Recensione
Dopo aver visto le precedenti stagioni, special, OAV, movie, mi aspettavo dall'ultima serie di Shakugan no Shana un epilogo degno della splendida light novel di Takahashi.
Quando circa 3 mesi fa ho guardato il primo episodio sono rimasta letteralmente stupefatta, poiché l'anime da shounen scolastico con elementi shoujo improntato su amicizia, amore e fiducia, si è evoluto in un seinen di carattere esistenzialistico e focalizzato sul tema della guerra, ambientato in un'atmosfera più cupa e macabra.
Se da una parte riscontriamo una frattura dello stereotipo del personaggio "tsundere", in cui invece di essere protagonista di gag comiche, Shana compie un'introspezione di sé, della sua natura, delle sue debolezze e, quindi, una crescita morale e spirituale; dall'altra lo spettatore si trova dinnanzi a un cambiamento radicale dovuto, oltre che per i motivi sopra citati, anche per l'entrata in scena di nuovi personaggi che rendono la trama più ingarbugliata e infinitamente lunga e il cui ruolo è talmente dominante nella nuova serie, da rendere i "vecchi" quasi delle comparse.
Sebbene Shakugan no Shana sia sempre stato un anime tendente al seinen, la terza stagione è esageratamente diversa rispetto alle precedenti e dall'incoerenza raramente esce qualcosa di buono.
In conclusione, troppo lunga la trama (in 3 mesi non è cambiato praticamente nulla), troppi nuovi personaggi, troppi nuovi temi, troppi cambiamenti anche dal punto di vista grafico. Se la seconda stagione non ci fosse stata, forse avrebbe ricevuto critiche più positive, ma la storia non si fa con i "se" o con i "ma".
Voto comunque 7 perché sono sicura di un finale coi "controfiocchi" e perchè Shana non è un personaggio ma uno stile di vita.
Quando circa 3 mesi fa ho guardato il primo episodio sono rimasta letteralmente stupefatta, poiché l'anime da shounen scolastico con elementi shoujo improntato su amicizia, amore e fiducia, si è evoluto in un seinen di carattere esistenzialistico e focalizzato sul tema della guerra, ambientato in un'atmosfera più cupa e macabra.
Se da una parte riscontriamo una frattura dello stereotipo del personaggio "tsundere", in cui invece di essere protagonista di gag comiche, Shana compie un'introspezione di sé, della sua natura, delle sue debolezze e, quindi, una crescita morale e spirituale; dall'altra lo spettatore si trova dinnanzi a un cambiamento radicale dovuto, oltre che per i motivi sopra citati, anche per l'entrata in scena di nuovi personaggi che rendono la trama più ingarbugliata e infinitamente lunga e il cui ruolo è talmente dominante nella nuova serie, da rendere i "vecchi" quasi delle comparse.
Sebbene Shakugan no Shana sia sempre stato un anime tendente al seinen, la terza stagione è esageratamente diversa rispetto alle precedenti e dall'incoerenza raramente esce qualcosa di buono.
In conclusione, troppo lunga la trama (in 3 mesi non è cambiato praticamente nulla), troppi nuovi personaggi, troppi nuovi temi, troppi cambiamenti anche dal punto di vista grafico. Se la seconda stagione non ci fosse stata, forse avrebbe ricevuto critiche più positive, ma la storia non si fa con i "se" o con i "ma".
Voto comunque 7 perché sono sicura di un finale coi "controfiocchi" e perchè Shana non è un personaggio ma uno stile di vita.