Nel corso dei decenni l'animazione giapponese ha dato prova numerose volte della sua varietà stilistica, estetica e narrativa, realizzando opere di ogni genere, target, tematica e formato. Dai grandi film cinematografici alle lunghe serie mainstream, passando per OVA rivolti ad appassionati e titoli meno noti, chiunque è riuscito a trovare opere adatte ai propri gusti e desideri, magari scavando un po' sotto la superficie dei nomi più chiacchierati.
L'obiettivo di questa rubrica è celebrare questa varietà proponendo una selezione di titoli che, di mese in mese, festeggeranno il loro anniversario (solo multipli di 10 anni). Proprio in nome della varietà non ci concentreremo solamente sui maggiori successi, i grandi capolavori e i classici del passato, ma affiancheremo loro titoli meno noti ma comunque meritevoli e apprezzati, anime curiosi e peculiari e anche qualche opera più sconosciuta ma degna di essere riscoperta.

60 ANNI FA - GENNAIO 1964


Zero-sen Hayato


A un anno dall'inizio dell'animazione seriale televisiva con Astroboy, i pochi studi d'animazione esistenti hanno ormai iniziato a seguire la via tracciata dal robottino di Mushi Production. Ad aprire le danze nel secondo anno di vita dell'animazione giapponese è uno studio secondario specializzato in compositing a cui viene esternalizzata la realizzazione di brevi video per film e documentari: P Production. La prima serie del 1964, tratta da un manga di Naoki Tsuji e trasmessa e prodotta da Fuji TV, viene più volte contestata per avere come protagonista un soldato della seconda guerra mondiale desideroso di vendicarsi del pilota nemico che ha ucciso suo padre. Negli anni '60 viene pubblicato un gran numero di manga per ragazzi sulla Guerra del Pacifico, abbondanza che tuttavia non si riflette in ambito animato, facendo risaltare ancora di più questa produzione rispetto agli altri titoli in corso. L'esperienza dello studio nel compositing permette un notevole risparmio sulla quantità di disegni da realizzare e di ottenere episodi settimanali da 15 minuti a un prezzo persino inferiore a quello (già basso) di Astroboy. La serie non ottiene un grande successo e Fuji TV ne chiede la sospensione, accettando di portarla a termine soltanto per l'insistenza e la determinazione del produttore e sceneggiatore Tomio Sagisu. Tuttavia, non essendo mai stata pubblicata in alcun tipo di edizione home video, la serie risulta ad oggi quasi interamente perduta.


50 ANNI FA - GENNAIO 1974


Heidi


In seguito al successo di Moomin del 1969 si iniziano a comprendere le potenzialità della trasposizione animata di classici della lettura occidentale per ragazzi. Shigehito Takahashi, tramite la sua compagnia Zuiyo, è in prima linea in quest'ambito e nel 1974 mette in gioco tutte le sue risorse per realizzare il suo sogno di adattare in animazione il romanzo svizzero Heidi. Affidata a uno staff di prim'ordine guidato dal regista Isao Takahata, Heidi segna, insieme al contemporaneo Yamato, l'inizio di una nuova fase dell'animazione giapponese. La serie si distingue per il sistema dei layout, per proporre una distinzione netta tra animazioni chiave e intercalari, per aver studiato l'ambientazione originale viaggiando in Europa e nel proporre una forte continuità narrativa tra gli episodi tramite una trama orizzontale. Non si tratta di innovazioni nate con Heidi, eppure nessuno prima di lei ha saputo sviluppare a pieno tutti questi aspetti insieme, garantendo una consistenza produttiva, una coerenza narrativa ed estetica e una qualità di così alto livello quasi sempre costante, segnando enormi cambiamenti sia a livello produttivo che narrativo / artistico in molte produzioni animate successive. Con Heidi ha inizio l'animazione quotidiana di Isao Takahata, che con la sua attenzione ai piccoli gesti della vita di tutti i giorni, alle abitudini, usi e costumi dell'ambientazione da il via al World Masterpiece Theater e a un approccio più raffinato e consapevole nell'animazione giapponese.

