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Oggi, girovagando tra la neve della mia città, mi sono imbattuto in un negozio di fumetti dove non vado quasi mai. Non è che mi sia proprio imbattuto: sapevo benissimo dove fosse, ma non avrei mai creduto che vi avrei trovato un tesoro del genere.

"La Voce delle Stelle" racconta la storia di due ragazzi; Mikako e Noboru. I due frequentano l'ultimo anno della stessa scuola media, e hanno un rapporto molto stretto, tanto stretto che vorrebbero entrambi andare nello stesso liceo, così da poter essere ancora insieme dopo la fine dell'anno scolastico. La ragazza però è stata scelta per far parte di una missione spaziale, che la porterà sempre più lontano dalla Terra, lontano dall'amico Noboru. I due potranno sentirsi solo tramite le e-mail dei propri cellulari, distanti anni luce l'uno dall'altra, sia nello spazio sia nel tempo.

"La Voce delle Stelle" è la seconda opera di Makoto Shinkai, successiva al brevissimo (meno di 5 minuti) cortometraggio "Lei ed il Gatto". Rispetto a esso denota una crescita esponenziale. Tutto il film è stato fatto con un Mac dal solo Shinkai, con la collaborazione del musicista Tenmon per quanto riguarda le questioni legate alla colonna sonora. Nella versione originale addirittura era lo stesso Shinkai a occuparsi del doppiaggio del giovane Noboru, oltre che di tutta la grafica presente nel film. Non stupisce quindi che la realizzazione di questo corto sia durata quasi due anni. Tutto questo tempo rende bene l'idea dello sforzo fatto da quello che all'epoca era solo un ragazzo semisconosciuto.

Come detto, il film (termini come cortometraggio o OAV non rendono bene l'idea), iniziato nel 2000, venne terminato solo nel 2002. Nel mentre Shinkai ha trovato il coraggio di licenziarsi - faceva l'impiegato - e di dedicarsi esclusivamente all'animazione. Come riportato nelle parole dello stesso regista (anche questo termine è terribilmente riduttivo), senza il supporto economico al progetto dato da ComixWave e Mangazoo, probabilmente non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo e di dedicarsi anima e corpo alla sua passione. Ma è comunque un gesto di grande impatto, dato che se vogliamo vederla in chiave romanzata è una scelta avvincente, ma in chiave realista avrebbe anche potuto portarlo ai margini della società. In caso di un fallimento probabilmente tutte le persone che lo avevano vicino sarebbero state pronte e giudicarlo.
Anche se finanziata, la scelta di mettersi in gioco, secondo me è il più grande insegnamento che ci offre "La Voce delle Stelle", così grande che riesce ad andare oltre i valori della storia presentata sullo schermo.

In conclusione quest'opera meriterebbe di essere vista da ogni appassionato di anime giapponesi. Mostra a livello tecnico le basi di quella che è appunto l'animazione al giorno d'oggi, cio che adesso, nelle opere prodotte dai grandi studi di animazione, viene relegato alla sessione extra dell'home video, mentre a livello di storia, "La Voce delle Stelle" può tranquillamente superare moltissimi film, che magari hanno avuto la fortuna di approdare nei cinema di tutto il mondo. Riesce così a superare il suo stesso limite di base: ovvero il non essere un film.
"La voce delle Stelle" (realmente) è un semplice cortometraggio, eppure per quanto possa sembrare strano, ha fatto il giro del mondo, al punto che lo si può trovare nelle case di tanti appassionati, anche nella mia. Non so quanti altri cortometraggi abbiano avuto questa fortuna, una fortuna costruita lentamente e con le proprie sole forze.
Questa storia non lascerà indifferenti coloro che avranno il coraggio di guardare oltre la luce riflessa da Agharta.

We may be the first generations of lovers separated by time and space.