Disponibile sulla piattaforma streaming di Netflix dall'8 settembre 2023, Il tempo per noi è una serie sudcoreana che in breve tempo ha saputo far parlare molto di sé.
Scopriamo il perché attraverso le recensioni stese a più mani che vi proponiamo di seguito.
Scopriamo il perché attraverso le recensioni stese a più mani che vi proponiamo di seguito.
Il tempo per noi è una serie che ho iniziato a vedere senza sapere bene cosa aspettarmi, ma che è stata capace di catturarmi fin dal suo primo episodio.
Remake sudcoreano del drama taiwanese Someday or One Day, racconta la storia di Jun-hee Han che, addormentandosi mentre ascolta Gather my Tears di Ji-won Seo su un’audiocassetta che le è stata donata, si ritrova magicamente catapultata indietro nel tempo di 25 anni fino al 1998. Qui la donna si risveglia nei panni di Min-ju Kwon - giovane studentessa delle superiori che le assomiglia sorprendentemente - e conosce Si-heon Nam, un ragazzo con lo stesso aspetto di Yeon-jun Koo, suo fidanzato morto l’anno precedente, nel 2022.
Entrare più nel dettaglio della trama sarebbe un crimine, perché uno dei principali punti di forza della serie è la sua capacità di incuriosire lo spettatore disseminando misteri qua e là che verranno svelati solo con il proseguire della storia.
Questo è un drama dove ad ogni episodio sono più le nuove domande che le risposte che vengono date e dove, puntualmente, alla fine di ciascuno di essi arriva il colpo di scena che spinge a guardare subito quello successivo. La cosa importante è che però alla fine tutte le risposte verranno date, senza lasciare con quel senso di incompiutezza o confusione perché si è osato troppo, come spesso accade in narrazioni di questo tipo dove di mezzo ci sono i viaggi nel tempo (vero Dark?).
La sua durata - 12 episodi di circa un’ora ciascuno - la trovo inoltre perfetta per il tipo di storia che vuole raccontare, senza risultare sbrigativa o, al contrario, con qualche dilungamento eccessivo.
Il tempo per noi è la classica serie sudcoreana in grado di miscelare sapientemente più generi, a partire da quello fantastico, passando al thriller, ma anche e soprattutto a quello romantico, perché questa è principalmente una bella e coinvolgente storia d’amore capace di emozionare. Non manca nemmeno il classico triangolo amoroso, che è sicuramente la cosa che ho gradito meno di questo drama. Alcuni comportamenti nel rapporto di amicizia tra Si-heon Nam e In-gyu Jung (Kang Hoon), il suo migliore amico innamorato di Min-ju, li ho trovati un po’ forzati e ben poco credibili, ma son dettagli all’interno di una storia che regge dall’inizio alla fine e diventa sempre più coinvolgente episodio dopo episodio.
Tutti gli attori principali offrono una recitazione di livello e assolutamente all’altezza delle aspettative, ma voglio fare una menzione speciale nei confronti di Yeo-bin Jeon, bravissima nell’interpretare Si-heon e Min-ju in modo credibile. Le due ragazze sono estremamente diverse caratterialmente e questo è reso evidente sia dal differente modo di parlare che con il linguaggio del corpo. Il differente taglio di capelli tra i due personaggi permette di capire subito chi Yeo-bin Jeon stia interpretando, ma, da quanto è brava l'attrice, ci si riuscirebbe comunque dopo pochi secondi di visione.
Infine, per quanto riguarda le musiche, personalmente mi son piaciute molto, soprattutto ai primi ascolti, anche se non mi sento di definirle memorabili o comunque un punto di forza della serie. Sicuramente riescono nel loro intento di accompagnare egregiamente tutta la serie e di rendere ancora più coinvolgenti le scene più emozionanti.
Bellissima soprattutto la canzone non originale (nel senso di non realizzata appositamente per questo K-drama) Gather my Tears di Ji-won Seo, cantante sudcoreano scomparso troppo presto, non ancora ventenne.
Voto complessivo: 80
Remake sudcoreano del drama taiwanese Someday or One Day, racconta la storia di Jun-hee Han che, addormentandosi mentre ascolta Gather my Tears di Ji-won Seo su un’audiocassetta che le è stata donata, si ritrova magicamente catapultata indietro nel tempo di 25 anni fino al 1998. Qui la donna si risveglia nei panni di Min-ju Kwon - giovane studentessa delle superiori che le assomiglia sorprendentemente - e conosce Si-heon Nam, un ragazzo con lo stesso aspetto di Yeon-jun Koo, suo fidanzato morto l’anno precedente, nel 2022.
Entrare più nel dettaglio della trama sarebbe un crimine, perché uno dei principali punti di forza della serie è la sua capacità di incuriosire lo spettatore disseminando misteri qua e là che verranno svelati solo con il proseguire della storia.
