Recensione
Là sui Monti con Annette
9.0/10
"Là sui monti come Annette
dove il cielo è sempre blu
Là con Dany e con Lucien
vieni, vieni anche tu!"
Così attacca il ritornello intonato dall'allegra voce della D'Avena, ormai storica interprete di decine e decine di sigle di cartoni animati, lasciando intendere che ci troviamo di fronte a una simpatica serie di vicende di bimbi fra i verdi paesaggi di montagna, qualcosa di simile al più famoso "Heidi".
Ebbene, nulla di più ingannevole!
"Arupusu Monogatari Watashi no Annetto", "Là sui monti con Annette", appunto, è un meisaku del 1983 appartenente al World Masterpiece Theater ed è tratto dal romanzo Patricia M. St. John "Tesori tra la neve". L'inizio è apparentemente spensierato e ci mostra la vita di questi bambini di un piccolo villaggio (realmente esistente) fra le Alpi, divisi fra scuola, lavoretti di casa e giochi nei prati e sulla neve: Annette e Lucien sono amici per la pelle, lei vive con i genitori e la mamma è in attesa di un altro bimbo, desiderato anche dalla futura sorella maggiore. Insomma, tutto sembrerebbe dare ragione alla D'Avena, ma già dopo un paio di episodi le atmosfere iniziano a cambiare, un evento che dovrebbe essere esclusivamente gioioso rivela le sue possibili tragiche conseguenze; e, come se ciò non bastasse, dopo un salto temporale di cinque anni ci si prepara a quello che sarà il dramma principale della vicenda, che trascinerà in un modo e in un altro i vari personaggi verso gli eventi successivi fino al finale. E così, una storia in apparenza infantile assume toni estremamente adulti.
Certo, questa non è una novità per un meisaku, ma lo è il fatto che non ne sono gli adulti la causa scatenante, il tutto nasce da una questione fra bambini e verrà risolto in buona parte fra di loro. Mentre negli altri meisaku buona parte delle disgrazie dei bambini sono causate da adulti senza scrupoli, qui gli adulti sono buoni, gentili, la loro presenza è collegata per lo più a vicende positive; al contrario, sono i bambini a covare sentimenti negativi, i loro visi talvolta sono deformati da espressioni persino grottesche, per rendere ottimamente la situazione e i loro stato d'animo (il culmine viene raggiunto nella scena di Annette che tiene fra le mani l'arca di Noè di legno, non anticipo altro per non spoilerare). Nessun bambino è perfetto, nemmeno la principale vittima della situazione, e non lo dico solo per la sua vocina irritante! In particolare, Annette e Lucien non sono mostri di simpatia, lei è totalmente diversa dalla solare Heidi, ma in compenso sono personaggi estremamente umani, che hanno ciascuno la propria grande crescita personale, un po' per le difficoltà della vita e un po' per l'essersi trovati a soli dodici anni di fronte a circostanze così gravi, ciascuno dal suo punto di vista.
Questa particolarità, se da un lato può rendere questo anime meno gradevole per i bambini, anche per la difficoltà nell'immedesimazione nei propri coetanei, rende dall'altro la serie più adatta a un pubblico maturo e quindi più capace di comprendere la complessità di una situazione in cui si riesce facilmente a prendere le parti dell'uno o dell'altro.
Una storia intensa, che tratta temi duri, come la colpa, il rancore, il riscatto, il perdono e anche il bullismo, che in comune con "Heidi" ha esclusivamente l'ambientazione e l'importanza di temi religiosi (molto marginali nell'anime di Isao Takahata, ma molto più importanti nel libro della Spyri, in cui la nonna di Clara è un personaggio estremamente religioso, alquanto simile alla prozia Claude di Annette).
Finalmente ieri sono riuscita a vedere anche il film (il cui titolo è come il libro), ma, per quanto esso sia gradevole, in meno di due ore la storia non viene resa altrettanto bene, lasciando oscuri alcuni punti che in una serie di così ampio respiro ("Là sui monti con Annette" conta quarantotto episodi) trovano tutti ampia spiegazione e il giusto spazio.
Infine non posso non menzionare positivamente character design, animazione e doppiaggio, con voci perfettamente adatte ai personaggi.
Da piccola non apprezzavo particolarmente questo anime, perché riuscivo a cogliervi soltanto l'antipatia dei due protagonisti, ma, rivedendolo a distanza di tanto tempo, mi rendo conto di quanto fosse superficiale la mia valutazione di una serie ingiustamente sminuita.
