Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
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Sing "Yesterday" for Me
8.0/10
Recensione di Shiho Miyano
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«Sing "Yesterday" for Me», è una serie della primavera 2020 che consta di dodici episodi di durata canonica, più sei brevi micro-episodi di un paio di minuti ciascuno. Si tratta della trasposizione animata dell’omonimo manga di undici volumi scritto e disegnato da Kei Toume.
L’opera si muove fra due generi: quello dello slice of life e quello della storia sentimentale. Visivamente è una gioia, il ritmo è ben gestito e gli episodi scorrono piacevolmente senza essere né troppo lenti né troppo veloci. Volendo essere più precisi, ci sono due eccezioni: il nono che è lento e il dodicesimo, quello finale, che affretta decisamente la risoluzione del quadrilatero amoroso.
Il protagonista è Rikuo Uozumi, un ragazzo gentile, ma privo di risolutezza: si è laureato, ma non si decide a lasciare il lavoro part time al konbini e cercare un’occupazione “adulta”. Si tormenta: per questo e per non aver confessato all’amica dei tempi dell’università di essere innamorato di lei. Quest’amica è Shinako Morinome, che è invece passata a un lavoro “serio”, ha iniziato a insegnare in un liceo, ma anche lei come Rikuo è in qualche modo sospesa: è legata al ricordo del suo primo amore, un ragazzo cagionevole, di cui era amica dall’infanzia, sempre malato e morto giovanissimo. Nelle giornate di Rikuo si affaccia il terzo personaggio della serie, Haru Nonaka, una ragazza un poco più giovane, che ha lasciato la scuola senza terminare il liceo, lavora come cameriera in un caffè, e va in giro accompagnata da un insolito animale domestico, il corvo Kansuke. Lei è interessata a Rikuo e inizierà a tallonarlo allo scopo di “conquistarlo”.
Il quarto lato di questo poligono sbilenco e problematico è il liceale, Rō Hayakawa, amico d’infanzia di Shinako e fratello minore del primo amore di lei, lui è invaghito di Shinako e vuole far di tutto perché lei smetta di vederlo come un bambino.
Nessuno dei quattro è maturo e, se già gli atteggiamenti di Haru e Rō sarebbero più adatti a ragazzini più giovani, il difetto è ulteriormente esacerbato in Rikuo e Shinako, che risultano personaggi inetti, nel senso sveviano del termine, e sentimentalmente ineducati: non sanno né interpretare né gestire le proprie emozioni (i due più giovani, almeno, sono consci dei propri desideri).
Non è il caso di raccontare qui come verrà risolta la situazione, ma questo elemento non ha grande peso rispetto all’apprezzare o meno questa serie. O vi sarà piaciuto il modo di narrare questa storia oppure prima della fine ve ne sarete stufati. Questo modo di narrare - secondo me - è particolare perché privo di intento “educativo”, di sprone, di ispirazione: è inusuale che due dei protagonisti siano immobilizzati nelle loro indecisioni e gli altri due si impegnino sì, tantissimo, ma per cercare di instaurare relazioni chiaramente troppo asimmetriche per essere sane, soprattutto nel caso di Rō.
L’interesse di Rikuo per la fotografia e quello di Rō per il disegno sono ottimi spunti per ingentilire le parti slice of life, che risultano quelle più interessanti e godibili della storia, gli esterni sono mozzafiato con sfondi studiatissimi, realizzati dallo Studio Easter, che sono curati nei colori e nelle luci, e rendono tangibili i mutamenti dovuti al succedersi delle stagioni.
Jun'ichirō Taniguchi ha realizzato un character design decisamente accattivante, le animazioni, pregevolissime, sono dello studio Doga Kobo, e hanno una morbidezza quasi ipnotica. Yoshiyuki Fujiwara (assistente alla regia in «Tada-kun wa Koi wo Shinai» del 2018) si è occupato di regia, sceneggiatura (qui in collaborazione con Jin Tanaka) e composizione della serie, e credo che abbia fatto veramente un buon lavoro, l’impressione è che i punti deboli fossero già presenti nell’opera originale e non siano dovuti a incertezze nella trasposizione.
Il comparto musicale è gradevole, soprattutto per quanto riguarda le due ending: “Kago no Naka ni Tori” (Yourness) e “Aoibashi” (Sayuri).
