Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
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Karakai Jozu no Takagi-san 3
9.0/10
Recensione quasi a caldo, dopo aver visionato l’intera terza stagione: sono pronto a riversare i miei pensieri e anche parte delle emozioni che è riuscita a donarmi.
La terza stagione di “Karakai Jozu no Takagi-San” diverge dalle precedenti per un fattore: è ricca di episodi e spunti originali, non presenti nel manga. Probabilmente una scelta di scrittura che ci porterà, spero, felicemente al film in uscita quest’estate.
Se siete qui, immagino che conosciate bene i punti di forza, e anche le debolezze di una serie così semplice ma allo stesso tempo ricca, impreziosita dall’ottimo lavoro dello staff di produzione. Punti che vengono mantenuti sugli ottimi standard della seconda stagione (che già vedeva una netta evoluzione rispetto alla prima): comparto tecnico pulito, con character design e animazioni semplici ma mai raffazzonate, colori vividi o “pastellosi” secondo le esigenze delle scene, ottima colonna musicale sia nelle composizioni originale sia nella opening di Yuiko Ohara, sempre catchy con quel retrogusto di nostalgia, sia nella scelta delle ending con brani hit del passato giapponese.
Una regia dedicata, che riesce anche ad aggiungere estro e fantasia soprattutto nei primi episodi (nel primo, onirico, e nell’intro del secondo), dove dissemina ottime scelte registiche, che riprenderà nel finale di stagione, con una chiusura del cerchio che non può non lasciare soddisfatti e felici di aver seguito nuovamente le peripezie dei nostri ragazzi.
Quasi inutile, ma doveroso, ribadire la bravura dei doppiatori nel rendere vivi su schermo protagonisti e personaggi di supporto. Menzione speciale per Rie Takahashi, chiamata nuovamente e superbamente a chiudere gli episodi con le già citate cover di successi, in particolare l’ultima. Canzoni che sono un punto importante della serie, poiché impreziosiscono sempre gli episodi e la narrazione - consiglio a chi non avesse potuto gustarne la visione con i testi delle canzoni di rimediare.
Il voto alto è dovuto alla capacità di una serie (che rischiava di impantanarsi nel suo riciclare una formula sì vincente, ma alla lunga potenzialmente irritante) di rinnovarsi, di far risaltare i propri punti di forza, di (far) crescere i protagonisti e le loro emozioni senza forzature. Di riprendere sì i cliché, le formule degli slice of life scolastici, ma di governarli senza mai cadere nel banale. Quanti festival estivi, scolastici, dello sport, episodi al mare etc. son passati sotto gli occhi di questo diversamente giovane recensore... “Karakai Jozu no Takagi-San” li prende e ce li restituisce con la giusta delicatezza che può avere un primo amore, con l’innocenza dell’adolescenza.
Seppur i nostri protagonisti restino “nel personaggio” ai fini delle gag e delle sfide (sempre meno), scopriamo con garbo una crescente evoluzione dei sentimenti che uno ha per l’altro, di cui noi spettatori (e Takagi dei propri) abbiamo da tempo consapevolezza. Sbirciamo finalmente le loro prime insicurezze, soprattutto della nostra eroina, di cui potevamo avere solo implicita contezza, ne vediamo la fragilità da adolescente, magnificamente espressa nelle scene che la ritraggono, dove battute e dialoghi sono concisi e preziosi.
Il finale mi ha pienamente soddisfatto e ci lancia verso il film. Conclusivo? Chissà, a volte bisogna ricordarsi che l’importante è il viaggio in sé, che arricchisce al di là della destinazione e della durata. All good things must come to an end.
Un pensiero al “cameo” dell’episodio 5. Personalmente ritengo che l’esistenza del manga spinoff canonico (“Moto”) giovi all’intera narrazione. Di una storia che è già nostalgia, che riesce a muoversi nel tempo e tra generazioni. Generazioni diverse anche di spettatori che possono apprezzare un vero gioiellino, per chi ancora vive emozioni e routine tra i banchi di scuola, e per i più vecchietti come il sottoscritto che ne rimangono affascinati con quella vena di malinconia che ci ricorda di essere umani e sempre capaci di emozionarci nella semplicità delle cose.
