Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
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Un po' per caso, un po' per pura fortuna, mi sono imbattuta nel secondo film di "Made in Abyss", continuazione diretta della prima serie del 2017; essendo io una fan della serie, in attesa di un seguito che non è mai arrivato, non ho potuto far a meno che vedermelo. Do un 7, ma temo per nostalgia, è un solido 6,5 a dire il vero, e saranno gli anni che sono passati, ma si sono dimenticati che, tecnicamente, i personaggi qualcosa dalla prima serie e dai primi cinque livelli dell'abisso dovevano aver imparato o comunque preso coscienza di enne cose.
Veniamo al perché del mio voto con qualche argomentazione in più. La trama di "Made in Abyss" ha un protagonista incredibile: l'abisso. Noi spettatori siamo lì per capire i suoi segreti e il suo funzionamento, molto più interessati a questo che alle sorti dei protagonisti, che sotto sotto sono solo il mezzo per visitare il benedetto luogo del mistero, e quindi sopportiamo le uscite fuori luogo, non coerenti con la situazione in scena, il buonismo ridicolo e le inconsistenze della sempliciotta protagonista (Riko). Tolleriamo il fanservice discutibile, dai risvolti anche più profondamente disturbanti, se si bada davvero ai dettagli (un abuso di minori senza confine), che i bimbetti dell'avventura tollerano e riescono a gestire con un pianto qua e là di tanto in tanto senza danni ulteriori.
Ebbene, l'abisso è ancora affascinante, le informazioni sono ancora inserite con il giusto intrigo, per cui, anche se ci siamo fermati ad ascoltare troppo bene qualche dialogo, qualche insinuazione disturbante, passiamo oltre in nome del "dobbiamo capire come funziona", "avanti il prossimo livello". Questo funziona assolutamente, ed è una nota di merito alla narrativa di trama.
A perdere purtroppo nella storia sono i personaggi, Riko è una protagonista debole, che non riesce ad agguantare l'animo dello spettatore. Troppo frescona, troppo piena d'amore per tutti gratuitamente, ma non abbastanza da mettere in discussione la sua missione. Amata da tutti, ma senza un reale motivo, capace di catturare ogni personalità, ma senza averne lei una, insomma il massimo del pressapochismo, una forzatura di narrazione che alla lunga stride, soprattutto se i famosi dialoghi li si legge davvero, facendo i due più due sottointesi del caso.
A seguire nella lista debolucci abbiamo Reg, il supporter, è lì per il fanservice e come utensile che permetta alla minorata protagonista di attraversare il mortale abisso. Ci permette di sentire l'eco della madre di Riko e intrigarci con i racconti dell'abisso, stralci di ricordi e memorie; a conti fatti, allo spettatore piace di più l'umano burattino dell'umana bambina in cerca del genitori, ma anche qui l'umanità di Reg viene 'angolizzata' a comando, cosa che non suona troppo bene.
Questo ci fa giungere al terzo elemento del trio, la non più umana Nanachi, che però ha un'umanità reale, spiccata, ipocrita e non ipocritica allo stesso tempo, ma soprattutto coerente con gli eventi. A lei viene lasciato l'unico ruolo di spessore, sia emotivo che mentale, finendo per guidare lo spettatore nelle scoperte e nelle scelte strategiche. Nanachi è un prigioniero che è stato carceriere, ha torturato e seviziato e ucciso mentre assisteva il Sovrano dell'Alba (Bondrewd), ma la storia ti spinge ad amare questa figura, a perdonarle tutto in nome della sua sofferenza: il fatto che abbracci le sue colpe e vi conviva, senza chiedere scusa per davvero, aiuta il processo di accettazione dello spettatore.
Tutto il film ruota intorno al fatto che il gruppo di eroi vuole proprio andare al sesto livello, per il loro last dive, consci che non si torna indietro, ma disposti a tutto per sapere chi li aspetta sul fondo dell'abisso. L'antagonista degli eventi è Bondrewd, malevolo fischietto bianco amante degli studi scientifici su minorenni rapiti, di cui abusa in modi molteplici e inenarrabili.
La sequenzialità con la fine della prima serie è impeccabile, il passato di Nanachi che torna in tutto il suo trauma con il re-incontro del Sovrano dell'Alba è incredibile, gli scambi tra vittima e carnefice sono raccapriccianti al punto giusto, molto ben congegnato l'effetto Sindrome di Stoccolma e l'intreccio di amore/odio verso questo soggetto spregevole che di fatto ha definito la personalità di Nanachi in tutto e per tutto e ne ha scolpito l'intelligenza. Insomma, la storia tiene ancora, l'abisso ci tiene ancora incollati al "Ma quindi?".
Il vero problema è la mancanza di evoluzione dei personaggi, lo zero nella crescita, lo zero mentale nell'affrontare tematiche drammatiche a livello esponenziale, la realizzazione di cosa è successo e succede ai bambini usati al quinto livello. Anche solo il problema di come si realizza un fischietto bianco viene gestito dai personaggi come una nota a margine e non un motivo di messa in discussione, uno scontro etico interiore su quanta umanità si vuole perdere dentro, prima ancora di perdere l'umanità esteriore nella discesa finale all'abisso. Niente, qui casca l'asino e non ce la si fa. Peccato.
