Esiste il destino? Filosofi e poeti, scrittori e teologi hanno disquisito per secoli sull'argomento. Se quel giorno perdere il treno ci avesse salvato la vita? Se chiedere l'amicizia su un social ci facesse incontrare il vero amore? Quanti "se" possono esserci in una vita? E quanti di questi "se" sono dipesi effettivamente da noi?
Su questo ruota First love - Hatsukoi, la nuova serie di Netflix, uscita il 24 novembre 2022, scritta e diretta da Yuri Kanchiku, che ha già curato il documentario sulle idol AKB48, con protagonisti Hikari Mitsushima (Gomen ne Seishun, Totto Terebi) nel ruolo di Yae Noguchi e Takeru Sato (Rurouni Kenshin) in quello di Harumichi Namiki.
Può quindi l'amore essere per sempre? Superare le difficoltà, la lontananza e restare intatto per oltre vent'anni? Esiste una persona che è quella giusta e che tornerà da noi anche quando la credevamo fuori dalla nostra portata?
Argomenti universali, se si pensa che sia in occidente che in oriente esistono miti e leggende che celebrano l'anima gemella. Da quello greco in cui ogni essere vivente non è altro che la metà di due individui divisi da Zeus che li separò e li destinò a cercarsi per tutta la vita, a quello nipponico secondo cui ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra, che lo lega alla propria anima gemella e che è indistruttibile rendendo così le due persone destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.
Ed è questo che succede a Yae e Harumichi: nel corso dei nove episodi di cui è composta la serie li vedremo mettersi assieme con tutti i palpiti e le farfalle nello stomaco che porta con sè il primo vero amore, perdersi a causa dell'imperscrutabilità della vita, andare avanti da soli per un decennio, con la sensazione più o meno consapevole di come non sia perfetta, di come manchi qualcosa di essenziale, per poi ritrovarsi più adulti, ancora impacciati magari ma anche più pronti a buttarsi senza sprecare altro tempo.
La peculiarità di questa serie e anche quello che può lasciare perplessi appena si inizia la visione del primo episodio è che tutto questo è abilmente mescolato: si va avanti e indietro nel tempo continuamente, saltando lungo tre linee temporali. Abbiamo il passato che inizia nel 1999 con Yae e Harumichi da adolescenti, passando al 2010 quando i due sono adulti ma ognuno ha preso strade diverse, per arrivare al presente ambientato nel 2018, quando le loro vite si incrociano nuovamente fino ad arrivare al 2020.
La confusione iniziale che prova lo spettatore dura molto poco, perché la regia e la sceneggiatura sono molto abili ad intrecciare i vari piani temporali disseminando qui e là briciole di vita che come per magia si riallacceranno una con l'altra facendoci capire come forse esista davvero il destino. Fatti apparentemente senza importanza, come vedere Titanic in televisione, si riveleranno invece snodi fondamentali dell'amore fra Yae e Harumichi.
Durante la visione si viene perciò pervasi da una sorta di sense of wonder unito a una struggente malinconia, il tutto veicolato da una fotografia che esalta i colori pastellati della natura e il grigiore delle vite da adulti.
Impeccabili la regia e il montaggio che riescono a comporre un puzzle perfetto dove tutto si incastra con semplicità e facilità. Inoltre anche la storia irrompe nella trama, dando una spinta agli eventi: dalla guerra in Iraq al terremoto del Tohoku del 2011, fino alla pandemia e a come essa abbia cambiato il modo di rapportarsi fra le persone e sul lavoro.
Hikari Mitsushima e Takeru Sato si alternano a Rikako Yagi e Taisei Kido nell'interpretare Yae e Harumichi rispettivamente da adulti e da giovani, e danno vita a personaggi difficili da dimenticare. Tanto esuberanti e pieni di sogni i due ragazzi, quanto rassegnati e disillusi i due adulti. Eppure se il destino ci mette lo zampino, nulla può fare la volontà umana.
Difficile aggiungere altro senza spoilerare, e sarebbe davvero un peccato perché si perderebbe davvero tanto di questa storia così delicata e che abbraccia anche le vite di personaggi secondari ma non per questo meno importanti.
