si intende mostrare agli altri, all'esterno, va a rispecchiare finalmente e pienamente la propria essenza interiore. Quel momento in cui ci si assume ogni responsabilità nei confronti di sé stessi.
"Avere da ridire sulla felicità, può rendere molto infelici.
Nessuno capisce i sentimenti che ho provato.
Nessuno sa quale felicità abbia toccato con mano
pur navigando in un mare di incertezze."
Nessuno capisce i sentimenti che ho provato.
Nessuno sa quale felicità abbia toccato con mano
pur navigando in un mare di incertezze."
Il sessismo di Otomo, che apprezza l'erotismo che Imagase gli propone pur non accettando intimamente che sia un uomo a procurargli un tale piacere, sfuma nel momento in cui egli dona al proprio amante una bottiglia d'annata di uno Château Pétrus, tra i vini francesi più rari e ricercati al mondo, suggerendo al suo prezioso uomo l'idea implicita di essere altrettanto unico e insostituibile.
Portare avanti una relazione dove ci si guardi e confronta, si discuta e ci si doni, non per restituire un qualche cosa di ricevuto bensì per andare oltre sé stessi, è allora cosa ben diversa dal ricercare il godimento di una notte privo di coinvolgimenti di sorta: non è più lo stesso indeciso uomo di prima colui per il quale le apparenze per la società cessano di essere una scusante, colui che arriva a chiedersi d'un tratto come sia corteggiare un gay anziché una donna, o se l'intesa tra due omosessuali possa essere più completa e profonda rispetto all'unione che un eterosessuale possa avere con chi appartenga ad un 'universo' diverso dal proprio.
E in fondo che cos'è allora l'amore, se non proprio quella forza innata che sprigionandosi ci permette di vedere al di là di ogni nostro rigido amor proprio, per superare i propri limiti ed arrivare a raggiungere i recessi più intimi della persona verso la quale naturalmente tendiamo?
Non è dunque tanto il tema Boys' Love di per sé a essere centrale nella storia, quanto piuttosto qualcosa che trascende ogni vincolo di genere per allargarsi ed abbracciare idealmente qualunque tipo di affettività, a prescindere da ogni liceità o colore.
Perché un amore diverso non è un amore inadeguato, né un amore minore.
Pur sfiorando tematiche LGBTQ+ solo per cenni e senza ambire mai a diventarne manifesto, Il Gioco del Gatto e del Topo è capace di tratteggiarne con perspicacia alcuni aspetti; l'eccellente ritratto fatto alla debolezza dell'essere umano, schiavo di un bisogno di affettività tanto recondito quanto oscuro e qui declinato nell'inesorabilità di un amore fisico e lacerante, ci conferma quanto i temi socio-psicologici siano trattati con crudo realismo e acuta sensibilità. Perfette sintesi degli elementi Yin e Yang, le figure avide, meschine e menzognere di Otomo e Imagase sono pennellate in maniera a tratti spietata, in particolare in quell'intento di ferire gli altri, finendo solo però per fendere in primo luogo sé stessi: si tratta di personaggi scomodi con cui non è affatto gradevole identificarsi, in cui desidereremmo non imbatterci mai nel nostro cammino di vita, ma che tuttavia di fronte alle proprie fragilità scelgono di non darsi per vinti, e anche per questo risultano insolitamente autentici, accattivanti, indimenticabili.
"Speravo che, trasmettendoti il mio modo di amare,
un giorno anche tu avresti fatto lo stesso per me."
- Imagase -
"Accidenti... Con una donna non avrei mai perso la pazienza in questo modo..."
- Otomo -
un giorno anche tu avresti fatto lo stesso per me."
- Imagase -
"Accidenti... Con una donna non avrei mai perso la pazienza in questo modo..."
- Otomo -
L'editore J-Pop contribuisce a restituire nuova e meritata luce ad un'opera che va e che torna nel tempo, non esente da un certo grado di sfortuna: se il rilascio del lungometraggio live action è stato infatti rinviato in patria di tre mesi a causa del protrarsi delle conseguenze della pandemia da Covid-19, la prima pubblicazione del manga in Italia da parte di Ronin Manga non è stata più felice, con un secondo volume divenuto ben presto irreperibile e mai ristampato malgrado le ripetute richieste.
La nuova edizione consta di un unico volume che raccoglie i due tankobon di origine, piuttosto corposo nelle sue dimensioni 12x16,9 cm con oltre 500 pagine proposte al prezzo di euro 14,00, pagine di buona fattura, carta bianca dalla buona consistenza, stampa priva di sbavature. A dispetto della mole il tomo rimane maneggevole e piacevolmente flessibile alla lettura, dotato di una solida brossura e una costina ben arrotondata al tatto; è interessante spogliarlo della sovraccoperta anche solo per notare come si sia scelto di mantenere una certa aderenza all'eleganza dell'opera attraverso la stampa in copertina che ripropone l'ordinata serie di ritratti di animali di cui precedente menzione.
