Venerdì 13 maggio è uscito il nuovo album di Giorgio Vanni e Max Longhi, intitolato The Gold Session. Per l'occasione è stato rilasciato anche il videoclip del singolo di lancio che potete vedere qui sotto, una nuova versione della sigla di Dragon Ball, rivisitata in una chiave armonica diversa.
The Gold Session è un album in unplugged, una raccolta di brani e sigle, ri-arrangiati in una nuova chiave acustica: funk, smooth jazz e non solo, fanno emergere il background musicale di Giorgio e Max, che va dai Toto a Sting, passando per i Daft Punk e i Coldplay. Una vera e propria fusione di mondi musicali che si contaminano tra loro e rinnovano la magia della musica d'animazione.
Il disco si avvale di alcune collaborazioni, tra cui quelle di Marcello Salcuni, Nick Lamberti e Paolo Polifrone dei Figli di Goku, del Nostromo Daniel Tek e di altri due grandi artisti quali Angelo Maggi e Andrea Innesto.
The Gold Session è disponibile sia in digitale che in una doppia versione, cd (12 tracce) e vinile (10 tracce).
Tracklist del CD
Tracklist del vinile
Fonti Consultate:
YouTube
RadioAnimati
The Gold Session è un album in unplugged, una raccolta di brani e sigle, ri-arrangiati in una nuova chiave acustica: funk, smooth jazz e non solo, fanno emergere il background musicale di Giorgio e Max, che va dai Toto a Sting, passando per i Daft Punk e i Coldplay. Una vera e propria fusione di mondi musicali che si contaminano tra loro e rinnovano la magia della musica d'animazione.
Il disco si avvale di alcune collaborazioni, tra cui quelle di Marcello Salcuni, Nick Lamberti e Paolo Polifrone dei Figli di Goku, del Nostromo Daniel Tek e di altri due grandi artisti quali Angelo Maggi e Andrea Innesto.
The Gold Session è disponibile sia in digitale che in una doppia versione, cd (12 tracce) e vinile (10 tracce).
Tracklist del CD
Tracklist del vinile
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RadioAnimati
Inoltre, sono riusciti a rendere "Dragon Ball Super Kame Hame Ha" ascoltabile, e non è una cosa da poco.
Sarei molto curioso di scoprire tutte le varie citazioni disseminate nei brani. Oltre a "All'arrembaggio" x "Get Lucky", ho riconosciuto "Oltre I Cieli dell'avventura" x "A Sky Full of Stars" dei Coldplay.
Senza contare che ormai le sigle si sono perlopiù evolute dall'essere cori di bambini con un'accozzaglia di parole a caso alla "black gear perderà" o "non c'è un drago che sia grande come te", bene o male i testi sono sensati e per quanto non mi sognerei mai di paragonare le sigle di Fairy Tail o My Hero Academia alle controparti giapponesi, sono entrambe valide. Più scelta è sempre meglio, per quanto mi riguarda.
Più che l'album ti consiglio di andare ad un concerto: vedere centinaia di persone che cantano le sigle della propria infanzia è davvero una sensazione bellissima. E poi Vanni è molto bravo a tenere il palco
Non sono d'accordo su questa affermazione. Non mi risulta ci siano prove che una sigla italiana aiuti la diffusione nel pubblico mainstream. Siamo cresciuti con le sigle delle sitcom americane in lingua originale (e testi a video non tradotti) e con alcuni anime con sigla originale nelle tv regionali e non credo sia stato un problema per qualcuno. Anzi, trovo più sensato non nascondere più le sigle originali al pubblico mainstream, in particolare ora che è un prodotto sdoganato, proprio per fargli conoscere come l'opera è stata presentata, nella sua interezza. Esattamente come ancora si fatica a fare con il contenuto dell'opera. La tv dovrebbe avere anche uno scopo educativo/divulgativo, non sostituire l'autorialità di chi il prodotto lo ha creato.
Credo che il discorso della "necessita" di una sigla italiana sia in parte dovuto ad un pregiudizio di chi gestiva certe reti, convinto che i bambini trovino problematica una lingua sconosciuta sia nei testi delle sigle che per i nomi giapponesi contenuti nelle opere (poi magari sanno l'intera rosa dei calciatori delle squadre di calcio che tra le varie nazionalità non sono certo più familiari), dall'altro dall'esigenza di creare merchandise da vendere, quindi album e quant'altro.