Il profilo tecnico del film mantiene gli standard della serie; ovviamente, non affrontando una discesa multilivello, non vediamo più un susseguirsi di spettacolari fondali e paesaggi, ma il tratto rimane pulito e da favola. Anche i bambocceschi personaggi sono rimasti tali e non sono cambiati certo ora.
Le musiche non sono male, mi è mancato in questo film il motivo principe della prima serie, che accompagnava i momenti epici, lo si sente ma meno e solo di contorno, ma direi che va bene così, soprattutto perché qui ci sono più che altro pezzi di infanti infilati circa ovunque, ed epico non è la parola giusta.
Che dire? Do un 7 nostalgico, ma penso che la mancanza di un po' di realismo di impatto sulle personalità e la psiche dei personaggi abbia un peso notevole. Assolutamente fastidioso il fanservice inserito a pedate, come nella prima serie, e la naturalezza con cui le bambine di questa serie convivono con abusi di varia natura senza che si perturbino minimamente; abbastanza agghiacciante che sia il cyborg il più toccato.
Mi sento di consigliare l'anime solo agli amanti della prima serie, i fan dell'Abisso. "Lui" è ancora il personaggio più affascinante della narrazione.
Veniamo al perché del mio voto con qualche argomentazione in più. La trama di "Made in Abyss" ha un protagonista incredibile: l'abisso. Noi spettatori siamo lì per capire i suoi segreti e il suo funzionamento, molto più interessati a questo che alle sorti dei protagonisti, che sotto sotto sono solo il mezzo per visitare il benedetto luogo del mistero, e quindi sopportiamo le uscite fuori luogo, non coerenti con la situazione in scena, il buonismo ridicolo e le inconsistenze della sempliciotta protagonista (Riko). Tolleriamo il fanservice discutibile, dai risvolti anche più profondamente disturbanti, se si bada davvero ai dettagli (un abuso di minori senza confine), che i bimbetti dell'avventura tollerano e riescono a gestire con un pianto qua e là di tanto in tanto senza danni ulteriori.
Ebbene, l'abisso è ancora affascinante, le informazioni sono ancora inserite con il giusto intrigo, per cui, anche se ci siamo fermati ad ascoltare troppo bene qualche dialogo, qualche insinuazione disturbante, passiamo oltre in nome del "dobbiamo capire come funziona", "avanti il prossimo livello". Questo funziona assolutamente, ed è una nota di merito alla narrativa di trama.
A perdere purtroppo nella storia sono i personaggi, Riko è una protagonista debole, che non riesce ad agguantare l'animo dello spettatore. Troppo frescona, troppo piena d'amore per tutti gratuitamente, ma non abbastanza da mettere in discussione la sua missione. Amata da tutti, ma senza un reale motivo, capace di catturare ogni personalità, ma senza averne lei una, insomma il massimo del pressapochismo, una forzatura di narrazione che alla lunga stride, soprattutto se i famosi dialoghi li si legge davvero, facendo i due più due sottointesi del caso.
A seguire nella lista debolucci abbiamo Reg, il supporter, è lì per il fanservice e come utensile che permetta alla minorata protagonista di attraversare il mortale abisso. Ci permette di sentire l'eco della madre di Riko e intrigarci con i racconti dell'abisso, stralci di ricordi e memorie; a conti fatti, allo spettatore piace di più l'umano burattino dell'umana bambina in cerca del genitori, ma anche qui l'umanità di Reg viene 'angolizzata' a comando, cosa che non suona troppo bene.
Questo ci fa giungere al terzo elemento del trio, la non più umana Nanachi, che però ha un'umanità reale, spiccata, ipocrita e non ipocritica allo stesso tempo, ma soprattutto coerente con gli eventi. A lei viene lasciato l'unico ruolo di spessore, sia emotivo che mentale, finendo per guidare lo spettatore nelle scoperte e nelle scelte strategiche. Nanachi è un prigioniero che è stato carceriere, ha torturato e seviziato e ucciso mentre assisteva il Sovrano dell'Alba (Bondrewd), ma la storia ti spinge ad amare questa figura, a perdonarle tutto in nome della sua sofferenza: il fatto che abbracci le sue colpe e vi conviva, senza chiedere scusa per davvero, aiuta il processo di accettazione dello spettatore.
Tutto il film ruota intorno al fatto che il gruppo di eroi vuole proprio andare al sesto livello, per il loro last dive, consci che non si torna indietro, ma disposti a tutto per sapere chi li aspetta sul fondo dell'abisso. L'antagonista degli eventi è Bondrewd, malevolo fischietto bianco amante degli studi scientifici su minorenni rapiti, di cui abusa in modi molteplici e inenarrabili.
La sequenzialità con la fine della prima serie è impeccabile, il passato di Nanachi che torna in tutto il suo trauma con il re-incontro del Sovrano dell'Alba è incredibile, gli scambi tra vittima e carnefice sono raccapriccianti al punto giusto, molto ben congegnato l'effetto Sindrome di Stoccolma e l'intreccio di amore/odio verso questo soggetto spregevole che di fatto ha definito la personalità di Nanachi in tutto e per tutto e ne ha scolpito l'intelligenza. Insomma, la storia tiene ancora, l'abisso ci tiene ancora incollati al "Ma quindi?".