Oltre al già citato capitolo extra inedito in chiusura al volume, ci viene offerta anche una bella raccolta di illustrazioni a colori alle prime pagine; la nuova traduzione risulta più precisa e dettagliata della precedente edizione, seppur non esente da qualche sbavatura. La scelta di eliminare il ben diffuso termine 'senpai' sostituendolo con i nomi 'Otomo' e 'Kyoichi' di maniera alterna, non sempre adeguatamente calata nel contesto delle varie scene, può apparire poco condivisibile; in nessuna occasione infatti il personaggio di Imagase si concede una tale intimità, quantunque solo verbale, circa il modo di rivolgersi a Otomo, e anche questa sfumatura della lingua originale, di fatto, è un'implicita e ulteriore caratterizzazione del rapporto tra i protagonisti. Buona la presenza di un comparto di note esplicative, al punto che un paio di ulteriori postille non sarebbero parse di troppo. A volte le stesse risultano purtroppo poco accessibili alla lettura poiché collocate molto a ridosso della parte interna delle tavole vicina alla costina rilegata del volume.
La pubblicazione di J-Pop avviene inoltre dopo che una recente ri-edizione giapponese del manga, proprio la All in One Edition che a noi giunge ora, si presenta in origine con alcune tavole parzialmente censurate in alcuni piccoli dettagli grafici: si tratta di modifiche operate dalla stessa Mizushiro su richiesta dell'editore nipponico per la nuova ristampa, atta a rimuovere ogni contenuto esplicito dal 28 gennaio 2020, per rendere l'opera fruibile anche da un pubblico di età inferiore ai quindici anni. Le censure riguardano di fatto unicamente la rappresentazione dei genitali maschili, e ciò esclusivamente su specifiche e delimitate porzioni di tavole in alcune pagine concentrate nei primi capitoli dell'opera; non risultano invece modificate in alcun modo le intense scene di nudo, la trasparenza degli amplessi amorosi o altro ancora. Le variazioni non pregiudicano dunque né la resa globale delle suddette tavole né le forti emozioni veicolate dai disegni, e tanto meno intaccano il significato della storia e i dialoghi tra i personaggi. Questi ultimi in particolare, vera quintessenza dell'opera, anche nella ri-edizione si presentano con i medesimi toni aspri ed espliciti dell'originale, e non v'è alcuno dei messaggi veicolati che sia stato quindi edulcorato, leso o compromesso in minima parte.
"L'amore è una punizione divina."
Perfettamente in equilibrio tra sentimento e seduzione, Il Gioco del Gatto e del Topo si presenta come una lettura intensa ed impegnativa, matura e gravida di interrogativi, complessa e provocante nelle sue tante pieghe; è necessario approcciarvisi con la dovuta attenzione, ricevendo in contropartita un crescendo di emozioni cui il lettore si sentirà avviluppato sino all'ultima e sofferta pagina.
Amore "matto e disperatissimo," l'avrebbe probabilmente definito il poeta Giacomo Leopardi.
Un fiume in piena che travolge qualunque cosa al proprio passaggio, la necessità di saper lasciare e riprendere il controllo di sé stessi: educare la passione in una relazione è complicato al punto da apparire a volte ingestibile. L'amore nella vita di tutti i giorni è cosa ben diversa dal sentimento romanzato, un impegno che fa inghiottire bocconi amari, una tensione senza fine verso l'altro e verso sé stessi.
In queste vicende che pungolano dolorosamente i recessi del cuore, a condurre il gioco non sappiamo chi sia, perché a sovvertire i tipici canoni del Boys' Love sono qui entrambi i protagonisti, una coppia audace, spavalda e autentica, pronta a rimettersi di continuo in discussione.
Imprescindibile per gli amanti del genere Boys' Love, si tratta di una storia appropriata anche per chi ricerchi un racconto d'amore atipico, forte e nondimeno sensuale, sublimato da tavole evocative, dialoghi vivi e penetranti, un'introspezione magistrale e un gradito pizzico di humour pungente e sottile.
E' un'opera, questa, che non si priva di nulla e che di nulla si fa vanto.
Una di quelle storie che non conoscono limitazioni né confini.
Uno di quei volumi da custodire con cura nella propria libreria, da riprendere in mano di tanto in tanto, rinvenendo nuove sfumature di significato a ogni nuova rilettura.