Per altro, se il lavoro sulle sigle fosse fatto con criterio e nel rispetto dell'opera potrebbe esserci anche qualche merito in questa operazione, ma sappiamo che non è così. Sia musica che testo non sono adatti al prodotto e spesso possono essere (o sono stati) interscambiati.
Il fatto che la sigla la si possa trovare su internet non toglie il fatto che magari la si vuole vedere contestualmente al prodotto. Il pubblico mainstream va anche esposto a questi contenuti, altrimenti non si cambierà mai registro.
Io sono andato ad un concerto di Cristina D'Avena e i Gemboy ed anche un concerto con diversi autori e sigle degli anni precedenti. Devo dire che ha il suo perché risentire le sigle dell'infanzia in un contesto particolare insieme a persone che condividono lo stesso passato. Immagino sia lo stesso per chi con qualche anno in meno sia cresciuto con le sigle di Vanni.
Detto questo, pur ritenendo giusto preservare qualcosa che comunque esiste e fa parte della storia, non dimentico il danno che il mal costume delle sigle italiane ha fatto all'animazione giapponese in Italia (pur salvandone qualcuna nel mucchio). Spero in una generazione che cresca con le sigle originali ed eventualmente concerti in tal senso.
Soprattutto perché che come ho già detto, sul discorso del rispetto siamo migliorati di eoni ed entrambe le sigle che ho citato sono molto più appropriate per le rispettive serie della media in passato. Anche l'ultima sigla di shippuden per quanto non rispecchi appieno la serie come testo è musicalmente valida.
Non sappiamo in che misura la sigla crei affluenza anche perché in tv non c'è mai stata scelta, è solo la presentazione di ciò che arriverà dopo. E trovo sia più corretto proporre allo spettatore il prodotto originale invece di fargli credere che quella che sente sia la vera sigla (spesso con grossi strafalcioni).
Poi se si vuole fare delle sigle amatoriali su web è un altro discorso.
Sicuramente è un discorso di gusti, ma il problema non sta in quello ma nell'associare qualcosa di estraneo all'opera. E spesso poco attinente.
Io non credo che la situazione sia migliorata, direi l'opposto. Con l'aggravante che con il tempo la cultura sugli anime è aumentata quindi non c'era più ragione di fare certe sigle con certi testi perché ci dovrebbe essere una consapevolezza diversa.
Dai cavaliere del re ai superobot, fino ad arrivare alle prime di cristina d’avena.
Quelle mi sono sempre piaciute e ogni tanto le riascolto, queste più recenti insomma… ma sicuramente sarà l’effetto nostalgia per quando ero piccolo.
Anche perché adesso anime da millemila episodi alla One piece o naturo non riesco a guardarli.
Eccomi, io ho conosciuto Shaman King solo grazie alla sigla di Marco Masini.
Ma volendo fare un discorso più completo, bisogna pensare anche e soprattutto al pubblico generalista (specialmente in TV). Quanto gliene importa al pubblico generalista di sentire una sigla originale giapponese? Quasi zero. È probabile invece che si ritroverà a canticchiare una sigla italiana, che sia creata da zero o che sia l'adattamento di un opening originale (scelta che mi piacerebbe venisse intrapresa più spesso).
Prendendo il recente Capitan Tsubasa ad esempio, mia cuginetta conosce a memoria la sigla di Cristina (che a parer mio non ha nulla da invidiare ad una tipica opening giapponese) nonostante si ricordi a malapena i nomi di 10-12 giocatori (e non è che io sia tanto diverso😅). Poi, come hai detto in un precedente commento, c'erano anche altri motivi che portavano alla realizzazione di una sigla italiana piuttosto che l'utilizzo dell'originale.
Nel mio mondo ideale ogni anime verrebbe trasmesso/reso disponibile con doppio audio, così chiunque può scegliere ciò che ritiene più congeniale ai propri gusti.
Sono anche io di quel filone lì e non dico che non le ricordi con nostalgia, le riascolto anche volentieri e alcune sono anche prodotti tutto sommato ben realizzati e pensati (con dei parolieri, praticamente assenti sulle reti nazionali), ma appunto fanno parte della storia e ormai ci sono. Ma al tempo stesso so di essere stato tradito da chi mi ha portato un prodotto stravolgendolo per pregiudizi e scarsa conoscenza del prodotto. Gli anime con sigla originale non sono stati per me un problema nemmeno da bambino, semplicemente la sigla era la sigla, italiana o originale che fosse (vale per anime come per serie americane). Non è un discorso solo qualitativo, ma proprio di appartenenza al prodotto.