Il vero problema è la mancanza di evoluzione dei personaggi, lo zero nella crescita, lo zero mentale nell'affrontare tematiche drammatiche a livello esponenziale, la realizzazione di cosa è successo e succede ai bambini usati al quinto livello. Anche solo il problema di come si realizza un fischietto bianco viene gestito dai personaggi come una nota a margine e non un motivo di messa in discussione, uno scontro etico interiore su quanta umanità si vuole perdere dentro, prima ancora di perdere l'umanità esteriore nella discesa finale all'abisso. Niente, qui casca l'asino e non ce la si fa. Peccato.
Il profilo tecnico del film mantiene gli standard della serie; ovviamente, non affrontando una discesa multilivello, non vediamo più un susseguirsi di spettacolari fondali e paesaggi, ma il tratto rimane pulito e da favola. Anche i bambocceschi personaggi sono rimasti tali e non sono cambiati certo ora.
Le musiche non sono male, mi è mancato in questo film il motivo principe della prima serie, che accompagnava i momenti epici, lo si sente ma meno e solo di contorno, ma direi che va bene così, soprattutto perché qui ci sono più che altro pezzi di infanti infilati circa ovunque, ed epico non è la parola giusta.
Che dire? Do un 7 nostalgico, ma penso che la mancanza di un po' di realismo di impatto sulle personalità e la psiche dei personaggi abbia un peso notevole. Assolutamente fastidioso il fanservice inserito a pedate, come nella prima serie, e la naturalezza con cui le bambine di questa serie convivono con abusi di varia natura senza che si perturbino minimamente; abbastanza agghiacciante che sia il cyborg il più toccato.
Mi sento di consigliare l'anime solo agli amanti della prima serie, i fan dell'Abisso. "Lui" è ancora il personaggio più affascinante della narrazione.
"Nadia - Il mistero della pietra azzurra" ("Fushigi no Umi no Nadia") è un anime del 1990 prodotto dallo studio Gainax e supervisionato/diretto da Hideaki Anno, alla sua seconda regia di una serie televisiva.
Proprio la direzione a cura del padre di "Neon Genesis Evangelion" è stato il motivo che mi ha spinto a recuperare questa serie di trentanove episodi.
Parto dicendo che ho trovato questa serie gradevole, e, nonostante l'età, ne ho apprezzato la visione. Il maggior fattore negativo riscontrato sta però nella instabilità generale del prodotto nel corso dei vari episodi, sia per quanto riguarda la scrittura e trama che per la qualità tecnica. Ma andiamo con ordine.
L'anime racconta la storia dei nostri due protagonisti, Nadia e Jean, che, dopo essersi incontrati all'Esposizione Universale di Parigi del 1889, intraprenderanno un viaggio alla scoperta del passato di Nadia e del mistero della pietra azzurra che porta al collo.
La serie parte leggermente in sordina, ma dopo qualche episodio arrivano dei buoni spunti (la serie è liberamente ispirata al romanzo "20.000 leghe sotto i mari") e si fa interessante. In seguito a questa parte però, l'anime cala, portandoci numerosi episodi in gran parte riempitivi (filler) che poco servono allo sviluppo della trama.
Questa poi si riprenderà, assumendo anche toni drammatici, nella parte centrale della serie, per poi calare a picco, in particolare nella parte subito precedente ai quattro episodi finali; questi rivedono di nuovo un'impennata della scrittura, anche per quanto riguarda la maturità dei temi trattati e la drammaticità dei fatti narrati.
L'approfondimento dei personaggi è anch'esso caratterizzato in modo non omogeneo: ne abbiamo infatti alcuni/e che sviluppano un carattere credibile e originale (in particolare Nadia), altri che sono principalmente un'accozzaglia di stereotipi. Punto focale della serie rimane sempre il rapporto tra il positivismo e l'entusiasmo per la scienza (impersonati principalmente da Jean) e dalla negazione e consapevolezza dei danni che quest'ultima può causare se usata in modo sbagliato.
Questo meccanismo di salite e discese si ripresenta anche per la qualità tecnica della serie: passiamo infatti da momenti tecnicamente ottimi, con animazioni pregevoli che risultano molto godibili anche viste in questi anni, a interi episodi animati davvero in modo approssimativo e legnoso, con i disegni dei visi dei personaggi che a momenti sembrano altre persone per quanto sono mal realizzati.
Da tutto ciò è chiaro come la produzione abbia deciso di allocare il budget, insufficiente a mantenere un'alta qualità per tutta la serie, su alcuni episodi chiave, lasciando gli spiccioli per gli altri.
Cenno a parer mio va fatto alla fotografia dell'anime (che, ricordo, nelle serie di animazione questa si riferisce alle fotografie che vengono fatte ai lucidi dei vari frame): in molti momenti infatti si nota una messa a fuoco non perfetta, e ciò risulta davvero molto fastidioso, visto con la qualità video attuale (probabilmente con i vecchi TV a tubo catodico la cosa non si notava).
Infine, breve rimando va fatto al comparto sonoro, che risulta buono e presenta una colonna sonora (nonché la opening e la ending) di gradevole fattura.
Tra i pro: storia interessante e con ottimi spunti; buona colonna sonora; alcuni episodi molto ben animati.
Tra i contro: qualità non costante nel corso della serie; eccessiva diluizione della storia e numerosi episodi filler; caratterizzazione dei personaggi non omogenea.
"Nadia - Il mistero della pietra azzurra " è perciò un anime che tutto sommato ho apprezzato, è ricco di ottimi presupposti e ha anche una trama interessante, ma che presenta innumerevoli difetti che ne inficiano la riuscita finale.