Lo sviluppo dei personaggi è il maggior punto debole della storia, eppure due personaggi interessanti si affacciano, Koichi Minato e Chika Huzuhara; a ciascuno dei due è dedicato un episodio, e sono i due che ho più apprezzato (anche i coniugi Fukuda, che hanno brevi parti, sono piacevolissimi).
Il comparto tecnico meriterebbe un dieci, ma il voto complessivo non supera un otto, proprio a causa di come sono rappresentati i personaggi: non perché siano problematici o perché non possano essere di buon esempio per nessuno, ma perché l’autrice del racconto non sembra essere conscia dei loro difetti, non vi percepisce lo sguardo critico dell’autore (l'inetto Zeno è invece presentato così dal suo autore). Ascolto con piacere storie su persone tutt'altro che perfette, ma ne rimango soddisfatta solo se ho l’impressione che l’autore lo faccia scientemente e, quasi, strizzi l’occhio al lettore per dire: “Guarda un po’, non ti sembra che così siano più interessanti?”
L’opera si muove fra due generi: quello dello slice of life e quello della storia sentimentale. Visivamente è una gioia, il ritmo è ben gestito e gli episodi scorrono piacevolmente senza essere né troppo lenti né troppo veloci. Volendo essere più precisi, ci sono due eccezioni: il nono che è lento e il dodicesimo, quello finale, che affretta decisamente la risoluzione del quadrilatero amoroso.
Il protagonista è Rikuo Uozumi, un ragazzo gentile, ma privo di risolutezza: si è laureato, ma non si decide a lasciare il lavoro part time al konbini e cercare un’occupazione “adulta”. Si tormenta: per questo e per non aver confessato all’amica dei tempi dell’università di essere innamorato di lei. Quest’amica è Shinako Morinome, che è invece passata a un lavoro “serio”, ha iniziato a insegnare in un liceo, ma anche lei come Rikuo è in qualche modo sospesa: è legata al ricordo del suo primo amore, un ragazzo cagionevole, di cui era amica dall’infanzia, sempre malato e morto giovanissimo. Nelle giornate di Rikuo si affaccia il terzo personaggio della serie, Haru Nonaka, una ragazza un poco più giovane, che ha lasciato la scuola senza terminare il liceo, lavora come cameriera in un caffè, e va in giro accompagnata da un insolito animale domestico, il corvo Kansuke. Lei è interessata a Rikuo e inizierà a tallonarlo allo scopo di “conquistarlo”.
Il quarto lato di questo poligono sbilenco e problematico è il liceale, Rō Hayakawa, amico d’infanzia di Shinako e fratello minore del primo amore di lei, lui è invaghito di Shinako e vuole far di tutto perché lei smetta di vederlo come un bambino.
Nessuno dei quattro è maturo e, se già gli atteggiamenti di Haru e Rō sarebbero più adatti a ragazzini più giovani, il difetto è ulteriormente esacerbato in Rikuo e Shinako, che risultano personaggi inetti, nel senso sveviano del termine, e sentimentalmente ineducati: non sanno né interpretare né gestire le proprie emozioni (i due più giovani, almeno, sono consci dei propri desideri).
Non è il caso di raccontare qui come verrà risolta la situazione, ma questo elemento non ha grande peso rispetto all’apprezzare o meno questa serie. O vi sarà piaciuto il modo di narrare questa storia oppure prima della fine ve ne sarete stufati. Questo modo di narrare - secondo me - è particolare perché privo di intento “educativo”, di sprone, di ispirazione: è inusuale che due dei protagonisti siano immobilizzati nelle loro indecisioni e gli altri due si impegnino sì, tantissimo, ma per cercare di instaurare relazioni chiaramente troppo asimmetriche per essere sane, soprattutto nel caso di Rō.
L’interesse di Rikuo per la fotografia e quello di Rō per il disegno sono ottimi spunti per ingentilire le parti slice of life, che risultano quelle più interessanti e godibili della storia, gli esterni sono mozzafiato con sfondi studiatissimi, realizzati dallo Studio Easter, che sono curati nei colori e nelle luci, e rendono tangibili i mutamenti dovuti al succedersi delle stagioni.
