Nessuno vorrebbe rivivere un altro anno come il 2020. Questo è poco ma sicuro. La pandemia ha sconquassato le vite di miliardi di persone, ne abbiamo sofferto tutti, nessuno escluso. Ma ci continuiamo a ripetere che, nonostante tutto, anche dai periodo peggiori c'è sempre qualcosa da imparare, oppure che "non tutto il male vien per nuocere". In generale, siamo portati a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.
Il lavoro è uno degli ambiti della vita che più è stato colpito dalle restrizioni, modificando la nostra quotidianità. E, secondo alcuni, non tutto quello che è stato perduto della normale routine lavorativa è oggetto di rimpianto oggi.
Ecco una lista di otto cose che ai lavoratori giapponesi non mancheranno della vita lavorativa pre-pandemia.
NB. La domanda del sondaggio è stata "durante il 2020 hai capito che qualche situazione che capitava normalmente al lavoro prima della pandemia era un inutile spreco di tempo ed energie?", il quale stato svolto su un totale di 1000 persone dai 20 ai 69 anni, con risposte multiple.
8) Chiacchierare con i colleghi (7,4%)
7) Visitare l'ufficio dei clienti (13%)
6) Viaggi di lavoro (14%)
Questa ha riscosso notevole consenso: stringere legami è fondamentale nel mondo del lavoro, ma perché viaggiare per recarsi nell'ufficio di qualcuno quando la trattativa può essere portata avanti online?
5) Il mio Ufficio
4) Documenti cartacei (20,7%)
Dai, a nessuno piace avere pile di documenti sparse per l'ufficio.
3) Hanko (timbri personali) (27,7%)
Anche i timbri, che fungono da firma, si sono rivelati molto meno necessari di quanto si credeva, dato che non c'è stato granché, appunto, su cui apporre il timbro.
2) Bevute post-lavoro (31,1%)
Sorprendentemente, non frega molto a nessuno. O meglio, finire di lavorare tardi per poi essere moralmente costretto a partecipare ad un delirante terzo tempo, evidentemente, non è mai stato il passatempo preferito di molti lavoratori.
1) Fare il pendolare (35,4%)
C'è davvero qualcuno a cui piace perdere tempo tra una stazione e l'altra, tra una fermata del bus e la metro?
In generale, si può forse dire che la vera cosa guadagnata che ci ha concesso questo mostro infernale che è il coronavirus sia stato il tempo da trascorrere con noi stessi e coloro che amiamo, giapponesi o no che siano.
Fonte Consultata:
Sora News 24
Il lavoro è uno degli ambiti della vita che più è stato colpito dalle restrizioni, modificando la nostra quotidianità. E, secondo alcuni, non tutto quello che è stato perduto della normale routine lavorativa è oggetto di rimpianto oggi.
Ecco una lista di otto cose che ai lavoratori giapponesi non mancheranno della vita lavorativa pre-pandemia.
NB. La domanda del sondaggio è stata "durante il 2020 hai capito che qualche situazione che capitava normalmente al lavoro prima della pandemia era un inutile spreco di tempo ed energie?", il quale stato svolto su un totale di 1000 persone dai 20 ai 69 anni, con risposte multiple.
8) Chiacchierare con i colleghi (7,4%)
7) Visitare l'ufficio dei clienti (13%)
6) Viaggi di lavoro (14%)
Questa ha riscosso notevole consenso: stringere legami è fondamentale nel mondo del lavoro, ma perché viaggiare per recarsi nell'ufficio di qualcuno quando la trattativa può essere portata avanti online?
5) Il mio Ufficio
4) Documenti cartacei (20,7%)
Dai, a nessuno piace avere pile di documenti sparse per l'ufficio.
3) Hanko (timbri personali) (27,7%)
Anche i timbri, che fungono da firma, si sono rivelati molto meno necessari di quanto si credeva, dato che non c'è stato granché, appunto, su cui apporre il timbro.
2) Bevute post-lavoro (31,1%)
Sorprendentemente, non frega molto a nessuno. O meglio, finire di lavorare tardi per poi essere moralmente costretto a partecipare ad un delirante terzo tempo, evidentemente, non è mai stato il passatempo preferito di molti lavoratori.
1) Fare il pendolare (35,4%)
C'è davvero qualcuno a cui piace perdere tempo tra una stazione e l'altra, tra una fermata del bus e la metro?
In generale, si può forse dire che la vera cosa guadagnata che ci ha concesso questo mostro infernale che è il coronavirus sia stato il tempo da trascorrere con noi stessi e coloro che amiamo, giapponesi o no che siano.
Fonte Consultata:
Sora News 24
Quanto prima sarà normalizzata questa modalità lavorativa, garantendo anche le tutele di ristoro per buoni pasto e consumi elettrici, quanto più la popolazione potrà affrancarsi da interminabili file in autostrada, tediosi viaggi, inutile stress ed un grave inquinamento per smog e rifiuti.
Eh si... come dico io questo periodo ha accelerato un processo già in atto, il lavoro agile è il futuro che sta diventando presente, peccato solo venga meno la componente sociale (no, vedersi in un video non è la stessa cosa).
Questa come incitamento e- quasi- imposizione dell'aver un buon rapporto coi colleghi, oltre al senso di appartenenza all'azienda (al quale sembra debba appartenere anche il tuo tempo libero, a quanto pare...) non mi è mai piaciuta. Alla fine puzzano tanto di ore di straordinario mischiate al puzzo di alcol. Insomma, ci credo che sia almeno secondo...
Io come studentessa: divisa in due parti di cui una chiede DAD e l'altra il rientro a scuola ma dato che non ci sarà mai una via di mezzo dovrò conviverci per un bel po'
Certo su alcuni punti non si può che essere d'accordo, ma su altri...
