Recensione
Mawaru Penguindrum
6.0/10
Recensione di FullmetalCat
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"Mawaru Penguindrum" è un anime difficile da guardare, ancor più da comprendere e valutare nel complesso. Le premesse dell'anime e soprattutto il gran clamore che l'opera ha suscitato creano nello spettatore un certo senso di aspettativa che, almeno nel mio caso, si è rivelato deleterio.
Ma andiamo con ordine.
L'anime si concentra sulla storia dei tre fratelli Takakura: Kanba, Shoma e Himari. I tre ragazzi sono rimasti soli dopo la scomparsa dei genitori e vivono una modesta ma serena vita quotidiana. La loro casa esprime molto bene questa situazione: una deliziosa baracca variopinta con mille colori, sempre illuminata, quasi fiabesca.
I tre ragazzi un giorno decidono di recarsi all'acquario, ma durante la gita accade una disgrazia: Himari, la sorellina minore da sempre malaticcia, collassa e muore. I due fratelli sono affranti e disperati, quando improvvisamente dal letto di morte Himari si alza. È dotata di uno strano copricapo a forma di pinguino e la sua personalità non è più la stessa: ella è posseduta da un'entità misteriosa, capace di mantenere Himari in vita. L'entità affida a Kanba e Shoma un compito, riportarle il misterioso "Pingdrum" ("Penguindrum" nell'originale giapponese).
La storia di "Mawaru Penguindrum" parte con delle premesse ottime, che invogliano lo spettatore a continuarne la visione. Molti misteri si presentano allo spettatore: "Chi è l'entità che ha salvato Himari?" "Cos'è il Pingdrum? E a che serve?". Il tutto condito da una deliziosa dose di surrealismo e scelte stilistiche in un primo momento affascinanti, come le sequenze narrative ambientate in metropolitana, o la scelta di rappresentare i passanti come delle semplici silhouette.
Purtroppo, questo primo impatto nel complesso molto buono si rivela essere alla lunga snervante.
Sempre più misteri vengono aggiunti, sempre meno vengono risolti. Man mano che la narrazione procede questa diventa sempre più intricata: il che non sarebbe assolutamente un difetto se ben gestita e con adeguate spiegazioni. Non è purtroppo il caso di "Mawaru Penguindrum", dove la narrazione diventa letteralmente schiava della necessità del regista di infarcire la serie di simbolismi e metafore. Le spiegazioni degli eventi vengono spesso affidate a discorsi e immagini metaforiche, creando quindi un pastrocchio narrativo, indubbiamente colorato e affascinante, ma spesso barocco, ridondante e caotico. La serie, circa a metà, inizia a scricchiolare sotto il peso del simbolismo e si presenta con situazioni al limite della comprensione, eccessivamente slegate fra loro e personaggi decisamente incoerenti nelle proprie azioni. Terribilmente abusato poi l'espediente dei flashback, spesso più confondenti che esplicativi.
Alcune figure metaforiche invece sono decisamente ben riuscite: i deliziosi pinguini che accompagnano i tre fratelli, protagonisti di una serie di siparietti spesso comici, sottolineano molti aspetti dei punti più salienti della narrazione.
Lo spettatore giunge alla fine della serie con l'idea di aver compreso alcuni messaggi di fondo della serie, come l'importanza della famiglia e dell'amore, o la necessità di soffrire per poter ottenere dei risultati. Nel complesso però non si può dire che si sia capito cosa effettivamente sia successo nella storia.
Dal punto di vista tecnico la produzione è ineccepibile: le animazioni e il chara design sono ben fatti e accattivanti, e anche la CG è ottimamente inserita, senza mai oscurare l'animazione tradizionale. Le OST, per quanto non memorabili, accompagnano ottimamente l'opera.
Anche il doppiaggio italiano merita una menzione d'onore: tutti i doppiatori sono stati perfetti nella loro interpretazione, ma voglio fare un plauso particolare a Massimo Lodolo, davvero fantastico nel ruolo di Sanetoshi.
In definitiva, "Mawaru Penguindrum" è un anime sicuramente intrigante e di altissima qualità tecnica, ma che paga un prezzo molto alto in termini di narrazione e fruibilità dell'opera per la necessità quasi ossessiva di dover inserire simbolismi e metafore, che diventa quanto mai evidente nella seconda parte dell'anime. Troppe domande importanti non ricevono risposte concrete, ma solo allusioni e mezze verità, che lasciano ancor più spaesato e insoddisfatto lo spettatore.
Mi sembra appropriato terminare la recensione con una metafora che secondo me descrive bene la mia impressione sull'anime: "Mawaru Penguindrum" è come una grande e bellissima scatola, con mille rifiniture e adornata da tante, coloratissime pietre preziose. Una volta aperta però ci troviamo di fronte a un contenuto ben misero rispetto all'impressione che ci eravamo fatti prima di aprire la scatola.