Jun'ichirō Taniguchi ha realizzato un character design decisamente accattivante, le animazioni, pregevolissime, sono dello studio Doga Kobo, e hanno una morbidezza quasi ipnotica. Yoshiyuki Fujiwara (assistente alla regia in «Tada-kun wa Koi wo Shinai» del 2018) si è occupato di regia, sceneggiatura (qui in collaborazione con Jin Tanaka) e composizione della serie, e credo che abbia fatto veramente un buon lavoro, l’impressione è che i punti deboli fossero già presenti nell’opera originale e non siano dovuti a incertezze nella trasposizione.
Il comparto musicale è gradevole, soprattutto per quanto riguarda le due ending: “Kago no Naka ni Tori” (Yourness) e “Aoibashi” (Sayuri).
Lo sviluppo dei personaggi è il maggior punto debole della storia, eppure due personaggi interessanti si affacciano, Koichi Minato e Chika Huzuhara; a ciascuno dei due è dedicato un episodio, e sono i due che ho più apprezzato (anche i coniugi Fukuda, che hanno brevi parti, sono piacevolissimi).
Il comparto tecnico meriterebbe un dieci, ma il voto complessivo non supera un otto, proprio a causa di come sono rappresentati i personaggi: non perché siano problematici o perché non possano essere di buon esempio per nessuno, ma perché l’autrice del racconto non sembra essere conscia dei loro difetti, non vi percepisce lo sguardo critico dell’autore (l'inetto Zeno è invece presentato così dal suo autore). Ascolto con piacere storie su persone tutt'altro che perfette, ma ne rimango soddisfatta solo se ho l’impressione che l’autore lo faccia scientemente e, quasi, strizzi l’occhio al lettore per dire: “Guarda un po’, non ti sembra che così siano più interessanti?”
Cousin
8.5/10
"Addio... alla me stessa che non è cambiata"
"Cousin" è uno josei di tre volumi edito in Italia dalla Flashbook. L' autrice Ryō Ikuemi con questa opera invita i lettori a entrare nel mondo di Tsubomi, detta anche Bonchan. In questo slice of life conosciamo una ragazza che ha sempre vissuto la vita mantenendosi a galla senza nuotare. L'aspetto fisico goffo e una attitudine tranchant verso le relazioni, la porteranno alla cerimonia del diploma senza particolari ragioni per celebrare quel momento come un traguardo.
Il lavoro part-time in un videonoleggio appare la soluzione ideale per mantenere il suo status di "freeter", chi terminati gli studi preferisce mantenere la libertà attraverso lavoretti piuttosto che rincorrere il posto fisso. Questo lavoretto, invece, rappresenterà per Tsubomi il trampolino di lancio per conoscere la vita al di fuori dei banchi di scuola e staccare il cordone dalle sue credenze. Tsubomi entrerà in contatto ravvicinato con l'altro sesso e metterà in discussione la sua capacità di nuotare nelle acque dell'età adulta. Sullo sfondo di questo lavoro di progressiva rigenerazione ricorre la figura della nota attrice Noni Shirakawa, cugina della protagonista. Proprio come un binario parallelo, la cugina prende una traiettoria opposta a quella di Bonchan - una direzione che le permette di essere riconosciuta dalla società e ammirata da chi la circonda. In fasi alterne, questa figura avrà un ruolo nella costruzione dell'identità adulta di Tsubomi.
"Cousin" è una storia come tante, in un luogo come tanti, popolato da persone comuni. La sua potenza narrativa sta nella versatilità con cui potrebbe proiettarsi nella periferia di una cittadina italiana piuttosto che nella prefettura di Kanagawa. L'atmosfera leggera e i dialoghi pacati mantengono la sceneggiatura fluida, ma quando si scende nell'introspezione della protagonista il rumore è assordante. Tsubomi è un essere umano, comprende cosa le manca, e impara a scoprire poco per volta gli ingredienti per vestire i panni di ciò che vuole essere nel momento giusto. E questi sentimenti li condivide generosamente con il lettore, che soffre insieme a lei e proprio con lei si chiede se viene prima il "momento giusto" o la "creazione dell'identità vincente".