Per rendere questa serie un prodotto ben più pregiato, sarebbe bastato concentrare il numero di episodi, che sono troppi e ricchi di filler; a parer mio la serie sarebbe potuta durare benissimo una decina di episodi in meno (ma probabilmente si poteva condensare nei canonici venticinque/ventisei episodi) e sarebbe risultata più gradevole e con meno problemi di scarsa qualità tecnica.
Sono comunque stato contento di essermi recuperato quest’opera, che rimane comunque importante per la storia dell'animazione giapponese, e nella quale i fan di "Neon Genesis Evangelion" troveranno sicuramente molti fattori che Anno ha ripreso nella sua serie di qualche anno dopo.
Proprio la direzione a cura del padre di "Neon Genesis Evangelion" è stato il motivo che mi ha spinto a recuperare questa serie di trentanove episodi.
Parto dicendo che ho trovato questa serie gradevole, e, nonostante l'età, ne ho apprezzato la visione. Il maggior fattore negativo riscontrato sta però nella instabilità generale del prodotto nel corso dei vari episodi, sia per quanto riguarda la scrittura e trama che per la qualità tecnica. Ma andiamo con ordine.
L'anime racconta la storia dei nostri due protagonisti, Nadia e Jean, che, dopo essersi incontrati all'Esposizione Universale di Parigi del 1889, intraprenderanno un viaggio alla scoperta del passato di Nadia e del mistero della pietra azzurra che porta al collo.
La serie parte leggermente in sordina, ma dopo qualche episodio arrivano dei buoni spunti (la serie è liberamente ispirata al romanzo "20.000 leghe sotto i mari") e si fa interessante. In seguito a questa parte però, l'anime cala, portandoci numerosi episodi in gran parte riempitivi (filler) che poco servono allo sviluppo della trama.
Questa poi si riprenderà, assumendo anche toni drammatici, nella parte centrale della serie, per poi calare a picco, in particolare nella parte subito precedente ai quattro episodi finali; questi rivedono di nuovo un'impennata della scrittura, anche per quanto riguarda la maturità dei temi trattati e la drammaticità dei fatti narrati.
L'approfondimento dei personaggi è anch'esso caratterizzato in modo non omogeneo: ne abbiamo infatti alcuni/e che sviluppano un carattere credibile e originale (in particolare Nadia), altri che sono principalmente un'accozzaglia di stereotipi. Punto focale della serie rimane sempre il rapporto tra il positivismo e l'entusiasmo per la scienza (impersonati principalmente da Jean) e dalla negazione e consapevolezza dei danni che quest'ultima può causare se usata in modo sbagliato.
Questo meccanismo di salite e discese si ripresenta anche per la qualità tecnica della serie: passiamo infatti da momenti tecnicamente ottimi, con animazioni pregevoli che risultano molto godibili anche viste in questi anni, a interi episodi animati davvero in modo approssimativo e legnoso, con i disegni dei visi dei personaggi che a momenti sembrano altre persone per quanto sono mal realizzati.
Da tutto ciò è chiaro come la produzione abbia deciso di allocare il budget, insufficiente a mantenere un'alta qualità per tutta la serie, su alcuni episodi chiave, lasciando gli spiccioli per gli altri.
Cenno a parer mio va fatto alla fotografia dell'anime (che, ricordo, nelle serie di animazione questa si riferisce alle fotografie che vengono fatte ai lucidi dei vari frame): in molti momenti infatti si nota una messa a fuoco non perfetta, e ciò risulta davvero molto fastidioso, visto con la qualità video attuale (probabilmente con i vecchi TV a tubo catodico la cosa non si notava).
Infine, breve rimando va fatto al comparto sonoro, che risulta buono e presenta una colonna sonora (nonché la opening e la ending) di gradevole fattura.
Tra i pro: storia interessante e con ottimi spunti; buona colonna sonora; alcuni episodi molto ben animati.
Tra i contro: qualità non costante nel corso della serie; eccessiva diluizione della storia e numerosi episodi filler; caratterizzazione dei personaggi non omogenea.
"Nadia - Il mistero della pietra azzurra " è perciò un anime che tutto sommato ho apprezzato, è ricco di ottimi presupposti e ha anche una trama interessante, ma che presenta innumerevoli difetti che ne inficiano la riuscita finale.
Per rendere questa serie un prodotto ben più pregiato, sarebbe bastato concentrare il numero di episodi, che sono troppi e ricchi di filler; a parer mio la serie sarebbe potuta durare benissimo una decina di episodi in meno (ma probabilmente si poteva condensare nei canonici venticinque/ventisei episodi) e sarebbe risultata più gradevole e con meno problemi di scarsa qualità tecnica.
Sono comunque stato contento di essermi recuperato quest’opera, che rimane comunque importante per la storia dell'animazione giapponese, e nella quale i fan di "Neon Genesis Evangelion" troveranno sicuramente molti fattori che Anno ha ripreso nella sua serie di qualche anno dopo.