Un vero peccato.
Ma andiamo con ordine.
L'anime si concentra sulla storia dei tre fratelli Takakura: Kanba, Shoma e Himari. I tre ragazzi sono rimasti soli dopo la scomparsa dei genitori e vivono una modesta ma serena vita quotidiana. La loro casa esprime molto bene questa situazione: una deliziosa baracca variopinta con mille colori, sempre illuminata, quasi fiabesca.
I tre ragazzi un giorno decidono di recarsi all'acquario, ma durante la gita accade una disgrazia: Himari, la sorellina minore da sempre malaticcia, collassa e muore. I due fratelli sono affranti e disperati, quando improvvisamente dal letto di morte Himari si alza. È dotata di uno strano copricapo a forma di pinguino e la sua personalità non è più la stessa: ella è posseduta da un'entità misteriosa, capace di mantenere Himari in vita. L'entità affida a Kanba e Shoma un compito, riportarle il misterioso "Pingdrum" ("Penguindrum" nell'originale giapponese).
La storia di "Mawaru Penguindrum" parte con delle premesse ottime, che invogliano lo spettatore a continuarne la visione. Molti misteri si presentano allo spettatore: "Chi è l'entità che ha salvato Himari?" "Cos'è il Pingdrum? E a che serve?". Il tutto condito da una deliziosa dose di surrealismo e scelte stilistiche in un primo momento affascinanti, come le sequenze narrative ambientate in metropolitana, o la scelta di rappresentare i passanti come delle semplici silhouette.
Purtroppo, questo primo impatto nel complesso molto buono si rivela essere alla lunga snervante.
Sempre più misteri vengono aggiunti, sempre meno vengono risolti. Man mano che la narrazione procede questa diventa sempre più intricata: il che non sarebbe assolutamente un difetto se ben gestita e con adeguate spiegazioni. Non è purtroppo il caso di "Mawaru Penguindrum", dove la narrazione diventa letteralmente schiava della necessità del regista di infarcire la serie di simbolismi e metafore. Le spiegazioni degli eventi vengono spesso affidate a discorsi e immagini metaforiche, creando quindi un pastrocchio narrativo, indubbiamente colorato e affascinante, ma spesso barocco, ridondante e caotico. La serie, circa a metà, inizia a scricchiolare sotto il peso del simbolismo e si presenta con situazioni al limite della comprensione, eccessivamente slegate fra loro e personaggi decisamente incoerenti nelle proprie azioni. Terribilmente abusato poi l'espediente dei flashback, spesso più confondenti che esplicativi.
Alcune figure metaforiche invece sono decisamente ben riuscite: i deliziosi pinguini che accompagnano i tre fratelli, protagonisti di una serie di siparietti spesso comici, sottolineano molti aspetti dei punti più salienti della narrazione.
Lo spettatore giunge alla fine della serie con l'idea di aver compreso alcuni messaggi di fondo della serie, come l'importanza della famiglia e dell'amore, o la necessità di soffrire per poter ottenere dei risultati. Nel complesso però non si può dire che si sia capito cosa effettivamente sia successo nella storia.
Dal punto di vista tecnico la produzione è ineccepibile: le animazioni e il chara design sono ben fatti e accattivanti, e anche la CG è ottimamente inserita, senza mai oscurare l'animazione tradizionale. Le OST, per quanto non memorabili, accompagnano ottimamente l'opera.
Anche il doppiaggio italiano merita una menzione d'onore: tutti i doppiatori sono stati perfetti nella loro interpretazione, ma voglio fare un plauso particolare a Massimo Lodolo, davvero fantastico nel ruolo di Sanetoshi.
In definitiva, "Mawaru Penguindrum" è un anime sicuramente intrigante e di altissima qualità tecnica, ma che paga un prezzo molto alto in termini di narrazione e fruibilità dell'opera per la necessità quasi ossessiva di dover inserire simbolismi e metafore, che diventa quanto mai evidente nella seconda parte dell'anime. Troppe domande importanti non ricevono risposte concrete, ma solo allusioni e mezze verità, che lasciano ancor più spaesato e insoddisfatto lo spettatore.
Mi sembra appropriato terminare la recensione con una metafora che secondo me descrive bene la mia impressione sull'anime: "Mawaru Penguindrum" è come una grande e bellissima scatola, con mille rifiniture e adornata da tante, coloratissime pietre preziose. Una volta aperta però ci troviamo di fronte a un contenuto ben misero rispetto all'impressione che ci eravamo fatti prima di aprire la scatola.
Un vero peccato.