Amore "matto e disperatissimo," l'avrebbe probabilmente definito il poeta Giacomo Leopardi.
Un fiume in piena che travolge qualunque cosa al proprio passaggio, la necessità di saper lasciare e riprendere il controllo di sé stessi: educare la passione in una relazione è complicato al punto da apparire a volte ingestibile. L'amore nella vita di tutti i giorni è cosa ben diversa dal sentimento romanzato, un impegno che fa inghiottire bocconi amari, una tensione senza fine verso l'altro e verso sé stessi.
In queste vicende che pungolano dolorosamente i recessi del cuore, a condurre il gioco non sappiamo chi sia, perché a sovvertire i tipici canoni del Boys' Love sono qui entrambi i protagonisti, una coppia audace, spavalda e autentica, pronta a rimettersi di continuo in discussione.
Imprescindibile per gli amanti del genere Boys' Love, si tratta di una storia appropriata anche per chi ricerchi un racconto d'amore atipico, forte e nondimeno sensuale, sublimato da tavole evocative, dialoghi vivi e penetranti, un'introspezione magistrale e un gradito pizzico di humour pungente e sottile.
E' un'opera, questa, che non si priva di nulla e che di nulla si fa vanto.
Una di quelle storie che non conoscono limitazioni né confini.
Uno di quei volumi da custodire con cura nella propria libreria, da riprendere in mano di tanto in tanto, rinvenendo nuove sfumature di significato a ogni nuova rilettura.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Il gioco del gatto e del topo | € 14.00 | JPOP |
Il gioco del gatto e del topo 1 | € 6.90 | Ronin Manga |
Il gioco del gatto e del topo 1 | € 8.50 | Kappalab |
Il gioco del gatto e del topo 2 | € 7.50 | Ronin Manga |
Si ringrazia Gkj per la consulenza dalla lingua giapponese.
Pro
- Perfetto equilibrio tra sentimento e seduzione
- Ottima caratterizzazione di protagonisti scomodi e (im)maturi
- Psicologicamente complesso, introspezione magistrale
- Dialoghi acuti, intensi e pungenti
- Erotismo esplicito e di stile
- Coppia reversibile
- Notevole impatto emozionale
- Disegno raffinato ed elegante
- Interrogativi su temi LGBTQ+
- Sceneggiatura incalzante, passa con abilità dallo humour al dramma e viceversa
- Buona riedizione compatta in volume unico
dalla recensione si percepisce tutto l'amore che prova per il titolo.
Potrei farci un pensiero.
Non mi sono mai approcciato all'opera per il timore che rimanga sempre su limiti che non valica mai. Graficamente e tematicamente parlando.
L'insoluto e l'informe mi piacciono, ma proprio quando sono non solo senza frutto ma anche senza radici.
Se questi due animali fossero davvero esseri spezzati mi potrebbero interessare.
Male.
Il gioco del gatto e del topo è stato uno dei rari manga che mi ha fatto piangere (e dico proprio piangere-piangere) per la mole di emozioni che era riuscito a trasmettermi. Ho la vecchia edizione Ronin, ma confesso di star facendo un pensierino anche per questa nuova riedizione all in one, sebbene i volumi "ciccionazzi" in genere non mi facciano impazzire... però quel capitolo extra e le altre aggiunte mi stuzzicano parecchio, nonostante le edulcorazioni anatomiche di questa nuova edizione (in realtà dando un occhio ad alcune tavole di comparazione tra la vecchia e nuova edizione italiana mi è parso di vedere delle differenze anche nei dialoghi, non solo attribuibili a una differente traduzione)
In un caso o nell'altro, è un'opera senz'altro da leggere, perché il livello di introspezione che la Mizushiro ha raggiunto con quest'opera è un tesoro assai raro (e poi io la trovo sempre di un'eleganza pazzesca, sia a livello di disegni che di narrazione)
Ora mi chiedo: quando potremo avere anche "Un Chocolatier de l'Amour perdu"?
Innanzitutto grazie @zettailara per questa recensione così puntuale, analitica e ricca di spunti.
L'ho letta per la prima volta un paio di giorni fa e devo dire che la prima impressione che mi ha lasciato è proprio quella dell'eccezionalità dell'opera, della sua peculiarità, del suo travalicare il genere. L'idea che sia una di quelle opere che non ti potrai dimenticare di aver incontrato.
Il Gioco del Gatto e del Topo è un'opera troppo complessa perché possa scrivere qualcosa di compiuto a così breve distanza; mi ha richiamato alla mente immediatamente Scene da un matrimonio che vidi a teatro interpretato da Gabriele Lavia e Monica Guerritore: una rappresentazione splendida, intensissima: una messa a nudo di un rapporto amoroso, senza orpelli, senza sconti, come questo manga.