Credo che "Cousin" sia un conforto per l'anima. L'autrice racconta in chiave non convenzionale il passaggio delicato di una donna dal liceo al mondo adulto. Decide di farlo nel modo più ruvido: obbligando la protagonista a confrontarsi con una parente che "nella vita è riuscita ad arrivare" mantenendo degli standard elevati. Alzi la mano chi non ha mai affidato agli oracoli i propri desideri e chi non ha mai invidiato i successi di qualcun altro. E adesso, dopo che lo avete realizzato e siete stati sinceri con voi stessi, siete pronti ad apprezzare "Cousin".
"Mi sono finite le mestruazioni, da oggi inizio la dieta".
"Cousin" è uno josei di tre volumi edito in Italia dalla Flashbook. L' autrice Ryō Ikuemi con questa opera invita i lettori a entrare nel mondo di Tsubomi, detta anche Bonchan. In questo slice of life conosciamo una ragazza che ha sempre vissuto la vita mantenendosi a galla senza nuotare. L'aspetto fisico goffo e una attitudine tranchant verso le relazioni, la porteranno alla cerimonia del diploma senza particolari ragioni per celebrare quel momento come un traguardo.
Il lavoro part-time in un videonoleggio appare la soluzione ideale per mantenere il suo status di "freeter", chi terminati gli studi preferisce mantenere la libertà attraverso lavoretti piuttosto che rincorrere il posto fisso. Questo lavoretto, invece, rappresenterà per Tsubomi il trampolino di lancio per conoscere la vita al di fuori dei banchi di scuola e staccare il cordone dalle sue credenze. Tsubomi entrerà in contatto ravvicinato con l'altro sesso e metterà in discussione la sua capacità di nuotare nelle acque dell'età adulta. Sullo sfondo di questo lavoro di progressiva rigenerazione ricorre la figura della nota attrice Noni Shirakawa, cugina della protagonista. Proprio come un binario parallelo, la cugina prende una traiettoria opposta a quella di Bonchan - una direzione che le permette di essere riconosciuta dalla società e ammirata da chi la circonda. In fasi alterne, questa figura avrà un ruolo nella costruzione dell'identità adulta di Tsubomi.
"Cousin" è una storia come tante, in un luogo come tanti, popolato da persone comuni. La sua potenza narrativa sta nella versatilità con cui potrebbe proiettarsi nella periferia di una cittadina italiana piuttosto che nella prefettura di Kanagawa. L'atmosfera leggera e i dialoghi pacati mantengono la sceneggiatura fluida, ma quando si scende nell'introspezione della protagonista il rumore è assordante. Tsubomi è un essere umano, comprende cosa le manca, e impara a scoprire poco per volta gli ingredienti per vestire i panni di ciò che vuole essere nel momento giusto. E questi sentimenti li condivide generosamente con il lettore, che soffre insieme a lei e proprio con lei si chiede se viene prima il "momento giusto" o la "creazione dell'identità vincente".
Credo che "Cousin" sia un conforto per l'anima. L'autrice racconta in chiave non convenzionale il passaggio delicato di una donna dal liceo al mondo adulto. Decide di farlo nel modo più ruvido: obbligando la protagonista a confrontarsi con una parente che "nella vita è riuscita ad arrivare" mantenendo degli standard elevati. Alzi la mano chi non ha mai affidato agli oracoli i propri desideri e chi non ha mai invidiato i successi di qualcun altro. E adesso, dopo che lo avete realizzato e siete stati sinceri con voi stessi, siete pronti ad apprezzare "Cousin".
"Mi sono finite le mestruazioni, da oggi inizio la dieta".
Honnou Switch
8.0/10
Mi sono imbattuta in questa storia online quasi per caso, incoraggiata dal nome dell'autrice Kujira che ho scoperto con la lettura della sua sola opera pubblicata qui da noi, da Flashbook; si tratta di "Saku-chan & Nozomi-Kun", piccola serie in due volumi che ho già avuto modo di apprezzare moltissimo, e che consiglio di recuperare a chiunque abbia voglia di scoprire questa mangaka.
Questa serie, "Honnow" Switch è ancora inedita sul suolo italico, ma spero che qualche editore decida presto di prenderne i diritti, perché è un josei veramente bellissimo, con due protagonisti maturi che ho trovato splendidi e veri, ma anche tanto teneri e romantici.