Dragon Ball l'ho visto sempre con la sigla originale su reti regionali, mai stato un problema. Finito su Italia 1 con quella discutibile sigla italiana mi son proprio rifiutato di vederlo (ma c'è anche il discorso delle censure e riadattamenti continui). E non capisco perché ad un nuovo spettatore debba essergli rifilata quella senza che possa conoscere quella originale (che poi è anche usata come tema di sottofondo durante l'anime).
Abbiamo tutti fatto parte del pubblico generalista. Quello che sostengo è che la presenza della sigla originale non influenzi in modo negativo l'interesse per un anime, così come non lo influenza la presenza di nomi giapponesi. Se la modifica la fai a monte semplicemente lo spettatore non ha scelta e soprattutto non lo esponi e non lo educhi a qualcosa di nuovo. Stai trasformando un prodotto intervenendo su ciò che hanno deciso gli autori. E questa scelta poi ce la portiamo dietro per anni.
Fermo restando che alcune stonature le si nota anche senza conoscere il prodotto originale.
Anche io comunque avrei preferito vedere sfruttata di più la possibilità di avere cover italiane delle originali giapponesi, se proprio è necessario avere una sigla italiana. Di esperimenti se ne fecero anche agli albori, tipo la sigla di Jeeg.
E appunto come ho detto, la consapevolezza diversa c'è, visto che sigle come quella di MHA sono completamente attinenti alla serie, per quanto comunque rimangano in "stile vanni". Inoltre non c'è nemmeno bisogno che la sigla sia effettivamente attinente se vogliamo dirla tutta, una buona metà delle opening giapponesi anni 2000 non c'entra niente con la serie stessa.
Ovviamente, ma non lo influenza nemmeno la sigla italiana.
Anche il lato cover non è affatto stato abbandonato, quasi tutte le sigle dei Raggi Fotonici sono cover delle originali e le più recenti come Fairy Tail hanno un adattamento pressoché perfetto della controparte giapponese (unico difetto, almeno per i miei gusti, è che la voce non si addice per niente alla canzone, ma purtroppo non siamo in Giappone dove le opening sono cantate da gente che opera anche fuori dal campo).
Il doppiaggio è un male necessario per fruire dell'opera. L'idea dovrebbe essere di toccare il meno possibile. La sigla invece non c'è ragione di crearne un'altra e sostituirla a quella originale togliendo a tutti la possibilità di sentirla contestualmente alla visione dell'anime per cui è stata creata. Perché "accettare" una cosa che era possibile evitare?
Le sigle originali al di là dei testi e cosa dicono (non devono parlare strettamente della trama dell'anime) vengono scelte con un criterio. E spesso sono anche riprese all'interno dell'episodio. Mettendo una nostra sigla andiamo a smontare un pezzo di quello che è stato creato.
Non sono convinto poi che ci sia questa consapevolezza diversa: oggi si sanno cosa sono gli anime, si guarda al Giappone diversamente, ma si fanno comunque gli stessi errori di 20 anni fa. E le sigle sono ancora quelle, create nello stesso modo, con la stessa "tecnica", con le solite poche parole in rima e quando non c'è la rima due parole in inglese. E MHA non è diverso. È un appiattimento totale dell'offerta.
E come ripeto, il metodo di approccio è diverso sotto molti aspetti. I raggi fotonici sono l'esempio migliore, che per la sigla di Fairy Tail hanno accuratamente tradotto il testo giapponese mentre ai tempi dei Digimon come testo usavano letteralmente le cose che succedevano in quella sezione della opening. Vanni è rimasto un pò più vecchio stampo, ma anche lui ha abbandonato i cori di bambini a caso e ha iniziato ad assicurarsi che il testo non dica cose che non c'entrano niente come "se chiudi gli occhi vedi il drago" (perlomeno nelle sigle tv, poi in quelle autoprodotte si prende ancora abbastanza "libertà").
ha il suo pubblico, un pò come Santo Verducci
Per il resto tutto molto cringe.
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