The Promised Neverland 2
3.0/10
Recensione di SimoSimo_96
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Parliamoci chiaro. C'erano sentori di una stagione rivisitata in funzione di un'accelerata generale degli eventi, anche se il risultato ha superato di gran lunga le attese. Perché che il finale del manga era piaciuto poco o niente era chiaro a tutti, altrettanto lo era quindi il fatto che, a investire troppo sforzo economico e produttivo per ottenere un livello di qualità tendenzialmente accettabile, c'era il rischio che non avrebbe ripagato. L'opera originale ha avuto sì successo, ma non il successo sperato, di conseguenza la paura di 'floppare' indipendentemente dalla qualità dell'adattamento animato era palese e concreta. Personalmente, quando a suo tempo lessi delle parti originali, ho ingenuamente sperato che volessero porre rimedio a quella parte del manga che meno era piaciuta al pubblico, però, sotto sotto, sapevo che era una speranza effimera. Certo è che non mi aspettavo un tale scempio a livello narrativo. Anzi, mi rendo voce portante dell'intero mondo degli appassionati di animazione, affermando con certezza che nessuno se lo aspettasse.
Veniamo ai fatti, cercando di mantenerci brevi e concisi, perché il tempo che ho speso dietro a questa seconda stagione è durato anche troppo, e non vale assolutamente quel che costa. Un manga da seguire, ma un'idea da salvare. Questo doveva essere "The Promised Neverland", perché, suo malgrado, l'opera originale, così come i bambini, dopo la fuga dalla maledetta fattoria, ha finito col perdersi anch'essa. Ma le premesse c'erano tutte, le carte in regola pure. Bastava giusto un ritocco qua e là, e le cose sarebbero andate diversamente, molto diversamente.
Come già detto, parliamo di un titolo che è stato apprezzato solo in parte, ecco quindi il motivo per cui si è deciso, purtroppo per noi, di andare per la via più facile, e soprattutto più economica. Ebbene sì, ha di nuovo vinto il portafogli. Ma non è comunque nemmeno questo che ha spedito "The Promised Neverland" nel dimenticatoio. Perché, se mi vuoi adattare una cosa come oltre cento capitoli in soli undici episodi - proprio così, sceneggiatore, sto parlando con te -, me lo puoi anche fare. Ma, per favore, fammi la cortesia di tagliare dei pezzi, non di modificarli o addirittura rimpiazzarli. Il problema di questa seconda stagione è unicamente questo, non il fatto che il manga non sia stato seguito, bensì il fatto che lo scempio che è stato creato, a scopo di prenderne il posto, è un risultato inaccettabile. Perché, indipendentemente dal confronto con la versione cartacea, questo arco di episodi non ha il minimo filo logico, e pensare che sarebbe bastato riallacciarsi a un punto (chi ha letto il manga sa anche quale), e vivere Goldy Pound e ciò che consegue, semplicemente attraverso il racconto di Emma a Norman, giusto per fare un esempio.
Uno spreco, ecco cos'è "The Promised Neverland", perché quanto c'era di migliorabile è stato definitivamente e irrevocabilmente distrutto, lasciando il peggior ricordo possibile di un titolo che invece, fino a qualche mese fa, tutti ricordavano con piacere.
Tengo a precisare, c'è anche del buono in questo prodotto, ovvero la ending, una delle più belle che abbia mai ascoltato. Basta, nient'altro, e non sto esagerando, il resto è tutto da buttare, e, a quanto si è visto, ci han già pensato gli sceneggiatori.
P.S. Gli episodi in realtà sono soltanto dieci. Mi rifiuto di accettare che una presentazione PowerPoint venga definita episodio, specialmente se dell'ultimo si tratta.
Veniamo ai fatti, cercando di mantenerci brevi e concisi, perché il tempo che ho speso dietro a questa seconda stagione è durato anche troppo, e non vale assolutamente quel che costa. Un manga da seguire, ma un'idea da salvare. Questo doveva essere "The Promised Neverland", perché, suo malgrado, l'opera originale, così come i bambini, dopo la fuga dalla maledetta fattoria, ha finito col perdersi anch'essa. Ma le premesse c'erano tutte, le carte in regola pure. Bastava giusto un ritocco qua e là, e le cose sarebbero andate diversamente, molto diversamente.
Come già detto, parliamo di un titolo che è stato apprezzato solo in parte, ecco quindi il motivo per cui si è deciso, purtroppo per noi, di andare per la via più facile, e soprattutto più economica. Ebbene sì, ha di nuovo vinto il portafogli. Ma non è comunque nemmeno questo che ha spedito "The Promised Neverland" nel dimenticatoio. Perché, se mi vuoi adattare una cosa come oltre cento capitoli in soli undici episodi - proprio così, sceneggiatore, sto parlando con te -, me lo puoi anche fare. Ma, per favore, fammi la cortesia di tagliare dei pezzi, non di modificarli o addirittura rimpiazzarli. Il problema di questa seconda stagione è unicamente questo, non il fatto che il manga non sia stato seguito, bensì il fatto che lo scempio che è stato creato, a scopo di prenderne il posto, è un risultato inaccettabile. Perché, indipendentemente dal confronto con la versione cartacea, questo arco di episodi non ha il minimo filo logico, e pensare che sarebbe bastato riallacciarsi a un punto (chi ha letto il manga sa anche quale), e vivere Goldy Pound e ciò che consegue, semplicemente attraverso il racconto di Emma a Norman, giusto per fare un esempio.
Uno spreco, ecco cos'è "The Promised Neverland", perché quanto c'era di migliorabile è stato definitivamente e irrevocabilmente distrutto, lasciando il peggior ricordo possibile di un titolo che invece, fino a qualche mese fa, tutti ricordavano con piacere.