La terza stagione di “Karakai Jozu no Takagi-San” diverge dalle precedenti per un fattore: è ricca di episodi e spunti originali, non presenti nel manga. Probabilmente una scelta di scrittura che ci porterà, spero, felicemente al film in uscita quest’estate.
Se siete qui, immagino che conosciate bene i punti di forza, e anche le debolezze di una serie così semplice ma allo stesso tempo ricca, impreziosita dall’ottimo lavoro dello staff di produzione. Punti che vengono mantenuti sugli ottimi standard della seconda stagione (che già vedeva una netta evoluzione rispetto alla prima): comparto tecnico pulito, con character design e animazioni semplici ma mai raffazzonate, colori vividi o “pastellosi” secondo le esigenze delle scene, ottima colonna musicale sia nelle composizioni originale sia nella opening di Yuiko Ohara, sempre catchy con quel retrogusto di nostalgia, sia nella scelta delle ending con brani hit del passato giapponese.
Una regia dedicata, che riesce anche ad aggiungere estro e fantasia soprattutto nei primi episodi (nel primo, onirico, e nell’intro del secondo), dove dissemina ottime scelte registiche, che riprenderà nel finale di stagione, con una chiusura del cerchio che non può non lasciare soddisfatti e felici di aver seguito nuovamente le peripezie dei nostri ragazzi.
Quasi inutile, ma doveroso, ribadire la bravura dei doppiatori nel rendere vivi su schermo protagonisti e personaggi di supporto. Menzione speciale per Rie Takahashi, chiamata nuovamente e superbamente a chiudere gli episodi con le già citate cover di successi, in particolare l’ultima. Canzoni che sono un punto importante della serie, poiché impreziosiscono sempre gli episodi e la narrazione - consiglio a chi non avesse potuto gustarne la visione con i testi delle canzoni di rimediare.
Il voto alto è dovuto alla capacità di una serie (che rischiava di impantanarsi nel suo riciclare una formula sì vincente, ma alla lunga potenzialmente irritante) di rinnovarsi, di far risaltare i propri punti di forza, di (far) crescere i protagonisti e le loro emozioni senza forzature. Di riprendere sì i cliché, le formule degli slice of life scolastici, ma di governarli senza mai cadere nel banale. Quanti festival estivi, scolastici, dello sport, episodi al mare etc. son passati sotto gli occhi di questo diversamente giovane recensore... “Karakai Jozu no Takagi-San” li prende e ce li restituisce con la giusta delicatezza che può avere un primo amore, con l’innocenza dell’adolescenza.
Seppur i nostri protagonisti restino “nel personaggio” ai fini delle gag e delle sfide (sempre meno), scopriamo con garbo una crescente evoluzione dei sentimenti che uno ha per l’altro, di cui noi spettatori (e Takagi dei propri) abbiamo da tempo consapevolezza. Sbirciamo finalmente le loro prime insicurezze, soprattutto della nostra eroina, di cui potevamo avere solo implicita contezza, ne vediamo la fragilità da adolescente, magnificamente espressa nelle scene che la ritraggono, dove battute e dialoghi sono concisi e preziosi.
Il finale mi ha pienamente soddisfatto e ci lancia verso il film. Conclusivo? Chissà, a volte bisogna ricordarsi che l’importante è il viaggio in sé, che arricchisce al di là della destinazione e della durata. All good things must come to an end.
Un pensiero al “cameo” dell’episodio 5. Personalmente ritengo che l’esistenza del manga spinoff canonico (“Moto”) giovi all’intera narrazione. Di una storia che è già nostalgia, che riesce a muoversi nel tempo e tra generazioni. Generazioni diverse anche di spettatori che possono apprezzare un vero gioiellino, per chi ancora vive emozioni e routine tra i banchi di scuola, e per i più vecchietti come il sottoscritto che ne rimangono affascinati con quella vena di malinconia che ci ricorda di essere umani e sempre capaci di emozionarci nella semplicità delle cose.