E un'altra opera mi è tornata in mente, sempre teatro, quel grande genio della descrizione dei rapporti interpersonali, che è Eric-Emmanuel Schmitt: Le relazioni enigmatiche, folgorante.
I due qui sono ottimi personaggi e pessime persone: non cattivi, non abusanti ma meschini, grandiosamente meschini. Tanto sarebbe irritante avere a che fare con loro tanto è affascinante e piacevole osservarli senza dover interagire con loro. Sono insopportabili negli egoismi e negli infantilismi, ma sono gradevolissimi nei dialoghi, pungenti, verbosi, stratificati.
Ho apprezzato che si tratti di una storia d'amore, non di romanticismo.
Non so se sarà un 100 per me dopo una rilettura e qualche meditazione in più, di sicuro non meno di un 90.
Scherzi (ma non troppo) a parte, è un titolo che ho letto diversi anni fa e mi aveva colpito tantissimo. Uno dei migliori, certamente. Perché se è vero che Viewfinder ha pur sempre un posto di favore nel mio cuore, ci sono anche titoli, come questo, meno appariscenti e più profondi, o approfonditi. La sensei Mizushiro è sicuramente una delle mie autrici preferite, e non solo per questo titolo.
Ma a questo punto, dopo aver letto questa recensione, direi che sarebbe d'obbligo trovare il tempo per rileggere l'opera, magari con altri occhi.
A ben vedere ci sono pure gli elefanti. Chi ha visto l'anime di Love Stage!!! capirà la citazione XD
Non per portare acqua al mio (?) mulino, ma ti direi che sì, qui si tratta proprio di esseri informi e spezzati. Attenzione, non abusanti né cattivi, come precisa giustamente @shiho miyano, bensì due creature che sbagliano tutto, del tutto "insolute"
Uhm, ti posso chiedere quali e come, di preciso? Proprio per mia curiosità (e ossessione, non lo nego XD). Per questa recensione ho comparato la traduzione italiana Ronin con quella J-Pop e con il volume giapponese alla mano, chiedendo una consulenza per il passaggio dal giapponese a persona competente di mia fiducia. Personalmente, ci sono alcuni passaggi che preferivo nella versione Ronin (che reputavo lì più eleganti, acuti e/o più diretti) e che tuttora ho impressi nella memoria, però ho rinvenuto anche che la vecchia edizione aveva errorini qua e là, e molti dialoghi erano sì tradotti, ma mancavano di precisione e/o si prendevano qualche altra libertà di adattamento (più o meno condivisibile, non sono qui a giudicare). Per questo motivo, sempre personalmente, "godo molto" ad avere entrambe le edizioni (seppur la prima, sigh, monca) xD
**
Ringrazio davvero di cuore chi è passato di qui e ci ha lasciato, come me, una dichiarazione d'amore o di obiettiva stima nei confronti della sensei Mizushiro, prima ancora che di quest'opera: non posso che quotare tutto e tutti e sperare che venga stavolta magari per davvero il tempo in cui si possano avere in italiano anche le sue opere più celebri e famose, da Shitsuren Chocolatier a Poison Berry, che reputo un vero scandalo non si possano reperire su suolo italiano a tutt'oggi. Averne, di autrici così, che narrano in questa maniera in apparenza così semplice, ma così diretta e spietata.
