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8.0/10
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Purtroppo più di 8 non posso dargli. Dico purtroppo perché "Death Note" non è riuscito a essere continuo per tutta la sua durata. L'anime si divide in due parti, dall'episodio 1 all'episodio 25, e dal 26 al 37. La prima parte è da dieci, poche storie, un thriller psicologico fantastico, che farà appassionare sicuramente.
Il protagonista, Light Yagami, si annoia. E non è il solo, infatti, nel mondo degli shinigami il dio della morte Ryuk pensa lo stesso del suo mondo, e per divertirsi un po' fa cadere il suo Death Note sulla Terra. Il Death Note, da cui prende il nome la serie, è un quaderno all'apparenza normalissimo. Light scoprirà la sua vera natura. "L'umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà": questa è la prima regola del Death Note. Light, prima titubante sulla veridicità del quaderno, inizia a usarlo per giustiziare i criminali. La serie fa riflettere su questa cosa: uccidere è ingiusto, ma uccidere i criminali? Come del resto l'anime sottolinea, tutti risponderebbero di no. Io non ne sono così convinto. Light si trova tra le mani un potere in grado di cambiare il mondo, di renderlo un posto migliore, e cercherà di raggiungere il suo obiettivo. La gente, accortasi che c'è qualcuno che giustizia i criminali, inizia ad ammirare questa figura avvolta nel mistero, chimandola "Kira". Un altro personaggio della serie è L, il miglior detective del mondo, incaricato di scoprire l'identità di Kira. La prima parte dell'anime è occupata dallo scontro fra Kira e L, uno scontro bellissimo, fatto di minacce e giuramenti a distanza. Questa è pressapoco la trama di "Death Note" fino all'episodio 25. Poi il declino. Personalmente, non mi è piaciuta per niente la seconda parte, senza più quei bellissimi e articolatissimi piani escogitati da Light, senza più lotte psicologiche snervanti. Insomma, "Death Note" è una bellissima opera che cala indubbiamente nel finale. Mi viene quasi da consigliarne la visione solamente fino all'episodio 25, per vedere un anime da 10.