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Non ci si può esimere dall'incontrare una pietra miliare degli anime del tenore di Ghost in the Shell. Indescrivibile, esaltante, mozzafiato, capolavoro, profondo… dicono! Sarà, ma a me ha lasciato molto perplesso. Forse deluso perché ben conscio del dolce retrogusto lasciato dal film cult di cui se ne fa spesso paragone col quale invece non mi pare abbia proprio nulla a che vedere se non per la similarità dell'argomento trattato. Cyberpunk non vuol dire necessariamente che non deve far capire nulla allo spettatore, non è sinonimo di futurismo, avanguardia stilistica, filosofia post moderna. Blade runner mi ha comunicato qualcosa che il tanto esaltato prodotto giapponese non ha saputo fare. Intendiamoci, se è così osannato probabilmente sono io che non ho saputo capire il messaggio degli autori, ma una recensione è una cosa del tutto personale, e devo dire che, personalmente mi ha deluso.
Inconcludente, sbrigativo e superficiale. Se si fossero presi il dovuto tempo, se avessero sviluppato certe tematiche in una ventina di episodi in più, allora forse (!!!) avrei potuto considerare la storia proposta un idea ben congeniata e sviluppata. Purtroppo neanche i sequel hanno corretto il tiro rimanendo parentesi del genere e nulla più.
Dal punto di vista artistico nulla da eccepire. Tratto tipico dei prodotti usciti nei suoi anni, ha degli angoli di ripresa di buona fattura. Poteva essere più "dark" ma forse avrebbe rischiato di essere considerato un lavoro "copia" più che di ispirazione al suo mentore americano di 13 anni più vecchio.
L'unico punto a favore lo dò alla scelta dei personaggi, ben caratterizzati e scelti con evidente occhio al marketing. Se infatti il protagonista fosse stato uomo, ci avrebbero privato del bel vedere dei procaci mezzibusti alla giapopnese… e qui Ghost in the shell si può ben dire che abbia davvero qualche "taglia" in più rispetto al colossal a stelle e strisce.
Se solo il buon Harry fosse stato come l'affascinante Motoko…