Recensione
Diabolik Lovers
4.0/10
Recensione di TheTitanBunny
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Diabolik Lovers, ovvero: cosa succede quando un reverse-harem cerca di avere una trama.
"Diabolik Lovers" è un anime del 2013 di genere reverse-harem in dodici episodi, prodotto dalla Zexcs e diretto da Atsushi Matsumoto.
La trama è tanto semplice quanto banale. Yui Komori, la biondissima figlia del parrocco, viene spedita dal padre a vivere nella villa di alcuni "amici di famiglia": sei fratellastri vampiri bishonen che non vedono l'ora di azzuffarsi per conquistare la nuova arrivata.
Dal punto di vista tecnico, ho davvero poco da segnalare. La grafica è senza infamia e senza lode; molto generica e "da shojo", ma nulla di inguardabile. Anche in ambito musicale trionfa la mediocrità: opening ed ending sono dimenticabilissimi e nessuna traccia dell'OST è veramente memorabile.
La storia ha luogo nel classico ambiente gotico: palazzi ottocenteschi, giardini di rose al chiaro di luna, chiese abbandonate e cimiteri dimenticati. Affascinante per chi sta muovendo i primi passi nel genere, banale e irritante per gli spettatori un po' più navigati. Ho però notato che l'ambientazione è assai inconsistente per quanto riguarda il tempo. Le vicende dovrebbero svolgersi ai giorni nostri, o comunque in un'epoca moderna, e infatti in alcune scene possiamo vedere macchine, telefoni etc.; ma tutti i personaggi si comportano come se fossero appena usciti da un romanzo inglese dell'Ottocento e, ad eccezione delle cuffiette di Shu e del cellulare di Yui, non sembrano possedere alcuno strumento elettronico moderno; cosa che trovo alquanto improbabile anche per una famiglia di vampiri tagliata completamente fuori dal mondo.
Ma ora è giunto il momento di passare alla parte più interessante: trama e personaggi.
Parto con il dire che, nonostante l'apparente semplicità del riassuntino che vi ho propinato qui sopra, per me sarà molto difficile parlare della storia, poichè c'è un aspetto della trama che mi ha lasciata sconcertata: l'harem della nostra pallida eroina è formato interamente da vampiri. "Bella sorpresa", direte voi. Ebbene, qui si sta parlando di "veri" vampiri. Niente fighetti vegetariani sbrilluccicanti alla Twilight: qui i nostri bei tenebrosi si nutrono effettivamente di sangue umano, e non si fanno problemi a dissanguare uno alla volta l'oggetto del loro amore. Non ci sono momenti romantici o dialoghi melensi in Diabolik Lovers: solo maltrattamenti psicologici e bevute di sangue che sembrano scene di violenza sessuale. Alla luce di questo, mi risulterà difficile trattare questo anime come un normale reverse-harem, anche perchè durante la visione ho provato sentimenti davvero contrastanti.
Analizziamo prima di tutto i personaggi. Yui Komori è la tipica protagonista senza personalità da anime shojo, così dimenticabile che non mi ricordavo neanche il suo nome: una ragazza timida e mediamente carina dagli occhi di un colore improbabile che per qualche motivo attira su di sè le attenzioni dell'intero genere maschile. Immagino sia inutile lamentarsi troppo della sua caratterizzazione (in fondo si tratta di un reverse-harem); ma il fatto che gli sceneggiatori non abbiano neanche provato a darle qualche character trait originale mi irrita e mi deprime allo stesso tempo. I sei "pretendenti" sono ancora meno interessanti; e non sono identici solo a migliaia di altri personaggi maschili da reverse-harem, ma anche fra loro. In un anime del genere mi aspetterei una vasta gamma di stereotipi; eppure incarnano tutti, senza eccezione, il clichè dello stronzetto dark dal torbido passato. Per quanto riguarda gli antagonisti, Richter e Cordelia, la situazione non migliora: sono solo la tipica coppia assetata di potere senza neanche un briciolo di umanità. Tutte queste banalità potrebbero essere giustificabili se l'intenzione degli autori fosse quella di creare una parodia; ma purtroppo temo che si aspettino di essere presi sul serio.
Dal punto di vista narrativo, possiamo affermare che la trama di Diabolik Lovers è, per usare un termine poco intellettuale, un casino. Più della metà dell'anime consiste nella protagonista che "socializza" con i vampiri, facendosi succhiare il sangue da tutti, coinvolgendoli nei peggiori dibattiti teologici della storia e scoprendo quel poco di personalità che c'è in ognuno di loro. Sarebbe potuta essere un'ottima occasione per presentarci dei personaggi interessanti e dalla psicologia complessa, ma abbiamo già appurato che non è questo il caso. Viene introdotto qualche accenno di trama (l'istituto che frequentano i fratelli, Yui che cerca di scoprirne di più su suo padre), ma tutti questi punti vengono abbandonati subito e non troveranno mai risoluzione. I primi sette-otto episodi sono quindi tediosi, inutili e soprattutto tutti uguali: potreste guardarli in ordine totalmente casuale e per voi non cambierebbe nulla.