Storia d'amore delle più classiche, è impostata talmente bene che coinvolge, travolge e trascina il lettore fin dalle prime pagine; i sentimenti, le emozioni, la tenerezza unita alla passione amorosa e carnale è vissuta da due giovani adulti, in cui un po' tutti possiamo immedesimarci, amici d'infanzia che per un caso quasi fortuito (una delusione d'amore di lei), finiscono a letto insieme.
L'incipit è dei più abusati, ma la storia non ha nulla di stucchevole, piuttosto si delinea in maniera autentica e naturale, senza forzature.
Dal sesso alla confessione d'amore, il passo è breve, soprattutto da parte del ragazzo Hijiri, innamorato attentissimo, dolce e molto passionale, che si fa voler bene praticamente subito.
Quello che per Koyori sembra partire come un errore, diventa molto presto una vera e profonda storia d'amore che da sempre aspettava di sbocciare, perché i semi erano già in essere, come rivelano i vari flashback strategici, mai ridondanti, che puntano l'attenzione sul passato dei due, sui loro partners ai tempi del liceo, i momenti in cui si sono allontanati e riavvicinati, sui sentimenti repressi e nascosti di Hijiri, da sempre innamorato della sua amica, ma convinto di non poter essere qualcosa in più, proprio in virtù dell'amicizia che li lega da sempre.
Ed è proprio Hijiri che dopo il sesso, chiede a Koyori di fare sul serio, senza fretta, rispettando i tempi di una frequentazione che gradualmente diventerà sempre più intima, non solo sul piano fisico, anche sul fronte sentimentale ed emotivo; Hijiri e Koyori hanno una grande intesa sessuale, si cercano e si desiderano, le scene d'amore e passione sono frequenti, qualche volta esplicite, ma mai eccessive o volgari, a volte sono semplici dettagli a suggerire la situazione. Non le ho trovate mai superflue, cosa che a volte mi capita in storie del genere, qui sono sempre ben dosate e sottolineano i sentimenti intensi dei due amanti innamorati.
Il racconto rappresenta benissimo quello che dovrebbe essere una storia d'amore, come va vissuta, la cura e l'attenzione che la persona innamorata ha per l'altro, la fiducia che abbiamo e riceviamo, il saper cogliere tutte quelle sfumature, quei dettagli, quelle espressioni che gli altri non vedono, e che solo la persona che ama, sa davvero vedere.
L'autrice ci mostra il vissuto quotidiano dei protagonisti, il lavoro e le problematiche legate ad esso che condiziona la vita, lo stare insieme, gli orari difficili, le interferenze di persone esterne, gli/le ex che non rinunciano. La storia non ci fa mancare neppure quelle classiche situazioni da innamorati, il viaggio, le terme, la festa con i fuochi d'artificio, momenti in cui si stemperano piccole tensioni, in cui ancora ci si scopre e si impara a conoscere l'altro sempre meglio.
Tutto questo è rappresentato da uno stile di disegno che ho trovato delizioso, realistico, poetico; il tratto è leggero, essenziale e senza fronzoli, molto espressivo.
L'opera in Giappone è ancora in corso, ma non credo che manchi molto alla conclusione, visto l'arco narrativo introdotto negli ultimi capitoli che ho avuto modo di leggere.
Una lettura che riscalda il cuore, forse uno dei josei migliori che recentemente mi sia capitato di leggere. Quanto mi piacerebbe vederla pubblicata in italiano, questa autrice merita attenzione, spero che qualcuno ci pensi.
Voto 8
Questa serie, "Honnow" Switch è ancora inedita sul suolo italico, ma spero che qualche editore decida presto di prenderne i diritti, perché è un josei veramente bellissimo, con due protagonisti maturi che ho trovato splendidi e veri, ma anche tanto teneri e romantici.
Storia d'amore delle più classiche, è impostata talmente bene che coinvolge, travolge e trascina il lettore fin dalle prime pagine; i sentimenti, le emozioni, la tenerezza unita alla passione amorosa e carnale è vissuta da due giovani adulti, in cui un po' tutti possiamo immedesimarci, amici d'infanzia che per un caso quasi fortuito (una delusione d'amore di lei), finiscono a letto insieme.