Dal figlio di Yae alla fidanzata di Harumichi, dai colleghi di lavoro di entrambi al primi amori di una seconda generazione su cui vegliano con nostalgia e un senso di rimpianto i due protagonisti, sono molte le storie parallele a cui ci si affeziona e molti i volti di attori bravi quanto i protagonisti: troviamo infatti nomi come Akiyoshi Nakao, Towa Araki, Aoi Yamada, Gaku Hamada, Osamu Mukai e Kyoko Koizumi.
Curiosità vuole che sia stata la stessa Mitsushima a suggerire al produttore del progetto, Kazutaka Sakamoto, il nome di Sato come suo partner.
Fondamentale inoltre la musica, vera madeleine che permetterà una svolta importante sul finale. D'altronde tutta la storia come anticipato all'inizio è stata ispirata da due canzoni di Hikaru Utada: "First Love" pubblicata il 28 aprile 1999 e "Hatsukoi" che risale invece al 2018.
"First Love" è anche l'album di debutto di Hikaru Utada, incentrato sul tema dell'amore e delle relazioni. Album accolto positivamente dalla critica grazie a testi e voce di Utada, nella prima settimana di pubblicazione l'album entrò nella Classifica Oricon degli Album al primo posto con oltre due milioni di copie vendute.
Dalla sua uscita, "First Love" rimane l'album giapponese più venduto con oltre undici milioni di dischi acquistati in tutto il mondo. "Hatsukoi" invece è il settimo album in studio di Hikaru Utada, pubblicato il 27 giugno 2018 per festeggiare il 20° anniversario dell'artista in Giappone.
Su questo ruota First love - Hatsukoi, la nuova serie di Netflix, uscita il 24 novembre 2022, scritta e diretta da Yuri Kanchiku, che ha già curato il documentario sulle idol AKB48, con protagonisti Hikari Mitsushima (Gomen ne Seishun, Totto Terebi) nel ruolo di Yae Noguchi e Takeru Sato (Rurouni Kenshin) in quello di Harumichi Namiki.
Yae Noguchi (Hikari Mitsushima) e Harumichi Namiki (Takeru Sato) sono giovani, liberi e follemente innamorati. Da adolescenti hanno il mondo in pugno, ma il destino li separa e due decenni dopo, Yae è una madre single con un figlio adolescente, mentre Harumichi è fidanzato con un’altra donna. Da adulti le loro vite sembrano offuscate, come se mancasse una parte molto importante.
La storia, creata ispirandosi a due canzoni di Hikaru Utada ("First Love", enorme successo del 1999 e "Hatsukoi", pubblicato 19 anni dopo) segue i due protagonisti nel corso di più di 20 anni abbracciando tre decenni: la fine degli anni '90, gli anni 2000 e il presente.
La storia, creata ispirandosi a due canzoni di Hikaru Utada ("First Love", enorme successo del 1999 e "Hatsukoi", pubblicato 19 anni dopo) segue i due protagonisti nel corso di più di 20 anni abbracciando tre decenni: la fine degli anni '90, gli anni 2000 e il presente.
Può quindi l'amore essere per sempre? Superare le difficoltà, la lontananza e restare intatto per oltre vent'anni? Esiste una persona che è quella giusta e che tornerà da noi anche quando la credevamo fuori dalla nostra portata?
Argomenti universali, se si pensa che sia in occidente che in oriente esistono miti e leggende che celebrano l'anima gemella. Da quello greco in cui ogni essere vivente non è altro che la metà di due individui divisi da Zeus che li separò e li destinò a cercarsi per tutta la vita, a quello nipponico secondo cui ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra, che lo lega alla propria anima gemella e che è indistruttibile rendendo così le due persone destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.
Ed è questo che succede a Yae e Harumichi: nel corso dei nove episodi di cui è composta la serie li vedremo mettersi assieme con tutti i palpiti e le farfalle nello stomaco che porta con sè il primo vero amore, perdersi a causa dell'imperscrutabilità della vita, andare avanti da soli per un decennio, con la sensazione più o meno consapevole di come non sia perfetta, di come manchi qualcosa di essenziale, per poi ritrovarsi più adulti, ancora impacciati magari ma anche più pronti a buttarsi senza sprecare altro tempo.