La storia comincia a smuoversi un po' negli ultimi episodi, ma la totale mancanza di originalità dei protagonisti impedisce qualsiasi coinvolgimento. Lo scontro finale è semplicemente ridicolo, e dopo essermi sorbita dodici episodi di fuffa non ho avuto neanche la soddisfazione di ottenere una conclusione decente: il finale, per non deludere nessuno, è "aperto". Insomma, gli sceneggiatori non hanno idea di quello che stanno facendo. Devo però ammettere che in questo panorama banale e noioso c'è qualcosa che si salva: i flashback. La trama è infatti inframmezzata da alcune scene retrospettive nelle quali vediamo i vampiri da bambini che interagiscono con le proprie madri. Non sono molto lunghe o approfondite, ma per me rappresentano comunque la parte migliore dell'anime e anche un'occasione sprecata per mostrarci il passato e i sentimenti dei ragazzi e il rancore che nutrono verso la propria famiglia.
Se si trattasse di un normale reverse-harem, lo avrei già dimenticato da tempo, ma c'è qualcosa che mi impedisce di archiviarlo completamente: non riesco a capire quale sia l'intenzione degli sceneggiatori. Come ho detto prima, trionfa l'assoluta mancanza di idee, ma il fatto che i vampiri succhino il sangue alla nostra eroina, in scene anche abbastanza disturbanti, e che provino per Yui un genuino disprezzo piuttosto che amore, mi confonde. Guardando tutta la serie ho avuto l'impressione che gli autori volessero creare un sovvertimento dei normali topoi del genere, flirtando con l'idea di essere originali e sorprendenti, ma avessero cercato lo stesso di rivolgersi a un pubblico di ragazzine tredicenni in calore. Di solito gli anime che cercano di fare appello a fette di pubblico diverse finiscono per non essere apprezzati da nessuna di esse, e Diabolik Lovers ne è l'esempio perfetto.
In conclusione, per me non può superare il quattro: il reparto tecnico, come già detto prima, è decente, ma non basta per bilanciare la banalità e la mancanza di innovazione di questa serie. Devo aggiungere che mi dispiace non poterle assegnare un voto più alto, perchè, al contrario di molti altri anime già morti in partenza, Diabolik Lovers aveva le premesse per distinguersi dalla massa. Non escludo che un giorno potremmo davvero vedere un Madoka Magica del genere reverse-harem; ma di sicuro non sarà questo quel titolo.
"Diabolik Lovers" è un anime del 2013 di genere reverse-harem in dodici episodi, prodotto dalla Zexcs e diretto da Atsushi Matsumoto.
La trama è tanto semplice quanto banale. Yui Komori, la biondissima figlia del parrocco, viene spedita dal padre a vivere nella villa di alcuni "amici di famiglia": sei fratellastri vampiri bishonen che non vedono l'ora di azzuffarsi per conquistare la nuova arrivata.
Dal punto di vista tecnico, ho davvero poco da segnalare. La grafica è senza infamia e senza lode; molto generica e "da shojo", ma nulla di inguardabile. Anche in ambito musicale trionfa la mediocrità: opening ed ending sono dimenticabilissimi e nessuna traccia dell'OST è veramente memorabile.
La storia ha luogo nel classico ambiente gotico: palazzi ottocenteschi, giardini di rose al chiaro di luna, chiese abbandonate e cimiteri dimenticati. Affascinante per chi sta muovendo i primi passi nel genere, banale e irritante per gli spettatori un po' più navigati. Ho però notato che l'ambientazione è assai inconsistente per quanto riguarda il tempo. Le vicende dovrebbero svolgersi ai giorni nostri, o comunque in un'epoca moderna, e infatti in alcune scene possiamo vedere macchine, telefoni etc.; ma tutti i personaggi si comportano come se fossero appena usciti da un romanzo inglese dell'Ottocento e, ad eccezione delle cuffiette di Shu e del cellulare di Yui, non sembrano possedere alcuno strumento elettronico moderno; cosa che trovo alquanto improbabile anche per una famiglia di vampiri tagliata completamente fuori dal mondo.
Ma ora è giunto il momento di passare alla parte più interessante: trama e personaggi.
Parto con il dire che, nonostante l'apparente semplicità del riassuntino che vi ho propinato qui sopra, per me sarà molto difficile parlare della storia, poichè c'è un aspetto della trama che mi ha lasciata sconcertata: l'harem della nostra pallida eroina è formato interamente da vampiri. "Bella sorpresa", direte voi. Ebbene, qui si sta parlando di "veri" vampiri. Niente fighetti vegetariani sbrilluccicanti alla Twilight: qui i nostri bei tenebrosi si nutrono effettivamente di sangue umano, e non si fanno problemi a dissanguare uno alla volta l'oggetto del loro amore. Non ci sono momenti romantici o dialoghi melensi in Diabolik Lovers: solo maltrattamenti psicologici e bevute di sangue che sembrano scene di violenza sessuale. Alla luce di questo, mi risulterà difficile trattare questo anime come un normale reverse-harem, anche perchè durante la visione ho provato sentimenti davvero contrastanti.