L'incipit è dei più abusati, ma la storia non ha nulla di stucchevole, piuttosto si delinea in maniera autentica e naturale, senza forzature.
Dal sesso alla confessione d'amore, il passo è breve, soprattutto da parte del ragazzo Hijiri, innamorato attentissimo, dolce e molto passionale, che si fa voler bene praticamente subito.
Quello che per Koyori sembra partire come un errore, diventa molto presto una vera e profonda storia d'amore che da sempre aspettava di sbocciare, perché i semi erano già in essere, come rivelano i vari flashback strategici, mai ridondanti, che puntano l'attenzione sul passato dei due, sui loro partners ai tempi del liceo, i momenti in cui si sono allontanati e riavvicinati, sui sentimenti repressi e nascosti di Hijiri, da sempre innamorato della sua amica, ma convinto di non poter essere qualcosa in più, proprio in virtù dell'amicizia che li lega da sempre.
Ed è proprio Hijiri che dopo il sesso, chiede a Koyori di fare sul serio, senza fretta, rispettando i tempi di una frequentazione che gradualmente diventerà sempre più intima, non solo sul piano fisico, anche sul fronte sentimentale ed emotivo; Hijiri e Koyori hanno una grande intesa sessuale, si cercano e si desiderano, le scene d'amore e passione sono frequenti, qualche volta esplicite, ma mai eccessive o volgari, a volte sono semplici dettagli a suggerire la situazione. Non le ho trovate mai superflue, cosa che a volte mi capita in storie del genere, qui sono sempre ben dosate e sottolineano i sentimenti intensi dei due amanti innamorati.
Il racconto rappresenta benissimo quello che dovrebbe essere una storia d'amore, come va vissuta, la cura e l'attenzione che la persona innamorata ha per l'altro, la fiducia che abbiamo e riceviamo, il saper cogliere tutte quelle sfumature, quei dettagli, quelle espressioni che gli altri non vedono, e che solo la persona che ama, sa davvero vedere.
L'autrice ci mostra il vissuto quotidiano dei protagonisti, il lavoro e le problematiche legate ad esso che condiziona la vita, lo stare insieme, gli orari difficili, le interferenze di persone esterne, gli/le ex che non rinunciano. La storia non ci fa mancare neppure quelle classiche situazioni da innamorati, il viaggio, le terme, la festa con i fuochi d'artificio, momenti in cui si stemperano piccole tensioni, in cui ancora ci si scopre e si impara a conoscere l'altro sempre meglio.
Tutto questo è rappresentato da uno stile di disegno che ho trovato delizioso, realistico, poetico; il tratto è leggero, essenziale e senza fronzoli, molto espressivo.
L'opera in Giappone è ancora in corso, ma non credo che manchi molto alla conclusione, visto l'arco narrativo introdotto negli ultimi capitoli che ho avuto modo di leggere.
Una lettura che riscalda il cuore, forse uno dei josei migliori che recentemente mi sia capitato di leggere. Quanto mi piacerebbe vederla pubblicata in italiano, questa autrice merita attenzione, spero che qualcuno ci pensi.
Voto 8
Cousin sembra interessante.
Grazie mille
Voto meritatissimo per un bellissimo anime.......sopratutto per il sorriso di Haru!
P.s. Anche se di genere diverso consiglio anche l'anime "Sola".
Un saluto
Facevi prima a dire che non è il tuo genere: "Se non è un piacere, che piacere è!"
Sull'anime di Sing "Yesterday" for Me, sono molto indecisa, come sono indecisa sul manga, di cui continuo a rimandare l'acquisto... vedere l'anime magari potrebbe aiutarmi.
Su "Honnow Switch" ero così entusiasta che l'ho recensito...
Finiscono in lista...
Umh. Ti dirò il mio genere è una storia d'amore con almeno un personaggio "maturo" e in questo come dici non sarebbe il mio genere, ma...
amare realmente una persona, provare dei veri sentimenti non è un qualcosa di semplice, è prova della maturità di un individuo, e se ami davvero puoi avere 15 anni o 30, leggere la tua storia o vederla sarà sempre un piacere, sia che finisca bene che finisca male.
Grazie mille! <3
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