Urasekai Picnic: Prime impressioni

Da Alice nel Paese delle Meraviglie fino a serie tv di culto come Stranger Things l’immaginario fantastico ha sempre spinto verso quella porta che conduce all’ignoto. Che si tratti di regni fantastici, dimensioni parallele o della fervida fantasia di un ragazzo in tanti vorremmo trovarci altrove, fuori dalla mediocrità della realtà. Over the Rainbow come si cantava Dorothy/J. Garland nel celebre film Il Mago di Oz.

Non sempre però questi Mondi alternativi però portano a luoghi esotici e mitiche avventure. Succede a volte che essi non siano luoghi ospitali ma bensì misteriose e post apocalittiche realtà dove a morte è ben più di una opzione E’ questa la realtà che devono affrontare le due protagoniste di Urasekai Picnic, adattamento animato della omonima novel science fiction di Iori Miyazawa, ovvero quella che pensavo fosse la novità più ghiotta di quest’ultima stagione anime. Questo perché, oltre ad affrontare temi che non posso negare di trovare affascinati, finalmente tratta personaggi più adulti. Le due protagoniste, Kamikoshi Sorawo e Nishina Toriko, sono infatti due ragazze in età universitaria che però conducono ricerche in una realtà alternativa alla nostra a cui s può accedere solo tramite portali ben definiti.

Le nostre due novelle Dorothy e Alice però, si accorgeranno ben presto che L'altro lato, come viene chiamato, è pieno di pericoli che assumono la forma di mostri terrificanti ma anche distorcono la loro percezione e conoscenza portandole in una dimensione onirica dove tutto è drammaticamente possibile e persino la loro forma fisica può mutare. Il coraggio sarà messo a dura prova quanto la loro arguzia per riuscire a sopravvivere in questo mondo di cui però non riescono più a fare a meno.

Tanti quindi possono essere i motivi di interesse in questo titolo, purtroppo però, dopo uno smarrimento iniziale foriero di tanta curiosità, la sceneggiatura non riesce a trasmettere quel senso di angoscia e ostinata prosecuzione che le due ragazze perseguono e provano. Le prime tre puntate, pur rivelando le motivazioni di ognuna delle due, non ci fa empatizzare con loro e i momenti ironici, che devono giustamente sdrammatizzare la scena, non aiutano, risultando un appesantimento alcune volte messo piuttosto a caso nel quadro generale dell’episodio.

Se a livello di character/animazioni restiamo nella media dell’attuale produzione seriale, tanto non si può dire della ost. In una serie che fa del mistero la sua forza, la musica deve essere uno dei fattori trainanti mentre in questo caso scade nell’anonimità, puntando a svolgere una funzione di mero accompagnamento. Il risultato finale quindi è di tre puntate che sono un emblema del “poteva essere ma non è stato”. Tante ottime potenzialità ridotte a momenti di noia che si alternano a rari momenti interessanti, lasciando presagire che sarà questo il canovaccio fino alla fine. Un peccato!

Essendoci nella stessa stagione un titolo iniziato mille volte meglio e sulla stessa lunghezza d’onda narrativa direi che la scelta su cosa vedere sembra piuttosto ovvia, a meno di sorprendenti colpi di scena in divenire.