La peculiarità di questa serie e anche quello che può lasciare perplessi appena si inizia la visione del primo episodio è che tutto questo è abilmente mescolato: si va avanti e indietro nel tempo continuamente, saltando lungo tre linee temporali. Abbiamo il passato che inizia nel 1999 con Yae e Harumichi da adolescenti, passando al 2010 quando i due sono adulti ma ognuno ha preso strade diverse, per arrivare al presente ambientato nel 2018, quando le loro vite si incrociano nuovamente fino ad arrivare al 2020.
La confusione iniziale che prova lo spettatore dura molto poco, perché la regia e la sceneggiatura sono molto abili ad intrecciare i vari piani temporali disseminando qui e là briciole di vita che come per magia si riallacceranno una con l'altra facendoci capire come forse esista davvero il destino. Fatti apparentemente senza importanza, come vedere Titanic in televisione, si riveleranno invece snodi fondamentali dell'amore fra Yae e Harumichi.
Durante la visione si viene perciò pervasi da una sorta di sense of wonder unito a una struggente malinconia, il tutto veicolato da una fotografia che esalta i colori pastellati della natura e il grigiore delle vite da adulti.
Impeccabili la regia e il montaggio che riescono a comporre un puzzle perfetto dove tutto si incastra con semplicità e facilità. Inoltre anche la storia irrompe nella trama, dando una spinta agli eventi: dalla guerra in Iraq al terremoto del Tohoku del 2011, fino alla pandemia e a come essa abbia cambiato il modo di rapportarsi fra le persone e sul lavoro.
Hikari Mitsushima e Takeru Sato si alternano a Rikako Yagi e Taisei Kido nell'interpretare Yae e Harumichi rispettivamente da adulti e da giovani, e danno vita a personaggi difficili da dimenticare. Tanto esuberanti e pieni di sogni i due ragazzi, quanto rassegnati e disillusi i due adulti. Eppure se il destino ci mette lo zampino, nulla può fare la volontà umana.
Difficile aggiungere altro senza spoilerare, e sarebbe davvero un peccato perché si perderebbe davvero tanto di questa storia così delicata e che abbraccia anche le vite di personaggi secondari ma non per questo meno importanti.
Dal figlio di Yae alla fidanzata di Harumichi, dai colleghi di lavoro di entrambi al primi amori di una seconda generazione su cui vegliano con nostalgia e un senso di rimpianto i due protagonisti, sono molte le storie parallele a cui ci si affeziona e molti i volti di attori bravi quanto i protagonisti: troviamo infatti nomi come Akiyoshi Nakao, Towa Araki, Aoi Yamada, Gaku Hamada, Osamu Mukai e Kyoko Koizumi.
Curiosità vuole che sia stata la stessa Mitsushima a suggerire al produttore del progetto, Kazutaka Sakamoto, il nome di Sato come suo partner.
Fondamentale inoltre la musica, vera madeleine che permetterà una svolta importante sul finale. D'altronde tutta la storia come anticipato all'inizio è stata ispirata da due canzoni di Hikaru Utada: "First Love" pubblicata il 28 aprile 1999 e "Hatsukoi" che risale invece al 2018.
"First Love" è anche l'album di debutto di Hikaru Utada, incentrato sul tema dell'amore e delle relazioni. Album accolto positivamente dalla critica grazie a testi e voce di Utada, nella prima settimana di pubblicazione l'album entrò nella Classifica Oricon degli Album al primo posto con oltre due milioni di copie vendute.
Dalla sua uscita, "First Love" rimane l'album giapponese più venduto con oltre undici milioni di dischi acquistati in tutto il mondo. "Hatsukoi" invece è il settimo album in studio di Hikaru Utada, pubblicato il 27 giugno 2018 per festeggiare il 20° anniversario dell'artista in Giappone.
First Love - Hatsukoi è una serie che lascia il segno: affonda delicatamente il coltello nel cuore e ci lascia commossi, spiazzati, a fare il tifo per i due protagonisti, a ridere con i loro batticuori da adolescenti e a piangere con loro per le scelte dure che la vita a volte li costringe ad affrontare. E anche se ancora una volta le donne si confermano più intraprendenti e decise degli uomini, la serie ci dona un bellissimo ritratto di una generazione che affronta un ventennio di grandi sfide e cambiamenti.
Consiglio: preparate i fazzoletti, ma non abbiate paura, ci si commuove ma si sorride anche e soprattutto si gode di regia, fotografia e prove attoriali davvero di alto livello.
