Nel numero 31/2021 di Weekly Shonen Jump ha debuttato Neru: The Way of the Martial Artist, manga scritto e disegnato da Minya Hiraga.

Vi ricordiamo che potete leggere questo nuovo manga tramite l'app gratuita Manga Plus cliccando QUI. Di seguito la trama e le nostre impressioni, ovviamente SPOILER.
 
Neruma Isami è un ragazzo che frequenta le medie che vive in tutto e per tutto per la sua immensa passione: le arti marziali. Nella sua vita non ha altre distrazioni o altri interessi al di fuori di questo e non avendo nessun altro con il quale allenarsi non può far altro che annoiarsi... ma tutto cambia nel momento in cui incontra una ragazza molto più forte di lui. I suoi giorni noiosi sono ormai conclusi.
 
 
Il giudizio per quanto riguarda Neru è più complesso di quanto mi sarei immaginato, andiamo per ordine. Si tratta di un manga sulle arti marziali e ha proprio quella cifra stilistica che ben mi aspetto da un'opera simile, non particolarmente innovativo ma disegnato bene, dinamico e comunque per quanto non sia moderno non è nemmeno grezzo, ha quel qualcosa che ricorda i maestri di diversi decenni fa (nonostante l'autore presumo sia giovane ma si comprende facilmente quali siano le sue influenze) ma scorre lo stesso come un manga di ultima generazione, si nota che ci troviamo di fronte ad un mangaka che ha studiato tantissimo e sa esattamente il fatto suo, quindi vorrei essere più che positivo.

Il problema è che questo capitolo ci dice davvero pochissimo della storia. Sì, ok, è un manga sulle arti marziali ma questo lo si capisce già leggendo la trama o ancora peggio l'annuncio del manga, cosa davvero ci vuole raccontare? La ricerca del nonno e di vari allenamenti? Lo scalare la vetta del mondo delle arti marziali? Forse sì, forse no, forse un po' di tutto e sinceramente così non va bene. Stai debuttando su Jump e non basta mostrarci i personaggi (fatto in modo egregio, è da dire) e che sei bravo a disegnare e a impostare una tavola, devi farci capire di più quale sia il messaggio e dire "w le arti marziali e voglio allenarmi con qualcuno" non è abbastanza. Anzi, precisiamo: sarebbe abbastanza se fosse davvero solo questo il messaggio dell'opera ma io non lo credo, le sensazioni che ricevo sono più complesse e articolate di così, ed è questa sorta di incomunicabilità che mi dà fastidio. Hiraga-sensei, parli chiaro, la prego.

Il capitolo lo promuovo ma con riserva, forse in realtà questa mistificazione dei suoi reali intenti fa parte anche al genere di opere ai quali si riferisce, però per quanto io possa apprezzare ogni altro tipo di citazione presente nel corso del capitolo questa (nel caso fosse davvero così) non mi andrebbe bene, perché sono i lettori di adesso che decidono il tuo fato ed è meglio accontentarli perlomeno su queste cose. In conclusione voglio sottolineare con soddisfazione che cinque delle ultime sei serie annunciate su Jump siano basate su una coppia di personaggi di entrambi i generi ("addirittura" nel caso di Candy Flurry è la ragazza la protagonista indiscussa), a prescindere da ogni giudizio sulle opere di per sé sono orgoglioso dalla strada intrapresa da Jump. Il duo di protagonisti è accattivante sia come design che come carattere, se ci sarà una sceneggiatura più precisa e chiara potrebbe davvero essere un buon manga... ma buona fortuna a guadagnarti l'amore del pubblico giapponese, questa è sempre un'incognita.
 
Dopo lo sbarco di Red Hood, questa settimana c’è stato l’arrivo su Shonen Jump del primo capitolo di Neru: Way of the Martial Artist. Forse sarà solo un solo un caso, ma queste due ultime serie debuttanti si assomigliano molto fra di loro sotto certi aspetti. Il manga sulle arti marziali, infatti, con un evento “boy meets girl” che dà il via alla storia, della quale ancora non si è detto nulla, che seguirà man mano che si andrà avanti con i capitoli, ma sono anche presenti evidenti parallelismi con le due coppie di protagonisti. La differenza più marcata consiste invece nel setting, su cui mi soffermerò maggiormente.

Questo manga è di stampo old school, sia per quanto riguarda le tematiche che per lo stile di disegno. Pare voglia diventare una di quelle classiche storie sulle arti marziali fatta di duri allenamenti, combattimenti all’ultimo respiro e azione non-stop, la quale si rifà agli ormai storici film di Bruce Lee & co. Contrariamente al fallito esperimento nostalgia portato avanti da Build King, Neru sembra invece aver trovato la dose giusta di “vibrazioni anni ‘90” per non sfigurare troppo nel 2021. Le atmosfere hanno il loro fascino, così come i riferimenti alla cultura popolare giapponese, l’ambientazione a metà fra l’antico e il moderno e lo scontro fra il protagonista Neru e la misteriosa Akebi, giunta da lui per testare la sua determinazione.

Oltre a quanto detto sopra, questo primo capitolo di Neru ha molto da offrire. Come già detto, di trama se n’è vista poca e quindi scopriremo che direzione prenderà la serie solo durante le prossime domeniche. Altra somiglianza con Red Hood è il fatto che pure qui ci ritroviamo un protagonista maschile piuttosto anonimo e ricoperto da cliché, affiancato però da una controparte femminile dall’aura misteriosa e per questo motivo più appariscente. È stato un capitolo che mi ha lasciato tutto sommato indifferente, forse perché gli è mancata quella marcia in più per lasciare il segno sin da subito o comunque qualcosa che lo rendesse memorabile. La sua permanenza su Shonen Jump dipende tutta dal modo in cui Neru: Way of the Martial Artist riuscirà a trovare una sua precisa identità e un buon spirito di intraprendenza.