Tengo a precisare, c'è anche del buono in questo prodotto, ovvero la ending, una delle più belle che abbia mai ascoltato. Basta, nient'altro, e non sto esagerando, il resto è tutto da buttare, e, a quanto si è visto, ci han già pensato gli sceneggiatori.
P.S. Gli episodi in realtà sono soltanto dieci. Mi rifiuto di accettare che una presentazione PowerPoint venga definita episodio, specialmente se dell'ultimo si tratta.
Diciamo che non parte esattamente benissimo la recensione con delle informazioni errate...
Ma che OST ha ascoltato? D'accordo che era difficile raggiungere la quantità incredibile di OST della prima serie ma già The Rumble of Scientific Triumph e Trascendance rivaleggiano per me con Caradhina
Riassumere Bondrewd in due parole è proprio un eresia vista la sua complessità che lo porta ad essere ( a mio parere) uno dei migliori "Villain" degli ultimi anni.
Più che lamentarsi è da chiedersi se serviva proprio? Poi dal momento che ci sta ti adegui. Se l'autore ci infila un finale Horror, ha tutta la mia stima...
Spero con tutto il cuore che non si vada per un finale buono, anche se al momento ci sono i tasselli come la reliquia di Ozen per ottenerlo.
Il motivo è per una semplice questione di Classe, distinguersi dalle solite scelte convenzionali.
Ci servono più finali impattanti come il vecchio Diablo.
È una domanda che non mi chiedo quasi mai, se l'autore ha voluto così affari suoi. Se poi una cosa dà davvero fastidio non resta che una cosa da fare, smettere di guardare/leggere quell'opera. Abbastanza semplice.
Il voto dovrebbe essere almeno un 8, se non altro per gli episodi finali. Ma non sono solo gli episodi finali ad essere validi, in generale è una serie molto buona, con qualche episodio fiacco in mezzo. Una delle serie migliori degli anni '90, serie così piene d'avventura, misteri e pure comicità (non troppo impegnativa, ma nemmeno troppo leggera) così non le fanno ormai più purtroppo. Meriterebbe una maggior fama, ma molti pensano che la Gainax non esisteva prima di Evangelion, sicché...
Certo la sigla cantata da Cristina D'Avana era fantastica. Altri tempi però, altri tempi.
Grazie mille
Su Made in Abyss sto aspettando che finisca la seconda serie per gustarmela tutta ma merita tanto (e ho delle grandi aspettative, lo confesso)
The Promised Neverland 2 merita un voto basso, 3 o 4 che sia, hanno fatto molto peggio del manga, se l'originale fosse finito prima avremmo parlato di capolavoro senza dubbio alcuno (gusti permettendo).
Quanto alla seconda stagione di The Promised Neverland, è uno dei (fin troppi) perfetti esempi di come un adattamento animato NON deve essere, quindi concordo con il voto anche in questo caso. Anzi, se non fosse The Promised Neverland gli avrei dato 1.
Non ho visto il film, ma per il resto idem. E neanch'io so il perchè.
Uh, ho appena visto che qualcuno gli ha dato 4, 5, 5 e 1/2....ASSURDO!
Fortunatamente la maggior parte degli utenti ha dato almeno 8, con molti 10 (ecco, io forse 10 pieno non lo darei, ma comunque non c'è niente di male se uno è entusiasta riguardo quest'anime. Il finale è sicuramente da 10 e lode!).
Nadia è un capolavoro assoluto. La miglior serie dello studio Gainax e il miglior lavoro di Anno. Oggi la gente guarda più alla fluidità dei movimenti, all'uniformità dei disegni, alla spremuta d'arancia, alla sintesi, la sinossi visiva. Neanche sa che quei 20 minuti d'animazione si "ammiravano" in un determinato orario, per una volta alla settimana (da noi una volta al giorno!), con budget ridotti (prodotti televisivi) e disegnati e lavorati a mano.
Dopo arriva la "nuova" gente laureata in critica, con la puzza sotto il naso, che fa un gesto così con la mano ...
Non è una questione di crescere, tutto nasce semplicemente da un proprio pensiero.
Esistono due concetti, la realtà oggettiva e quella soggettiva.
Tutto sta, semplificando, nel pensare a 6 come mediocre, 7 sufficiente e da 8 in poi buono. Del resto un 9 risalta ma un 7 rimane statisticamente nella norma. Elemento confutabile e oggettivo.
Le convinzioni di una persona quando poggiano su basi solide per quanto opinabili diventano una realtà oggettiva per quella persona, soggettiva per chiunque abbia una corrente di pensiero contrario, ovvero una realtà oggettiva diversa.
Chiunque al contrario sia convinto che 7 sia oggettivamente un buon voto senza valutare altri elementi importanti parla di una propria realtà soggettiva senza saperlo.
Si cresce solo nel confronto senza mai porsi al di sopra di questo, del resto la mia frase preferita è sempre "non sono migliore di nessuno ma nessuno è migliore di me".
A casa mia 6 è sufficiente e 7 è buono, poi ognuno la pensa come vuole. E comunque ho detto esplicitamente che il mio è un parere soggettivo. Come sempre. La pretesa di oggettività, quando non c'è, la vede solo chi non è abbastanza maturo per accettare pareri diversi dai propri. Se per te, per Tizio, per Caio, per il mio vicino di casa o per mia nonna una determinata serie merita un voto piuttosto che un altro, a me non cambia la vita. A molti invece sì, a quanto pare.
