Recensione
Guilty Crown
9.0/10
Evito spoiler perché odio le recensioni troppo "spoilerose", soprattutto perché è fin troppo facile recensire un anime raccontandolo nel dettaglio. Uno che viene qui non vuole spoilerarsi le migliori puntate, ma solo sapere se un anime vale la pena di procurarselo e vederlo. E in questo caso la risposta è un nettissimo sì.
"Guilty Crown" è stato una piacevole sorpresa: un anime moderno, scorrevole, ben confezionato e con una sua componente di originalità, pur nelle evidenti contaminazioni. Essersi ispirato ad altre opere non è però di per sé un male (come purtroppo molto banalmente troppa gente crede) soprattutto quando ti ispiri ai migliori e riesci ad aggiungerci del tuo. "Guilty Crown" strizza chiaramente l'occhio a due mostri sacri della storia dell'animazione giapponese: "Code Geass" e "Neon Genesis Evangelion", due capolavori assoluti che non necessitano di altre spiegazioni. Li ho messi in quest'ordine perché mentre la prima parte richiama molto la saga di Lelouch e Suzaku, la seconda è decisamente più "evangelica". Su tutto poi aleggia la piacevolissima contaminazione di "Macross", un piacevole ritorno all'animazione giapponese con la "A" maiuscola.
L'ambientazione è futuristico-realistica, l'anime è ambientato fra una trentina di anni: "Guilty Crown" vede il Giappone dipendente dal resto del mondo per via di un misterioso virus che anni prima lo ha colpito e invaso. Ora la vita è tornata abbastanza tranquilla, ma resta sempre una nazione occupata, pure se apparentemente in modo soft. Per via di tutto questo è stato inevitabile montasse una qualche genere di insofferenza da parte di alcune frange di popolazione e si sono formati alcuni gruppi che si ribellano contro tutto questo. Sullo sfondo c'è uno scenario che lascia intuire la storia del virus sia solo una parte di verità. In tutto questo s'inseriscono i personaggi, quasi tutti adolescenti o poco più. Fra loro ci sono elementi di originalità interessanti oltre che i soliti ma collaudati stereotipi, abitudine a cui nessuno, neppure i più grandi, sfuggono.
La storia parte in modo apparentemente normale, come un qualsiasi anime di azione, poi però pian piano inizia a delinearsi meglio fino a quando non mostra quanto sia effettivamente seria e adulta. Verso la metà finisce il primo filone (in effetti potremmo quasi considerarle due stagioni da 12 puntate, la prima e 10 la seconda), dove non manca, verso il finale, una scena che i più otaku non stenteranno a trovare ispirata a un altro capolavoro: "Video Girl Ai", ma è proprio giusto un momento.
La seconda parte acquisisce toni decisamente più drammatici e gravi, bellissima proprio per questo.
Tecnicamente parlando "Guilty Crown" sfiora la perfezione. Senza mai un calo di stile, non solo ha una qualità di disegno e animazione ai massimi livelli, ma anche un character design con sufficiente personalità propria e abbastanza diverso, superiore al classico stile da doujinshi che ormai è imperante da almeno un decennio.
Complessivamente è un'opera molto valida, certamente uno dei migliori anime "seri" degli ultimi anni, almeno nel suo genere. "Guilty Crown" mette a nudo molte ipocrisie attuali, la pretesa di salvezza da parte dei popoli, unite a insoddisfazione e ingratitudine verso i "capi" che di quella salvezza si faranno artefici. Mette in scena tematiche adulte e serie, pure senza abbandonarsi alla retorica e tenendo sempre saldo il timone in direzione anime action/sci-fi.
Consigliatissimo, come sempre da vedere con occhio fresco e mente aperta e non con la pessima abitudine di volerlo giudicare, abitudine che, vedo, rovina parecchie esperienze (anche con mostri sacri) soprattutto agli spettatori più grandicelli.
"Guilty Crown" è stato una piacevole sorpresa: un anime moderno, scorrevole, ben confezionato e con una sua componente di originalità, pur nelle evidenti contaminazioni. Essersi ispirato ad altre opere non è però di per sé un male (come purtroppo molto banalmente troppa gente crede) soprattutto quando ti ispiri ai migliori e riesci ad aggiungerci del tuo. "Guilty Crown" strizza chiaramente l'occhio a due mostri sacri della storia dell'animazione giapponese: "Code Geass" e "Neon Genesis Evangelion", due capolavori assoluti che non necessitano di altre spiegazioni. Li ho messi in quest'ordine perché mentre la prima parte richiama molto la saga di Lelouch e Suzaku, la seconda è decisamente più "evangelica". Su tutto poi aleggia la piacevolissima contaminazione di "Macross", un piacevole ritorno all'animazione giapponese con la "A" maiuscola.
L'ambientazione è futuristico-realistica, l'anime è ambientato fra una trentina di anni: "Guilty Crown" vede il Giappone dipendente dal resto del mondo per via di un misterioso virus che anni prima lo ha colpito e invaso. Ora la vita è tornata abbastanza tranquilla, ma resta sempre una nazione occupata, pure se apparentemente in modo soft. Per via di tutto questo è stato inevitabile montasse una qualche genere di insofferenza da parte di alcune frange di popolazione e si sono formati alcuni gruppi che si ribellano contro tutto questo. Sullo sfondo c'è uno scenario che lascia intuire la storia del virus sia solo una parte di verità. In tutto questo s'inseriscono i personaggi, quasi tutti adolescenti o poco più. Fra loro ci sono elementi di originalità interessanti oltre che i soliti ma collaudati stereotipi, abitudine a cui nessuno, neppure i più grandi, sfuggono.
La storia parte in modo apparentemente normale, come un qualsiasi anime di azione, poi però pian piano inizia a delinearsi meglio fino a quando non mostra quanto sia effettivamente seria e adulta. Verso la metà finisce il primo filone (in effetti potremmo quasi considerarle due stagioni da 12 puntate, la prima e 10 la seconda), dove non manca, verso il finale, una scena che i più otaku non stenteranno a trovare ispirata a un altro capolavoro: "Video Girl Ai", ma è proprio giusto un momento.
La seconda parte acquisisce toni decisamente più drammatici e gravi, bellissima proprio per questo.
Tecnicamente parlando "Guilty Crown" sfiora la perfezione. Senza mai un calo di stile, non solo ha una qualità di disegno e animazione ai massimi livelli, ma anche un character design con sufficiente personalità propria e abbastanza diverso, superiore al classico stile da doujinshi che ormai è imperante da almeno un decennio.
Complessivamente è un'opera molto valida, certamente uno dei migliori anime "seri" degli ultimi anni, almeno nel suo genere. "Guilty Crown" mette a nudo molte ipocrisie attuali, la pretesa di salvezza da parte dei popoli, unite a insoddisfazione e ingratitudine verso i "capi" che di quella salvezza si faranno artefici. Mette in scena tematiche adulte e serie, pure senza abbandonarsi alla retorica e tenendo sempre saldo il timone in direzione anime action/sci-fi.
Consigliatissimo, come sempre da vedere con occhio fresco e mente aperta e non con la pessima abitudine di volerlo giudicare, abitudine che, vedo, rovina parecchie esperienze (anche con mostri sacri) soprattutto agli spettatori più grandicelli.