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8.0/10
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Partiamo da una premessa, 'Guilty Crown' non è un mix di altri anime, né un plagio, tutt'al più si può dire che tragga ispirazione da situazioni e tematiche già inevitabilmente scoperchiate nel complesso e longevo universo dell'animazione giapponese, secondo un tipico meccanismo fisiologico che caratterizza l'arte in generale.
Oltretutto nel grande team dietro quest'opera c'è lo sceneggiatore Hiroyuki Yoshino, già assistente di entrambe le stagioni di 'Code Geass', quindi è ragionevolmente impensabile non ritrovare un'eco dal passato, un punto d'intersezione.
Detto questo, senza ridurci ad anacronistici e slavati confronti, siamo con tutta evidenza di fronte a una Production I.G che anela alla perfezione, e forse la raggiunge; il tratto incantevole di Redjuice, gli effetti speciali all'avanguardia, la colorazione ad hoc, persino il critico più arido di riconoscimenti rimarrà esterrefatto da tanta bellezza concentrata. Vedere per credere.

Il problema di 'Guilty Crown' non risiede certo nel comparto grafico, ma nel così detto lato b (per altri si tratta di lato a) che non bisogna trascurare in ogni anime che si rispetti: sto parlando di trama e intreccio, gli ingredienti per incidere un solco di curiosità e tensione creativa nella mente di ogni attento spettatore. E il peccato è ancora più grave se si tratta di un'opera che potenzialmente poteva essere un grandissimo colpo e nonostante tutto è capace di appassionare una buona fetta di pubblico.
La storia è lineare, si lascia seguire dallo spettatore medio, ma presenta spesso e dovunque delle falle, dei vuoti, l'azione e il suo perché non trovano sempre spiegazioni, e quando sono concesse appaiono incomplete, sommarie od oscure, con tutta l'aria di essere imbarazzanti scuse narrative di riempimento. Questa per lo più è una caratteristica della seconda parte dell'anime (che può letteralmente considerarsi spaccato simmetricamente in due dal punto di vista narrativo); qui il ritmo accelera repentinamente, gli eventi si susseguono troppo in fretta, e persino gli antefatti che vengono finalmente messi in luce non faranno chiarezza sull'intera vicenda. I personaggi, ben resi caratterialmente, complice lo splendido character design, non hanno il tempo di svilupparsi adeguatamente, o lo fanno troppo bruscamente, schiavi del cambiamento ritmico sopracitato. Non c'è tempo per troppa introspezione, specialmente negli ultimi episodi è palese la volontà di giungere a una fine a tutti i costi, in una sorta di rush capace di spiazzare chiunque.
Senza entrare nel merito del finale, soggetto fortemente ai gusti individuali, anch'esso, per quanto toccante, soffre di povertà di contenuti, tutto avviene quasi perché debba avvenire e basta, come una sorta di rivelazione.

Eppure 'Gulty Crown' ha una capacità, quella di fare presa emotiva sullo spettatore; e non è una cosa da poco. Il risultato è raggiunto con una combinazione sapiente di ottime scelte in campo sonoro, splendidamente a braccetto con l'impianto grafico. Se visionerete le opening e le ending esse non sono che un assaggio di quello che vi aspetta nel corso dell'anime.
L'onestà va premiata e 'Gulty Crown' si dimostra senza espedienti, fanservice presente in maniera leggera e gradevole, personaggi quali Shu e Inori non inusuali ma carismatici, nessuna stranezza tecnica dettata da esigenze di risparmio e un canovaccio alla resa dei conti semplice, che sa già di sentito per i veterani, ma comunque genuino e validissimo nella sua riproposizione. 'Gulty Crown' è un anime sincero che non è stato curato doverosamente in sceneggiatura, saprà emozionarvi, ma vi lascerà con molti interrogativi, starà alla vostra personalità lamentarvi per le sue carenze, scervellarvi nel trovare una ragionevole soluzione all'insoluto, o accettare quanto vi è stato offerto soddisfatti di esservi imbattuti in un dramma che tocca nel profondo e vi ha tenuto col cuore in gola fino all'ultimo secondo. Affidargli il vostro Void potrebbe non essere una cattiva idea.