Questo è un drama dove ad ogni episodio sono più le nuove domande che le risposte che vengono date e dove, puntualmente, alla fine di ciascuno di essi arriva il colpo di scena che spinge a guardare subito quello successivo. La cosa importante è che però alla fine tutte le risposte verranno date, senza lasciare con quel senso di incompiutezza o confusione perché si è osato troppo, come spesso accade in narrazioni di questo tipo dove di mezzo ci sono i viaggi nel tempo (vero Dark?).
La sua durata - 12 episodi di circa un’ora ciascuno - la trovo inoltre perfetta per il tipo di storia che vuole raccontare, senza risultare sbrigativa o, al contrario, con qualche dilungamento eccessivo.
Il tempo per noi è la classica serie sudcoreana in grado di miscelare sapientemente più generi, a partire da quello fantastico, passando al thriller, ma anche e soprattutto a quello romantico, perché questa è principalmente una bella e coinvolgente storia d’amore capace di emozionare. Non manca nemmeno il classico triangolo amoroso, che è sicuramente la cosa che ho gradito meno di questo drama. Alcuni comportamenti nel rapporto di amicizia tra Si-heon Nam e In-gyu Jung (Kang Hoon), il suo migliore amico innamorato di Min-ju, li ho trovati un po’ forzati e ben poco credibili, ma son dettagli all’interno di una storia che regge dall’inizio alla fine e diventa sempre più coinvolgente episodio dopo episodio.
Tutti gli attori principali offrono una recitazione di livello e assolutamente all’altezza delle aspettative, ma voglio fare una menzione speciale nei confronti di Yeo-bin Jeon, bravissima nell’interpretare Si-heon e Min-ju in modo credibile. Le due ragazze sono estremamente diverse caratterialmente e questo è reso evidente sia dal differente modo di parlare che con il linguaggio del corpo. Il differente taglio di capelli tra i due personaggi permette di capire subito chi Yeo-bin Jeon stia interpretando, ma, da quanto è brava l'attrice, ci si riuscirebbe comunque dopo pochi secondi di visione.
Infine, per quanto riguarda le musiche, personalmente mi son piaciute molto, soprattutto ai primi ascolti, anche se non mi sento di definirle memorabili o comunque un punto di forza della serie. Sicuramente riescono nel loro intento di accompagnare egregiamente tutta la serie e di rendere ancora più coinvolgenti le scene più emozionanti.
Bellissima soprattutto la canzone non originale (nel senso di non realizzata appositamente per questo K-drama) Gather my Tears di Ji-won Seo, cantante sudcoreano scomparso troppo presto, non ancora ventenne.
Voto complessivo: 80
Autore: Gordy
Ad agosto sulla piattaforma Netflix è uscito il drama coreano Il tempo per noi, di 12 puntate, conosciuto anche con il titolo internazionale A time called you.
Questo è un remake di un drama taiwanese pluripremiato intitolato Someday or one day del 2019 che conta 13 episodi da circa 70 minuti ciascuno e uno speciale di 4 minuti; ha avuto così tanto successo che è stato girato anche un film sequel nel 2022.
Per me, l’uscita del drama coreano è stata l’occasione per recuperare sia questo, sia l’originale che era tanto che volevo vedere.
Il remake è molto simile al drama taiwanese: ha preso una storia già bellissima e l’ha resa ancora più bella.
Regia e sceneggiatura sono state magnifiche, rendendo magiche e iconiche alcune scene che già nell’originale erano favolose; oltre al fatto che ogni puntata termina nel momento di maggior suspense in modo da invogliare la visione della puntata successiva.
La storia parte presentandoci Jun-hee, una donna dedita al lavoro che ha perso il fidanzato Yeon-ju un anno prima in un incidente aereo. Per il giorno del suo compleanno riceve in regalo un vecchio walkman e una musicassetta. Ascoltandola si ritrova nel 1998, nei panni della studentessa delle superiori, Min-ju. Subito fa la conoscenza di due suoi compagni di classe: In-gyu e Si-heon che assomiglia inverosimilmente al suo defunto fidanzato.
Sia l’attrice Yeo-bin Jeon che l’attore protagonista Hyo-seop Ahn sono stati meravigliosi: hanno interpretato ciascuno due personaggi completamente diversi di carattere, in due epoche diverse, sia da giovani che da adulti, dando vita a una moltitudine di espressioni.
La loro chimica è stata pazzesca, dando vita a episodi toccanti; la scena in cui lei si ritrova nel corpo di Min-ju, vede per la prima volta Si-heon, che somiglia così tanto al suo ex-fidanzato, e lo abbraccia è stata davvero emozionante.
Jun-hee e Min-ju, infatti, sono interpretate dalla bravissima attrice Yeo-bin Jeon, che io avevo già apprezzato nel drama Vincenzo, sempre presente su Netflix. Ammetto di non averla riconosciuta subito, conferma della sua grandissima versatilità.
Lei nello staff era l’unica che aveva visto Someday or one day e ha sentito subito la pressione di recitare nel suo remake, essendo lei una grandissima fan dell’opera originale.
