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Ci sono quattro tipologie di anime. Quelli da cui sai già che non potrai aspettarti molto, e che scorrono fino alla fine senza particolari picchi, sempre che lo spettatore non li abbandoni prima per evidente scarsa qualità; quelli che si preannunciano di ottimo livello, vuoi per il cast, lo studio, il materiale di partenza, e che non deludono le aspettative (a volte arrivando anche al capolavoro); quelli che partono dagli stessi presupposti di quest'ultima categoria, ma che invece per un motivo o per l'altro mandano tutto a scatafascio rivelandosi delle grosse delusioni. E infine c'è la mia categoria preferita: quella delle sorprese. Anime da cui non ti aspetteresti nulla al primo impatto e che invece, magari dopo una falsa partenza, rivelano tutto il loro potenziale e coinvolgono lo spettatore che ha avuto la buona volontà di dar loro fiducia. Ebbene, sono lieto di annunciarvi che "Rokka no Yuusha" appartiene proprio a quest'ultima categoria, e in questa recensione cercherò di spiegarvi i motivi per cui mi ha appassionato così tanto, tenendomi incollato allo schermo per tutti i suoi dodici episodi.

"Rokka no Yuusha" è un anime fantasy/mistery tratto da una serie di light novel scritte da Ishio Yamagata iniziata nel 2011 - al momento in cui scrivo siamo arrivati al sesto volume (non si sa ancora quanti ne saranno previsti). L'anime da esse tratto è opera dello studio Passione, fondato nel 2013 e molto piccolo (venticinque dipendenti, stando a Wikipedia), che già si è fatto conoscere nel 2014 per "Rail Wars"; è costituito da dodici episodi, è uscito nella stagione estiva del 2015 e ha adattato il primo volume delle novel. E già questo lo distingue dalla massa di anime tratti da light novel più o meno blasonate (qualcuno ha detto "SAO"? O anche i recenti "Overlord" e "Gate") che hanno come unico scopo quello di pubblicizzarle, e che di conseguenza comprimono e/o tagliano quanto più possibile gli eventi in esse narrate. L'anime di "Rokka no Yuusha" no, non fa così, si prende tutto il tempo e lo spazio necessario per adattare con i dovuti crismi un singolo volume. E già questo per me è un punto a favore.

La storia inizia come un classico fantasy con una premessa che più banale non si può: il Dio dei Demoni sta per risorgere e sei coraggiosi eroi, scelti da una Dea e sotto il vessillo dei Sei Fiori, devono recarsi presso il suo nascondiglio per combatterlo e porre fine alla sua minaccia. Ma qui arriva la sorpresa: al termine dei primi quattro, introduttivi episodi, un fatto ben preciso fa prendere agli eventi narrati una piega assolutamente inedita per il genere (almeno, io non l'ho mai vista da nessun'altra parte), che sotto il contesto fantasy vuole parlare e occuparsi di ben altro. Da qui sarà un crescendo continuo fino al gran finale, una sequenza incalzante di combattimenti, colpi di scena e approfondimenti dei personaggi, che rende "Rokka no Yuusha" uno degli anime più coinvolgenti e particolari che abbia mai visto. A tal proposito, non voglio rivelarvi nulla sulla natura di questo misterioso "fatto", vi posso dire però che è 'spoilerato' in moltissime (per non dire tutte) sinossi della trama reperibili in rete, e questo lo trovo ingiusto. Consiglio: se leggendo questa recensione vi faccio venire voglia di vedere l'anime, correte a farlo senza leggere nulla e isolandovi da internet fino al termine degli episodi, in questo modo vi godrete di più tutto quanto. A molti non è piaciuto questo cambio repentino di genere da parte della storia, in quanto tradisce le aspettative di chi voleva un classico fantasy senza fronzoli. Io non posso giudicare i gusti degli altri, non me lo permetterei mai, ma lasciatemi dire questo: una delle poche volte che ci troviamo di fronte a un fantasy che si basa più sui misteri che non sui combattimenti, sui rapporti fra i personaggi che non sulla 'sboronaggine' e 'sgravità' dei loro poteri, non lo apprezziamo? Cercate di rispondere a questa domanda prima di liquidare questo anime come insoddisfacente. Insomma, concludo questo lungo paragrafo affermando che la storia, il suo sviluppo e i suoi misteri costituiscono il principale punto di forza di "Rokka no Yuusha".

Una menzione particolare la merita il setting. E qui faccio i complimenti allo studio Passione e in particolare al direttore artistico, perché le ambientazioni e i costumi vistosamente ispirati alla civiltà azteca mi sono piaciuti moltissimo, e accentuano ancora di più l'originalità e la particolarità dell'anime rispetto a tutti gli altri di genere affine. Ho citato lo studio Passione perché, da quello che ho scoperto, questo setting è anime original, nelle light novel quest'ultimo viene descritto solo vagamente, senza alcuna informazione precisa. I costumi dei personaggi protagonisti sono un altro fiore all'occhiello: eccentrici ma mai troppo eccessivi, rendono ciascuno di essi immediatamente riconoscibile. Forse solo quello di Hans potevano farlo un po' meglio, qui nell'anime sembra troppo straccione rispetto alle illustrazioni della novel.