Per approfondire quest'opera vi rimandiamo al nostro articolo dedicato.


Vichy il vichingo


Il successo delle prime trasposizioni di classici della letteratura europea realizzati da Zuiyo e Mushi Production in collaborazione con la ditta Calpis fa comprendere ai produttori che questo tipo di prodotti può avere un futuro, e che c'è anche spazio per una possibile espansione internazionale. Zuiyo e il suo presidente Shigehito Takahashi vengono infatti contattati dalla tedesca Taurus Film per co-produrre insieme una serie animata appositamente pensata per il mercato internazionale. Tratta da alcuni libri per bambini dello scrittore svedese Runer Jonsson, la serie viene trasmessa prima in Germania e tre mesi dopo anche in Giappone. Il fallimento di Mushi Production permette all'ex-studio di Tezuka di occuparsi solamente della prima parte della serie, per venire poi sostituita da Zuiyo Eizo, studio d'animazione interno a Zuiyo fondato dallo stesso Takahashi. La transizione tra i due studi è abbastanza dolce, con diversi membri dello staff iniziale che continuano a lavorare anche alla seconda parte, pur se con diverse sostituzioni, prima fra tutte il regista principale Hiroshi Saito che prende il posto di Chikao Katsui. Con la ristrutturazione avvenuta in Zuiyo nel 1975, che per pagare i debiti della produzione di Heidi vende lo studio Zuiyo Eizo che diventa Nippon Animation, gli ultimi 26 episodi di Vickie vengono ufficialmente accreditati a Nippon Animation.


40 ANNI FA - GENNAIO 1984


Le avventure della dolce Kati


Decima iterazione del World Masterpiece Theater (secondo la sua definizione allargata che tiene conto di tutte le opere successive ad Heidi) andata in onda nello storico slot televisivo della domenica sera alle 19:30 su Fuji TV. Dopo la Svizzera di Annette, per il meisaku del 1984 ci si sposta nell'Europa del Nord per adattare il romanzo della finlandese Auni Nuolivaara. Seguiamo le vicende e le avventure della piccola Katri, bambina che vive temporaneamente con i nonni e che si è separata dalla madre, andata a lavorare in Germania per sostenere economicamente la famiglia. A causa dello scoppio della prima guerra mondiale le comunicazioni con la madre si interrompono, così come gli invii di denaro, spingendo la piccola Katri a iniziare a lavorare per aiutare finanziariamente i nonni. La guida di questa serie viene affidata a un veterano della tradizione meisaku, Hiroshi Saito, ex-animatore Mushi Production formatosi con la regia di alcune opere minori Nippon Animation prima di venire promosso al filone principale del WMT, di cui ha già diretto Rascal, Peline, Tom Sawyer e Lucy May. Al suo fianco ci sono il giovane Noboru Takano, animatore fin dai tempi di Heidi qui al suo debutto al Character Design e l'altro veterano Akira Miyazaki alla sua quinta sceneggiatura per un meisaku. Con uno share medio dell'11,9% la serie fa segnare il peggior risultato fino a quel momento, nonchè il quarto peggior risultato nella storia del World Masterpiace Theater.


30 ANNI FA - GENNAIO 1994


Un oceano di avventure


Il World Masterpiece Theater ha ormai intrapreso il viale del tramonto. I tempi sono cambiati, le nuove generazioni sono figlie del miracolo economico che ha portato il Giappone ai vertici finanziari del mondo intero e fanno sempre più fatica a immedesimarsi in storie del passato fatte di bambini orfani, sfortunati e analfabeti che devono lottare per trovare il loro posto nel mondo. Simbolo di questo cambiamento è la progressiva diminuzione del numero di episodi delle serie della collana: sceso sotto i 50 episodi per la prima volta nel 1980, si è attestato sui 40 episodi a cavallo tra anni '80 e '90 e nel 1994, per la prima volta dalla nascita della collana, scende a 39 puntate, ben un cour in meno rispetto alle origini. Complice anche la crisi economica degli anni '90, House Foods smette di essere lo sponsor principale della serie dopo anni di collaborazione esclusiva, terminando la parentesi dell'House Foods World Masterpiece Theater e permettendo la trasmissione di spot pubblicitari di altri sponsor. Con la collana così in difficolta, la decisione presa per commemorare i 20 anni di Heidi è inaspettata e mai presa prima: per la prima volta non ci si basa su un classico della letteratura occidentale ma si decide di raccontare una storia originale. Per andare incontro al cambiamento dei gusti del pubblico anche l'ambientazione viene spostata nel presente. Il responso del pubblico non è tuttavia particolarmente positivo, facendo segnare uno share medio del 13%, il terzo peggiore fino a quel momento e sesto peggiore in assoluto.