Voto globale: 9
dove il cielo è sempre blu
Là con Dany e con Lucien
vieni, vieni anche tu!"
Così attacca il ritornello intonato dall'allegra voce della D'Avena, ormai storica interprete di decine e decine di sigle di cartoni animati, lasciando intendere che ci troviamo di fronte a una simpatica serie di vicende di bimbi fra i verdi paesaggi di montagna, qualcosa di simile al più famoso "Heidi".
Ebbene, nulla di più ingannevole!
"Arupusu Monogatari Watashi no Annetto", "Là sui monti con Annette", appunto, è un meisaku del 1983 appartenente al World Masterpiece Theater ed è tratto dal romanzo Patricia M. St. John "Tesori tra la neve". L'inizio è apparentemente spensierato e ci mostra la vita di questi bambini di un piccolo villaggio (realmente esistente) fra le Alpi, divisi fra scuola, lavoretti di casa e giochi nei prati e sulla neve: Annette e Lucien sono amici per la pelle, lei vive con i genitori e la mamma è in attesa di un altro bimbo, desiderato anche dalla futura sorella maggiore. Insomma, tutto sembrerebbe dare ragione alla D'Avena, ma già dopo un paio di episodi le atmosfere iniziano a cambiare, un evento che dovrebbe essere esclusivamente gioioso rivela le sue possibili tragiche conseguenze; e, come se ciò non bastasse, dopo un salto temporale di cinque anni ci si prepara a quello che sarà il dramma principale della vicenda, che trascinerà in un modo e in un altro i vari personaggi verso gli eventi successivi fino al finale. E così, una storia in apparenza infantile assume toni estremamente adulti.
Certo, questa non è una novità per un meisaku, ma lo è il fatto che non ne sono gli adulti la causa scatenante, il tutto nasce da una questione fra bambini e verrà risolto in buona parte fra di loro. Mentre negli altri meisaku buona parte delle disgrazie dei bambini sono causate da adulti senza scrupoli, qui gli adulti sono buoni, gentili, la loro presenza è collegata per lo più a vicende positive; al contrario, sono i bambini a covare sentimenti negativi, i loro visi talvolta sono deformati da espressioni persino grottesche, per rendere ottimamente la situazione e i loro stato d'animo (il culmine viene raggiunto nella scena di Annette che tiene fra le mani l'arca di Noè di legno, non anticipo altro per non spoilerare). Nessun bambino è perfetto, nemmeno la principale vittima della situazione, e non lo dico solo per la sua vocina irritante! In particolare, Annette e Lucien non sono mostri di simpatia, lei è totalmente diversa dalla solare Heidi, ma in compenso sono personaggi estremamente umani, che hanno ciascuno la propria grande crescita personale, un po' per le difficoltà della vita e un po' per l'essersi trovati a soli dodici anni di fronte a circostanze così gravi, ciascuno dal suo punto di vista.
Questa particolarità, se da un lato può rendere questo anime meno gradevole per i bambini, anche per la difficoltà nell'immedesimazione nei propri coetanei, rende dall'altro la serie più adatta a un pubblico maturo e quindi più capace di comprendere la complessità di una situazione in cui si riesce facilmente a prendere le parti dell'uno o dell'altro.
Una storia intensa, che tratta temi duri, come la colpa, il rancore, il riscatto, il perdono e anche il bullismo, che in comune con "Heidi" ha esclusivamente l'ambientazione e l'importanza di temi religiosi (molto marginali nell'anime di Isao Takahata, ma molto più importanti nel libro della Spyri, in cui la nonna di Clara è un personaggio estremamente religioso, alquanto simile alla prozia Claude di Annette).
Finalmente ieri sono riuscita a vedere anche il film (il cui titolo è come il libro), ma, per quanto esso sia gradevole, in meno di due ore la storia non viene resa altrettanto bene, lasciando oscuri alcuni punti che in una serie di così ampio respiro ("Là sui monti con Annette" conta quarantotto episodi) trovano tutti ampia spiegazione e il giusto spazio.
Infine non posso non menzionare positivamente character design, animazione e doppiaggio, con voci perfettamente adatte ai personaggi.
Da piccola non apprezzavo particolarmente questo anime, perché riuscivo a cogliervi soltanto l'antipatia dei due protagonisti, ma, rivedendolo a distanza di tanto tempo, mi rendo conto di quanto fosse superficiale la mia valutazione di una serie ingiustamente sminuita.
Voto globale: 9