Consiglio: preparate i fazzoletti, ma non abbiate paura, ci si commuove ma si sorride anche e soprattutto si gode di regia, fotografia e prove attoriali davvero di alto livello.
Pro
- Una delicata storia d'amore che attraversa due decenni di storia non solo giapponese
- Eccellente regia e sceneggiatura che incastra molto bene i vari piani temporali
- Un ottimo cast di attori sia nelle parti principali che in quelle secondarie
Contro
- Astenersi se non avete un animo romantico
Il trailer è doppiato in italiano
Ok grazie, sono fuori e internet prende pochissimo quindi i trailer non me li caricava… lo proverò allora.
E' presente su Netflix sia in lingua originale giapponese con i sottotitoli in italiano, sia interamente doppiato in lingua italiana.
♥
Se ti è piaciuto così tanto, consiglio anche la visione di Silent https://www.animeclick.it/live/45051/silent
nonché di farti guidare dai tag per scoprire altre opere simili correlate del nostro database ^^
Silent è il prossimo!!! Ce l'ho in lista!!! Grazie!
Ottimo
Ne approfitto anche per suggerire di tenere d'occhio la nostra prossima live (indicativamente giovedì 26 gennaio ma pubblicheremo la data precisa nel calendario settimanale Twicth, quindi monitoratelo), nonché quella che faremo a febbraio, mese, si sa, particolarmente "romantico"
Intanto gli attori.. non voglio spendere parole ripetitive su Takeru Satō, per me lui è un Dio dell'interpretazione.. mi emoziona tantissimo il suo muoversi sul schermo, in qualsiasi ruolo lo abbia visto. Lei è un'altra Dea: per un po' di tempo sparita dalla circolazione è tornata a farci sognare, con la sua allegria e forza comunicativa. Quindi già solo per loro due insieme alzavano le speranze verso soglie altissime.
Il drama lo sto vedendo è sto al secondo episodio, perciò darò un parere su questo due. Il primo episodio inquadra la trama e tutti i personaggi, fa frequenti salti nel passato e ci oresenta tutte le situazioni del caso.. forse lascia un po' freddi e con qualche punto di domanda.. l'unica certezza è la musica che accompagna la visione.
Il secondo spiazza. Spiazza perché è interente notare come non sono presenti tempi muti (e non morti), tipico momenti riflessivi presenti nelle produzioni nipponiche, che ne derminano una certa lentezza. Questi tempi qui sono completamente abbattuti e sostituiti da situazione chiare e molto dirette. Non necessariamente parlate, ma che per lo spettatore sono cmq più loquaci e più chiare negli intenti.. da questo punto di vista, credo che si faccia in qualche modo più vicino a produzioni internazionali di stampo americano, cosa che ho notato soprattutto nel comportamento dei protagonisti giovani. Mi sono chiesta se effettivamente un ragazzino del 1999 vivesse così apertamente la sua storia romantica, fregandosene degli sguardi degli altri o del giudizio dei genitori (insomma anno di manga, anime e drama ci hanno insegnato altro).
Questl modus non è per me negativo anzi... Trovo che dia alla storia un'apertura più universale, più vicina allo spettatore mondiale e non solo a quello giapponese e permetta a entrambi di aprire gli orizzonti e sognare..
Voglio spendere due altre parole per il rapporto madre figlio che si vede nel secondo episodio.. toccante, ben gestito e credibile. Mi ha colpito molto vedere come un semplice gesto di un ragazzino possa cambiare la giornata della madre in modo così bello.
Ora aspetto di vedere la tre.. me lo sto gustando un po' alla volta.. ^^
Non avevo dubbi: con Takeru Sato si va sul sicuro!
Ho rimandato la visione anche troppo.
È addirittura in italiano, quindi stasera vado con il primo episodio doppiato. (Per comodità, prima o poi me lo rivedo in lingua originale.)
La canzone che dà il titolo all'opera è stata anche la opening di un vecchio drama nipponico che ho seguito taaanti anni fa: Majo no Jōken. Tutte le volte che la sento la associo al vecchio telefilm. ^^;;;
Vedremo se adesso cambierò l'associazione di idee... XD
A chi piace il genere la consiglio assolutamente.
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