Il 31 agosto arriverà nei cinema italiani grazie a Lucky Red il film Manodopera - Interdit aux chiens et aux Italiens, titolo animato in stop motion del regista francese Alain Ughetto ispirato alla vita dei suoi nonni.
Il film ha vinto il premio come Miglior Film di Animazione agli European Film Awards del 2022 e il premio della Giuria al Festival International du Film D'Animation di Annecy 2022; è stato presentato per la prima volta alla 75° edizione del Locarno Film Festival e ha chiuso il 40° Torino Film Festival.
Enzo D'Alò, regista italiano d'animazione diventato celebre con La freccia azzurra e La gabbianella e il gatto, torna nei cinema italiani con Mary e lo spirito di mezzanotte, liberamente ispirato al romanzo La gita di mezzanotte di Roddy Doyle, in Italia edito da Guanda.
Il film sarà proiettato a partire dal 9 novembre.
Il film è stato presentato in concorso al Festival internazionale del cinema di Berlino 2023.
Fonti consultate:
Comingsoon e II
Siamo a cavallo del Novecento e la famiglia Ughetto vive a Ughettera, un paesino piemontese sotto il Monviso. Luigi e la moglie Cesira si trasferisce con i figli in Francia sperando in un futuro migliore. La famiglia affronta un viaggio lungo e faticoso: attraversano le Alpi a piedi con la neve dell'inverno, ma ad aspettarli c'è una vita di sacrifici, lavori sottopagati e razzismo. Gli italiani, nello specifico, sono particolarmente ghettizzati, tanto che i cartelli in alcuni locali proibiscono l'ingresso "ai cani e agli italiani". Durante la Prima Guerra Mondiale gli Ughetto riescono a guadagnare abbastanza da mandare i figli a scuola e aiutarli a trovare un posto in quel paese ostile ma che alla fine li accoglierà nonostante l'influenza spagnola e fascista.
Il film ha vinto il premio come Miglior Film di Animazione agli European Film Awards del 2022 e il premio della Giuria al Festival International du Film D'Animation di Annecy 2022; è stato presentato per la prima volta alla 75° edizione del Locarno Film Festival e ha chiuso il 40° Torino Film Festival.
Enzo D'Alò, regista italiano d'animazione diventato celebre con La freccia azzurra e La gabbianella e il gatto, torna nei cinema italiani con Mary e lo spirito di mezzanotte, liberamente ispirato al romanzo La gita di mezzanotte di Roddy Doyle, in Italia edito da Guanda.
Il film sarà proiettato a partire dal 9 novembre.
Mary ha 11 anni e desidera più di ogni altra cosa diventare una chef e la nonna Emer l'ha sempre sostenuta nel suo grande sogno. Però la via per il successo è irta di difficoltà e imprevisti e Mary si imbarca in un'avventura che la porterà a uscire dal tempo ed essere testimone del confronto di quattro donne di diverse generazioni che avranno occasione di legare e indirizzare la giovane verso il suo futuro.
Il film è stato presentato in concorso al Festival internazionale del cinema di Berlino 2023.
Fonti consultate:
Comingsoon e II
Questi boh... a essere franca non mi ispirano granché.
Semplicemente in Occidente non li trovi più animatori tradizionali in numero sufficiente a fare un cartone disegnato a mano con diversi frames al secondo. È un lavoro durissimo e non tutti sono adatti. Perciò in Occidente ormai gli animatori son passati tutti alla CGI o alla flash animation, molto più comode. Senza contare che in Occidente gli animatori hanno il "brutto vizio" di voler essere pagati per bene, avere ferie, malattia, assicurazioni sanitarie, non lavorare più di un tot ore al giorno.. in Oriente gli animatori sono spolpati fino all'osso per stipendi da fame e la cosa è vista come perfettamente normale. Per cui in Oriente continuano ad usare l'animazione tradizionale, anche perché al pubblico piace di più. Anche quando si facevano cartoni animati tradizionali qui in Europa l'animazione era sempre subappaltata in Asia: l'italiana Mondo TV (Sandokan, Sissi, La leggenda del Titanic etc) si faceva fare i cartoni da uno studio in Corea del Nord. E lo fanno tuttora eh. Ladybug per esempio è in gran parte manifatturato in Corea del Sud.