Abbastanza piacevole da guardare, "The Great Jahy Will Not Be Defeated!" sembra, già a partire dal primo episodio, molto più di una semplice commedia. La trama di base è quella di un reverse isekai dove la protagonista, ossia la Grande Jahy, seconda in comando nel Regno Oscuro, si ritrova costretta a (soprav)vivere nel mondo degli umani. La fonte principale del potere di tutte le creature che abitano il regno demoniaco, il cristallo di mana, è infatti stata distrutta, e Jahy farà di tutto pur di ritrovare i suoi frammenti. Priva di ogni potere, ancora abituata ad essere servita e riverita, e soprattutto senza un soldo, Jahy ci intrattiene mentre cerca di portare a termine il ripristino del suo amato Regno Oscuro, ambizione riportata per iscritto sulla sua iconica maglietta.
Inutile dirlo, un essere che per tutta la sua vita è stato circondato da servitori e ha vissuto nel lusso più assoluto non può che rivelarsi senza speranze quando si tratta di dimesticarsi con le più semplici attività che caratterizzano la vita dell'essere umano. A causa della sua ovvia inesperienza, ma soprattutto a causa del suo complesso di superiorità, la vita di Jahy si trasforma in un vero inferno. Se inizialmente la sua nuova e insulsa "sistemazione" sembra giustificata, in seguito Jahy si renderà conto che in parte è lei che ha qualcosa che non va: dall'incontro con la sua più fedele sottoposta nel Regno Oscuro, Druj, Jahy non sarà solo insoddisfatta della sua vita, ma inizierà persino ad esserne imbarazzata, in quanto Druj, con la sua forte volontà, è riuscita a fare carriera in pochissimo tempo nel mondo umano.
"The Great Jahy Will Not Be Defeated!" non è solo una commedia, né solamente un reverse isekai dalle loli indiscutibilmente tenerissime, ma è anche un anime sulla crescita personale. La protagonista, quando perde i poteri dei cristalli di mana, si ritrova nel corpo di una bambina, come se nella sua vita avesse sbagliato qualcosa e dovesse ricominciarla daccapo, ripartendo dalle basi. La fondamentale lezione di vita che Jahy impara stando nel mondo umano è che è necessario rimboccarsi le maniche e lavorare duramente per ottenere ciò che si vuole, anche se questo comporta mille sacrifici e, come nel suo caso, affrontare mille e più difficoltà. Jahy impara anche a relazionarsi nel modo giusto con il prossimo: nel mondo umano coloro che le stanno davanti non saranno più visti come dei semplici servitori, ma Jahy troverà in loro degli amici, delle sorelle, delle madri. Il suo lavoro in una birreria, a contatto con la gente, non sarà più solamente un mezzo per guadagnare qualche spicciolo e poter pagare l'affitto, ma anche un mezzo tramite il quale potersi responsabilizzare e poter ricevere i sorrisi e la gratitudine dei clienti. Dal punto di vista di un potente demone, in pratica, la vita degli esseri umani non sembra più tanto misera, e sarà proprio attraverso i suoi occhi che potremo accorgerci di quanto siamo fortunati a vivere non grazie ai beni che abbiamo, ma grazie alle persone che ci circondano.
Riflessioni e interpretazioni a parte, trovo che la trama in sé sia molto interessante, anche se avrei voluto si concentrasse di più sulla ricerca dei cristalli di mana, e in quanto commedia riesce a strapparti qualche sorriso. Ogni personaggio ha una caratterizzazione ben precisa, ma devo dire che ho particolarmente apprezzato Jahy, Druj, con il suo esilarante lato masochista, e la proprietaria dell'appartamento di Jahy, che dietro al suo carattere duro e irascibile nasconde un lato premuroso da sorella maggiore. Avrei anche preferito qualche approfondimento sul Signore Oscuro e sul suo regno, del quale sappiamo ben poco, ma, dato che l'anime dura già venti episodi, che non sono pochi per uno slice of life, direi che può bastare. Ah, e alcuni character design, come quelli di Jahy, Saurva e Druj, sono magnifici!
Si tratta di un anime carino, ma non proprio leggero (almeno dal mio punto di vista) a causa del numero di episodi. Alcuni problemi vengono risolti troppo in fretta, per lasciare spazio alle gag sulla vita di Jahy nel mondo umano, ma è un dato trascurabile, dato che Jahy riesce a farmi divertire.
