Nel numero 52/21 di Weekly Shonen Jump ha debuttato Doron Dororon, nuovo manga di Gen Osuka.
Vi ricordiamo che potete leggere questo nuovo manga tramite l'app gratuita Manga Plus cliccando QUI. Di seguito la trama e le nostre impressioni, ovviamente SPOILER.
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L'umanità è minacciata da mostri misteriosi chiamati mononoke. Dora Sasaki è imbattibile nella lotta e cercando di mantenere una promessa fatta alla sua defunta madre vuole diventare un samurai dell'Armata Izanagi, un'unità speciale che combatte i mononoke. Tutta la sua vita prende una piega ancora più strana quando incontra Kusanagi, un mononoke diverso dagli altri.
Il trittico di annunci si conclude e sinceramente sono soddisfatto. Doron Dororon è un manga non particolarmente innovativo ma come ho detto tante altre volte in queste occasioni non è una qualità che cerco in qualsiasi opera nuova, se c'è tanto meglio. Come concept posso dire che l'ho trovato interessante, la promessa al parente che sta morendo, i combattenti pubblici che affrontano i mostri che prendono un nome del fantasy giapponese a caso, ma sì tutto già visto e tutto che comuqnue funziona. Certo, magari fare pure che il suo "compagno" sia uno che proverbialmente è un nemico lo avrei evitato, alternative più intriganti e meno scopiazzate un po' dovunque ce n'erano davvero tante.
La ragazza mi piace ma si è vista poco e nulla, il protagonista è un ottimo protagonista da Jump e anche a livello di chara lo preferisco rispetto al one-shot, per il resto c'è davvero poco da dire è proprio un battle shonen di jump 101, bisogna solo sperare che possano arrivare tante evoluzioni e qualche sorpresa, perché per adesso non se ne vedono in vista. Lo leggerò con grande attenzione e generalmente l'ho apprezzato, del resto questo tipo di opere comunque sia mi piacciono, spero possa essere la grande sorpresa del 2022.
La ragazza mi piace ma si è vista poco e nulla, il protagonista è un ottimo protagonista da Jump e anche a livello di chara lo preferisco rispetto al one-shot, per il resto c'è davvero poco da dire è proprio un battle shonen di jump 101, bisogna solo sperare che possano arrivare tante evoluzioni e qualche sorpresa, perché per adesso non se ne vedono in vista. Lo leggerò con grande attenzione e generalmente l'ho apprezzato, del resto questo tipo di opere comunque sia mi piacciono, spero possa essere la grande sorpresa del 2022.
Penso che oramai i titoli cacofonici siano diventati un vizio. Prima Dandadan, poi PPPPPP, ora questo. Ma se Dandadan sta dimostrano come non bisogna giudicare il libro dalla copertina, escludendo il già abbastanza discusso PPPPPP, Doron Dororon non ha nulla di nuovo se non il fatto di essere nuovo all’interno della rivista Jump.
Uno studente punta a diventare un guerriero per sconfiggere le creature malvagie e rendere fiero il proprio parente venuto a mancare. Quante serie ho appena descritto con questa frase? Ebbene, questa è la premessa di questo manga. L’unica cosa “originale” è che i mostri sono chiamati mononoke invece delle maledizioni di Jujutsu Kaisen (anche se anche qui viene menzionata l’energia soprannaturale) o semplicemente demoni come in Demon Slayer. Scherzi a parte, è tutto palesemente visto e rivisto, e neanche lo stile di disegno riesce a metterci una pezza sopra. Se vogliamo aggiungere un’altra similitudine con altre opere, la presenza del mononoke buono è uno tra i tanti.
Lo stesso character design sembra identico a tantissimi altri shonen (il protagonista ha il medesimo taglio di capelli di Yuji, visibile tranquillamente già dalla prima tavola) e il loro carattere è monotono e noioso. È come se l’autore cercasse di infilarsi nella lunghissima lista di titoloni Jump di successo come i due poco prima menzionati (o anche tantissimi altri non presenti in questa rivista), ma si vede chiaramente che manca qualcosa. Buone le scene di combattimento, ma rimane tutto lì.
