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Yojouhan Shinwa Taikei (“Miti e Leggende della Stanza da 4 Tatami e Mezzo”, dalla scheda del gruppo che si è occupato di subbarlo, gli Shinsei-Kai), conosciuto anche con il nome The Tatami Galaxy, e tratto da una raccolta di romanzi di Morimi Tomohiko, racconta la buffa "rosea vita del campus" di uno studente universitario. Sin dall'inizio l'anime colpisce per il character design molto particolare (pelle bianca, forme stilizzate) caratteristico dello stile di Yusuke Nakamura; ma ben presto ci si rende conto che il protagonista ha una particolarità davvero interessante oltre quella, comune anche se in forma minore a tutti gli altri personaggi, di parlare ad una velocità incredibile: non ne viene mai rivelato il nome! Per tutta la serie, composta di soli 11 episodi, si riferisce infatti a se stesso con "watashi", ovvero "io".

Per quanto riguarda la trama, si vedrà il continuo ripetersi della vita universitaria del giovane, ogni volta però dettata da differenti scelte. Esse lo porteranno ogni volta a situazioni diverse e spassose (per chi guarda, non certo per lui!), che lo metteranno in crisi fino ad arrivare ad una fase di "rifiuto", in cui il "watashi" narrante addossa la colpa della sua inettitudine, indecisione e mancanza di coraggio che gli hanno causato insoddisfazione al suo amico/nemico Ozu, da lui considerato diabolico e causa prima delle sue mancanze: a questo punto, il tempo "si riavvolge" e tutto è pronto per una nuova possibilità nell'episodio successivo.
Così procede per diversi episodi, tutti caratterizzati da un cast quasi uguale, un paio di scene simili, ma anche molte diversità (l'io sceglie ogni volta di frequentare un diverso circolo universitario, oppure vengono mostrati i risvolti di altre sue scelte). Tuttavia negli ultimi, durante una situazione degna di un film di fantascienza, riesce finalmente a prendere coscienza delle fortune che gli sono capitate, per rientrare in gioco in modo decisamente teatrale.

Ma per non parlare della storia molto particolare, per non aggiungere altro su Nakamura, passiamo alle sigle.
Quella di chiusura, Kami-sama no iu toori, cantata da Yakushimaru Etsuko, testi di Ishiwatari Junjie musica di Sunahara Yoshinori, è accompagnata da immagini che ruotano attorno al tema delle stanze con il pavimento suddiviso in tatami, concetto intorno al quale è intitolata - si capirà più tardi il motivo - la serie stessa, e ha un che di psichedelico.
Quella di apertura (anche se nell'ultimo episodio le due si invertono), invece, è cantata dagli Asian Kung-fu Generation (di cui tutte le copertine dei cd, tra l'altro, sono illustrate da Nakamura stesso), e si fa pesante uso di video non di animazione, tecnica che verrà ogni tanto utilizzata negli episodi stessi.
A far parte dello staff di questa particolare serie, trasmessa nel contenitore NoitaminA di FujiTV, vediamo Masaaki Yuasa alla regia e dialoghi revisionati da Makoto Ueda, per una produzione targata Madhouse.

In conclusione, questa è una serie fuori dalle righe e forse non adatta a tutti i palati; particolare, sicuramente, ma capace di dare qualcosa.