Inutile dirlo, un essere che per tutta la sua vita è stato circondato da servitori e ha vissuto nel lusso più assoluto non può che rivelarsi senza speranze quando si tratta di dimesticarsi con le più semplici attività che caratterizzano la vita dell'essere umano. A causa della sua ovvia inesperienza, ma soprattutto a causa del suo complesso di superiorità, la vita di Jahy si trasforma in un vero inferno. Se inizialmente la sua nuova e insulsa "sistemazione" sembra giustificata, in seguito Jahy si renderà conto che in parte è lei che ha qualcosa che non va: dall'incontro con la sua più fedele sottoposta nel Regno Oscuro, Druj, Jahy non sarà solo insoddisfatta della sua vita, ma inizierà persino ad esserne imbarazzata, in quanto Druj, con la sua forte volontà, è riuscita a fare carriera in pochissimo tempo nel mondo umano.
"The Great Jahy Will Not Be Defeated!" non è solo una commedia, né solamente un reverse isekai dalle loli indiscutibilmente tenerissime, ma è anche un anime sulla crescita personale. La protagonista, quando perde i poteri dei cristalli di mana, si ritrova nel corpo di una bambina, come se nella sua vita avesse sbagliato qualcosa e dovesse ricominciarla daccapo, ripartendo dalle basi. La fondamentale lezione di vita che Jahy impara stando nel mondo umano è che è necessario rimboccarsi le maniche e lavorare duramente per ottenere ciò che si vuole, anche se questo comporta mille sacrifici e, come nel suo caso, affrontare mille e più difficoltà. Jahy impara anche a relazionarsi nel modo giusto con il prossimo: nel mondo umano coloro che le stanno davanti non saranno più visti come dei semplici servitori, ma Jahy troverà in loro degli amici, delle sorelle, delle madri. Il suo lavoro in una birreria, a contatto con la gente, non sarà più solamente un mezzo per guadagnare qualche spicciolo e poter pagare l'affitto, ma anche un mezzo tramite il quale potersi responsabilizzare e poter ricevere i sorrisi e la gratitudine dei clienti. Dal punto di vista di un potente demone, in pratica, la vita degli esseri umani non sembra più tanto misera, e sarà proprio attraverso i suoi occhi che potremo accorgerci di quanto siamo fortunati a vivere non grazie ai beni che abbiamo, ma grazie alle persone che ci circondano.
Riflessioni e interpretazioni a parte, trovo che la trama in sé sia molto interessante, anche se avrei voluto si concentrasse di più sulla ricerca dei cristalli di mana, e in quanto commedia riesce a strapparti qualche sorriso. Ogni personaggio ha una caratterizzazione ben precisa, ma devo dire che ho particolarmente apprezzato Jahy, Druj, con il suo esilarante lato masochista, e la proprietaria dell'appartamento di Jahy, che dietro al suo carattere duro e irascibile nasconde un lato premuroso da sorella maggiore. Avrei anche preferito qualche approfondimento sul Signore Oscuro e sul suo regno, del quale sappiamo ben poco, ma, dato che l'anime dura già venti episodi, che non sono pochi per uno slice of life, direi che può bastare. Ah, e alcuni character design, come quelli di Jahy, Saurva e Druj, sono magnifici!
Si tratta di un anime carino, ma non proprio leggero (almeno dal mio punto di vista) a causa del numero di episodi. Alcuni problemi vengono risolti troppo in fretta, per lasciare spazio alle gag sulla vita di Jahy nel mondo umano, ma è un dato trascurabile, dato che Jahy riesce a farmi divertire.
Non tormentarmi, Nagatoro!
7.5/10
Ho iniziato a leggere il manga per puro caso e mi ha veramente appassionato e divertito! Leggero, semplice e positivo, tratta i soliti temi relativi all'amore tra adolescenti in un modo originale e intelligente: in un crescendo di situazioni più o meno "classiche" del genere (festival estivo, festival scolastico, gita al mare, malattia e relative/reciproche visite a casa, pioggia e fornitura di vestiti asciutti, primo dell'anno con la visita al tempio, ecc ... ma questi giap si divertono solo così?) andremo a vedere che la protagonista Hayase Nagatoro e il suo "forzato" senpai (Naoto) evolvono capitolo per capitolo sempre più verso quel sentimento di affetto e amore reciproco tanto atteso e che poi si spera possa essere rappresentato anche negli step successivi...