Il regista, Jin-won Kim (di cui ho amato ogni lavoro a partire da Hello Monster - Mi ricordo di te e finendo per My Country, passando per The Package), ha vietato agli altri attori protagonisti di vedere l’originale perché non voleva che ne fossero influenzati. E, secondo me, è stata la scelta giusta.
A conferma di ciò è l’interpretazione di Hyo-seop Ahn che non aveva un compito facile: il suo corrispettivo taiwanese altri non è che Greg Hsu, presente anche lui su Netflix con il bellissimo Marry my dead body.
Hyo-seop Ahn è maturato veramente tantissimo! Lo avevo amato in 30 but 17: era un ragazzino magro, dalla pettinatura improponibile che ripeteva in continuazione “Don’t think, feel!” anzi “Don’t think, pil!”
Il ragazzo è cresciuto benissimo e non solo di muscoli! Oltre a essere diventato un bellissimo uomo, in questo drama è stato straordinario nella recitazione, ancora di più di quando l’ho visto l’ultima volta.
Inoltre dobbiamo ringraziare lui se Rowoon ha fatto il suo cameo.
Parliamo di una delle puntate più discusse sul web, l’ormai famosa puntata numero 8. Molti l’hanno interpretata come una trovata coreana per cavalcare l’onda della moda del boys' love; ma è proprio così? Vi rispondo subito: no. Yeon-ju anche nella versione originale era gay, solo che nel drama taiwanese non è stato così “fortunato”. L’amico di cui si è innamorato, non solo non lo ricambia, ma lo bullizza anche, insieme ad altri compagni, portando il ragazzo ad un gesto estremo.
Nella versione coreana almeno il suo amore è ricambiato. Non semplice è stata la scelta dell’attore che interpreta Seok-woon.
Anche in questo caso, il regista ha preso la decisione migliore: ha chiesto direttamente a Hyo-seop se conosceva qualcuno con cui aveva già una grande chimica. Lui non ha avuto dubbi, indicando subito, per l’appunto, il suo amico e collega Rowoon. E la scelta è stata perfetta! In pochi minuti di drama sono riusciti a trasmetterci tantissimo.
Anche Hoon Kang ha fatto un lavoro grandioso: lui interpreta In-gyu, uno studente con problemi di udito. Nella versione coreana i suoi sentimenti e i suoi pensieri vengono lasciati maggiormente all’intuizione dello spettatore rispetto all’opera originale e proprio per questo Hoon Kang aveva il difficile compito di far capire ogni emozione anche solo attraverso uno sguardo, interpretando, oltretutto, un ragazzo piuttosto silenzioso e riflessivo.
La storia, grazie alla duplice ambientazione e alla varietà di personaggi, si presta a trattare argomenti diversissimi. Nel presente si parla del dolore per la perdita di una persona cara, mentre nel passato si hanno incertezze e tenerezze del primo amore, ma anche la difficoltà di accettarsi per quello che si è, in un’età non proprio semplice.
Ma non solo: infatti, c’è anche un enigma da scoprire. Jun-hee, indagando nel presente, è venuta a conoscenza che Min-ju verrà uccisa nel 1998 e decide di fare il possibile per salvarla.
Proprio del passato, è la melodia che sarà il fulcro di tutto e che farà viaggiare nel tempo ai nostri protagonisti! La canzone, che vi entrerà in testa e non vi lascerà più, è infatti uscita nel 1996: si intitola Gather my tears di Sei Ji-won dall’album Tears.
In conclusione Il tempo per noi, con solo 12 episodi, parla di un amore forte che vince veramente contro il tempo e lo spazio, ma con un pizzico di mistero e thriller che vi terrà incollati allo schermo fino all’ultimo minuto.
Preparatevi a una giostra di emozioni, a spiazzanti colpi di scena, a pianti commoventi e a un tumulto di salti temporali, con atmosfere alla Your Name.
Voto complessivo: 96
Questo è un remake di un drama taiwanese pluripremiato intitolato Someday or one day del 2019 che conta 13 episodi da circa 70 minuti ciascuno e uno speciale di 4 minuti; ha avuto così tanto successo che è stato girato anche un film sequel nel 2022.
Per me, l’uscita del drama coreano è stata l’occasione per recuperare sia questo, sia l’originale che era tanto che volevo vedere.
Il remake è molto simile al drama taiwanese: ha preso una storia già bellissima e l’ha resa ancora più bella.
Regia e sceneggiatura sono state magnifiche, rendendo magiche e iconiche alcune scene che già nell’originale erano favolose; oltre al fatto che ogni puntata termina nel momento di maggior suspense in modo da invogliare la visione della puntata successiva.
La storia parte presentandoci Jun-hee, una donna dedita al lavoro che ha perso il fidanzato Yeon-ju un anno prima in un incidente aereo. Per il giorno del suo compleanno riceve in regalo un vecchio walkman e una musicassetta. Ascoltandola si ritrova nel 1998, nei panni della studentessa delle superiori, Min-ju. Subito fa la conoscenza di due suoi compagni di classe: In-gyu e Si-heon che assomiglia inverosimilmente al suo defunto fidanzato.