Shonan junai gumi


Prima di raccontare le vicende dell'adulto Onizuka alle prese con le fatiche dell'insegnamento, Toru Fujisawa realizza tra il 1990 e il 1996 il manga adolescenziale incentrato sulle avventure della coppia di amici Ryuji Danma e Eiichi Onizuka, tra risse, corse in moto e un'adolescenza vissuta al massimo nella costante ricerca di libertà contro l'opprimente sistema degli adulti. Ad alcuni anni dall'inizio della pubblicazione, il produttore Mitsuo Sejima di Nihon Eizo si occupa della sua trasposizione animata, affidando il primo episodio a Life Work e i restanti quattro a J.C. Staff. Si tratta di una versione OVA che non ha intenzione di raccontare in maniera integrale e completa le vicende originali, bensì soltanto alcuni eventi con numerosi salti tra un episodio e l'altro. Ognuno dei cinque episodi presenta uno staff completamente diverso e si incentra su uno specifico arco narrativo del manga:
  1. le prime avventure di Onizuka e Danma alle prese con le professoresse Ayumi e Mariko (cap.1-12);
  2. le sfide contro Yokozawa e il duo Saejima-Kamata (cap.20-32);
  3. Onizuka si scontra con Okubo mentre Ryuji è alle prese con la sua storia con Ayumi (cap.54-68);
  4. la guerra di Shonan organizzata da Akutsu e la vicenda di Nagisa (cap.92-128);
  5. viene introdotta la sexy insegnante Nao Kaneda (cap. 228-242).
Per poter raccontare queste vicende in singoli episodi da 50 minuti vengono operati numerosi tagli, specialmente nei confronti di tutti i personaggi secondari che ruotano intorno agli Onibaku, sacrificati senza presentazione e approfondimento.


Dirty Pair Flash


Grande successo degli anni '80, il franchise di Dirty Pair racconta le vicende futuristiche di una coppia di ragazze belle ed estremamente abili affiliate all'agenzia WWWA e alle prese con indagini criminali o crisi planetarie. Dopo qualche anno di pausa dall'ultimo episodio animato realizzato viene deciso di proseguire con nuove avventure; stando a quanto riportato da pagine dedicate al franchise, la doppiatrice di Kei si è tuttavia ritirata dal doppiaggio, spingendo Saeko Shimazu a rifiutare di tornare a interpretare Yuri senza la sua compagna. Si decide quindi per non proseguire la timeline principale ma optare per un remake. Il creatore del franchise e scrittore delle light novel originali, Haruka Takachiho, ha sempre richiesto, nel caso di trasposizioni dei suoi romanzi, di non riproporre la trama originale ma creare nuove storie e vicende inedite per ogni opera. Così viene fatto anche per questa serie OVA, che presenta due nuove Kei e Yuri, una nuova ambientazione - sempre futuristica e fantascientifica - e una maggiore orizzontalità nella trama. Le due nuove protagoniste sono una versione estremizzata delle originali, più aggressiva e diretta Kei, più infantile e sessualizzata Yuri.