Il problema che si sta riscontrando in questo periodo con i nuovi titolo è la mancanza di originalità. Abbiamo avuto altri casi di “shonen con scontri tra umani e demoni” ma avevano quelle caratteristiche o magari quello stile di disegno bizzarro che ti spingeva in un modo o in un altro ad andare avanti (un esempio è stato Phantom Seer, personalmente parlando ovviamente). Mi rendo conto che siamo ancora agli inizi, ma sono molto titubante sulla prosecuzione della storia. Insomma, dopo un primo capitolo del genere, che cos’altro dovrebbe succedere?
Uno studente punta a diventare un guerriero per sconfiggere le creature malvagie e rendere fiero il proprio parente venuto a mancare. Quante serie ho appena descritto con questa frase? Ebbene, questa è la premessa di questo manga. L’unica cosa “originale” è che i mostri sono chiamati mononoke invece delle maledizioni di Jujutsu Kaisen (anche se anche qui viene menzionata l’energia soprannaturale) o semplicemente demoni come in Demon Slayer. Scherzi a parte, è tutto palesemente visto e rivisto, e neanche lo stile di disegno riesce a metterci una pezza sopra. Se vogliamo aggiungere un’altra similitudine con altre opere, la presenza del mononoke buono è uno tra i tanti.
Lo stesso character design sembra identico a tantissimi altri shonen (il protagonista ha il medesimo taglio di capelli di Yuji, visibile tranquillamente già dalla prima tavola) e il loro carattere è monotono e noioso. È come se l’autore cercasse di infilarsi nella lunghissima lista di titoloni Jump di successo come i due poco prima menzionati (o anche tantissimi altri non presenti in questa rivista), ma si vede chiaramente che manca qualcosa. Buone le scene di combattimento, ma rimane tutto lì.
Il problema che si sta riscontrando in questo periodo con i nuovi titolo è la mancanza di originalità. Abbiamo avuto altri casi di “shonen con scontri tra umani e demoni” ma avevano quelle caratteristiche o magari quello stile di disegno bizzarro che ti spingeva in un modo o in un altro ad andare avanti (un esempio è stato Phantom Seer, personalmente parlando ovviamente). Mi rendo conto che siamo ancora agli inizi, ma sono molto titubante sulla prosecuzione della storia. Insomma, dopo un primo capitolo del genere, che cos’altro dovrebbe succedere?
【新連載第3弾🎊】
— 少年ジャンプ編集部 (@jump_henshubu) November 28, 2021
週刊少年ジャンプ52号より連載開始❗️
『ドロンドロロン』公式PV‼
人を襲う怪異「モノノケ」ーー。
ケンカ無敵の佐々木ドラは
モノノケ討伐組織の隊士「侍」を目指す❗️
力と勇気が刃となる。
退妖ファンタジー開幕‼️ pic.twitter.com/ZxWAVlSQZ1
Doron Dororon cerca sin dal primo capitolo di entrare nei canoni del genere battle shonen. La voglia dell’autore di rispettare il genere prediletto di Jump si mostra attraverso una sequenza di cliché, che ci permettono facilmente di pensare ad altre opere della rivista stessa. Troviamo mostri cattivi comparsi dal nulla, eroi che li uccidono con spade e poteri sovrannaturali, un protagonista che non possiede inizialmente alcun potere ma che sogna di salvare vite sin da piccolo e, ovviamente, il suo desiderio è amplificato dal trauma della morte della madre. Volendo fare una similitudine scolastica, il lavoro dell’autore ricorda quello di un ragazzo che per fare bella figura con la professoressa (la signorina Jump) nella scrittura del compito in classe mette tutti gli elementi degli autori studiati dal libro. Il risultato quindi non è sbagliato ma non brilla di originalità nella forma, però potrebbe farlo nel contenuto.
Bisogna quindi ammettere che un solo capitolo non permette ad un autore di esprimersi al meglio dentro questo genere, dove sono state provate ed utilizzate ogni sorta di trama e risvolti narrativi. Dopo aver superato il primo impatto con i cliché, che possono più o meno dar fastidio al lettore, si riesce però ad avere una piacevole lettura. Le tavole sono ben gestite e la narrazione è fluida, l’autore è riuscito, infatti, a raccontare il passato del protagonista Doron in maniera naturale. Sinceramente trovo il character design abbastanza accattivante, anche se si notano dei riferimenti ad altri autori.