Sia l’attrice Yeo-bin Jeon che l’attore protagonista Hyo-seop Ahn sono stati meravigliosi: hanno interpretato ciascuno due personaggi completamente diversi di carattere, in due epoche diverse, sia da giovani che da adulti, dando vita a una moltitudine di espressioni.
La loro chimica è stata pazzesca, dando vita a episodi toccanti; la scena in cui lei si ritrova nel corpo di Min-ju, vede per la prima volta Si-heon, che somiglia così tanto al suo ex-fidanzato, e lo abbraccia è stata davvero emozionante.
Jun-hee e Min-ju, infatti, sono interpretate dalla bravissima attrice Yeo-bin Jeon, che io avevo già apprezzato nel drama Vincenzo, sempre presente su Netflix. Ammetto di non averla riconosciuta subito, conferma della sua grandissima versatilità.
Lei nello staff era l’unica che aveva visto Someday or one day e ha sentito subito la pressione di recitare nel suo remake, essendo lei una grandissima fan dell’opera originale.
Il regista, Jin-won Kim (di cui ho amato ogni lavoro a partire da Hello Monster - Mi ricordo di te e finendo per My Country, passando per The Package), ha vietato agli altri attori protagonisti di vedere l’originale perché non voleva che ne fossero influenzati. E, secondo me, è stata la scelta giusta.
A conferma di ciò è l’interpretazione di Hyo-seop Ahn che non aveva un compito facile: il suo corrispettivo taiwanese altri non è che Greg Hsu, presente anche lui su Netflix con il bellissimo Marry my dead body.
Hyo-seop Ahn è maturato veramente tantissimo! Lo avevo amato in 30 but 17: era un ragazzino magro, dalla pettinatura improponibile che ripeteva in continuazione “Don’t think, feel!” anzi “Don’t think, pil!”
Il ragazzo è cresciuto benissimo e non solo di muscoli! Oltre a essere diventato un bellissimo uomo, in questo drama è stato straordinario nella recitazione, ancora di più di quando l’ho visto l’ultima volta.
Inoltre dobbiamo ringraziare lui se Rowoon ha fatto il suo cameo.
Parliamo di una delle puntate più discusse sul web, l’ormai famosa puntata numero 8. Molti l’hanno interpretata come una trovata coreana per cavalcare l’onda della moda del boys' love; ma è proprio così? Vi rispondo subito: no. Yeon-ju anche nella versione originale era gay, solo che nel drama taiwanese non è stato così “fortunato”. L’amico di cui si è innamorato, non solo non lo ricambia, ma lo bullizza anche, insieme ad altri compagni, portando il ragazzo ad un gesto estremo.
Nella versione coreana almeno il suo amore è ricambiato. Non semplice è stata la scelta dell’attore che interpreta Seok-woon.
Anche in questo caso, il regista ha preso la decisione migliore: ha chiesto direttamente a Hyo-seop se conosceva qualcuno con cui aveva già una grande chimica. Lui non ha avuto dubbi, indicando subito, per l’appunto, il suo amico e collega Rowoon. E la scelta è stata perfetta! In pochi minuti di drama sono riusciti a trasmetterci tantissimo.
Anche Hoon Kang ha fatto un lavoro grandioso: lui interpreta In-gyu, uno studente con problemi di udito. Nella versione coreana i suoi sentimenti e i suoi pensieri vengono lasciati maggiormente all’intuizione dello spettatore rispetto all’opera originale e proprio per questo Hoon Kang aveva il difficile compito di far capire ogni emozione anche solo attraverso uno sguardo, interpretando, oltretutto, un ragazzo piuttosto silenzioso e riflessivo.
La storia, grazie alla duplice ambientazione e alla varietà di personaggi, si presta a trattare argomenti diversissimi. Nel presente si parla del dolore per la perdita di una persona cara, mentre nel passato si hanno incertezze e tenerezze del primo amore, ma anche la difficoltà di accettarsi per quello che si è, in un’età non proprio semplice.
Ma non solo: infatti, c’è anche un enigma da scoprire. Jun-hee, indagando nel presente, è venuta a conoscenza che Min-ju verrà uccisa nel 1998 e decide di fare il possibile per salvarla.
Proprio del passato, è la melodia che sarà il fulcro di tutto e che farà viaggiare nel tempo ai nostri protagonisti! La canzone, che vi entrerà in testa e non vi lascerà più, è infatti uscita nel 1996: si intitola Gather my tears di Sei Ji-won dall’album Tears.
In conclusione Il tempo per noi, con solo 12 episodi, parla di un amore forte che vince veramente contro il tempo e lo spazio, ma con un pizzico di mistero e thriller che vi terrà incollati allo schermo fino all’ultimo minuto.