Un discorso a parte devo farlo anche sul finale. L'ultimo episodio non è il migliore dell'intera serie, personalmente ho trovato altri più riusciti, ma è molto soddisfacente e spiazzante al punto giusto, chiude coerentemente il capitolo affrontato nei precedenti e ne apre uno nuovo. Ma proprio qui c'è un difetto di fondo, che non si poteva eliminare proprio per la natura di adattamento da altro materiale: a causa di inevitabili rimandi al prosieguo della storia nei volumi successivi, non viene chiuso il cerchio su molti aspetti su cui probabilmente la maggior parte degli spettatori avrebbe voluto capirci di più, viene detto solo il minimo indispensabile per non lasciare buchi. Cercando su internet (ma senza 'spoilerarmi' troppo), ho scoperto che il primo volume, ergo questa prima stagione dell'anime, altro non è che un inizio, un punto di partenza per qualcosa di molto più grande e dallo scopo molto più ampio: la storia riserverà infatti ancora molti misteri e colpi di scena. Per questo, se non faranno una seconda stagione (cosa, ahimè, poco probabile), chi non proseguirà la lettura delle novel (disponibili con traduzioni amatoriali in lingua inglese in quanto non ancora licenziate) si ritroverà inevitabilmente con un'opera monca. Badate bene, non sto dicendo che l'anime non possiede un vero finale, anzi, come ho già specificato gli eventi narrati in questi dodici episodi formano un arco narrativo di senso compiuto che viene chiuso al 100% al termine di questi, ma chi è rimasto affascinato dall'opera e vuole proseguire le avventure di Adlet e compagni per trovare le risposte a molte domande dovrà necessariamente approcciarsi alle light novel.

Parliamo adesso dei personaggi, altro punto di forza di "Rokka no Yuusha". Su di loro non voglio dire molto, anzi non vorrei dire quasi nulla. Sulla carta sono abbastanza stereotipati e non tutti ricevono lo stesso approfondimento psicologico (alcuni ce lo avranno nei volumi successivi), ma sono molto carismatici, possiedono una loro identità (grazie ai singoli poteri di ciascuno) e svolgono tutti un ruolo ben preciso man mano che gli eventi si susseguono e si evolvono. Menzione speciale per il protagonista Adlet, il cui atteggiamento, loquacità e senso di giustizia lo fanno sembrare inizialmente il classico protagonista di uno shonen, e che invece già dopo i primi due episodi si rivela ben più interessante e convincente. Non posso non citare anche Nashetania (detta amichevolmente coniglietta-chan) e Flamie (la adoro, il personaggio migliore di tutta la serie), che vanno incontro a uno sviluppo che è l'esatto opposto di quanto uno si aspetterebbe vedendole per la prima volta. Un plauso alla doppiatrice di Flamie, Aoi Yuuki, che ha fatto davvero un lavorone, senza di lei e il suo tono di voce malinconico quel personaggio avrebbe perso metà del suo carisma! Anche quella di Nashetania (Yoko Hikasa) è stata comunque molto brava, in generale i doppiatori sono tutti azzeccatissimi. Personaggio peggiore indubbiamente Goldov, purtroppo a causa anche della storia e del trattamento che essa gli riserva: molto 'figo' come design e stile di combattimento ma troppo statico e mal sviluppato, spero gli venga data giustizia nei volumi successivi delle light novel, perché può veramente fare il botto.

Veniamo adesso al difetto principale di "Rokka no Yuusha": il comparto tecnico. Ebbene sì, la qualità dei disegni (e anche delle animazioni, ma vale più per i primi) è mediocre. Nulla che rovini la visione, per carità, ma certi frame sono veramente un pugno nell'occhio, una martellata sulle parti basse (per noi maschi), e la cosa è ancora più grave se vi dico che alcuni di questi sono statici (e non i ben noti in-between, dove questo problema è più facile che si presenti), per di più avvengono anche in momenti importanti della storia! Posso concedere allo studio Passione tutte le attenuanti che vogliono (poca esperienza, basso budget, ecc.), ma a questo punto avrei accettato dei tempi di lavorazione più lunghi invece di release settimanali costanti con questa qualità. Peccato, si meritava un adattamento ad opera di uno studio più competente (Madhouse, JC Staff, Ufotable, Bones, per citare i miei preferiti) o con un budget maggiore. A questo si aggiunge anche la CG molto piatta e approssimativa per realizzare i demoni: il loro design non è affatto male e non compaiono molto, ma le poche volte che lo fanno la CG stona vistosamente con tutto il resto, c'è poco da fare. L'ottimo lato artistico, come già detto, salva la situazione in più punti, ciò non toglie che il comparto tecnico di "Rokka no Yuusha", per quanto mi riguarda, è appena sufficiente. Buone, ma non eccezionali, le musiche (sul finale non danno la giusta enfasi nei momenti topici), promosse invece su tutti i fronti le opening e le ending: tra quest'ultime, due sono cantate rispettivamente dalle doppiatrici di Flamie e Nashetania, essendo dedicate a quei personaggi. La mia preferita è quella di Nashetania, molto energica e incalzante (un gigantesco "mah!" però va al suo titolo, non dico altro).

Questo conclude la mia approfondita recensione su "Rokka no Yuusha". Sperando di non avervi tediato, ma anzi di avervi convinto a iniziare questo anime molto meritevole, gli assegno un bel 9 su 10 perché mi ha coinvolto davvero tanto e, quando un'opera riesce in pieno in questo compito, va sempre premiata. Come potrete facilmente intuire, i suoi meriti sono intrinsecamente legati al materiale di partenza, le novel di Ishio Yamagata, ciò non toglie che l'adattamento ad opera dello studio Passione sia comunque di alto livello, perché riesce a farci appassionare alla bellissima storia. Un adattamento che, in sintesi, possiede pregi (l'ambientazione originale, fedeltà assoluta al romanzo) e difetti (disegni e CG). Se siete pignoli e per voi l'aspetto visivo va tenuto in conto, abbassate pure di un punto il mio voto. Mi raccomando, cercate di evitare il più possibile spoiler sulla storia e i personaggi che vi rovinerebbero, e parecchio, il godimento di questa serie!