Mutatis mutandis, la situazione e la storia tra Hayase e Naoto sembra per certi versi simile a quella di Sakura e Haruki di "Voglio mangiare il tuo pancreas"... Lo so il paragone è azzardato: la storia di Sakura e Haruki è comunque "intrisa" di profonda tristezza e ben altra introspezione (per chi volesse leggere manga o vedere l'anime, lo consiglio vivamente), ma le premesse caratteriali dei protagonisti, l'interazione iniziale tra loro e la loro evoluzione è quasi simile.
Hayase e Sakura sono accomunate dalla vitalità e dalla energia e voglia di vivere, nonché dalla curiosità (e l'attrazione) verso coetanei in apparenza poco brillanti, schivi, scontrosi, riservati (Haruki e Naoto) con la missione più o meno "velata" di provare a capirli, conquistarli e a renderli più socievoli. In entrambi i casi i soggetti maschili denotano una sensibilità e profondità d'animo non comuni agli altri coetanei e comportandosi in tal modo non faranno che far innamorare (e innamorarsi) delle controparti...
Il titolo del manga (e dell'anime) non devono trarre in inganno: di bullismo c'è poco o nulla e anche quello "apparente" all'inizio della trama (più di stampo comico che sadico) serve solo ad Hayase per "rompere il ghiaccio" verso Naoto e avere la scusa per continuare a tampinarlo: emblematica la scena della biblioteca in cui lei si ferma a valutare i bozzetti manga di Naoto (a differenza delle altre amiche) e li commenta in modo critico fino a far piangere Naoto... Le osservazioni non erano casuali e nemmeno distruttive tout court.
Di certo all'inizio ci va un po' pesante, ma poi col passare del tempo sfumano più in un atteggiamento di simpatica e interessata "benevolenza" per mascherare il reale interessamento di Hayase verso Naoto, che, a sua volta, inizia a considerarla come "essenziale" alla sua esistenza fino a desiderare di cercarla (e facendosi coraggio per coinvolgerla) per qualsiasi attività (e lei che, nonostante l'atteggiamento, non disdegna ... vedasi scena del tempio all'inizio dell'anno).
Qualche parola in più va spesa per Hayase: è un personaggio che non può non piacere. Passa dalle reazioni infantili che denotano la sua età a momenti di generosità, dolcezza e bontà d'animo sia nei confronti di Naoto sia verso gli altri. E' pure responsabile sia verso se stessa, sia verso gli altri e sa apprezzare sempre (dimostrandolo anche indirettamente) i gesti di gentilezza di Naoto che pian piano le dimostrerà il suo interesse. La sua espressività e le sue reazioni spesso "esagerate" fanno parte del personaggio, lei resta in ogni caso "insicura" e bisognosa di attenzioni, comprensione e conferme ogni qual volta le cose non vanno secondo le aspettative ... aspetti tipici di qualsiasi adolescente. Il suo personaggio "funziona" proprio perché necessita della continua interazione e confronto con gli altri... e un personaggio come Naoto la completa non solo come coppia, ma anche e soprattutto come "guida"...
Su Naoto ci sarebbe solo da scrivere che grazie a Hayase inizia a vedere il rapporto e le interazioni con gli altri e a cambiare, cercandosi di integrare al meglio delle sue possibilità con chi lo circonda. E' inutile sottolineare che il suo isolamento non è per scelta ma per necessità (in passato è stato vittima di fenomeni di bullismo) e alla fine per difendersi si è chiuso cercando il più possibile di evitare i rischi di interazione con gli altri per non soffrire... Hayase parte nel modo peggiore con lui, ma pian piano farà breccia nella sua corazza a forza di cercarlo e di coinvolgerlo in tutte quelle attività tipiche dei ragazzi della loro età. Ma pur con tutti i suoi limiti è anche una persona matura, capace anche di gesti "coraggiosi" e forti...
Come in tutte le rom-com scolastiche, gli altri personaggi restano un po' di contorno: attesa la timidezza di Naoto, non ci sono amici; lato Hayase, ci sono le tre compagne di classe che sono più "utili" a rendere le situazioni più peperine e comiche e, per quanto ho visto finora, la sorella che fin dalla prima interazione con Naoto non perde occasione per stuzzicare entrambi per vedere fino a che punto siano interessati l'uno dell'altra... poi c'è la presidentessa del club dell'arte di cui è membro Naoto... che non si fa molti problemi a spogliarsi ... e qui si potrebbe parlare di un minimo di componente "ecchi"...