Preparatevi a una giostra di emozioni, a spiazzanti colpi di scena, a pianti commoventi e a un tumulto di salti temporali, con atmosfere alla Your Name.
Voto complessivo: 96
Autore: alis89
Il tempo per noi è una serie coreana di 12 episodi, uscita su Netflix nell'estate 2023, tratta da un drama taiwanese del 2019, Someday or One Day, che mescola abilmente elementi romantici, thriller e sci-fi, offrendo agli spettatori un'esperienza coinvolgente e avvincente.
La trama ruota attorno a Jun-hee, una giovane donna che, dopo aver perso il proprio fidanzato Yeon-Jun in un incidente aereo, scopre attraverso un vecchio walkman il modo per tornare indietro nel tempo, precisamente nel 1998. In quell'anno si ritrova nel corpo di una certa Min-ju, una liceale molto timida e introversa che è molto legata a due compagni di classe: In-gyu, che ha una cotta per lei, e Si-heon, che assomiglia in modo sorprendente al suo defunto fidanzato. Mentre la donna indaga sulla vita di Min-ju, si ritrova coinvolta in un misterioso viaggio nel tempo che collega il presente con il passato.
È molto difficile commentare questo tipo di opere, in cui si parla di salti temporali, senza cadere in fastidiose anticipazioni che, inevitabilmente, rovinerebbero la sorpresa al pubblico. Quindi, per quanto sarà possibile, si cercherà di mantenersi vicini alle informazioni ufficiali fornite dalla trama, cercando, così, di non oltrepassare il confine dello spoiler.
Partendo da un'analisi dei personaggi in gioco, essi sono tutti riccamente sviluppati, ognuno con una storia intricata che si svela lentamente nel corso della serie. La chimica tra i protagonisti, inoltre, è palpabile, specialmente nel dispiegarsi del delicato equilibrio tra l'amore e la perdita che permea tutta la storia. Gli spettatori sono portati in un mondo sospeso tra la realtà e il fantastico, dove le emozioni si intrecciano con gli elementi di suspense e fantascienza.
Il lato romantico è profondamente commovente, toccando le corde emotive del pubblico, attraverso i personaggi che affrontano sfide e conflitti nel loro percorso verso l'amore e la comprensione reciproca. Allo stesso tempo, gli elementi di thriller tengono gli spettatori incollati allo schermo, con colpi di scena inaspettati e suspense ben costruita, che mantengono l'attenzione alta per tutta la durata della serie. Difficilmente si osserva un calo in tal senso.
Gran parte del merito del grande coinvolgimento suscitato va agli attori che hanno saputo calarsi molto bene nella loro parte, trasmettendo al pubblico il loro grande trasporto. Ci sono scene molto forti, prive o scarse di dialoghi, ma ricche di giochi di sguardi, in cui è difficile non emozionarsi poiché la componente emotiva è davvero impattante.
Un plauso doveroso va all'attrice protagonista, Yeo-bin Jeon, davvero versatile, bravissima nell'assumere personalità diverse e davvero credibili. Insieme all'attore Hyo-seop Ahn ci regalano momenti incredibilmente intensi.
Anche la componente sci-fi è magistralmente integrata nella trama, aggiungendo un elemento di intrigante mistero alla storia. Il modo in cui il viaggio nel tempo è presentato e intrecciato con la narrazione principale è intelligente e ben eseguito, offrendo uno sguardo affascinante su come le azioni del passato possano influenzare il presente ed il futuro.
Non mancano difetti, ovviamente, come qualche piccolo paradosso temporale di difficile comprensione. Tuttavia, analizzando opere sullo stesso genere precedenti alla suddetta, numerose sulla piazza, possiamo affermare che in questa serie i dettagli "inspiegabili" sono davvero ben camuffati, o confezionati in modo tale da poterci passare sopra. E volendo trovarci un altro difetto, l'origine e i perché dei viaggi temporali, non ci vengono spiegati, o spiegati molto marginalmente, e vengono lasciati alla fantasia dello spettatore.
Fotografia, costumi e musiche fanno la loro bella parte. Gli intensi primi piani sui protagonisti ci aiutano ad emozionarci con loro. I costumi e le usanze degli anni '90, ottimamente realizzati, ci suscitano nostalgia, e le musiche, sopratutto la canzone traino e la traccia romantica che sottolinea i momenti più poetici, innescano sentimenti evocativi che ci spiazzano. Tutto ciò messo insieme ha una resa davvero sorprendente.
Di questa serie si sottolineano altri due interessanti punti di forza: la durata e l'assenza di gag tipiche coreane.
Essendo abituati a prodotti coreani la cui durata di ogni singolo episodio scoraggia (generalmente durano non meno di un'ora, fino ad un'ora e mezza) e altrettanto scoraggia la durata totale degli episodi, che tendenzialmente s'aggirano intorno ai 16, questa serie è uno dei pochi aghi nel pagliaio. Con una durata di 12 episodi di 45 minuti ciascuno, la serie diventa allettante anche per il pubblico più pigro.
