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Avete presente quelle domeniche mattina grigie, da morte nel cuore, umide che strisciano come un ragno che vuole entrarvi fin nel profondo delle ossa. Quelle domeniche bigie che preannunciano l'inverno che ancora non è ma che sarà? Quelle domeniche strascichi di sabati un po' alticci da restare fino a tardi accoccolati alla vostra ragazza o ragazzo. Ecco, in una domenica così non potevo che essere a Lucca Comics con i miei amici incazzati come iene perché avevo messo la sveglia all'alba. Come potevo altrimenti, dopo due anni di attesa, vedere Evangelion 2.0 - You Can (Not) Advance.

Ora devo ammettere che rispetto a prologo di due anni fa la qualità del comparto visivo è tutto sommato la stessa, e non per demerito di questo secondo capitolo, bensì per il livello eccezionale che aveva "Evangelion 1.0 - You are (not) alone" nel 2007, segno di quanto lo studio Kahra abbia spremuto l'hardware a sua disposizione. Lo studio autonomo di Anno in questo secondo capitolo, coadiuvato alle animazioni da Gonzo, ha dato una netta svolta di spettacolarità con effetti speciali veramente ottimi e con un rapporto delle masse che dà realisticamente idea dei volumi immensi di Eva e Angeli. Per citarne una, appunto, soltanto la nuova versione del massacro dell'Eva 03 da parte dello 01 controllato dal Dummy System è degna del miglior Romero, anche se a livello psicologico la versione della serie tv originale lasciava nel cuore un senso di tristezza non da poco.

A livello di trama otteniamo tutte quelle differenze che finalmente permettono uno sviluppo dinamico, autonomo e meritato rispetto alla serie tv originale, che nel primo erano solo abbozzate. Come il ragazzo misterioso che si svegliava sulla luna nel mare della tranquillità, con quella sua consapevolezza che trascende il tempo e lo spazio, in questo caso cinematografico, da quello televisivo. In questo nuovo film entra in scena anche la bella pilota dell'unità provvisoria dopo un cameo nelle anticipazioni del primo film, forse il solo personaggio di questa storia che pare divertirsi a bordo di un Evangelion, infatti non teme di chiedere aiuto alla bestia; poiché solo chi e simile alla bestia può sperare di batterla.
Asuka invece, a parte una cambio di cognome (Shikinami era una corazzata giapponese durante la guerra, come l'Ayanami) e di grado, ha un ruolo molto più devoto al sacrificio, nel suo come al solito maldestro modo di volere dare la felicità a Shinji.
Mentre il personaggio che evolve più di tutti rispetto a quello che è sepolto nel nostro cuore con i ricordi in formato 4/3 è proprio lei, Rei Ayanami, questa volta volutamente vera eroina di questa maestosa allegoria della realtà che è Evangelion. Sembra aver deciso, questa volta, di lottare per la sua felicità e non viceversa. E' l'antitesi di Asuka per antonomasia - è bello che certe cose non cambino nonostante il passare del tempo e i televisori sempre più sottili.

Non scordiamoci che sotto la sua corazza questo film rimane pur sempre un film sui sentimenti sui sogni e soprattutto su quella parte di noi smarrita da qualche parte là fuori. Quella parte che ci renderebbe felici o quantomeno completi. Per cui nonostante questo possa essere il migliore dei mondi possibili non possiamo fare a meno di svegliarci con un po' di amarezza da questo nuovo sogno. Ma questo è il pregio insindacabile di tutto quell'intrattenimento che, nonostante miri a vendere (la Kahra non è certo una onlus, ma ha talento, davvero tanto talento), riesce ancora a dare quel piacere di sedersi e di guardare un bel film di quelli che danno sempre meno in televisione e che riescono almeno per un po' di tempo - 112 minuti in questo caso - a farci dimenticare quei problemi che abbiamo un po 'tutti in fondo nelle nostre vite.

PS: Nel 2013 Anno dovrebbe darci Evangelion 3.0, al momento noto solo come "Epilogo". E io, nonostante la pioggia, in fondo sono già in coda per potere vedere se questa volta riusciranno a farti felice, Ikari Shinji-kun.