Akazukin Chacha


Gli anni '90 sono un periodo fortunato per l'animazione rivolta a un pubblico femminile, che trova numeroso spazio nei palinsesti televisivi guidata dal successo di titoli come Sailor Moon. Tra questi c'è una trilogia di anime majokko tratti da shojo manga della rivista Ribon di Shueisha e trasmessi uno dietro l'altro il giovedì alle 18:00 su TV Tokyo: Hime-chan no Ribbon, Akazukin Chacha e Nurse Angel Ririka SOS. A occuparsi della trasposizione animata di questi titoli è lo Studio Gallop, che ne affida il Character Design e la direzione generale delle animazioni a Hajime Watanabe e la direzione artistica a Shichiro Kobayashi. Arrivato subito dopo l'esplosione di Sailor Moon, Akazukin Chacha viene pesantemente modificato rispetto al manga originale, inserendo un nemico da sconfiggere, combattimenti e oggetti magici in grado di generare maggiori introiti dal merchandising. Per la realizzazione della serie vengono riconfermati il regista Hatsuki Tsuji, il gruppo SMAP per la sigla di apertura e diversi altri membri dello staff di Hime-chan no Ribbon. Per il successivo Ririka SOS viene invece scelto un nuovo regista che, insieme a Watanabe, si occupa anche di Rossana, nuovo shojo manga di Ribon animato da Gallop che prende il posto della trilogia majokko e conclude la parentesi femminile del giovedì alle 18:00 di TV Tokyo, lasciando poi spazio a Cowboy Bebop.


Crows


Hiroshi Takahashi è uno dei maggiori esponenti dei manga incentrati sulle botte tra orbi tra gang giovanili e studenti violenti e indisciplinati, che ha conquistato il pubblico giapponese fin dagli anni '90. Principalmente noto per le varie vicende della scuola dei corvi Suzuran, raccontate nei manga Crows e Worst e nei loro svariati spin-off, il mondo di Hiroshi Takahashi è stato adattato anche in diversi live-action, tra cui un paio diretti dal famoso regista Takashi Miike. Sul fronte animato invece i bellicosi studenti del Suzuran non hanno avuto particolare fortuna, dovendo accontentarsi di due semplici OVA legati a Crows che raccontano alcune delle prime vicende del suo protagonista Harumichi Boya. Se nel primo osserviamo il suo arrivo al Suzuran e facciamo conoscenza col suo peculiare carattere, nel secondo si lascia spazio alle sue prime sfide contro il fortissimo Rindaman. Realizzati dallo studio Knack e con uno staff non certo di prim'ordine, i due OVA non hanno poi alcun seguito, lasciando le vicende successive inedite in animazione.


Kattobase! Dreamers: Carp Tanjo Monogatari


Keiji Nakazawa è un mangaka che ha fatto del raccontare la storia della sua città, Hiroshima, la sua missione artistica. A fianco della sua opera più celebre, Gen di Hiroshima, nel 1994 l'autore realizza un fumetto incentrato sulla nascita della squadra di baseball professionistica degli Hiroshima Carp a partire dal dopoguerra e le difficoltà che quei ragazzi hanno dovuto affrontare. Nello stesso anno l'Hiroshima Film Center incarica Madhouse di realizzare un lungometraggio animato ispirato al fumetto di Nakazawa. A Yoshinori Kanemori, esperto animatore e character designer nativo di Hiroshima, viene affidata la sua prima regia che, se da un lato convince lo studio ad affidargli qualche anno più tardi la direzione di Alexander, dall'altro non fa scattare la scintilla nei confronti della regia, tanto che torna subito nelle più confortevoli vesti di direttore dell'animazione. Diversi sono i membri dello staff e del cast scelti a provenire da Hiroshima, uno su tutti il direttore artistico Katsushi Aoki, storico artista di fondali attivo fin dai tempi di Cagliostro; il film viene anche consigliato dal Ministero della cultura.
 