Inoltre, c'è da dire che la serie è completamente priva di quelle scene teatrali "alla napoletana" tipiche della recitazione coreana, e che infarciscono la maggior parte dei drama made in Corea del Sud. E forse è anche per questo che ogni singolo episodio dura meno.
Senza nulla togliere ai siparietti coreani a cui siamo ormai abituati, e nei quali questi attori, molto probabilmente, sono portati (e che possono farci sorridere e divertire) a volte, diciamolo, sono fastidiosi e hanno solo la funzione di allungare troppo il brodo. E in quest'opera, una teatralità di questo tipo avrebbe solamente stonato.
In conclusione, Il tempo per noi è una serie straordinaria che cattura l'immaginazione degli spettatori con la sua trama avvincente, i personaggi ben definiti e la perfetta fusione di vari generi. Una visione assolutamente imperdibile, lunga il giusto, per chiunque sia alla ricerca di una storia coinvolgente che sfida le aspettative e lascia un'impronta duratura nello spettatore.
Voto complessivo: 90
La trama ruota attorno a Jun-hee, una giovane donna che, dopo aver perso il proprio fidanzato Yeon-Jun in un incidente aereo, scopre attraverso un vecchio walkman il modo per tornare indietro nel tempo, precisamente nel 1998. In quell'anno si ritrova nel corpo di una certa Min-ju, una liceale molto timida e introversa che è molto legata a due compagni di classe: In-gyu, che ha una cotta per lei, e Si-heon, che assomiglia in modo sorprendente al suo defunto fidanzato. Mentre la donna indaga sulla vita di Min-ju, si ritrova coinvolta in un misterioso viaggio nel tempo che collega il presente con il passato.
È molto difficile commentare questo tipo di opere, in cui si parla di salti temporali, senza cadere in fastidiose anticipazioni che, inevitabilmente, rovinerebbero la sorpresa al pubblico. Quindi, per quanto sarà possibile, si cercherà di mantenersi vicini alle informazioni ufficiali fornite dalla trama, cercando, così, di non oltrepassare il confine dello spoiler.
Partendo da un'analisi dei personaggi in gioco, essi sono tutti riccamente sviluppati, ognuno con una storia intricata che si svela lentamente nel corso della serie. La chimica tra i protagonisti, inoltre, è palpabile, specialmente nel dispiegarsi del delicato equilibrio tra l'amore e la perdita che permea tutta la storia. Gli spettatori sono portati in un mondo sospeso tra la realtà e il fantastico, dove le emozioni si intrecciano con gli elementi di suspense e fantascienza.
Il lato romantico è profondamente commovente, toccando le corde emotive del pubblico, attraverso i personaggi che affrontano sfide e conflitti nel loro percorso verso l'amore e la comprensione reciproca. Allo stesso tempo, gli elementi di thriller tengono gli spettatori incollati allo schermo, con colpi di scena inaspettati e suspense ben costruita, che mantengono l'attenzione alta per tutta la durata della serie. Difficilmente si osserva un calo in tal senso.
Gran parte del merito del grande coinvolgimento suscitato va agli attori che hanno saputo calarsi molto bene nella loro parte, trasmettendo al pubblico il loro grande trasporto. Ci sono scene molto forti, prive o scarse di dialoghi, ma ricche di giochi di sguardi, in cui è difficile non emozionarsi poiché la componente emotiva è davvero impattante.
Un plauso doveroso va all'attrice protagonista, Yeo-bin Jeon, davvero versatile, bravissima nell'assumere personalità diverse e davvero credibili. Insieme all'attore Hyo-seop Ahn ci regalano momenti incredibilmente intensi.
Anche la componente sci-fi è magistralmente integrata nella trama, aggiungendo un elemento di intrigante mistero alla storia. Il modo in cui il viaggio nel tempo è presentato e intrecciato con la narrazione principale è intelligente e ben eseguito, offrendo uno sguardo affascinante su come le azioni del passato possano influenzare il presente ed il futuro.
Non mancano difetti, ovviamente, come qualche piccolo paradosso temporale di difficile comprensione. Tuttavia, analizzando opere sullo stesso genere precedenti alla suddetta, numerose sulla piazza, possiamo affermare che in questa serie i dettagli "inspiegabili" sono davvero ben camuffati, o confezionati in modo tale da poterci passare sopra. E volendo trovarci un altro difetto, l'origine e i perché dei viaggi temporali, non ci vengono spiegati, o spiegati molto marginalmente, e vengono lasciati alla fantasia dello spettatore.
Fotografia, costumi e musiche fanno la loro bella parte. Gli intensi primi piani sui protagonisti ci aiutano ad emozionarci con loro. I costumi e le usanze degli anni '90, ottimamente realizzati, ci suscitano nostalgia, e le musiche, sopratutto la canzone traino e la traccia romantica che sottolinea i momenti più poetici, innescano sentimenti evocativi che ci spiazzano. Tutto ciò messo insieme ha una resa davvero sorprendente.