Va beh, il manga è etichettato come un prodotto per ragazzi e a parte qualche situazione ben gestita, mi sembra che siamo ben lontani dalla volgarità: anzi, le trasparenze, le provocazioni, gli ammiccamenti rendono questo manga meno "mieloso" e un po' più reale rispetto ad altri tutti sguardi, imbarazzi, sogni, equivoci e sofferenza sentimentale. Anche i ragazzi hanno una componente "fisica" da cui non possono prescindere e che va raccontata... e in questo il manga fa ancora centro per il modo più o meno diretto e scanzonato con cui lo fa.
Resto in attesa di vedere come andrà a finire e, se del caso, aggiornare la recensione.
Mutatis mutandis, la situazione e la storia tra Hayase e Naoto sembra per certi versi simile a quella di Sakura e Haruki di "Voglio mangiare il tuo pancreas"... Lo so il paragone è azzardato: la storia di Sakura e Haruki è comunque "intrisa" di profonda tristezza e ben altra introspezione (per chi volesse leggere manga o vedere l'anime, lo consiglio vivamente), ma le premesse caratteriali dei protagonisti, l'interazione iniziale tra loro e la loro evoluzione è quasi simile.
Hayase e Sakura sono accomunate dalla vitalità e dalla energia e voglia di vivere, nonché dalla curiosità (e l'attrazione) verso coetanei in apparenza poco brillanti, schivi, scontrosi, riservati (Haruki e Naoto) con la missione più o meno "velata" di provare a capirli, conquistarli e a renderli più socievoli. In entrambi i casi i soggetti maschili denotano una sensibilità e profondità d'animo non comuni agli altri coetanei e comportandosi in tal modo non faranno che far innamorare (e innamorarsi) delle controparti...
Il titolo del manga (e dell'anime) non devono trarre in inganno: di bullismo c'è poco o nulla e anche quello "apparente" all'inizio della trama (più di stampo comico che sadico) serve solo ad Hayase per "rompere il ghiaccio" verso Naoto e avere la scusa per continuare a tampinarlo: emblematica la scena della biblioteca in cui lei si ferma a valutare i bozzetti manga di Naoto (a differenza delle altre amiche) e li commenta in modo critico fino a far piangere Naoto... Le osservazioni non erano casuali e nemmeno distruttive tout court.
Di certo all'inizio ci va un po' pesante, ma poi col passare del tempo sfumano più in un atteggiamento di simpatica e interessata "benevolenza" per mascherare il reale interessamento di Hayase verso Naoto, che, a sua volta, inizia a considerarla come "essenziale" alla sua esistenza fino a desiderare di cercarla (e facendosi coraggio per coinvolgerla) per qualsiasi attività (e lei che, nonostante l'atteggiamento, non disdegna ... vedasi scena del tempio all'inizio dell'anno).
Qualche parola in più va spesa per Hayase: è un personaggio che non può non piacere. Passa dalle reazioni infantili che denotano la sua età a momenti di generosità, dolcezza e bontà d'animo sia nei confronti di Naoto sia verso gli altri. E' pure responsabile sia verso se stessa, sia verso gli altri e sa apprezzare sempre (dimostrandolo anche indirettamente) i gesti di gentilezza di Naoto che pian piano le dimostrerà il suo interesse. La sua espressività e le sue reazioni spesso "esagerate" fanno parte del personaggio, lei resta in ogni caso "insicura" e bisognosa di attenzioni, comprensione e conferme ogni qual volta le cose non vanno secondo le aspettative ... aspetti tipici di qualsiasi adolescente. Il suo personaggio "funziona" proprio perché necessita della continua interazione e confronto con gli altri... e un personaggio come Naoto la completa non solo come coppia, ma anche e soprattutto come "guida"...
Su Naoto ci sarebbe solo da scrivere che grazie a Hayase inizia a vedere il rapporto e le interazioni con gli altri e a cambiare, cercandosi di integrare al meglio delle sue possibilità con chi lo circonda. E' inutile sottolineare che il suo isolamento non è per scelta ma per necessità (in passato è stato vittima di fenomeni di bullismo) e alla fine per difendersi si è chiuso cercando il più possibile di evitare i rischi di interazione con gli altri per non soffrire... Hayase parte nel modo peggiore con lui, ma pian piano farà breccia nella sua corazza a forza di cercarlo e di coinvolgerlo in tutte quelle attività tipiche dei ragazzi della loro età. Ma pur con tutti i suoi limiti è anche una persona matura, capace anche di gesti "coraggiosi" e forti...