Perdonami, una curiosità, forse son rimasto indietro: ai miei tempi pessimo era 2, insufficiente era 4, mediocre era 5, sufficiente era 6, discreto 7, buono 8, distinto 9, ottimo 10. ALmeno quando facevo le elementari/medie/superiori...
Oggi i voti son cambiati?
Si, in parte sono cambiati, almeno per quanto riguarda film, anime, videogames etc...la percezione del pubblico è che qualcosa che "vale 7" non vale la pena di essere visto, giocato, letto...il 7 viene oggi considerato come appena sufficiente, quando invece una volta era considerato ampiamente positivo.
Oggi se un'opera riceve un voto del genere (dalla critica) chi l'ha prodotta si dispera, perché sa che influirà negativamente sulle vendite. È un problema tutto moderno: una volta si basava molto meno ai voti, ma oggi, data la quantità di opere disponibili, e l'impossibilità oggettiva di visionarle tutte, ci si affida alla critica per capire cosa vale la pena guardare e cosa no. Così si finisce però solo per scremare tutto (o quasi) quello che sta sotto all'otto, perché perfino il 7 è diventato un voto troppo basso per molte persone. Ma la critica NON è infallibile, e soprattutto non vuol dire che un anime da 6/7 sia una perdita di tempo, anzi, dipende molto dai gusti personali.
Non conosco la mole di lavoro che comporta ma non ci vuole un genio a capire che una scala in decimi è dispersiva rispetto ad una scala ridotta.
Ci sono arrivati siti più ignoranti e non ci troviamo ancora qui a discutere sul fatto che esiste qualcuno che riesce a valutare un'opera con un 1 o peggio ancora con 0.5
E ancora qualcuno riesce ad argomentare allegramente che esiste la possibilità di compensarlo assegnando un 10. Peccato che 10+1= 11 e per media matematica /2= 5.5 (vi pare forse che un 10 sia sufficiente ad alzare un voto 1?)
Poi arriva il genio che dice che il voto non fa l'opera...
Certo, ma dal momento che assegno una priorità a qualcosa un giudizio dovrò esprimerlo.
Altrimenti stiamo qui a discutere del senso del bello o brutto. (a pettinar la bambole...)
Cosa si perde al ridurre la scala a 5?
1- Mi ha fatto Schifo
2- Mi ha Deluso
3- Nella Norma/Mediocre
4- Caruccio/Consigliabile
5- Una Bomba
E svecchiamolo sto sistema da girella...
Sottoscrivo in toto.
A titolo di esempio il Morandini usa una scala di 5 ed il Mereghetti una scala di 4.
Che poi in questa rubrica, al di là del voto, penso sia più importante l'esposizione e l'argomentazione.
Restando in tema Nadia sono d'accordo con la recensione; con la metà delle puntate sarebbe stato eccezionale.
Ma che cambia se si una scala in decimi, centesimi, millesimi, quarantesimi o altro?? Sempre numeri sono, l'importante sarebbe mettersi d'accordo sul significato di quei numeri.
Il ragionamento di considerare il 7 sufficiente lo applicavo quando leggevo le recensioni dei videogiochi perché si sa che tanto sulle riviste (prima) e su internet (poi) nessuno si sognava di stroncare un videogioco a meno che non fosse una vera schifezza, (mi riferisco a siti specializzati). Qui però siamo tutti appassionati "normali" non è che dobbiamo parlar bene per forza di un'opera, per cui un 6 potrebbe essere davvero una sufficienza e un 7 un discreto o almeno è così che io l'ho sempre visto fino ad ora.
Comunque concordo sul fatto che dovrebbe esserci una legenda per l'attribuzione dei voti almento tutti adotteremmo lo stesso criterio.
Quella è una realtà che con il tempo si è scontrata con un'altra realtà dove, come accennava The legendary Super Donald, si è andato a scalare di un voto (solo che non esiste 11 ) quindi 7 per molte persone è la nostra vecchia sufficienza. (Come dicevo loro parlano che statisticamente un 7 rimane nella norma non evidenziandosi dal resto delle opere.) Che sia una corrente di pensiero sbagliata è opinabile, rimane però valido una cosa che dico sempre: che più di un voto, che può essere positivo o negativo, vale quello che è scritto nella recensione, ma il voto per una diversità di motivazioni resterà sempre (e reputo che sia giusto così).
Gli aggiornamenti sono un qualcosa di inevitabile con il tempo anche se non tutte costituiscono migliorie reali.
Una critica mossa in questa discussione è che il valore di un 7 non mostra a sufficienza il valore dell'opera.
Consideriamo il valore che suggerisci, a Nadia si sarebbe dato un 4, in tal caso avrebbe risolto la questione?
Io suggerivo il valore da 1 a 100, forse in questa sede avrebbe avuto un 72.
Fra 72, 7 e 4 cosa può cambiare? Solo la percezione personale, ma nel caso della scala da a 1 a 100 si possono mettere i voti con maggiore scelta.
Le alternative non finiscono con i numeri, esistono anche stelle di gradimento, gli smile, etc.
Quello che in ogni caso non vorrei è un appiattimento delle valutazioni: esistono opere brutte, opere mediocri, quelle che fanno il loro dovere, opere che opere che consiglio, altre davvero belle e capolavori indiscussi, insomma c'è varietà e vorrei mantenerla.