Di questa serie si sottolineano altri due interessanti punti di forza: la durata e l'assenza di gag tipiche coreane.
Essendo abituati a prodotti coreani la cui durata di ogni singolo episodio scoraggia (generalmente durano non meno di un'ora, fino ad un'ora e mezza) e altrettanto scoraggia la durata totale degli episodi, che tendenzialmente s'aggirano intorno ai 16, questa serie è uno dei pochi aghi nel pagliaio. Con una durata di 12 episodi di 45 minuti ciascuno, la serie diventa allettante anche per il pubblico più pigro.
Inoltre, c'è da dire che la serie è completamente priva di quelle scene teatrali "alla napoletana" tipiche della recitazione coreana, e che infarciscono la maggior parte dei drama made in Corea del Sud. E forse è anche per questo che ogni singolo episodio dura meno.
Senza nulla togliere ai siparietti coreani a cui siamo ormai abituati, e nei quali questi attori, molto probabilmente, sono portati (e che possono farci sorridere e divertire) a volte, diciamolo, sono fastidiosi e hanno solo la funzione di allungare troppo il brodo. E in quest'opera, una teatralità di questo tipo avrebbe solamente stonato.
In conclusione, Il tempo per noi è una serie straordinaria che cattura l'immaginazione degli spettatori con la sua trama avvincente, i personaggi ben definiti e la perfetta fusione di vari generi. Una visione assolutamente imperdibile, lunga il giusto, per chiunque sia alla ricerca di una storia coinvolgente che sfida le aspettative e lascia un'impronta duratura nello spettatore.
Voto complessivo: 90
Autore: Miriam22
Disponibile su Netflix dai primi giorni dello scorso settembre, parliamo di Il tempo per noi, remake coreano della celebre serie taiwanese Someday or One Day. Un’opera avvincente che racchiude amicizia, famiglia, amore, dolore, perdita, frequenti viaggi nel tempo e soprattutto un mistero da risolvere!
I protagonisti della nostra storia sono Jun-hee e Yeon-jun, il suo ormai defunto amante e l’opera inizia proprio con l’anniversario della sua morte.
In questa data, Jun-hee inizia a ricevere degli strani oggetti, tra cui una foto che non riconosce di persone identiche a lei e al suo ragazzo, e un vecchio mangiacassette con all’interno un nastro della classica ballata degli anni '90 Gather My Tears di Seo Ji-won. Durante il viaggio di ritorno dal memoriale in onore di Yeon-jun, Jun-hee ascolta la cassetta addormentandosi. Riaprendo gli occhi, però, si accorge di non essere più sul veicolo in direzione della sua abitazione, ma di trovarsi in un letto d'ospedale nel 1998.
Saltando avanti e indietro tra il passato e il presente, il cuore di Jun-hee è tribolante e il mistero in cui si è trovata immischiata si fa sempre più intricato. Chi sono le persone nella fotografia? Perché l’ha ricevuta? Come mai il mangiacassette riporta le persone in epoche diverse? I primi episodi sono ricchi di domande e vi è difficile trovarne risposta… quello che è certo, però, è che non vi annoierete. Ho trovato gli episodi ricchi di colpi di scena, alcuni davvero inaspettati; episodi che spesso terminano con un cliffhanger che vi costringerà a guardarli tutti d’un fiato. Inoltre, noterete fin da subito come la musica giochi un ruolo importante nel portare avanti la storia, con una piacevolissima colonna sonora realizzata ad hoc.
Nonostante i problemi che i protagonisti sono costretti ad affrontare, il mondo in cui vivono appare quasi idilliaco, non rispecchiando assolutamente la disperazione che spesso li affligge. Soprattutto negli anni ‘90, il sole risplende e le strade sono ricche di alberi fioriti e, per quanto possa sembrare irrealistico, sfido a non apprezzarne la bellezza. Ogni fotogramma sembra realizzato con estrema cura e mi ha permesso di godere dell'inebriante nostalgia di un'epoca da me mai vissuta.
Nota di merito va, poi, fatta agli attori. Hyo-seop Ahn probabilmente l’avrete già visto in Still 17, Dr. Romantic, Business Proposal e molti altri. Ha una carriera avviata e la sua bravura, anche in questo caso, rimane indiscussa. Hoon Kang non è stato assolutamente da meno, è la prima volta in cui ho avuto l’occasione di vederlo sugli schermi e sono rimasta affascinata dalla naturalezza con cui ha recitato in alcune scene, nonostante comportassero una evidente difficoltà emotiva.
L’attrice che mi ha maggiormente colpito, però, è stata Yeo-bin Jeon, interprete di Jun-hee e Min-ju. Il lavoro di microespressioni svolto per impersonare entrambi i personaggi è stato sopraffino: non ho mai avuto dubbi o incertezze riguardo a chi avessi davanti, apparivano sempre come due persone distinte seppur interpretate dalla stessa attrice.