Analizziamo prima di tutto i personaggi. Yui Komori è la tipica protagonista senza personalità da anime shojo, così dimenticabile che non mi ricordavo neanche il suo nome: una ragazza timida e mediamente carina dagli occhi di un colore improbabile che per qualche motivo attira su di sè le attenzioni dell'intero genere maschile. Immagino sia inutile lamentarsi troppo della sua caratterizzazione (in fondo si tratta di un reverse-harem); ma il fatto che gli sceneggiatori non abbiano neanche provato a darle qualche character trait originale mi irrita e mi deprime allo stesso tempo. I sei "pretendenti" sono ancora meno interessanti; e non sono identici solo a migliaia di altri personaggi maschili da reverse-harem, ma anche fra loro. In un anime del genere mi aspetterei una vasta gamma di stereotipi; eppure incarnano tutti, senza eccezione, il clichè dello stronzetto dark dal torbido passato. Per quanto riguarda gli antagonisti, Richter e Cordelia, la situazione non migliora: sono solo la tipica coppia assetata di potere senza neanche un briciolo di umanità. Tutte queste banalità potrebbero essere giustificabili se l'intenzione degli autori fosse quella di creare una parodia; ma purtroppo temo che si aspettino di essere presi sul serio.
Dal punto di vista narrativo, possiamo affermare che la trama di Diabolik Lovers è, per usare un termine poco intellettuale, un casino. Più della metà dell'anime consiste nella protagonista che "socializza" con i vampiri, facendosi succhiare il sangue da tutti, coinvolgendoli nei peggiori dibattiti teologici della storia e scoprendo quel poco di personalità che c'è in ognuno di loro. Sarebbe potuta essere un'ottima occasione per presentarci dei personaggi interessanti e dalla psicologia complessa, ma abbiamo già appurato che non è questo il caso. Viene introdotto qualche accenno di trama (l'istituto che frequentano i fratelli, Yui che cerca di scoprirne di più su suo padre), ma tutti questi punti vengono abbandonati subito e non troveranno mai risoluzione. I primi sette-otto episodi sono quindi tediosi, inutili e soprattutto tutti uguali: potreste guardarli in ordine totalmente casuale e per voi non cambierebbe nulla.
La storia comincia a smuoversi un po' negli ultimi episodi, ma la totale mancanza di originalità dei protagonisti impedisce qualsiasi coinvolgimento. Lo scontro finale è semplicemente ridicolo, e dopo essermi sorbita dodici episodi di fuffa non ho avuto neanche la soddisfazione di ottenere una conclusione decente: il finale, per non deludere nessuno, è "aperto". Insomma, gli sceneggiatori non hanno idea di quello che stanno facendo. Devo però ammettere che in questo panorama banale e noioso c'è qualcosa che si salva: i flashback. La trama è infatti inframmezzata da alcune scene retrospettive nelle quali vediamo i vampiri da bambini che interagiscono con le proprie madri. Non sono molto lunghe o approfondite, ma per me rappresentano comunque la parte migliore dell'anime e anche un'occasione sprecata per mostrarci il passato e i sentimenti dei ragazzi e il rancore che nutrono verso la propria famiglia.
Se si trattasse di un normale reverse-harem, lo avrei già dimenticato da tempo, ma c'è qualcosa che mi impedisce di archiviarlo completamente: non riesco a capire quale sia l'intenzione degli sceneggiatori. Come ho detto prima, trionfa l'assoluta mancanza di idee, ma il fatto che i vampiri succhino il sangue alla nostra eroina, in scene anche abbastanza disturbanti, e che provino per Yui un genuino disprezzo piuttosto che amore, mi confonde. Guardando tutta la serie ho avuto l'impressione che gli autori volessero creare un sovvertimento dei normali topoi del genere, flirtando con l'idea di essere originali e sorprendenti, ma avessero cercato lo stesso di rivolgersi a un pubblico di ragazzine tredicenni in calore. Di solito gli anime che cercano di fare appello a fette di pubblico diverse finiscono per non essere apprezzati da nessuna di esse, e Diabolik Lovers ne è l'esempio perfetto.
In conclusione, per me non può superare il quattro: il reparto tecnico, come già detto prima, è decente, ma non basta per bilanciare la banalità e la mancanza di innovazione di questa serie. Devo aggiungere che mi dispiace non poterle assegnare un voto più alto, perchè, al contrario di molti altri anime già morti in partenza, Diabolik Lovers aveva le premesse per distinguersi dalla massa. Non escludo che un giorno potremmo davvero vedere un Madoka Magica del genere reverse-harem; ma di sicuro non sarà questo quel titolo.