Il boom di vendite del manga ormai non è più argomento di settore, sta diventando un fenomeno anche sociale che arriva a scuotere le "teste pensanti" che contraddistinguono da anni tutto ciò che viene definito "culturale" in Italia. Persone che però, il più delle volte del medium fumetto non ne sanno molto, e del manga evidentemente ancora meno. Quindi, fa rumore che a parlarne sulla prestigiosa testata del Corriere della Sera sia addirittura un politico, Walter Veltroni, sindaco di Roma dal 2001 al 2008, vicepresidente del consiglio dei ministri dal 1996 al 1998 e segretario del PD (Partito Democratico) dal 2007 al 2009, oltre che regista e scrittore.
Veltroni, si sa, da sempre segue le vicende legate a tutto ciò che rappresenta la cultura nel nostro Paese, ed ecco che quindi questo articolo di ieri, "Perché i manga hanno conquistato i nostri ragazzi?" con il sottopancia "Tra fumetti e fiction è boom nelle librerie, il passaggio dai valori dell’America a quelli dell’Asia. L’exploit della boy band Bts e il successo mondiale su Netflix di «Squid Game»" non solo incuriosisce, ma sancisce anche il definitivo sdoganamento dell'argomento da parte di una certa "intellighenzia" che lo aveva fino a poche ore fa ignorato.
Veltroni parte dal fatto che i fumetti giapponesi hanno invaso le libreria di varia, riuscendo a farle frequentare anche ai ragazzi di fascia di età davvero molto giovane.
 


"È un male, o è un bene?", si chiede Veltroni, "Queste pubblicazioni hanno ovviamente una doppia caratteristica: si leggono, per noi occidentali, al contrario, e i fumetti richiedono che si vada da destra a sinistra. Le storie sono sempre intrise di una violenza parossistica e perciò irreale ma c’è chi scorge, nella struttura narrativa, una critica ai modelli formativi giapponesi fondati esclusivamente sull’agonismo sociale e, in generale, una sollecitazione alla dimensione comunitaria come risposta alla società violenta che viene evocata e sublimata"

Violenza? Purtroppo fa davvero stranire che nel 2021 si debba ancora leggere che "anime e manga giapponesi trattino di violenza", sembra quasi di tornare ai tempi di Goldrake e Mazinga. La seconda parte del discorso è fondamentalmente vera, segno che c'è stato anche un tentativo di informarsi, ma davvero basta poco per accorgersi che il manga tratta gli aspetti più disparati.

Segue poi una disquisizione (penso per supportare quanto detto prima) su ciò che si può leggere nel manga di Dead Tube, titolo del 2014 dove la violenza la fa da padrona, anche come critica alla società giapponese, creando un tipo di filone narrativo che ha poi finito per decretare, secondo lui, il successo di Squid Game.
Perchè ormai i giovani non guardano più agli Usa come cultura, ma si orientano sempre più sull'Oriente, e fa l'esempio del successo della musica coreana.

Si prosegue poi con la seguente affermazione: "È in fondo positivo che dei ragazzi varchino, spesso per la prima volta, la soglia di ingresso di una libreria. Cominceranno dai manga e forse — ma i librai dicono che già è così — scopriranno per questa via altre storie, altri testi, altri paesaggi". Una speranza, quella veltroniana, che i ragazzi passino presto ad altro? Come se non si potesse leggere manga e narrativa/saggistica allo stesso tempo?
 
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Fortunatamente possiamo notare che non siamo più alla demonizzazione, infatti poi aggiunge:

"Non dobbiamo aver paura del Vento d’Oriente. Né pensare a improbabili censure. D’altra parte la globalizzazione ha allargato i confini del conoscibile e ha fatto entrare altre culture a contatto con la nostra... Non ho un giudizio definitivo sul fenomeno culturale in corso. Forse mi inquieta, ma non mi indigna. Non sempre il passato che abbiamo conosciuto è migliore del presente."

Quindi niente demonizzazione ma sempre tanti preconcetti, come se il Vento d'Oriente fosse intriso di violenza e sesso a prescindere, e non anche di belle storie, spaccati di vita, valori universali. Queste ultime parole mi fanno pensare che forse anche il buon Walter dovrebbe tornare in libreria, trovare un bel manga e cominciare a cambiare idea. Metti che infatti il fenomeno valga anche alla rovescia, come già sta succedendo (visto che con gli editori ci parlo pure io), e chi varca la soglia cercando un saggio o un libro di narrativa magari esce con un bel fumetto in mano e scopre un mondo intero di cui ignorava l'esistenza!