Il sorriso del protagonista mi ha conquistato, lo ammetto, e trovo il suo carattere bivalente estremamente interessante. Infatti Doron si presenta come un ragazzo che non ha mai adorato studiare, preferendo le scazzottate con i compagni, ma dietro a questa aria da duro si nasconde un animo gentile che lo ha portato a desiderare sin da giovane di diventare un Samurai, questo è il nome che si sono dati gli eroi dell’organizzazione che combatte i mostri Mononoke. Il ragazzo ha una grande forza fisica, ma ciò non è sufficiente per entrare nell’organizzazione, infatti si scopre privo di “energia sovrannaturale”, fondamentale per sconfiggere i mostri. La rabbia che ha il ragazzo per la perdita della madre è, ovviamente, interessante dal punto di vista narrativo, ma gli viene data poco spazio dato che, in poche pagine, fa subito amicizia con un buffo Mononoke di nome Kusanagi, che gli fa quasi passare la rabbia per quei mostri assassini.
I due si trovano a creare un team piuttosto simpatico, entrambi hanno un cuore d’oro e Kusanagi potrà essere il partner perfetto per Doron, non solo perché gli presta il suo potere sovrannaturale ma soprattutto perché hanno stranamente lo stesso carattere. Cercando di tirare le somme, possiamo dire che questo duo potrà sicuramente portarci gag divertenti (come i loro reciprochi ringraziamenti incessanti, per fare a gara di “chi ha il cuore più grosso”) e combattimenti degni di un vero samurai. L’autore ha mostrato che vuole dare profondità al suo protagonista e quindi sono alte le speranze, per i prossimi capitoli, di vedere una caratterizzazione ancora più approfondita. Il primo combattimento ha mostrato molto poco, ma questo stile di disegno permetterà sicuramente la rappresentazione di buone battaglie in futuro. La comparsa, a fine capitolo, di una figura femminile appartenente all’organizzazione fa capire che la vita del protagonista presto sarà stravolta. Insomma, tante speranza per un’opera che si è mostrata acerba nel suo primo capitolo ma che può, grazie al suo stile perfettamente battle shonen, portarci numerosi colpi di scena con i prossimi numeri della rivista.
Bisogna quindi ammettere che un solo capitolo non permette ad un autore di esprimersi al meglio dentro questo genere, dove sono state provate ed utilizzate ogni sorta di trama e risvolti narrativi. Dopo aver superato il primo impatto con i cliché, che possono più o meno dar fastidio al lettore, si riesce però ad avere una piacevole lettura. Le tavole sono ben gestite e la narrazione è fluida, l’autore è riuscito, infatti, a raccontare il passato del protagonista Doron in maniera naturale. Sinceramente trovo il character design abbastanza accattivante, anche se si notano dei riferimenti ad altri autori.
Il sorriso del protagonista mi ha conquistato, lo ammetto, e trovo il suo carattere bivalente estremamente interessante. Infatti Doron si presenta come un ragazzo che non ha mai adorato studiare, preferendo le scazzottate con i compagni, ma dietro a questa aria da duro si nasconde un animo gentile che lo ha portato a desiderare sin da giovane di diventare un Samurai, questo è il nome che si sono dati gli eroi dell’organizzazione che combatte i mostri Mononoke. Il ragazzo ha una grande forza fisica, ma ciò non è sufficiente per entrare nell’organizzazione, infatti si scopre privo di “energia sovrannaturale”, fondamentale per sconfiggere i mostri. La rabbia che ha il ragazzo per la perdita della madre è, ovviamente, interessante dal punto di vista narrativo, ma gli viene data poco spazio dato che, in poche pagine, fa subito amicizia con un buffo Mononoke di nome Kusanagi, che gli fa quasi passare la rabbia per quei mostri assassini.