Come in tutte le rom-com scolastiche, gli altri personaggi restano un po' di contorno: attesa la timidezza di Naoto, non ci sono amici; lato Hayase, ci sono le tre compagne di classe che sono più "utili" a rendere le situazioni più peperine e comiche e, per quanto ho visto finora, la sorella che fin dalla prima interazione con Naoto non perde occasione per stuzzicare entrambi per vedere fino a che punto siano interessati l'uno dell'altra... poi c'è la presidentessa del club dell'arte di cui è membro Naoto... che non si fa molti problemi a spogliarsi ... e qui si potrebbe parlare di un minimo di componente "ecchi"...
Va beh, il manga è etichettato come un prodotto per ragazzi e a parte qualche situazione ben gestita, mi sembra che siamo ben lontani dalla volgarità: anzi, le trasparenze, le provocazioni, gli ammiccamenti rendono questo manga meno "mieloso" e un po' più reale rispetto ad altri tutti sguardi, imbarazzi, sogni, equivoci e sofferenza sentimentale. Anche i ragazzi hanno una componente "fisica" da cui non possono prescindere e che va raccontata... e in questo il manga fa ancora centro per il modo più o meno diretto e scanzonato con cui lo fa.
Resto in attesa di vedere come andrà a finire e, se del caso, aggiornare la recensione.
Takagi-san ha una storia molto dolce, sono proprio curioso di vedere come proseguirà nel film (in attesa del manga).
Jahy mi diverte molto, consigliato soprattutto a chi apprezza gli anime comici.
Nagatoro lo consiglio soprattutto a chi ama i personaggi con la scorza dura fuori ma teneri dentro, come Takagi con Nishikata, Ayase tormenta il suo senpai, ma in realtà ne è cotta.
Takagi dovrebbe "prendere in giro" Nishikata ma sono al più giochini da bambini (cosa che sono sia chiaro) di un'innocenza disarmante.
Alla fine della fiera è la solita storia d'amore mai ben chiarita e che non trova MAI reale conclusione, tanto che probabilmente non avrò lo stomaco di sorbirmi ulteriori stagioni e/o film.
Che poi una cosa che proprio non riesco a concepire è che TUTTE le ragazze siano a loro modo dolci e carine almeno visivamente mentre i ragazzi o sono assolutamente anonimi (Nishikata su tutti) o sembrano uomini di mezz'età/deformi (vedi Takao che è un castoro e Kimura che è un'uomo di mezz'età infiltratosi nella scuola media ma l'autore non lo ammetterà mai).
Takagi ho visto le prime 2 serie di cui mi ricordo poco, direi che non mi ha colpito un gran che.
Jahy su fin troppe puntate ha fatto ridere solo in qualche rara occasione.
Nagatoro si lascia guardare ma certi momenti non saprei come definirli se non cringe.
So che hanno avuto successo (chi più e chi meno) ma non riesco a capire il perché... Poi certi commenti della community su nagatoro mi hanno messo davvero tanta, tantissima tristezza.
Hayase 😍
Ehm...
Delle tre serie, quella che mi ha preso di meno è "The Great Jahy Will Not Be Defeated"; si lascia vedere, ma col senno di poi non mi sentirei di cosigliarne la visione in maniera spassionata.
Le altre due le adoro, ma questo forse era già chiaro 😁
Per Takagi, ottimo riassunto è un anime semplice da vedersi episodio dopo episodio; molto soddisfacente il finale in attesa del film e per il cameo direi... perfetto.
Per Jahy, anche qui, nulla da dire, lunghetto ma interessante... se proprio dovessi dire qualcosa, gli darei giusto mezzo voto in più.
E infine per Nagatoro, già è stato detto tutto, buon riassunto dell'opera, anime o manga che sia... insomma, alla fine da vedere e come dice la recensione:
"è un personaggio che non può non piacere"...
A tutti e tre un bel 9. (forse Takagi 8.5)
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