20 ANNI FA - GENNAIO 2004


Ghost in the Shell: Stand Alone Complex 2nd GIG


In seguito all'apprezzata serie diretta da Kenji Kamiyama viene deciso di proseguire le avventure televisive della Sezione 9 e di Motoko Kusanagi con nuovi episodi. Viene anche chiesto a Mamoru Oshii di aiutare Kamiyama a sviluppare il soggetto della seconda serie, e i due decidono di affrontare in maniera decisa il tema della guerra, del terrorismo e dei rifugiati, in un'epoca ancora fortemente scossa dagli eventi dell'11 settembre. Kamiyama viene influenzato da molti incidenti reali che lo portano a interrogarsi su come raccontare una guerra moderna del 21° secolo, cosa che spinge la seconda stagione in una direzione abbastanza diversa rispetto alla precedente. Proprio durante la lavorazione della serie scoppia la guerra in Iraq, e uno degli sceneggiatori della serie, Dai Sato, sostiene di aver scritto gli episodi con l'intento di criticare l'irresponsabilità del popolo giapponese nel votare politici favorevoli all'invio di truppe giapponesi in guerra. Il filo conduttore di questi nuovi episodi è costituito dall'investigazione riguardante gli Undici Individuali, un gruppo sovversivo che compie attacchi terroristici per costringere l'opinione pubblica a prendere una posizione riguardo la situazione dei profughi delle precedenti guerre mondiali.


Maria-sama ga miteru


"Filone narrativo" che vede le sue origini nella narrativa Class S dei primi decenni del XX secolo, lo yuri ottiene nei primi anni 2000 uno dei suoi esponenti più famosi e significativi, in grado di sfumare le differenze di target e farsi apprezzare sia da un pubblico femminile che maschile. Ambientato in una scuola femminile cattolica, Maria-sama ga miteru ripropone molti dei topoi narrativi, psicologici ed estetici della narrativa Class S tra cui rapporti platonici raramente espliciti spesso destinati a estinguersi una volta conclusa la scuola, relazioni sempai-kohai e un'estetica mutuata dalla tradizione cattolica ed europea ottocentesca. Nata come serie di light novel per la rivista per ragazze Cobalt, l'opera cementifica il suo successo grazie alla trasposizione animata affidata allo Studio Deen, che in tre serie televisive e una miniserie OVA traspone buona parte del materiale originale ed espande la popolarità dell'opera al di fuori dei confini nipponici.

Per approfondire la storia dello yuri e della narrativa Class S vi rimandiamo al nostro articolo dedicato.


Dead Leaves


Formatosi nella Gainax degli anni '90 in opere come Evangelion, FLCL e Le situazioni di Lui e Lei, Hiroyuki Imaishi è col tempo diventato uno dei creativi più conosciuti e apprezzati dell'animazione giapponese del XXI secolo, grazie a uno stile visivo e registico ben riconoscibile, alla fondazione dello Studio Trigger, in cui accogliere altri creativi a lui vicini e sviluppare ulteriormente il proprio approccio all'animazione, e alla direzione di apprezzati titoli come Gurren Lagann, Kill la Kill, Promare e Cyberpunk: Edgerunners. Qualche anno prima di salire alla ribalta internazionale con Gurren Lagann, Imaishi debutta alla regia di un mediometraggio realizzato da Production I.G in cui si occupa anche del Character Design, degli storyboard e di alcune animazioni chiave. Ad aiutare Imaishi vi è un arsenale di abili animatori tra cui Kyoji Asano, Takeshi Koike, Sushio o Yo Yoshinari che danno vita a un film frenetico che mostra già chiaramente le potenzialità e le peculiarità del regista.


10 ANNI FA - GENNAIO 2014


Noragami


Dopo aver letto il primo capitolo del manga, il produttore Masahiko Minami dello Studio Bones decide di trasporre in animazione il manga Noragami del duo Adachitoka. L'anime viene affidato a Kotaro Tamura, alla sua prima regia generale di una serie dopo una decina di anni come regista di episodi e storyboarder e fresco dall'aver assistito Mamoru Hosoda in Wolf Children. Ad affiancare e aiutare un regista debuttante viene scelto il veterano Toshihiro Kawamoto (Cowboy Bebop, Gundam 0083 e ottavo plotone, Wolf's Rain), fondatore dello studio e tra i Character Designer e animatori più apprezzati dell'industria. L'opinione di Tamura è che un anime con un inizio troppo pesante rischi di allontanare il pubblico, cosa che lo spinge a riassumere l'intero primo capitolo del manga, incentrato su una studentessa vittima di bullismo, in un breve prologo prima della sigla di apertura del primo episodio, per poi passare subito al capitolo successivo e all'incontro tra Yato e Hiyori. Nonostante questa modifica tuttavia il regista non vuole allontanarsi troppo dall'originale, tanto da consultare costantemente i mangaka per ogni dubbio o indecisione e avere l'editor del manga presente a tutte le riunioni per la stesura della sceneggiatura.