Edit: Ecco pure l'idea di brady è interessante.
Eh già, esiste gente al mondo che non la pensa come te... Chi l'avrebbe mai detto!
Perchè va bene tutto ma manco fossero il pinnaccolo della tv mondiale, io sinceramente mi preoccuperei molto di più delle insufficienze (altro che 7) date ai vari Steins Gate, Attack on Titan e Fullmetal Alchemist...
3 opere per volta, 3 opere per volta. Io comunque continuo a sostenere che Nadia e Made in Abyss sono opere molto valide.
belle le recensioni in generale.
il voto a Promised invece è tristemente giusto. cioe, oddio, la prima parte è da 9, la seconda da suicidio, per chi conosce il manga.... hanno letteralmente devastato tutto, tagliando tutte le parti e i pg piu belli. (il bunker, legravalima, etc). peccato davvero, c'era un potenziale immenso e come dimenticare il disagio degli autori dell'anime che si rimbalzavano la responsabilità del fiasco.... LOL
Il dialogo deve sempre rimanere civile, senza toni offensivi verso nessuno, altrimenti non è dialogo.
ma non credo serva affatto cambiare il metodo. anzi penso che 5 gradi siano troppo pochi se uno vuole esprimere in una maniera piu articolata il suo giudizio. questo va benissimo cosi come è, tanto si tratta sempre e comunque di valutazioni soggettive. cio che conta è il contenuto delle recensioni, sopra ogni cosa.
tanto poi la valutazione generale sulla scheda la fa la media totale di tutto, ma se uno vole leggersi le rece si fa una idea ben piu approfondita dell'opera che leggere i numeretti non c'entra niente il sistema "girella" o "vecchio", siccome non c'entra proprio niente con la longevità di utilizzo. è solo un altro tipo di metodo, poteva andare bene pure quello da 1 a 5, ma c'è quello fino a 10, è la stessa cosa alla fine della fiera.
Riguardo Nadia, gli ep finali sono arte all'ennesima potenza in stile Gainax anni d'oro. in effetti si dilunga troppo in alcune inutili parti (vabbe, degustibus) ma per me non intacca piu di tanto la grandezza dell'opera
Esatto, non sono certo i filler animati male che possono intaccare il valore de Il mistero della pietra azzurra. E si, in certi punti potrà anche sembrare un'opera imperfetta, ma i personaggi sono tutti memorabili, specie il capitano Nemo. È un anime ricco di Avventura (con la A maiuscola), mistero, emozioni... è un anime vivo, vitale, non come tante, troppe produzioni moderne.
Invece per me ad esempio i filler sono fondamentali nel determinare la qualità di una serie. Non basta un finale col botto per determinare una buona serie. Se una parte importante della serie è costituita da episodi pallosi (filler o non filler che siano) secondo me ci sono tutti gli estremi per penalizzare una serie e farla scendere da un 9 a un 7 (“avrebbe potuto essere capolavoro, ma si è perso”).
Poi vabbè, se non mi sforzassi di dare a Cesare quel che è di Cesare, io a Nadia appiopperei un 3 perché la protagonista è simpatica come una mazzata sulle gengive e io ho odiato ogni singolo momento in cui lei è sullo schermo, ma questa è una mia personalissima opinione che pochi condividono.
Un 7, checché ne dicano molti, è un voto per nulla scandaloso. Mica è un 4.
Trovo alquanto divertente che tu voglia dare 3 a Il mistero della pietra azzurra solo perché la protagonista ti sta sulle scatole...Come quelli che danno 1 ad Evangelion solo perché trovano Shinji fin troppo apatico.
È un po’ diverso. Per me l’antipatia della protagonista ha fagocitato ogni piacere nel vedere l’anime, ma non è un personaggio scritto male, quindi, anche se io lo percepisco come 3 perché è una serie che non riesco proprio a guardare, sarebbe una follia dare quel voto. Invece trovo che 7 sia un voto che ci sta, per i motivi spiegati nella prima parte del post.
Eh no, non è tanto diverso, perchè in entrambi i casi Nadia e Shinji non costituiscono l'intera esperienza offerta dalle 2 serie, sono solo una parte, importante quanto vuoi, ma pur sempre una parte di un'opera più complessa dei singoli personaggi. Ci sono un sacco di personaggi che detesto in anime che pure ho apprezzato, se non addirittura amato.
Mah per me tra il dire “questa serie fa cagare”, e il dire “questa serie MI fa cagare, ma oggettivamente è una serie ben fatta” mi sembra che ci sia una bella differenza. Ma non discuterò oltre.
Eh bravo, ti metterò sul mio tabellone delle medaglie.
No, tu hai detto praticamente:
"ehi, questa serie mi fa schifo perché UNO dei suoi personaggi mi sta sulle scatole".
Capisci che non ha molto senso? E tutto il resto? Il mondo e gli altri personaggi creati dalla Gainax non contano? Mi pare una visione alquanto miope e limitata di un'opera animata come Il mistero della pietra azzurra.
Farlo da Blog non avrebbe visibilità. Quindi deve metterci la pezza qualche staffer. Il sistema dei voti non funziona su AC e lo ribadirà più del 50% delle persone.
Di sicuro problemi come "review bombing" non si risolveranno mai...
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