I due si trovano a creare un team piuttosto simpatico, entrambi hanno un cuore d’oro e Kusanagi potrà essere il partner perfetto per Doron, non solo perché gli presta il suo potere sovrannaturale ma soprattutto perché hanno stranamente lo stesso carattere. Cercando di tirare le somme, possiamo dire che questo duo potrà sicuramente portarci gag divertenti (come i loro reciprochi ringraziamenti incessanti, per fare a gara di “chi ha il cuore più grosso”) e combattimenti degni di un vero samurai. L’autore ha mostrato che vuole dare profondità al suo protagonista e quindi sono alte le speranze, per i prossimi capitoli, di vedere una caratterizzazione ancora più approfondita. Il primo combattimento ha mostrato molto poco, ma questo stile di disegno permetterà sicuramente la rappresentazione di buone battaglie in futuro. La comparsa, a fine capitolo, di una figura femminile appartenente all’organizzazione fa capire che la vita del protagonista presto sarà stravolta. Insomma, tante speranza per un’opera che si è mostrata acerba nel suo primo capitolo ma che può, grazie al suo stile perfettamente battle shonen, portarci numerosi colpi di scena con i prossimi numeri della rivista.
Perlomeno - finora - non è un mangione.
L'autore è stato tra l'altro assitente di Tabata (noto per Black Clover) (cosa che si evince da tratti che ricordano il buon Yami).
Ok non è che sia stato doloroso leggerlo, ma non ho motivo di interessarmi a qualcosa che ho già letto 100 volte altrove e magari con una qualità decisamente migliore (a sto punto meglio leggersi k8 o world trigger)... Beh vedremo magari ci sarà una svolta e qualcosa degno di nota o di qualità.
Meglio degli altri due di sicuro, almeno non soffre di problemi mascroscopici
I giapponesi non sono un popolo creativo, sono però un popolo dannatamente ostinato. Trovata una formula convincente, artisti, tecnici, imprenditori, la usano dovesse costargli la vita, per quanto questa formula possa essere dura, laboriosa e difficile. Nel lungo percorso di questa applicazione del metodo, a volte proprio come nel DNA avvengono piccole mutazioni casuali. Sorge un elemento piccolo, nuovo, e se i fruitori gradiscono allora il metodo cambia e tutti quanti lo aggiornano includendo quella minuscola cosa nuova. Così si evolve il metodo: per minuscole trovate lungo gli anni invece che con lampanti colpi di genio che rivoluzionano tutto.
Questo sia a livello tecnico che contenutistico.
Se avete mai provato a collaborare con un coder giapponese come è capitato a me diverse volte, sareste stupefatti di notare come non "escono dallo schema", però se gli dai quello schema sono inarrivabili.
Ecco, ho letto DandaDan e ho pensato : sembra il codice che mi inviavano. Pulito, asciutto, bene quanto vuoi , ma poteva farmelo un robot dedicato a questo compito. Quando fai brainstorming, un nipponico se ne esce sempre con "facciamolo come il software X" - "se facciamo così non sembra più il software X" - "Ho un'idea: prendiamo questa cosa dal prodotto x" - Mai, mai mai una volta che facciano lateral thinking, che si lascino ispirare... mai.
In pratica, DanDadan sembra un fumetto espressione più ovvia di questo. La narrazione non può far ca**re, è testata da 50 anni per fare presa sul cervello. Il disegno non può far ca**care, le tecniche sono state assorbite.
Però rende davvero l'idea che non ci ha dovuto pensare per farlo.
Come dire: Dandadan è un fumetto del kaizen.
E' proprio un fumetto del kaizen.
che erano cloni di altri venuti prima, che erano cloni di altri venuti prima, che erano cloni di altri venu
Hai cambiato la posizione e il numero di D maiuscole. Però hai sbagliato il titolo, è Doron Dororon, non Dandadan!
Vediamo se riuscirà a sorprendere con i prossimi capitoli o continuerà a prendere ispirazione a destra e a manca confezionando un prodotto nel complesso passabile ma veramente poco interessante...
Vedendo le impressioni direi che non è da buttare perché suvvia… se la pecca più grossa è che manca di originalità… insomma se si legge manga da 20 anni e passa non si può pretendere
Mi fai sentire vecchio cosi
Anche se Oranguru è andato giù facilmente...quindi magari anche no.
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Non mi è piaciuto il primo capitolo.
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