Il tempo per noi complessivamente è un’ottima serie, la cui unica pecca - a mio avviso - sta nei paradossi temporali. Ciononostante, è un titolo ricco di contenuti e con una trama piuttosto intricata, che mantiene tese le fila fino alla fine, riuscendo a risolvere tutte le questioni in sospeso.
Non si tratta, quindi, della classica commedia romantica a cui possiamo essere abituati e, pur mancando di un tradizionale lieto fine, la serie si conclude con speranza. Una speranza verso il futuro e verso l’amore, un amore che trascende il tempo e le epoche, incondizionato dal vissuto travagliato.
Voto complessivo: 85
I protagonisti della nostra storia sono Jun-hee e Yeon-jun, il suo ormai defunto amante e l’opera inizia proprio con l’anniversario della sua morte.
In questa data, Jun-hee inizia a ricevere degli strani oggetti, tra cui una foto che non riconosce di persone identiche a lei e al suo ragazzo, e un vecchio mangiacassette con all’interno un nastro della classica ballata degli anni '90 Gather My Tears di Seo Ji-won. Durante il viaggio di ritorno dal memoriale in onore di Yeon-jun, Jun-hee ascolta la cassetta addormentandosi. Riaprendo gli occhi, però, si accorge di non essere più sul veicolo in direzione della sua abitazione, ma di trovarsi in un letto d'ospedale nel 1998.
Saltando avanti e indietro tra il passato e il presente, il cuore di Jun-hee è tribolante e il mistero in cui si è trovata immischiata si fa sempre più intricato. Chi sono le persone nella fotografia? Perché l’ha ricevuta? Come mai il mangiacassette riporta le persone in epoche diverse? I primi episodi sono ricchi di domande e vi è difficile trovarne risposta… quello che è certo, però, è che non vi annoierete. Ho trovato gli episodi ricchi di colpi di scena, alcuni davvero inaspettati; episodi che spesso terminano con un cliffhanger che vi costringerà a guardarli tutti d’un fiato. Inoltre, noterete fin da subito come la musica giochi un ruolo importante nel portare avanti la storia, con una piacevolissima colonna sonora realizzata ad hoc.
Nonostante i problemi che i protagonisti sono costretti ad affrontare, il mondo in cui vivono appare quasi idilliaco, non rispecchiando assolutamente la disperazione che spesso li affligge. Soprattutto negli anni ‘90, il sole risplende e le strade sono ricche di alberi fioriti e, per quanto possa sembrare irrealistico, sfido a non apprezzarne la bellezza. Ogni fotogramma sembra realizzato con estrema cura e mi ha permesso di godere dell'inebriante nostalgia di un'epoca da me mai vissuta.
Nota di merito va, poi, fatta agli attori. Hyo-seop Ahn probabilmente l’avrete già visto in Still 17, Dr. Romantic, Business Proposal e molti altri. Ha una carriera avviata e la sua bravura, anche in questo caso, rimane indiscussa. Hoon Kang non è stato assolutamente da meno, è la prima volta in cui ho avuto l’occasione di vederlo sugli schermi e sono rimasta affascinata dalla naturalezza con cui ha recitato in alcune scene, nonostante comportassero una evidente difficoltà emotiva.
L’attrice che mi ha maggiormente colpito, però, è stata Yeo-bin Jeon, interprete di Jun-hee e Min-ju. Il lavoro di microespressioni svolto per impersonare entrambi i personaggi è stato sopraffino: non ho mai avuto dubbi o incertezze riguardo a chi avessi davanti, apparivano sempre come due persone distinte seppur interpretate dalla stessa attrice.
Il tempo per noi complessivamente è un’ottima serie, la cui unica pecca - a mio avviso - sta nei paradossi temporali. Ciononostante, è un titolo ricco di contenuti e con una trama piuttosto intricata, che mantiene tese le fila fino alla fine, riuscendo a risolvere tutte le questioni in sospeso.
Non si tratta, quindi, della classica commedia romantica a cui possiamo essere abituati e, pur mancando di un tradizionale lieto fine, la serie si conclude con speranza. Una speranza verso il futuro e verso l’amore, un amore che trascende il tempo e le epoche, incondizionato dal vissuto travagliato.
Voto complessivo: 85
Autore: mxcol
Pro
- Trama elaborata con colpi di scena spiazzanti
- Ritmo sempre ottimamente gestito
- Buona colonna sonora con insert song Gather my tears a far da traino
- Fonde con maestria generi diversi e tematiche varie
- Magistrale 'duplice' recitazione dei due attori protagonisti
- Cast con ottima intesa
- Ambientazione e costumi anni '90 ben resi
- Allettante durata degli episodi e della serie
- Nessuna gag tipica di molti drama coreani
Contro
- Paradossi spazio-temporali di difficile comprensione
- Origine e motivo del viaggio temporale non ben pervenuti
- Triangolo amoroso non troppo strutturato
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