Space Dandy


Serie quasi-antologica diretta da un Shingo Natsume alla prima regia di una serie completa e supervisionata dal suo mentore Shin'ichiro Watanabe, Space Dandy è un particolare esperimento a cui hanno partecipato un gran numero di scrittori, registi, compositori e animatori. Tramite una struttura a episodi autoconclusivi che ha fornito agli staff dei singoli episodi una notevole libertà creativa e artistica, seguiamo le peculiari avventure del cacciatore di taglie Dandy alla ricerca degli alieni più improbabili ai quattro angoli dell'universo. Con una colonna sonora formata da brani di decine di compositori e musicisti sotto il nome di Space Dandy Band, nei vari episodi si alterano sceneggiatori come Keiko Nobumoto, Dai Sato o Ichiro Okochi e registi come Sayo Yamamoto, Goro Taniguchi, Masaaki Yuasa o Hiroshi Hamasaki, ognuno intento a fornire una sua visione personale dell'universo di Dandy.


Nisekoi


Divenuto famoso tra gli appassionati per la peculiarità e il particolare stile visivo utilizzato in diversi dei loro prodotti, lo Studio Shaft decide di allontanarsi un po' dai suoi titoli particolari e sperimentali e trasporre una normale commedia romantica harem di Shonen Jump. Ancora oggi la più lunga romcom della storia della rivista, Nisekoi segue le vicende di due ragazzi appartenenti a famiglie mafiose rivali che si trovano a dover fingere di essere fidanzati per il quieto vivere delle proprie famiglie. A guidare lo staff che si occupa di realizzare la serie, Shaft sceglie alcuni collaboratori fidati come il regista Naoyuki Tatsuwa e il direttore generale delle animazioni Nobuhiro Sugiyama, appena usciti dalla lavorazione di uno dei titoli principali dello studio come Monogatari Series: Second Season.


Yo-kai Watch


Famoso per la trasposizione animata di importanti franchise videoludici come Pokémon e Inazuma Eleven, lo studio OLM prosegue nella sua attività principale occupandosi anche di realizzare una versione animata del videogioco Yo-kai Watch. Oramai uno dei pochi studi in grado di sostenere la produzione di lunghe serie animate senza pause, OLM affida la serie al team guidato da Takashi Inoue, che se ne occupa per i quattro anni successivi, chiudendo nel 2018 con ben 214 episodi. Estremamente curiosa e peculiare è la scelta di chiamare un'ormai 70-enne Masami Suda a occuparsi del Character Design della prima stagione. Famoso per il suo stile di disegno realistico, sviluppatosi nella Tatsunoko dei tempi d'oro e poi utilizzato anche in opere come Ken il guerriero, Masami Suda si trova ad adattare lo stile semplice, carino e chibi dell'originale videogioco.


Mushishi tokubetsu hen: hihamu kage


Mushishi è un'opera particolarmente apprezzata dal pubblico e dalla critica giapponese, tanto da essere stata scelta, al 10° Japan Media Arts Festival, tra i titoli più rappresentativi e significativi dell'arte giapponese sia nella categoria manga che in quella anime. Qualche anno dopo la conclusione del fumetto viene messa in produzione anche la prosecuzione della versione animata, di cui viene richiamato lo staff principale che aveva fatto la fortuna della prima serie: dal regista e sceneggiatore Hiroshi Nagahama al Character Designer e direttore generale dell'animazione Yoshihiko Umakoshi, passando per il compositore Toshio Masuda e soprattutto l'apprezzato e premiato direttore artistico Takeshi Waki. Prima di partire con una seconda stagione televisiva che vada ad adattare i capitoli del fumetto ancora inediti, si decide tuttavia di realizzare uno special televisivo di 44 minuti incentrato su una vicenda inedita anche in cartaceo, scritta per l'occasione proprio dalla mangaka originale - che poi ne realizza anche una versione a fumetti da pubblicare in contemporanea allo special animato. In questo episodio speciale Ginko si trova alle prese con un'eclissi solare che sta mettendo in pericolo un villaggio, dove vive anche una strana coppia di gemelle molto particolare.


