Recensione
Katanagatari
9.0/10
"Per fortuna...": queste sono le prime parole che mi vengono in mente dopo avere terminato di vedere i 12 episodi di Katanagatari, un misto di commozione ed entusiasmo. Per fortuna... sì, per fortuna che esistono ancora opere capaci di penetrarti dentro, di trasmettere emozioni tangibili, di lasciarti alla fine della storia quella sensazione di soddisfazione.
Raccontare la storia di Katanagatari è tanto semplice quanto complesso.
La semplicità consiste nel narrare una struttura di base immediata, che vedrà i nostri due protagonisti intraprendere un viaggio alla ricerca di 12 spade forgiate dal leggendario Shikizaki Kiki. La parte più complicata riguarda invece gli elementi che compongono questa struttura, i tantissimi riferimenti alla tradizione e alla cultura nipponica, la simbologia, la religione, il tutto condito da un ventaglio di personaggi assolutamente singolari e unici.
Katanagatari mescola sapientemente tutti questi elementi, dosandoli alla perfezione, senza risultare mai sbilanciato.
Ogni episodio è composto da tante sfumature, che passano dal combattimento più spietato al classico siparietto comico con estrema facilità, senza mai risultare stonati. E quando rallentano per approfondire le storie, i sentimenti e i dolori che compongono il teatrino di personaggi che ci vengono mostrati, viene spontaneo scivolare lentamente attraverso questo fiume di "vite", lasciandoci intrappolare da un meccanismo che non smette mai di stupire.
Katanagatari ha un approccio molto complesso, anche per la grande mole di dialoghi, indispensabili per creare un universo così profondo dove il rischio di perdersi è molto elevato.
Il rapporto tra i due protagonisti si intreccia lentamente, delineandosi con maggiore forza alla fine di ogni episodio, grazie a un uso congeniale della sceneggiatura.
I personaggi sono il vero elemento portante di questa enorme struttura, si muovono attraverso una linea temporale discontinua, che non segue una linea precisa, ma si propone come una visione frammentata.
Katanagatari utilizza uno stile ben preciso, per quanto riguarda la veste grafica, dove la semplicità dei tratti che delineano i diversi personaggi, si va a collocare in un ambiente che ricorda molto i famosi "pennelli" del vecchio Giappone, utilizzando icone note allo spettatore più attento.
Probabilmente chi ha portato a termine il meraviglioso videogioco Okami, del sempre troppo poco compianto studio Clover, ritroverà in quest'opera le stesse atmosfere.
La colonna sonora offre sonorità dal sapore antico, mescolate a suoni più moderni, molto vicine all'elettronica.
Una menzione speciale la riservo per le sigle finali, diverse per ogni episodio, come un mosaico che si compone pezzo dopo pezzo.
Katanagatari è un anime che offre un'esperienza profonda, capace di regalare ogni tipo di sentimento, coinvolgendo lo spettatore fino alla fine. E' un viaggio dalle diverse velocità, capace di rallentare e accelerare senza preavviso combattimenti, amore, passione, vendetta.
Voto: 9,5.
P.S. Gli episodi in totale sono 12, ma va specificato che ogni puntata dura 50 minuti.
Cheerio!!
Raccontare la storia di Katanagatari è tanto semplice quanto complesso.
La semplicità consiste nel narrare una struttura di base immediata, che vedrà i nostri due protagonisti intraprendere un viaggio alla ricerca di 12 spade forgiate dal leggendario Shikizaki Kiki. La parte più complicata riguarda invece gli elementi che compongono questa struttura, i tantissimi riferimenti alla tradizione e alla cultura nipponica, la simbologia, la religione, il tutto condito da un ventaglio di personaggi assolutamente singolari e unici.
Katanagatari mescola sapientemente tutti questi elementi, dosandoli alla perfezione, senza risultare mai sbilanciato.
Ogni episodio è composto da tante sfumature, che passano dal combattimento più spietato al classico siparietto comico con estrema facilità, senza mai risultare stonati. E quando rallentano per approfondire le storie, i sentimenti e i dolori che compongono il teatrino di personaggi che ci vengono mostrati, viene spontaneo scivolare lentamente attraverso questo fiume di "vite", lasciandoci intrappolare da un meccanismo che non smette mai di stupire.
Katanagatari ha un approccio molto complesso, anche per la grande mole di dialoghi, indispensabili per creare un universo così profondo dove il rischio di perdersi è molto elevato.
Il rapporto tra i due protagonisti si intreccia lentamente, delineandosi con maggiore forza alla fine di ogni episodio, grazie a un uso congeniale della sceneggiatura.
I personaggi sono il vero elemento portante di questa enorme struttura, si muovono attraverso una linea temporale discontinua, che non segue una linea precisa, ma si propone come una visione frammentata.
Katanagatari utilizza uno stile ben preciso, per quanto riguarda la veste grafica, dove la semplicità dei tratti che delineano i diversi personaggi, si va a collocare in un ambiente che ricorda molto i famosi "pennelli" del vecchio Giappone, utilizzando icone note allo spettatore più attento.
Probabilmente chi ha portato a termine il meraviglioso videogioco Okami, del sempre troppo poco compianto studio Clover, ritroverà in quest'opera le stesse atmosfere.
La colonna sonora offre sonorità dal sapore antico, mescolate a suoni più moderni, molto vicine all'elettronica.
Una menzione speciale la riservo per le sigle finali, diverse per ogni episodio, come un mosaico che si compone pezzo dopo pezzo.
Katanagatari è un anime che offre un'esperienza profonda, capace di regalare ogni tipo di sentimento, coinvolgendo lo spettatore fino alla fine. E' un viaggio dalle diverse velocità, capace di rallentare e accelerare senza preavviso combattimenti, amore, passione, vendetta.
Voto: 9,5.
P.S. Gli episodi in totale sono 12, ma va specificato che ogni puntata dura 50 minuti.
Cheerio!!