Non ci è arrivata per caso, ovviamente; anche lei ha sperimentato molto a lungo, sia per temi che come tratto grafico. Io amo i suoi disegni alla follia, eppure sembra stranissimo pensare che nei primi tempi il suo tratto fosse così simile a quello della Yoshida di Banana Fish e Umimachi Diary, così tipico di inizi anni '90, e che oggi invece sia così peculiare, elegante e affascinante. Trovo, come detto anche nella recensione, che Il Gioco del Gatto e del Topo sia una felicissima e fortunata combinazione di aspetti che qui hanno trovato davvero una sublimazione perfetta. Qui il tratto della sensei si è affermato per quello che è e ha conosciuto fama mondiale, qui i suoi incastri narrativi si sono ricombinati alla perfezione, donando alla storia il giusto slancio, un bilanciamento tra aspetti diversissimi tra loro, un grado di introspezione mai raggiunto da lei prima e che le ha spalancato le porte per le opere successive, per scriverne ancora, meglio e più a fondo. Mi fermo qui a riguardo della sensei, sperando che questa non sia l'ultima volta che ci sia dato dibattere su di lei ^^
Difficile riassumere in poche righe cosa rappresenti per me Il Gioco del Gatto e del Topo. E' capitato nella mia vita in un momento imprevisto dieci anni fa, mi ha davvero devastata alla prima lettura, lasciandomi un non del tutto gradevole senso di vago disagio al ripensare a quei suoi due personaggi così fastidiosi e meschini. Eppure, sono tornata a rileggerlo più, e più volte, ogni volta irritandomi nei confronti di Imagase e Otomo perché no, non si può essere così XD
Poi, dall'anno scorso circa, le mie riletture hanno iniziato a rinvenire in loro anche qualcosa di diverso, qualcosa di più, qualcosa che prima non riuscivo a vedere, forse. E in quel momento, l'affetto e la stima che già nutrivo per quest'opera si sono allargati ancora; a tutt'oggi, a rileggerlo nella nuova edizione, me ne stupisco di altri, passaggi, sorrido alle loro battutine, al terribile modo che questa coppia ha di farsi la corte, di dirsi 'ti amo, malgrado tu sia così fastidioso e infantile alla tua età', di inciampare continuamente facendosi male, ma senza voler mettere mai il punto fine. Senza mai dichiararsi arrivati, com'è nella vita. La verità è che questi due, nel loro cercare di trovare un modo di stare insieme, sono tenerissimi e commoventi, e davvero per me è storia riflessa di quel che facciamo anche noi, nelle nostre vite, seppur con i nostri tantissimi difetti.
Ci sarebbero addirittura altri aspetti non trattati nella recensione (o meglio, scartati nella sua versione definitiva), quali ad esempio l'attenzione che Otomo ha per i capelli di Imagase e nulla nei confronti delle donne a dispetto dei dettagli che invece la Mizushiro su di loro ci racconta; o ancora, il fatto che alla data attuale il valore medio di mercato di quel Pétrus acquistato da Otomo si aggira sui 1.000 e non più sui 500 euro, e che certe di quelle bottiglie (tra cui potenzialmente anche l'anno di nascita di Imagase) sono vendute all'asta fino a un valore di 12.000 euro (e loro due, sì, se lo sono bevuto in una notte. Che teneri). O ancora, gli spazi: come vediamo la storia prender corpo in gran misura nell'appartamento di Otomo, un po' come fosse il palco di un teatro, un po' perché in fondo è prettamente dentro di lui che stiamo guardando, mentre su molti aspetti personali Imagase rimane misterioso.
A proposito: il capitolo extra, La Rapsodia del Colibrì, è di una tenerezza sconfinata e i disegni sono più belli che mai. Davvero uno spaccato slice-of-life (di nuovo, con co-protagonista una donna) che su questo personaggio era doveroso e meritatissimo.
E via di questo passo. Non credo, davvero, di aver potuto discernere tutto di questo manga, perché probabilmente tra dieci anni ne scoprirò ancora altre, di cose. Ma la cosa più bella, per me, e quella che più conta, è che quest'opera sia finalmente tornata disponibile per me e per chiunque in Italia, che potenzialmente chiunque se la possa godere, apprezzandola per tutto quello che è. Quindi sono contentissima, ma davvero contentissima, che J-Pop abbia deciso tra tanti titoli di riportarcela. Il mio cuore trabocca, ancora oggi ♥♥♥
Ma no: la J-Pop non ha nessuna colpa, la censura era all'origine e loro non potevano che portare l'edizione per cui gli sono stati concessi i diritti! Come precisato qui sopra:
Le possiedo entrambe (finalmente ho anche il secondo rarissimo volume della prima edizione, sì), e prima di compilare questa recensione ho letteralmente confrontato le due pagina per pagina, vignetta per vignetta, sfumatura per sfumatura.
Ovviamente anche io preferisco la versione che fu originariamente pubblicata in Giappone la prima volta, e che poi arrivò da noi per Ronin; le tavole censurate (perché di censura nei testi non ve n'è assolutamente), che sono poche e interessano parti molto piccole di porzioni di tavole, le preferisco in originale, ma a tutt'oggi se uno va ad acquistare il volume in lingua originale giapponese, troverà quelle stesse tavole censurate... perché la censura nasce purtroppo da una scelta dell'editore giapponese per la ri-edizione, che piaccia o no.
E anche in Giappone non ripubblicheranno mai più (per affermazione loro) le tavole per come apparvero quella prima volta.
Non è una scelta che mi piace, come già detto. Ma non è una scelta che è stata determinata da J-pop (il quale aveva anche insistito coi giapponesi per proporre da noi una versione non censurata, ma non c'è stato nulla da fare, impossibile convincerli), questo mi sembra importante ribadirlo.
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