Tonari no Seki-kun


Lo storico studio d'animazione Shin-Ei Animation, famoso per la sue produzioni animate per famiglie, si da agli anime notturni con una serie di corti incentrati su uno studente svogliato che cerca in tutti i modi di passare il tempo durante le lezioni a scuola. Il cazzeggio scolastico raggiunge lo stato dell'arte in Seki-kun, che in ogni episodio trova un modo diverso e ingegnoso per non annoiarsi a lezione, finendo per far distrarre anche la compagna di banco Yokoi. Tra le numerose attività con cui Seki s'intrattiene c'è anche una famiglia di robot giocattolo, per cui è stata persino realizzata una canzone personalizzata interpretata dal celebre cantante di sigle di anime robotici anni '70 Ichiro Mizuki.


Hozuki no reitetsu


Dopo aver ottenuto notevole popolarità con la sua prima opera, L'attacco dei giganti, Wit Studio prosegue con la trasposizione del manga soprannaturale / mitologico di Natsumi Eguchi incentrato sulle vicende di Hozuki, assistente del Re Enma incaricato di risolvere i numerosi problemi amministrativi dei vari inferni giapponesi. Grazie al lavoro compiuto dal versatile veterano Yusuke Takeda, affiancato alla direzione artistica dalla meno esperta Su-Rok Jeong, l'ambientazione mitologica viene sapientemente ricreata tramite fondali e colorazioni ispirate alla pittura tradizionale giapponese, in grado di immergere nei mondi soprannaturali in cui si muove il protagonista. La serie ottiene un buon riscontro di pubblico, facendo in particolare segnare buoni risultati di vendita in home-video e spingendo il comitato di produzione ad autorizzare la realizzazione di una seconda stagione, affidata tuttavia a un diverso studio d'animazione.


One Piece Cry Heart


Tra la moltitudine di merchandise relativo a One Piece, in occasione del 15° anniversario dell'opera esce la serie di mini-figure Cry Heart, con cui Banpresto vuole invogliare i fan a creare le proprie animazioni in stop-motion. Per dare l'esempio vengono realizzati tramite queste figure tre mini-episodi di pochi minuti ciascuno che ricreano in stop-motion alcuni momenti iconici della saga di Eiichiro Oda. Nel primo ripercorriamo il passato di Chopper e il suo rapporto col dr. Hiluluk, nel secondo rivediamo l'infanzia di Luffy, Ace e Sabo e infine nel terzo riviviamo la drammatica conclusione della guerra di Marineford col dialogo tra i due fratelli.


Anniversari passati:

 

Fonti consultate:

Tra le fonti principali ci sono le pagine wikipedia giapponesi dei vari titoli, creativi e studi, alcuni approfondimenti dedicati ai singoli titoli pubblicati su AnimeClick (e linkati di volta in volta) o la visione delle opere in questione. Inoltre, per dettagli, informazioni e curiosità particolari segnaliamo le seguenti:

- 0-sen Hayato (partially found anime series; 1964)
- Heidi, Girl of the Alps
- The History of Mushi Pro – 06 – Towards the World Masterpiece Theater (1971-1973)
- Anime Interviews - The First Fire Years of ANIMERICA ANIME & MANGA MONTHLY (1992-97)
- The Dirty Pair
- Dirty Pair Flash - Non-stop, non-stop, non-stop...
- Madhouse: Classics and Hidden Gems
- Interview: Kenji Kamiyama
- By Your Side - The First 100 Years of Yuri Anime and Manga di Erica Friedman
- Intervista a Kotaro Tamura, regista di Noragami
- One Piece's Chopper Stars in 5-Minute Stop-Motion "Cry heart" Short