Le culture diverse incidono più sulle trame che sugli stili di animazione. In Italia/Europa, siamo ancora abituati principalmente a vedere gli americani come modelli da imitare infatti questi due film per stile ricordano il primo i film animati americani in stop motion come Galline in Fuga o Wallace & Gromit e l'altro, così come gli altri film di D'Alò, prende chiaramente ispirazione dalla Disney. Per ora noi i giapponesi gli abbiamo imitati solo nei fumetti (pensate agli pseudo-manga europei come Ale & Cucca o Les Legendaries). A differenza degli americani che hanno iniziato da tempo a produrre cartoni in stile anime (Castlevania, Masters of the Universe: Revalation etc).
Inizialmente anche in Giappone, come praticamente in tutto il mondo, ci si rifaceva direttamente alle produzioni Disney. Vedi i primi classici della Toei come La Leggenda del Serpente Bianco (1958).
Quando nel 1963 iniziò Astro Boy, la prima serie TV animata giapponese, si ritrovarono costretti a prendere una strada diametralmente opposta. L'animazione simil Disney era troppo complessa e dispendiosa per i budget e le tempistiche a disposizione (in realtà lo era già per i lungometraggi), quindi hanno cominciato a implementare un po' di trucchetti, sia registici sia di pura animazione (come i frequenti still frame o l'animazione limitata ad 8 disegni al secondo, per capirci). Con il passare dei decenni registi come Osamu Dezaki, Hideaki Anno o Akiyuki Shinbou e animatori come Yoshinori Kanada o Hiroyuki Imaishi hanno fatto scuola creando soluzioni "salva budget" che non inficiassero realmente sulla qualità, ma che invece elevarono la potenza espressiva del prodotto. Le cartoline e gli split screen di Dezaki o tutte le tecniche d'animazione che portano il nome di Kanada (a partire dal generico "Kanada Style") ne sono ottimi esempi, tra i tanti. Tecniche che naturalmente sono state sempre più imitate nelle produzioni successive, definendo sempre più quello che oggi viene riconosciuto come "stile anime".
Naturalmente di tecniche e processi peculiari dell'animazione nipponica ce ne sono a bizzeffe (ad esempio il particolare impiego dei layout derivante dall'apporto di Miyazaki in Heidi) ma andrebbero approfondite una ad una.
Venendo alla news, molto interessato a Manodopera sia per i temi che per la tecnica.
Peccato che Mary e lo spirito di mezzanotte non sia animato in tradizionale, ma probabilmente un'occhiata gliela darò.
Non mi pare assomigli molto alle produzioni Aardman, anche perché questo è in puppet animation e non in clay motion.
che poi a me piacciono molto questi lavori .....ma......insomma ic siamo capiti
il secondo se riesco vado a vederlo, per un grande artista come Enzo D'Alò questo e di più.
Nightmare before xmas rimane caposaldo immortale del genere
Giusto per notazione...perchè bisogna dire le cose come stanno...l'animazione europea ha un problema epocale di costi e finanziamenti - mica solo in Italia ( da noi mancano i grossi produttori) appena scalfito dall'arrivo di Netflix.
Anche per questo- e non s non per "Pigrizia" ci si è spostati verso il digitale, sviluppandolo però in maniera particolare, se date un'occhiata ad un film come Klaus, oppure ai film della napoletana MAD ve ne accorgete immediatamente. Sono un misto di animazione 2D e 3D, la vera VIA per un'animazione di qualità - soprattutto se non hai i capitali di pixar.
Molto spesso - ho visto il trailer di Gamera Rebirth - negli anime la CGI è usata male, e solo per sfrondare ulteriormente, i costi...( ci sono però belle esperienze di giovani animatori ben interessanti)
Il problema di fondo fra la produzione animata giapponese e quella di altri paesi è che in Giappone c'è una forte, fortisisma influenza dei reparti marketing ed una finalizzazione verso la produzione del merchandising- che è il vero volano di questa industria- che talora sopraffà anche le ragioni dell'arte..( diciamo così)..Non che i Giapponesi siano incapaci di fare opere di valore assoluto ( anzi il contrario), ma spesso gli staff subiscono l'influenza dei reparti marketing, pochi sono i registi e sceneggiatori in grado di imporsi.
Tutta vera la parte economica..purtroppo gli operatori dell'animazione giapponese sono sfruttati e sottovalutati, anche sela loro passione per l'animazione è qualcosa di ammirevole.
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