Comunque sondaggio interessante, ma... fino ad un certo punto: direi che per chi è appassionato di cultura giapponese (manga, anime, ecc...) non ci sono grosse sorprese nei risultati!
Giusto però riportare la notizia, soprattutto per dare un'idea a chi si è avvicinato a questa cultura solo di recente.
Pensa che l'orso bruno che è in me invece odia profondamente chiacchierare con i colleghi... cioè, mi fanno solo perdere tempo appresso alle loro cazzate. L'apice lo si raggiunge poi quando ti si comincia a raccontare i cavoli della sua vita e te vorresti solo sparire....
componente sociale? anche di questa onestamente ne farei tranquillamente a meno. E concordo che anche il doversi spostare da casa al lavoro (specie quando diluvia o c'è nebbia e non vedi dove metti le ruote) è una grande rottura di maroni. Certo, il lavoro agile non è possibile da applicare per tutte le professioni ed è un peccato perchè rende di più sia al dipendente che si trova agevolato in tante cose, sia al datore di lavoro che risparmia su n costi aggiuntivi che sostiene per mantenere il personale in presenza.
Una volta ogni tanto può essere divertente, ma in Giappone sprecano il tempo in cose inutili come questa.
Il fatto di rimanere a casa non preclude la possibilità di avere una discussione con un collega.
Ci sono Skype calls, Google rooms/hangouts, Microsoft Teams, Discord, Telegram, Whatsapp e quant'altro... e quasi tutte supportano videocalls/screensharing in tempo reale.
Spesso è anche meglio, perché così non devi stare a contatto e sentire il loro odore. Nel caso peggiore, li muti e via.
In ogni caso, poco ma sicuro alcune cose non ritorneranno mai più come prima nemmeno dopo il virus. Anche i governi dovrebbero pensare seriamente al ruolo di queste piattaforme private che per milioni di persone, di colpo, sono diventate parte essenziale dell’istruzione o del lavoro senza che gli utenti avessero una scelta, che da un anno a questa parte accompagnano la gente anche per un terzo della giornata, e alle informazioni che ci circolano sopra, roba che facebook in confronto fa ridere i polli. Sembra quasi un nuovo internet dove inizialmente in superficie pare tutto rose e fiori, ma ci si dovrebbe chiedere che portata politica queste piattaforme assumeranno a lungo termine. (Mi scuso per l’OTtone XD)
Una cosa di cui non si parla molto su questi temi è: lo smart working da la possibilità a chi non può fisicamente muoversi da casa (per esempio, per disabilità) di lavorare ovunque.
Eh, ogni volta che mi tocca fare delle "cene di lavoro" mi viene in mente questo: ma perché devo star qui a dialogare amabilmente con gente a cui darei fuoco, mentre sono mesi che non riesco a organizzare una pizza con i miei amici?
Per i pendolari (non solo giapponesi) penso che lo smart-working sia stato veramente una manna dal cielo in questo periodo (naturalmente per le mansioni ove è stato possibile usarlo), mentre per la “socialità post-lavoro” devo dire che, nel mio piccolo, anch’io ne so qualcosa, dato che prima della pandemia è capitato anche a me che alcuni colleghi di lavoro si trovassero in qualche locale dopo il turno per mangiare qualcosa e chiacchierare (e un paio di volte ho dovuto partecipare anch’io, quasi sempre annoiandomi a morte………ma purtroppo sono convenzioni sociali stupide, perché “fa brutto” rifiutare inviti del genere, specie se il tuo lavoro ti impone per forza di dover essere un team coeso ).
Almeno con le restrizioni d’emergenza attuali non c’è più questa situazione (a maggior ragione per i giapponesi, dato che da loro è di fatto una regola non scritta), quindi………ben venga se questo maledetto coronavirus ha portato anche qualche piccolo vantaggio.
L'aperitivo post-lavoro quello un po' mi manca devo dire...
Dubito fortemente che le risposte siano state sincere.
Ma la cosa più bella?
Il distanziamento sociale. E chi vorrebbe tornare alle persone che ti toccano e ti sputacchiano mentre ti parlano alla distanza di 0,2 cm? Solo un povero pazzo.
Certo, sono sicuro che in Giappone questo problema già non c'era...
Parole sante, così si potrebbe pure ridurre l'inquinamento...
Poi magari nel tragitto si scorge con la coda dell'occhio un locale o un negozio mai visti, un quartiere in cui non si è mai stati...
Anche solo per sgranchirsi le gambe un attimo.
Poi (opinione personale) confrontarsi de visu con una persona piuttosto che online, anche se è solo lavoro, non è la stessa cosa.
Certo se le ore di viaggio non vengono conteggiate nello stipendio o tutte le spese di tragitto sono a carico del dipendente può essere molto pesante.
Ma quella sarebbe colpa dei datori di lavoro, non del concetto di viaggio di lavoro in sé.
Quindi effettivamente per loro non si tratta nemmeno di risparmio!
Detto questo, però, non bisogna del tutto staccarci dal contatto umano, altrimenti il rischio di vivere una vita isolata dal mondo crescerà esponenzialmente. Quindi chi ha votato per le discussioni in ufficio, si vede che non si è trovato nell’ambiente giusto per lui più che altro. Certo, le bevute post lavoro forzate sono anch’esse da abolire a mio avviso, o quanto meno renderle meno pedanti per i lavoratori secondo me è il minimo. Ovviamente nel contesto giapponese, le cose sono molto diverse che da noi in Italia, quindi se si riescono a trovare i giusti compromessi (cosa di cui dubito fortemente), potrebbero migliorare decisamente il rapporto malsano che hanno con il lavoro.
Per il resto alcune le condivido (tipo il ridurre la carta stampata, i timbri e il pendolarismo), altre meno.
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